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Autore: joey_ms_86    27/01/2007    17 recensioni
"......Mi giro verso l’origine del mormorio scocciato, forse dalla luce, o forse geloso dei miei pensieri per una volta non rivolti a lui.
Sorrido.
Lo guardo. Le lenzuola come un campo di battaglia. I muscoli della schiena diafana rilassati da Morfeo. Le spalle larghe."

Che vi posso dire? E' la mia prima fanfic ed è su una delle mie coppie preferite

Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LO SPETTACOLO PIÙ STRAORDINARIO DELLA CREAZIONE
E' la mia prima fanfic...siate clementi e buona lettura!!
ps. ovviamente recensite anche, così decido se è il caso di lasciar perdere o magari cominciare a buttare giù qualcos'altro...



LO SPETTACOLO PIÙ STRAORDINARIO DELLA CREAZIONE


È mattina.
La luce dei primi raggi di sole fa capolino dietro le tende ancora tirate.
Le sposto un poco, piano, giusto lo spazio di infilare la testa tra la stoffa e il vetro della finestra.
L’alba è lo spettacolo più straordinario della creazione.

- mmmmm -

Mi giro verso l’origine del mormorio scocciato, forse dalla luce, o forse geloso dei miei pensieri per una volta non rivolti a lui.
Sorrido.
Lo guardo. Le lenzuola come un campo di battaglia. I muscoli della schiena diafana rilassati da Morfeo. Le spalle larghe. I capelli un po’ lunghi, ed elegantemente sparpagliati sul cuscino. Arriccio il naso, ma il sorriso non scompare.
Maledizione a lui, e alla sua perfetta chioma liscia, penso con invidia, guardando con espressione ora imbronciata gli indomabili riccioli scuri avvolti intorno alle mie dita.
Poi mi soffermo sul suo viso: un viso da principe, quale è lui, dai lineamenti perfetti e quasi dolci; o almeno fino a quando il sonno lo cullerà! Mi scappa un sospiro sommesso.
Conosco alla perfezione il gelo che pervade quelle lame ghiacciate assopite sotto le palpebre; o come quei tratti, ora così docili, possano indurirsi, dietro ad un ghigno malefico e una mascella contratta all’inverosimile, come a ricalcare un solco di distacco tra i suoi pensieri e il mondo che lo circonda.
Eppure, sento come una nostalgia per tutta quell’algida durezza.

Rido di me…dannazione a te principe delle serpi!! Quando mi hai avvelenato così??
È incredibile come tu possa mancarmi anche mentre sei qui, a neanche 2 metri di distanza, solo perché la tua mente è persa chissà dove, invece che concentrata su di me. O forse perché non sento la pelle scottarmi come ogni volta che il tuo sguardo, velato di desiderio, mi avvolge.
Due pozze argentee di metallo ormai fuso dal troppo calore.

- uhmmm -

Aggrotti le sopracciglia, e mugugni ancora. Magari ti senti osservato.
Alzo gli occhi al cielo, sempre più chiaro oltre il vetro.
Ma è un attimo, e poi torno a guardarti.
Sai sempre quando qualcuno ti fissa. Per strada, nei negozi, al ristorante. Lo sai e ti infastidisce, ma sei troppo abituato e troppo superiore per dimostrarlo. In fondo sei sempre un Malfoy, e sai bene che ti basterebbe alzare lo sguardo per farlo abbassare a chi ti è di fronte.
Non a me, è chiaro…ma a chiunque altro non sia assuefatto a sopportare la tua supponente arroganza da…oddio18 anni!!!
Praticamente una vita…roba da psicoterapia…
…non sapresti neppure cos’è…

Mi massaggio le tempie. Troppo pensare di prima mattina fa male. Figuriamoci se poi, il fulcro delle mie elucubrazioni, è questo dannato demone dalle ingannevoli fattezze angeliche.
Torno al mio intento originario…spiare l’aurora che fa capolino sul lago, tra una collina e i rami di una vecchia quercia. Ma ormai il sole è spuntato e pronto ad affrontare una nuova giornata. Ecco, per colpa sua ho perso anche il mio spettacolo preferito!!
Mi volto nuovamente verso la serpe che infesta i miei pensieri con uno sguardo di rimprovero e…
Il mio cuore da un ultimo battito prima di fermarsi.
Il mio principe sorride nel sonno. Un sorriso sereno, puro, genuino, che avrò visto su quelle labbra sì e no una decina di volte.
Il respiro non accenna a tornare, ma il mio corpo non sembra aver bisogno di aria. Gli basta vedere quella bocca velenosa e tentatrice, trasfigurata in labbra innocenti, del bambino che non è mai stato.

