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Autore: Jewels5    13/07/2012    8 recensioni
Lei era drammatica.
Lui era dinamico.
Lei era precisa.
Lui era impulsivo.
Lui era James e lei era Lily, e un giorno condivisero un bacio, ma prima condivisero numerose discussioni, poiché lui era presuntuoso e lei dolce, e le questioni di cuore richiedono tempo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Note della (pseudo)traduttrice

All'inizio avevo optato per mettere queste note a fine capitolo, ma capisco che potrebbero anche passare svariati anni prima di arrivare all'ultima frase, perciò vi saluto qui! A parlare oggi è Giuls aka themarchare, che non può andare al mare perciò è qui a postare! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, io sinceramente credo che questa fanfiction sia la migliore in assoluto su Lily e James (anche se non è ancora conclusa), ed è per questo che ho offerto il mio aiuto -tutt'altro che indispensabile- per tradurla e diffonderla anche a chi non piace l'inglese xD Qualche nota tecnica: troverete alcune volte frasi non tradotte (in questo caso c'è Like a Rolling Stone), beh, sono titoli di canzoni, non ci sembrava il caso di tradurre anche quelli xD Basta ora la pianto, c'è già tanto da leggere! Fateci sapere cosa ne pensate e/o se avete trovato errori, io già mi scuso in anticipo, ma non sono perfetta e non sono di certo una traduttrice di mestiere xD
Buona lettura!
themarchare 

 

Capitolo 2- "Le brave ragazze dicono ti amo"

o

"Like a Rolling Stone"
 

Talvolta, lei pensava che se avesse fatto un passo fuori dalla Torre di Astronomia sarebbe semplicemente volata via.

Lui non riusciva a ricordare l'ultima volta che aveva guardato prima di saltare.

Lei credeva in Dio.

Lui fumava troppo.

Lei aveva dato il suo primo bacio in un soleggiato giardino all'età di quindici anni.

Lui aveva perso la verginità con una ragazza di nome Sarah, all'età di quindici anni.

Lei voleva scrivere.

Lui voleva giocare a Quidditch.

Lei pensava di essere innamorata e questo non le piaceva.

Lui sapeva di essere innamorato e odiava decisamente il fatto.

Lei sorrideva e rideva molto.

Anche lui.

Lei era drammatica.

Lui era dinamico.

Lei era precisa.

Lui era impulsivo.

Lei eccelleva nella diplomazia.

Lui eccelleva nella diplomazia, ma spesso ricorreva alle mani.

Lei aveva avuto sette punizioni in altrettanti anni.

Lui settantaquattro.

Lei pensava che lui fosse completamente fuori di testa.

Lui pensava che lei fosse assolutamente folle.

Qualunque cosa potrebbe diventare, questa è prima di tutto una storia d'amore. Questa è la storia di come un ragazzo ed una ragazza si–e realizzarono poi di esserlo già in precedenza– innamorarono. Vedete, probabilmente innamorarsi è stata la cosa più importante che i due abbiano mai realizzato, e conclusero molte cose piuttosto importanti. Lui era James e lei era Lily, ed un giorno condivisero un bacio, ma prima condivisero numerose discussioni, perchè lui era presuntuoso e lei era dolce, e le questioni di cuore possono richiedere tempo.

Cominciò–avrebbe più tardi detto lui guardando la punta di una bacchetta che avrebbe potuto facilmente ucciderlo–con un pugno. Un semplice movimento del braccio che portò il suo pugno a contatto con la mascella di Nicolai Mulciber, mandando quest'ultimo a terra e creando un certo trambusto.

Cominciò–avrebbe più tardi detto lei restando sulla soglia di una stanza e chiedendosi se quel piano avesse potuto mai funzionare–con un bacio: il semplice salire sulle punte ed abbracciare Luke Harper sulla piattaforma della stazione ferroviaria del villaggio di Hogsmeade.

Non sta a noi discernere chi dei due avesse effettivamente ragione, ma ad ogni modo, entrambi concordarono che "tutto" cominciò il 1° Settembre, 1975: il primo giorno del loro sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. E, giusto per amore della cronologia, questa storia inizia con l'evento che lei dice abbia iniziato tutto. La ragazza stava sulla piattaforma di Hogsmeade intorno alle sette e mezza di sera il Primo di Settembre, incontrando il suo ragazzo da due mesi per la prima volta dopo due giorni di lontananza, ed i due si stavano baciando.
 
