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Autore: shesnameless    12/07/2012    2 recensioni
Spense la sigaretta e guardò il cielo scuro sopra di lei. Le piaceva la notte, la rilassava, la faceva pensare chiaramente. Era tutto così assurdo: si domandò come la vita poteva averle giocato uno scherzo così infame e inaspettato. Beth non era una dal cuore fragile, anzi. D'altronde lei era conosciuta per questo: era 'quella' che non si aspettava mai niente, perchè andava a prendersi sempre cio' che voleva, 'quella' che non diceva mai chi era, 'quella' che camminava sempre a testa alta, 'quella' che diffidava da tutto. Eppure qualcosa era cambiata nella sua vita, una cosa che nemmeno lei si sarebbe aspettata. Ma c'erano riusciti lo stesso dannazione, erano riuscita a stravolgerla. Se lo avrebbe raccontato un'anno prima al suo migliore amico, o al suo fratellastro, le persone più importanti della sua vita, nemmeno loro ci avrebbero creduto. Ormai i giochi erano fatti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Summer Night's Dream.

Prologo.

 


Buio. Non riuscivo a capire dove mi trovavo dato che avevo gli occhi chiusi, potevo solo sentire lo scroscio dell'acqua e della musica in lontananza: un suono armonioso di violini e delle risate chiassose..
Avvertivo uno strato soffice sotto il mio peso, magari ero seduta su un prato.
Un leggero venticello mi scompigliò i capelli, ma il caldo si poteva avvertire lo stesso, era quasi soffocante, mi mancava perfino l'aria.
Un profumo di gardenie mi colpì improvvisamente in viso. Dio, amavo quei fiori, inspirai bene.
Non mi ero resa conto di essere rimasta ancora con gli occhi chiusi, così li aprii.

Davanti a me si presentava un'immensa distesa verde. Allora non mi sbagliavo, ero davvero seduta su un prato.
Approfittai per guardarmi meglio intorno. Mi girai e trovai una casa, o meglio, una reggia: era enorme, dall'aspetto sapeva di casa antica; intorno c'erano altri edifici, casate antiche direi, nel centro invece vi presentava un'enorme fontana con vicino delle strane statue.
Non avevo mai visto niente di simile in vita mia. Tutto sembrava così fiabesco, tutto così..'irreale'. 
Che strano, ricordo di essermi addormentata sul letto, e adesso mi trovavo su un prato enorme..
Mi grattai involontariamente la testa. 
Mi sentivo strana.. Cercai di mettere a fuoco quel luogo per capire se ci fossi già stata, ma la verità era che non avevo la benchè minima idea di dove mi trovassi. Decisi di alzarmi, e mi accorsi che non ero vestita come al solito, avevo addosso un vestito medievale, stile 500', supposi: era blu a balze, lungo, di una stoffa leggera, svolazzante, aveva una forma morbida con dei ricami sul petto e sulle braccia. Decisamente troppo per i miei standard.
 
"Signorina Elizabeth!"
Vidi una donna grassottella, stava correndo verso di me goffamente. E adesso chi era questa? La prima cosa che notai fu il vestito: lungo rosa, bombato sotto, con dei merletti alle estremità; aveva anche uno strambo cappello con sopra un enorme fiore viola. Non ero l'unica conciata in quel modo, che sollievo.
Dopo una breve corsa finalmente arrivò, si stirò il vestito con le mani, si ricompose e mi guardò con uno sguardo severo.
"Signorina elizabeth..." prese fiato reggendosi il petto, sembrava affannata, mi fece anche un po' di tenerezza a dirla tutta. Intanto io ero rapita da quel suo capello.
“Perché non è dentro con gli altri?” domandò tutto d'un fiato. 
“Eh?” 
la guardai preoccupata, come se le stessi dicendo 'sei una pazza, donna torna da dove sei venuta'.
Roteò gli occhi, e riprese di nuovo fiato.“C'è in corso un ballo in maschera, e voi non potete scappare così! Il figlio del re d'Inghilterra vi stava chiedendo un ballo e lei è scappata!”  gesticolò infastidida. 
Scappata? Mi ci ero ritrovata da sola sopra quel prato! Figlio del re d'Inghilterra? Ma che...Mi irritai e non poco, un senso di panico si fece largo in me.
Feci un risolino isterico. "Senti non so come.." iniziai.
"No signorina, niente scuse! Adesso rientrerete dentro e niente storie. Ricordatevi che siete una principessa." terminò con tono risoluto. Girò le spalle e se ne andò.


