…Stay…
You did not dare say a single word
I did not dare ask for something more
I’ve kept my questions secret deep inside…
…Silenzioso,
le carezzò il viso. Il suo tocco era delicato, come sempre.
In
fondo, a che scopo perdersi in discorsi se le cose non sarebbero comunque
cambiate? A che sarebbero servite tante parole se non a fare male, più
male?
Lei
poggiò il palmo sul dorso di quella mano affusolata che ancora le
sfiorava la guancia e socchiuse gli occhi, respirando la sua vicinanza assieme
all’aria pungente di quella notte. Avrebbe voluto dirgli tante cose,
aveva molte domande da rivolgergli, anche troppe.
Uno
scambio di sguardi.
Ma
dalle loro labbra, non una parola.
L’Hermione Granger di qualche anno dopo
camminava a testa alta tra la folla, il sole negli occhi non le dava fastidio,
anzi.
Era una ragazza serena, non aveva nessun rimpianto.
Lei, come poche altre persone, poteva dire davvero di aver vissuto fino in
fondo ogni secondo della sua giovane vita.
Non aveva permesso che la relegassero in un angolo
quando si era trattato di combattere fino alla fine al fianco dei suoi amici. A
lottare contro Voldemort, lei c’era.
Non aveva permesso che qualcuno con più
conoscenze le passasse avanti, quando si era trattato di lavoro. Un invidiabile
posto al Ministero, totalmente meritato.
Non aveva neppure permesso che ostacoli
apparentemente insormontabili le impedissero di vivere fino all’ultimo
quella storia con lui. Clandestina, sbagliata. Ma inevitabile: i poli opposti
si attraggano per necessità.
“Non
cambierò, lo sai che non è possibile.”
“Non
mi importa.”
E
poi erano soli baci, e il suo profumo, e tutto il resto perdeva gradualmente
consistenza.
E
poi erano solo loro, mentre la realtà si dissolveva attorno a entrambi.
Lei non si era tirata indietro, aveva vissuto con
tutta se stessa quei mesi passati in un soffio. Nascosti tra quattro mura di un
dormitorio vuoto. Con la complicità di un corridoio deserto. Mesi
vissuti di notte, alla luce delle torce, facendo finta che non fossero mai
esistiti, di giorno. Finché non arrivava di nuovo il buio ad avvolgerli,
a cancellare il senso di colpa e a farli sentire leggeri, insieme.
Non le importava che gli altri non sapessero;
d’altronde, non avrebbero mai capito.
Finché
lui non se ne andò, senza una parola.
…But I
wish I could have let you know about
A time when I
would have said
Wait, and
please stay
Did you mean
to push me away?
Please wait
and just stay
Did you want
it to be this way?
A Hermione non piaceva la folla, la faceva sentire
piccola e insignificante.
E ancor di meno le piaceva guardarsi attorno e
vedere decine, centinaia, di altri esseri umani; ognuno con la sua vita, con le
sue esperienze. Con i suoi rimpianti, i suoi dolori e le sue gioie, proprio
come tutti. Rendersi conto che, forse, come chiunque altro, anche lei aveva dei
rimpianti.
Tante domande che avrebbe voluto rivolgergli, tante
cose che avrebbe potuto dirgli, ma non gli disse mai nulla.
Aspetta. Per favore, resta.
Davvero vuoi liberarti di me?
Vuoi davvero che finisca così?
(No che non vuoi).
Erano parole semplici, non sarebbe stato complicato
rivolgergliele mentre lui, silenzioso, la guardava con il volto contratto da
tutto il peso che di lì a poco avrebbe dovuto sopportare.
Impassibile, ma non per lei che era in grado di
leggergli dentro.
…Lo
aspettava al buio, vicino alla grande quercia nei pressi del lago.
Lui
le si era avvicinato, silenzioso. Le aveva circondato la vita con un braccio,
mentre la mano indugiava sul suo
viso morbido e infreddolito.
Il
solo vederlo le aveva fatto capire tutto. Quella era la loro ultima notte, il
loro ultimo contatto.
Aspetta.
Per favore, resta.
Avrebbe
dovuto dirglielo, avrebbe voluto. Forse sarebbe andata diversamente. Forse le
avrebbe risposto ‘va bene, resto.’
O
molto più probabilmente non sarebbe cambiato nulla, ma almeno avrebbe
potuto dire di aver tentato.
Sentì
tutte quelle domande risalirgli lungo la gola, scalpitanti per uscire dalle sue
labbra rosse dietro le quali, però, sarebbero inevitabilmente morte.
Scacciare le emozioni negative, perché lei
era una giovane donna serena.
Decidendo che per quel giorno ne aveva avuto
abbastanza della folla si fermò di scatto, immobile, mentre le persone le
defluivano attorno come se lei non esistesse.
E lentamente, spinta da chissà cosa, si
voltò.
“Spinta dai tuoi occhi posati su di me, ecco
da cosa.”
Questo si disse, mentre scorse un profilo affilato
e beffardo scrutarla a debita distanza.
E proprio come i poli opposti di un magnete, senza
schiodare l’uno gli occhi dall’altra, Draco ed Hermione si mossero.
L’uno verso l’altra, lentamente, in
mezzo alla folla.
Would you
want to know what I've been through?
(Through all
this time... all this time)
Would you
want to know I have missed you too
(And I have
you on my mind)
And you've
been and you will be a part of me
(That I can't
find)
And you've
been forgiven for your silence
Camminavano piano, impazienti di respirare di nuovo
la stessa aria ma vinti dalla necessità di dilatare quel momento il
più possibile. Sarebbero rimasti in silenzio, probabilmente, ma ormai a
lei non importava più nulla neanche di quello.