Mordo il dorso di una mano, per placare l’emozione che rischia di traformarsi in singhiozzi.
Il mio carnefice decide che non ha più voglia di mostrarsi al mondo e affonda il sorriso nel cuscino, per poi lasciarmi solo la vista della sua nuca.
Finalmente il miele che paralizzava i miei polmoni si scioglie per lasciare spazio ad un po’ d’ossigeno. Lentamente, torno a respirare, il sangue a scorrere, il cuore a battere…forse più veloce, ma non importa.
Guardo ancora fuori dalla finestra per dissimulare a me stessa quell’affanno di tenerezza che mi attanaglia il petto. La scuola è finita da un pezzo, ma ho pur sempre sangue Gryffindor nelle vene…
Già, babbano e Gryffindor, il peggio del peggio, come mi ricorderebbe lui con un’espressione schifata e superiore. E maliziosamente divertita, ovvio.
Non che la cosa mi tocchi più di tanto. Sono orgogliosa di essere mezzosangue, e ho sempre dimostrato di essere la migliore.
Torno con gli occhi a lui. Riderebbe anche di questo, il bell’addormentato. Del mio orgoglio rosso e oro così simile alla sua vanità di serpe.

- auhmmgn -

Altro grugnito indefinito…altro che Tiger e Goyle! Stavolta però si muove anche. Forse si sta svegliando…macchè…si riaccoccola e ronfa come un gatto pigro.
Tira fuori il braccio destro dal lenzuolo fino a poggiare la mano sopra il cuscino.
Appena un attimo.
Un lampo di luce, un bagliore sulle sue dita e sento il mio corpo contrarsi fino allo stomaco, come un crampo improvviso, per poi rilassarsi piano.
Abbasso lo sguardo sulla mia mano sinistra e sento una sensazione di calore sprigionarsi da ogni cellula. Osservo il prezioso anello che mi imprigiona una falange. Un sottile cerchio d’oro su cui s’attorciglia come un nastro, o meglio, un serpente, un altro filo d’oro bianco. Un gioiello magico. Nessun orefice babbano avrebbe potuto tanto…e questo lo sa fin troppo bene un certo biondino razzista.
Di nuovo guardo il suo anulare.

Mi ricordo di una ferita, causata dal mistico “trullatore trinciadita”, tipico oggetto babbano, utile allo sminuzzamento di pietanze, e così amabilmente ribattezzato dal principe dal dito mozzo.
Un taglio su quelle dita da pianista, protagoniste di molte delle mie fantasie, ha causato, oltre alle solite invettive contro mezzosangue che infestano le case di apparecchi infernali invece di servili elfi domestici, il momentaneo trasferimento dell’anello matrimoniale alla mano destra.

Solo per procurarmi una spiacevole stretta al cuore al mattino di una domenica d’autunno.

La fascetta d’oro bicromatico, dal taglio maschile (ma non per questo meno preziosa o elegante) sparisce ora sotto il cuscino, insieme alla mano e al polso che la sorreggono.

Non ho bisogno di leggerle, per ricordare le scritte incise negli anelli. Visibili solo a noi.
“Mia piccola mezzosangue. D.M.”
“Sempre mio, sempre tua. H.G.”
E una data, uguale per entrambi.

Chiudo gli occhi mentre scendo dal freddo davanzale della finestra. A vestirmi solo il tuo odore e la tua camicia immacolata.
Spalanco le tende. Il sole è alto e illumina il parco che ci fa da giardino. Arrossisco un po’ con me stessa per l’indignazione e l’imbarazzo. Ancora non mi abituo alla tua ricchezza spudorata…beh, nostra spudorata ricchezza.
L’alba è andata da un pezzo, ma non riesco a dispiacermene.
Mi giro verso di te che, nel frattempo ti muovi nel letto, infastidito dalla luce, e nuovamente degni i miei occhi del tuo viso.
Sorrido ancora. Stamattina non faccio altro.
Ti guardo.

In fondo, forse non è l’alba, lo spettacolo più straordinario della creazione.
  
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