Una cosa? Rimasi sbigottita. Mi avvicinai alla fontana, e mi sedetti sul bordo.
Dove ero capitata? Sei in una reggia idiota, ok.
Perché avevo questo vestito addosso? Starai a Versailles.
Chi mi ha portato qui? Forse hai preso una macchina del tempo e ti sei catapultata nel mondo di Lady Oscar?
Ma soprattutto, perché ero questo? Una principessa.
Non sapevo che cosa fare. Iniziai a torturarmi il labbro. 
Volevo strapparmelo da dosso quel vestito.
Odiavo le principesse, i principi, i castelli e tutte quelle cose idiote e stupide a loro legate. 
Insomma era sicuramente un sogno, non esistevano quei posti nel mondo reale, almeno così credevo io. Ma che stavo dicendo? Eravamo nel ventunesimo secolo, SVEGLIA, era ovvio che fosse un sogno.
 
D'un tratto un rumore distolse i miei stupidi pensieri e catturò la mia attenzione: qualcuno stava camminando sul brecciolino e si avvicinava a me.
Mi voltai di scatto e vidi.. un ragazzo.
Rimasi incantata per quanto era bello. Una belezza sconvolgente. Lo osservai meglio, e, era vestito come un.. 'principe'? Rimasi a fissarlo muta.
Tutta la preoccupazione di prima era scomparsa con il suo arrivo. I suoi passi lo portarono davanti a me. Forse nemmeno lui mi aveva mai vista. Forse voleva capire perché ero lì. Forse.
Non disse una parola, ma non distolse lo sguardo dal mio nemmeno per un attimo. Non ero intimorita da quell'atteggiamento, forse troppo sfacciato, ma a me piaceva guardarlo e non dispiaceva nemmeno a lui, a quanto pare. Guardarlo mi faceva sentire..'spensierata'.

"Perché sei qui?" sussurrò dolcemente lui.
Che voce melodiosa, pensai. Un momento, ce l'aveva con me? Sul serio? 
*Ah certo, mi sono trovata sdraiata sul tuo prato immenso, una donna mi è corsa appresso e mi ha detto che sono una principessa e che sono scappata da un certo figlio-del-principe-d'inghilterra, ma è tutto okay, sicuramente sto sognando quindi non preoccuparti questione di minuti e il mio migliore amico verrà a svegliarmi così tolgo il disturbo.* di certo non potevo dirglielo, tutto quello era troppo esilarante anche per me.
Perciò non risposi e rimasi in silenzio.
Non ricordavo di essere stata così silenziosa dai tempi dell'elementari, quando ero ancora un angioletto innocente. Silenzio. 'Che cazzo Elizabeth, p a r l a' ordinai a me stessa. Non ce la facevo, era più forte di me.
Era come se la mia lingua non ricevesse ordini dal mio cervello: io le dicevo di fare qualcosa e lei non faceva assolutamente un bel niente. Era irritante. Volevo prendermi a sberle da sola.
Distolsi lo sguardo.Era meglio così, penserà che io sia una mezza psicopatica o cose del genere, non lo biasimo. Credo che forse si era reso conto del mio disagio nello stargli vicino ma credo che non riuscisse a capire bene il motivo, non lo capivo nemmeno io, figuriamoci.
Avevo la gola secca, ed ero molto tesa. Mh, brutto segno, si.
Che sciocca, la beth che conosco non è così, dice sempre quello che pensa, non si scioglie, è fredda, schietta, e soprattutto reagisce.
Scossi la testa, era ora di finire quella pagliacciata, dovevo andarmene. Mi alzai di scatto e andai verso quella reggia illuminata.