Un passo, un altro.
Sempre meno lontani.
Mentre avanzava contro corrente verso di lui, con
gli occhi puntati nei suoi, pensava a tutte le cose che avrebbe voluto dirgli.
Avrebbe voluto dirgli quanto detestava quell’orgoglio misto a timore che
l’aveva fatta stare zitta, in passato.
Gli avrebbe voluto parlare di quello che aveva
passato. Di come era andata avanti, nonostante tutto, ma anche di come non era
ancora riuscita a cancellarlo definitivamente dalla sua mente, e non solo da
lì. Perché lui era parte di lei e lo sarebbe stato sempre stato,
anche se lontano.
Procedeva in automatico, inconsapevolmente, come
ipnotizzata da quel sorriso beffardo e da quella pelle chiara al limite della
trasparenza. Da due palpebre sottili e ciglia chiarissime che attorniavano occhi
grigi, d’argento.
Un altro passo in meno tra di loro. Ormai era
questione di pochi metri.
Avrebbe forse dovuto essere arrabbiata, ma
sinceramente non le importava nulla di nulla. Era lì, davanti a lei, e
la guardava. Hermione aveva già dimenticato quella sua mancanza di
spiegazioni. Dopotutto, le bastava guardarlo negli occhi.
Is there
a way that could replace
The times you
never said
How've you
been?
Do you need
anything?
Want you to
know I'm here…
Want you to
feel me near…
…L’aveva stretto a sé perché se non
poteva dire nulla, almeno l’avrebbe ‘sentito’.
Si era fatta stringere da lui, che non avrebbe mai detto nulla,
probabilmente per paura di perdere la determinazione in qualcosa che lo avrebbe
portato lontano da lei. Contro di lei.
Lo aveva baciato, si era fatta cullare dal vento e dalle sue
braccia. Non sentiva freddo, né aveva sonno.
Immobile di fronte a lui, pensava a
tutte le cose che avevano perso. A tutte le volte in cui avrebbe voluto averlo
vicino a stringerla, o magari consolarla. A chiederle cosa la preoccupava e
baciarle via la tristezza.
Pensava a tutte le volte in cui affondava
da sola sotto quelle lenzuola fredde, fingendo di averlo vicino a riscaldarle
la notte. Come succedeva davvero quando la notte e il buio erano il loro posto,
dove potevano essere diversi dalle persone che interpretavano di giorno.
Leggeri.
Colta dall’amarezza, si impose di
non pensarci più.
Un altro paio di passi e i loro visi
erano a pochi centimetri di distanza.
Sulle sue labbra prese forma un leggero
sorriso, seguito da un lieve cenno del capo.
Yeah...and I
hope
I hope that
you will find your way
Yeah...and I
hope
I hope there
will be better days
Si impose di credere a chi diceva che
nulla è definitivo, nella vita. Si ricordò che se lui era
riuscito a risalire dal fondo che aveva toccato fino a trovare la sua strada
per tornare a vivere, allora tutto era davvero possibile.
Magari avrebbe anche trovato un modo
per riuscire a farle dimenticare tutte quelle cose che avevano perso.
…Silenzioso come era arrivato, stava scivolando via da lei. Forse
anche a lui faceva troppo male andare avanti con quella tortura, esattamente
come troppo male faceva dilungarsi in parole inutili.
Silenziosa come era rimasta per tutto il tempo, lo stava guardando
allontanarsi da lei. Faceva male, ma non poteva farci nulla, lui aveva scelto.
Aveva deciso di andarsene.
Per sempre.
Fu in quell’istante che Hermione
imparò che nulla è per
sempre. Capì che le persone vanno e vengono in continuazione e che
anche quando sembra che la parola ‘fine’ sia stata scritta una volta
per tutte, c’è sempre un altro capitolo pronto ad essere riaperto.
Quella notte di anni prima, Hermione
era convinta che le loro strade non si sarebbero mai più incrociate,
perché da certe scelte non si può tornare indietro. Era
profondamente convinta che quella sarebbe stata davvero l’ultima volta
che lo avrebbe visto, sfiorato, che lo avrebbe sentito.
Ma adesso erano di nuovo l’uno di
fronte all’altra, immobili in mezzo a una folla che li superava in
fretta. Due persone che emergevano da quella massa di automi indistinguibili.
Due persone che, nonostante il silenzio, sembravano parlarsi.
Lui l’aveva trovata di nuovo,
erano di nuovo vicini.
Sorrise apertamente, adesso.
Chissà, se tutto quello era stato possibile, allora avrebbe anche
trovato un modo per recuperare, con lei.
Un modo per darsi un’altra
possibilità.
Wait
Please stay
Just stay
Si portò una mano alla nuca,
inarcando un sopracciglio.
“Per favore, resta.”
Lui le restituì un sorrisetto
beffardo, uno dei suoi.
“Va bene, resto.”
Adesso Hermione ne era certa: tutto era
davvero possibile.
The end
Avendo
da poco concluso una D/He a capitoli, non pensavo di
avere altre ‘ispirazioni’.
Poi
qualche giorno fa, alle otto di mattina in uno stato di semi-incoscienza da
sonno, mentre andavo a lavorare su un treno che più che un treno era un
carro bestiame, questo pezzo ('Stay' di Elisa) attaccò a risuonare nel mio mp3 e mi venne
un’idea…
Non so,
spero che sia stato un vaneggiamento dignitoso!
Me la
lasciate un’opinioncina?!
Bye! Goldfish.