 

(Ti amo)

Le labbra di Luke Harper erano calde. Era delicato, senza pretese ed accorto, si muoveva lentamente ed aspettava il via libera da lei. Non c'era musica, ma il bacio sembrò peccare di romanticismo. Ed era una fortuna –pensò la ragazza– perchè il suo animo era decisamente romantico. Guardava spesso film in bianco e nero e le piaceva l'aspetto della neve tra i suoi capelli, per l'amor di Dio; ovviamente il romanticismo era una buona cosa. Ovviamente voleva… perché diavolo la sua mente stava vagabondando in quel modo? Avrebbe dovuto pomiciare con il suo ragazzo, non… Buon Dio.

Si separarono, e lui allargò il suo bellissimo, classico, smagliante sorriso. Era probabilmente la sua migliore caratteristica, e rese i circa quindici secondi di silenzio seguenti piuttosto gradevoli. Lily Evans aveva speso gran parte della sua estate con Luke Harper, quindi un bacio sulla piattaforma del treno non era magari un gesto appassionante come avrebbe potuto essere, ma i due erano stati effettivamente separati per i due giorni precedenti, quindi c'era un certo senso di atteso ricongiungimento.

Il cielo aveva iniziato a scurirsi, e le torce della stazione di Hogsmeade erano state accese quando l'Espresso per Hogwarts era arrivato alla stazione dieci minuti prima; ora, quasi tutti i circa duecentocinquanta passeggeri erano sbarcati e si preparavano a dirigersi verso il castello che era la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. La luce soffusa della luna illuminava appena il lungo percorso che portava ai cancelli della scuola. Gli studenti del primo anno di Hogwarts erano stati scortati dal guardiacaccia, Hagrid, alle barche che li avrebbero portati attraverso il lago ed poi al sentiero, mentre gli studenti più anziani si dirigevano verso le carrozze senza cavalli che prendevano il sentiero alternativo attraverso il villaggio di Hogsmeade.

Nella scarsa illuminazione, Luke non appariva al meglio, ma ciò non significava che non fosse assolutamente splendido, con lisci capelli castani, affettuosi occhi marroni, e, naturalmente, quel sorriso. Anche quando Lily si trovava irritata con Luke –una rara occasione in sé per sé– quel sorriso portava il suo stomaco a compiere un salto mortale. In quel momento, mentre le sue mani restavano sul petto di lui–una mano che stringeva gentilmente la cravatta argento e blu dell'uniforme perfettamente stirata–la ragazza realizzò che gli ultimi due mesi (la durata della sua relazione con Luke) erano stati abbastanza gradevoli.

Luke era un ragazzo rispettabile: non si preoccupava molto di politica e di cose serie, ma era romantico e impersonava tutto ciò che il fidanzato diciassettenne di una ragazza sedicenne dovrebbe essere. Viveva ad Hogsmeade, perché la sua famiglia vi possedeva un negozio, e questo era il motivo per cui non viaggiava sull'Espresso per Hogwarts come tutti gli altri studenti; ad ogni modo, era venuto a prendere Lily alla piattaforma, il chè era un gesto incantevole… qualcosa di piuttosto simile ad un film in bianco e nero, pensò Lily.

In un momento, comunque, i felici ricordi della vacanza di Lily furono accuratamente distrutti.

"Ti amo," disse Luke.

Come il suo bacio, il suo tono era delicato e senza pretese; dall'altra parte però, il gesto di professare il proprio amore dopo due miseri mesi era tutto fuorché accorto. Il tempo si fermò all'affermazione di quelle due parole, e il cuore di Lily batté molto velocemente… non in modo positivo. La ragazza soppesò le sue opzioni.

Lui la amava. La amava. L'amore era grande. L'amore era epico. L'amore era… Certamente, Luke le piaceva molto. Le piaceva il modo in cui le sue mani si appoggiavano sui suoi fianchi e che imbastisse una manifestazione di apprezzamento quasi convincente quando ascoltavano le canzoni dei Led Zeppelin. Le piaceva che fosse stato timido in maniera ridicola davanti a sua madre e che non le avesse chiesto della sua amicizia con Piton nemmeno una volta. Le piaceva il suo sorriso e che non provasse sempre ad indovinare ciò a cui stava pensando. Le piaceva che non sembrasse importargli di "andarci piano" e che dicesse quelle sciocche frasi romantiche proprio come un eroe di un poema medievale.