D'un tratto sentii qualcosa tirarmi per il polso "Elizabeth." mi richiamò.
Mi si fermò il cuore. sapeva il mio nome?
Mi girai lentamente. Il mio sguardo si posò prima sulle nostre mani intrecciate, poi su i suoi meravigliosi occhi. Mi stava anche sorridendo, e proprio quell gesto mi scaldò il cuore in un istante. Non sapevo il motivo, ma dovevo ammetterlo: era davvero tantata dal baciarlo.
Sentivo un'attrazzione visibile tra me e lui.
"Ehm..." l'unico verso che riuscii a emettere dopo un'eternità. Applauso per Beth. Wow, mi ero superata, non c'è che dire.
Ero una ritardata di dimensioni cosmiche.
Il senso di colpa mi pervase, non sapevo nemmeno il motivo. Grandioso, non riuscivo a gestire le mie emozioni e mi sentivo smarrita.
Ma che merda di sogno era quello?
Cercai di non pensarci e ritornai a guardalo.
Mi stava sorridendo con un sorriso quasi.. triste? Avvicinò piano il suo viso al mio annullando quasi del tutto le distanza che c'era tra noi. Io rimasi ferma immobile, così come mi trovavo. Unii le mie mani con le sue e me le baciò dolcemente.
Il mio cuore martellava nel petto.
Sembravamo una di quelle coppiette smielate da film: lui il principe perfetto e io la damigella persa completamente da i suoi modi di fare. Non riuscivo a smettere di guardarlo.
Ero attratta da lui, no ero davvero partita. 
Abbassò lo sguardo “Non importa sai?” sussurrò “Sarò per sempre qui, ti aspetterò anche per sempre, l'eternità non mi spaventa. Se vorrai ti lascerò anche andare, se è quello che vuoi, se questa è la tua felicità ma..” si fermò come se non ce la facesse più a parlare, sembrava che volesse autoconvincersi di quelle parole, ero sicura che non pensasse davvero quelle cose. Non c'era un perchè, lo sentivo e basta. Stavo per chiedergli il senso di quella frase, chissà se la mia lingua avrebbe collaborato..
Fece una pausa, alzò lo sguardo e notai che aveva gli occhi lucidi "Ti Amo."  
Oh. mio. Dio. Tutto questo era troppo. Un principe mi aveva appena detto che mi amava? Perfetto.
Calma, tutti sognavano una cosa così da sempre no? Certo, tutti tranne me. Ma idiota com'ero non capivo il significato di quelle parole. Era come..un addio? Volevo capire.

“Io..” non mi fece terminare, mi prese il viso e mi baciò. Un bacio infinitamente dolce, che mi spiazzò del tutto.
Tutto si era fermato.
Anche i violini smisero si suonare, anche lo scroscio dell'acqua si fermò, le risate.. regnava il silenzio.
Mi girava la testa.
Mi strinse più a lui e mi trovai appiccicata sul suo petto. Più lui approfondiva il bacio e io più volevo baciarlo, baciarlo e baciarlo ancora.
Sembrava una droga.
Sentivo solo il sapore delle sue labbra e del mio cuore che accellerava di battito.
Era una sensazione bellissima, serei rimasta così per sempre, tre le braccia di quel principe senza-un-nome.
Finito il bacio ci staccammo, ero ancora abbracciata a lui. Sorrisi dolcemente con gli occhi chiusi.
Lo annusai, aveva un profumo buonissimo. Beh se quello era un sogno, era favoloso. Non ero una fan sfegatata di principi e principessine, ma volevo davvero baciarlo, anche se era un principe, non mi importava. Dopo tutto lui mi ha voluto baciare e io l'ho assecondato, per non dire che mi era piaciuto da morire. 
Era successo tutto troppo in fretta.
Dovevo sapere il suo nome, volevo saperlo.

Aprii gli occhi, e il sorriso di poco prima si spense subito.
Rimasi impalata: davanti a me non c'era lui ma un altro, totalmente diverso, ma pur sempre bellissimo. E adesso chi era questo? Tutte queste creature scese dall'Olimpo le dovevo trovare io? 
Non mi sfuggì però il ghigno che aveva dipinto sulla faccia, quasi strafottente. "Non sarai mica dispiaciuta, vero?" mi domandò con un velo d'arroganza. 
Strabbuzzai gli occhi. Perché l'altro non c'era più? 'L'altro' certo, perchè non sapevo il suo nome, e tutto per colpa di questo qua.
Lui intanto studiò la mia reazione, forse aveva capito il motivo del mio stupore.
Mi divincolai “Dov'è?" gli lanciai uno sguardo di fuoco, aveva capito.
Si avvicinò pericolosamente a me con fare sicuro, indietreggiai ma mi trattenne.
"Lasciami." ringhiai.
Mi guardò negli occhi "Non lo vorresti davvero." sorrise convinto.
 
Mentre faceva pressione sui miei bracci per tenermi ferma, si avvicinò "Beth non è lui quello che vuoi." soffiò a pochi centimetri dal mio viso.
Non potevo muovermi.
"A si? E tu chi saresti il pricipino cattivo che gli fa la guerra?" chiesi sarcastica.
"Smettila."
"Lasciami." ripetei.
Fece un risolino ironico "Non ci penso proprio." Volevo prenderlo a schiaffi, veramente, e l'avrei anche fatto se non fossi stata immobilizzata da lui.
Lo guardai in faccia "Ma chi ti credi di essere? Eh?"
Ricambiò il mio sguardo, e sorrise divertito.
Anche lui era di una bellezza fuori dal comune. Non saprei dire esattamente chi fosse il più bello tra i due.
Con una lentezza indaudita si avvicinò piano al mio orecchio e sussurrò “Elizabeth, forse non l'avrai capito, forse non lo capirai mai, dopo tutto questo tempo.. sei una cieca, e mi fa male, mi logora, mi uccide, mi uccidi con tutto questo." le sue parole mi colpirono.
Rimasi un attimo ferma a pensare su quello che mi aveva detto. Non riuscivo a capire e mi spaventava. 
Lo guardai interrogativa, aveva uno sguardo quasi.. stanco. Mi strinse più forte a lui, ormai la distanza tra noi era minima. Si avvicinò piano al mio viso fissandomi, io non proferii parola.
Ad un certo punto avvertii le sue labbra all'angolo della bocca. 
Buio. Non capii più niente.
Respiravo piano. Mi riguardò negli occhi, poi molto cautamente scese giù per baciarmi il collo scoperto.
Mi stavo lasciando andare. 
Sentii il suo respiro caldo su di me. Avevo la pelle d'oca. I suoi baci erano lenti e mi stavano uccidendo pian piano.
Non mi divincolavo più, rimasi ferma. Perché rimanevo ferma? 
Anche il suo profumo mi inebriò del tutto, lo sentivo dentro i polmoni, e il mio primo istinto fu quello di chiudere gli occhi, un'altra volta.
Non volevo muovermi.
"Chi sei?" domandai con un filo di voce.
"Chiunque tu vuoi che io sia."

 

 



 










 

SALVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Non scappate, sarò breve uu
Bene presentiamo la nostra storia: la nostra protagonista è Beth, ovvero 'Elizabeth', ma la conosceremo meglio nei capitoli seguenti.
Iniziamo con un sogno che porta a un'epoca lontana, Beth fa un incontro abbastanza strano con questi due qua, mah.
L'idea del sogno ci è venuta così, ci si è accesa la lampadina in pratica, ma questo è un passaggio fondamentale.
E no, non abbiamo descritto i principi, ma c'è un perché lalalaaa.
Aggiorneremo al più presto, voi intanto fateci sapere se vi fa schifo o cosa, così capiremo se dobbiamo continuare o no e.e ahahahaha
baci pipol <3
  
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