Mi piace Luke, pensò.

Amo qualcun altro.

E questo pensiero prevalse sugli altri.

"Non posso dirti lo stesso," mormorò dopo quella che le sembrò un eternità, ma che fu in realtà solo una manciata di secondi. Comunque, la confusione negli occhi di Lily era stata un indizio abbastanza evidente per Luke, che capì quale non sarebbe stata la risposta di lei. Lui annuì abbattuto. "Luke, ascolta, non è che io non–che non mi importi tanto di te, perché mi importa." La piattaforma stava diventando sempre più deserta dal momento che gli altri studenti stavano riempiendo le carrozze. Lily non sfiorò nemmeno l'idea di dire a Luke la vera ragione per la quale non poteva dirgli quelle dannate tre parole… Non avrebbe capito.

"Intendo," insisté lei nervosamente, "tu sai come sono. Ho idee davvero precise sull'amore ed il resto, e potrei teoricamente dirti lo stesso ora, ma–ma non significherebbe abbastanza per me. Non posso risponderti a meno che non lo intenda veramente, completamente e sfrenatamente. Siamo stati insieme solo per due mesi…"

"Dieci settimane," corresse Luke.

"Ma quando lo dici così, suona solo più breve," obiettò Lily, aggrottando le sopracciglia. L'altro annuì arrendendosi e lei sospirò. "Sei arrabbiato?"

"No." La risposta arrivò immediatamente e senza esitazione, segnata dalla sincerità e dal desiderio di rassicurarla. "No, non sono arrabbiato. E ti capisco–sei… sei un anno più piccola di me e può essere più difficile per te intraprendere questo tipo di impegno…"
Lily pensò che la frase di lui contenesse più boria di quanto permettesse un solo anno di divario, ma non discusse il punto, perchè l'avrebbe salvata da un litigio. Comunque, il ragazzo aveva il morale basso: lei avrebbe dovuto essere in grado di dire "Ti amo anche io."

La ragazza spostò le mani dal suo petto, e tra i due ragazzi si aprì dello spazio. "Faremmo bene a prendere una carrozza," disse Luke, spazzando via la delusione piuttosto velocemente. Lily aggiunse mentalmente questo dettaglio al conto delle ammirabili qualità che il ragazzo possedeva: non portava rancore.

Severus porta rancore, pensò.

Quello era un dato di fatto. Infatti, in quello stesso momento, Severus Piton stava guardando la scena in corso dalla sua carrozza poco lontano, ed era risentito. Lily stava ancora vedendo Luke Harper a quanto pareva, e dato che non poteva conoscere il contenuto della conversazione, il giovane Serpeverde –pallido, insignificante, ed in ogni modo l'opposto di Luke Harper– sentì il risentimento bollirgli dentro. Poi la sua carrozza cominciò ad allontanarsi, e il ragazzo distolse astiosamente lo sguardo cosicché gli altri Serpeverde che viaggiavano con lui non si accorgessero dove stava guardando.

"Mi dispiace," ripeté Lily, mentre la coppia si dirigeva verso le quattro carrozze rimanenti.

"Non ci pensare," comandò Luke affettuosamente. "Non mi crea alcun problema–Volevo solo dirti come mi sentivo io."

Lily annuì, poi, con un po' di riserbo aggiunse: "Grazie." Lui sorrise, la baciò sulla testa–cosa che faceva abbastanza spesso–e la coppia entrò in una carrozza. Sembrava che il ragazzo avesse davvero lasciato correre, ma Lily continuò a pensarci.

La carrozza era vuota quando si sedettero. "Spero che non entri nessun altro," cominciò a dire Luke, ma le parole avevano appena lasciato la sua bocca prima che qualcun altro introducesse la sua testa attraverso le porte aperte della carrozza. Era bello, con i capelli neri e occhi grigio-blu.

"Oh, salve, Lily," disse il ragazzo. "Salute… altra persona." Lanciò un'occhiata a Luke come se il Corvonero non avesse davvero nessun altro ruolo nel suo obiettivo lì.

"Questo è Luke, Sirius," disse Lily al nuovo arrivato. "Luke Harper… è a Corvonero."

"Buon per lui," rimarcò il ragazzo chiamato Sirius. Diresse l'intera conversazione verso Lily: "Hai visto James?"

"No…"

"Ne sei sicura? È scomparso quando siamo scesi dal treno."

"Ne sono sicura."

"Invece tu, Lucas?"

"È Luke."

"Lo so. Hai visto James Potter?"

"No."

"Perfetto. Fate un buon giro in carrozza. Rimanete casti."

"Sirius, vai," ordinò Lily.

Sirius ammiccò. "Addio, Lily. Addio… altra persona."

Un secondo dopo non fu più in vista, e Luke scosse la testa. "Che problema ha, comunque? È così…" Luke, ad ogni modo, non ebbe l'opportunità di terminare il pensiero, poiché una ragazza alta, dai capelli biondi, irruppe nella cabina e vi prese posto. Lily inarcò le sopracciglia per la sorpresa.

"Ciao, Mar, pensavo che fossi andata al castello con Miles."

"Miles Stimpson," cominciò Marlene Price, il fuoco nei suoi occhi azzurri, "è il più grande, intollerabile idiota che io abbia mai incontrato."

"Ci sei uscita per almeno due anni," Lily ricordò a Marlene.

"È un cafone," cominciò la bionda. "Lui e la sua intera stupida, malvagia, irritante casa di Corvonero!" Come se avesse notato Luke per la prima volta, Marlene aggiunse: "Senza offesa, Harper."

"Nessun problema," rispose Luke.

"Cos'è successo?" chiese accorta Lily.

"È un idiota!" Marlene emise quasi un suono acuto. "Mi ha lasciata sola per la maggior parte del viaggio in treno, come tu ben sai Lily, perché eri con me, e poi quando stavamo uscendo dal treno mi ha chiesto di aspettarlo sulla piattaforma mentre tornava indietro nel suo scompartimento per prendere qualcosa. Quindi l'ho aspettato, e poi non più di due minuti dopo l'ho visto salire in una carrozza con quella puttanella di Alexa Kyle."

"Alexa Kyle è una puttanella?" chiese scettica Lily.

"Non lo so," ammise Marlene. "Ma è probabile. E lo sai cos'altro ha fatto? Ha…"

Prima che Lily avesse una remota possibilità di apprendere gli ulteriori sforzi di Miles Stimpson come schifoso fidanzato, comunque, una quarta viaggiatrice entrò nella carrozza. La porta si chiuse alle sue spalle, e quasi istantaneamente la carrozza –avendo ottenuto la sua quota di quattro persone– si avviò al castello.

"Donna," notò Lily sorpresa. Un'alta, atletica strega nera, con scuri capelli ricci e occhi del colore dell'ambra crollò nel sedile di fronte a Luke. "Pensavo di averti vista salire in una carrozza con Mary."

"Sono sorpresa che riuscissi vedere qualcosa," e mentre Donna replicava bruscamente la ragazza si girò verso di lei , "Avevi le labbra incollate a questo essere spregevole." Mosse la testa verso Luke. Lily posò una mano tranquillizzante sul braccio del suo ragazzo.

"Donna Shacklebolt," disse la rossa fermamente, "Cosa ti avevo detto sull'essere una stronza con la gente che non capisce che sei sempre una stronza?"

Donna si accigliò. "Ok. Mi dispiace, Harper," chiese scusa la ragazza, senza suonare per niente dispiaciuta. "Non sono davvero arrabbiata con te, dopotutto. È solo che odio tutti i ragazzi."

"Anche io!" urlò Marlene immediatamente.

"Qualcosa su cui voi due concordate," si stupì Lily. "Forse c'è un lato positivo nel fatto che Marlene stia uscendo con un cretino e Donna… odi chiunque."

"Io non odio tutti," argomentò Donna, ma la sua affermazione fu accolta con sguardi dubbiosi da tutti i tre compagni. "Non tutti."

"Odi la maggior parte delle persone," le disse Marlene, e quando Donna aprì la bocca per protestare, la bionda insistè: "Quale percentuale di persone presenti adesso in questa carrozza non odi?"

Donna si guardò attorno. "Il venticinque percento, ma è una statistica deviata. Ovviamente odio me stessa, ovviamente odio Harper, in quanto ragazzo, e ovviamente odio te, Marlene, in quanto soggetto psicotico ed emotivo."

"Come sei dolce," disse Marlene ironicamente. "Quindi odi gli uomini, che rappresentano il cinquanta percento della popolazione, e odi le persone emotive. Don, affrontalo, odi la maggior parte delle persone. Infatti, odi tutti tranne Lily e forse tua sorella di dieci anni."

"Chiudi il becco, Price." Marlene incrociò le braccia, un'espressione risaputa sul bel volto. Donna alzò gli occhi. "Nuovo argomento," propose lei.

"Accordato," concordò Lily. Lanciò un'occhiata fuori dalla finestra e vide la sommità delle torri del castello che cominciavano a comparire appena al di sopra della collina. "Guardate," disse, "avremo la prima vista di Hogwarts a momenti." E la ebbero un minuto più tardi, quando il castello apparve loro, blu sfolgorante alla luce della luna e tanto surrealmente maestoso in ogni sua parte quanto Lily lo ricordava. Hogwarts era forse l'unica cosa al mondo che non aveva mai fallito nel ravvivare le aspettative romantiche di Lily. Lo disse agli altri, e mentre Luke sorrise dolcemente alla sua bella ragazza rossa, le due amiche di Lily si scambiarono uno sguardo.

"Cosa?" chiese Lily, notandole.

"La Lily Estiva se n'è andata," sospirò Marlene, fingendo un nostalgico dolore. "La Lily Hogwartiana è tornata. Mi piace molto la Lily Hogwartiana, ovviamente, ma è sempre triste vedere le Lily Estiva andar via."

"La Lily Estiva?" ripeté Luke. "C'è più di un tipo di Lily?"

"Ci sono più di sessanta tipi di Lily," gli disse Donna, mentre pensava che fosse molto stupido a non saperlo già.

"La Lily Estiva," chiarificò Marlene, "resta fuori tardi per vedere le lucciole. La Lily Hogwartiana è malinconica."

"C'è stato un anno in cui la Lily Estiva è rimasta," proseguì Donna. "Dovemmo sopportare le citazioni di Percy Bysshe Shelley nel mezzo dell'ora di Trasfigurazione e osservazioni sulla straordinaria bellezza della luce delle candele a Pozioni. Ma poi…" E qui, Donna esitò per il più breve dei secondi, e poi continuò, "poi, la piccola Lily è cresciuta, ed ora dobbiamo sopportare la Lily Estiva solo alla fine dell'anno e durante le vacanze."

Luke mise il braccio sulle spalle di Lily, ignorando sia la pausa nella spiegazione di Donna che l'occhiata grata che la sua ragazza le aveva lanciato subito dopo. "E mi piacerà la Lily Hogwartiana?"

"A tutti piace ogni tipo di Lily," gli disse Marlene, piuttosto sulla difensiva. Guardò oltre la sua spalla fuori dal finestrino. "Saremo presto al castello." Aveva ragione.

 

(Lui ha detto)
 

"Ha detto ti amo?" ripeté scettica Donna. Scese dalle carrozze senza cavalli, le ragazze –e la maggior parte degli altri studenti di Hogwarts– cominciarono il lungo cammino verso le porte del castello. Luke si era allontanato con i suoi amici Corvonero, con i quali avrebbe cenato, e Lily aveva appena finito di riportare la sua imbarazzante novità. "Così su due piedi? Dopo due mesi di relazione estiva? Non lo sa che queste cose non durano mai?"

"Io e Miles siamo usciti per più di un anno prima che lui mi dicesse 'ti amo'," notò Marlene amaramente; "E sono piuttosto sicura che me l'abbia detto solo per distrarmi dal fatto che stava scrivendo lettere a Sandy Pitterton."

"Prima di tutto," disse Donna, "Marlene, il tuo fidanzato è un cafone; noi lo sappiamo; tu lo sai; a nessuno importa più a questo punto. Seconda cosa, cosa diavolo hai risposto a Luke? Non sembrava arrabbiato… Non glielo avrai detto anche tu, vero?"

"Ovviamente no," scattò Marlene. "Lily non mentirebbe su qualcosa del genere… vero?"

"No, ovviamente no," sospirò Lily. "Gli ho solo detto che non potevo ricambiare, è tutto. Ho detto che potrò dire una cosa come quella solo quando ne sarò assolutamente sicura."

"E lui non ha rotto immediatamente con te?" si meravigliò Marlene. Lily scosse la testa. "Certe ragazze hanno tutte le fortune."

"Come chi?" chiese una nuova voce, aggiungendosi al gruppo. Una minuta brunetta, con larghi orecchini a cerchi d'oro e con un po' di trucco sugli occhi era arrivata accanto a Marlene. La bionda fasciò con un braccio le spalle della nuova arrivata.

"Ciao, Mary," disse Lily, "stavano giusto parlando di…"

"Come Luke Harper sia un idiota ed abbia detto 'ti amo' a Lily."

"Dopo solo due mesi di avventura estiva?" la ragazza chiamata Mary chiese incredula. "Questa me la segno!" Poi, più seriamente: "Non hai mentito e ricambiato, vero?"

"Gli ha detto di non essere pronta," disse Donna.

"E lui non ha immediatamente rotto con te?"

"No," le disse Marlene. "Al contrario, era decisamente allegro."

"Certe ragazze hanno davvero tutte le fortune."

"Dov'eri comunque?" chiese Lily. "Intendo, durante il viaggio in carrozza…"

"Intendi dopo che tutte voi mi avete abbandonata?" chiese Mary sfrontatamente. "No, non chiedete scusa… Ho trovato uno scompartimento pieno di ragazzi, che è molto meglio di voi tre comunque. Adam McKinnon si è seduto accanto a me e, mio Dio, è cresciuto quest'estate? Dev'essere alto più di un metro ed ottanta…"

"Mary, ti vieto di andare a letto con Adam McKinnon," ordinò ferma Marlene. "È uno dei miei migliori amici, e tutte le tue relazioni finiscono… be', in genere finiscono in un incendio doloso."

"Divertente," disse sardonica Mary. "Sì, sono certa che la tua amicizia con Adam sia la ragione per cui non vuoi che vada a letto con lui…"

"Cosa vorrebbe…?"

"Qualcuno ha visto James?"

La figura esausta e senza fiato di Peter Minus le interruppe, appena raggiunse la cima del pendio e si avvicinò alle ragazze. "È qui intorno da qualche parte, James, ma nessuno riesce a trovarlo."

"Io non l'ho visto," disse Donna, e Marlene si mostrò d'accordo.

"Sai, credo di averlo visto salire in una delle prime carrozze," meditò Mary incerta. "Non posso esserne sicura… ma mi pare di averlo visto."

Peter le ringraziò e si allontanò.

"Perché lui è così nervoso?" si chiese Lily.

Ma quasi nessuno ascoltò l'ultimo commento, dato che in quel momento entrarono nel castello. Attraverso le alte porte di legno, la processione di studenti arrivò nella Sala d'Ingresso–larga e debolmente illuminata, con una grande scalinata di marmo sulla sinistra e alte porte di fronte che portavano direttamente nella Sala Grande. Queste porte, ad ogni modo, erano stranamente chiuse, e divenne chiaro il perché un momento dopo. La professoressa McGrannitt, la severa ed imponente insegnante di Trasfigurazione, sembrò materializzarsi dal nulla e chiese il silenzio non appena gli studenti si raccolsero nella Sala d'Ingresso.

"Sembra," disse la professoressa McGrannitt, la cui bocca sottile formava un cipiglio di disapprovazione, "che Pix il Poltergeist abbia creato disordine nella Sala Grande per vendicarsi contro Mastro Gazza. La maggior parte dei danni è stata riparata, ma vi devo chiedere di aspettare una manciata di minuti mentre Mastro Gazza ed il professor Dawton finiscono di sistemare."

Pix il Poltergeist–solo uno dei tanti fantasmi di Hogwarts–era sempre stato una specie di tormento da quanto Lily potesse ricordare, ma possedeva certamente una cosa in comune con gli studenti di Hogwarts: un profondo disprezzo per Gazza, il custode della scuola. Una manciata di studenti nel largo gruppo di ragazzi rise apprezzando lo scherzo di Pix, mentre uno o due prefetti mormorarono qualcosa su "l'intollerabile mancanza di rispetto per le autorità" del fantasma. A Lily non dispiaceva affatto aspettare pochi minuti prima di iniziare la serata (cioè lo Smistamento ed il Banchetto di Benvenuto), se era a discapito di Gazza.

Stava ascoltando con blando interesse come Marlene e Mary si aggiornavano sugli ultimi gossip, quando un colpetto sulla spalla la distrasse. Remus Lupin–migliore amico di Sirius Black, Peter Minus e James Potter, nonché compagno di Lily come prefetto di Grifondoro–stava al suo fianco con un'espressione irritata sul suo magro, pallido viso.

"Lily hai visto…?"

"Potter?" finì Lily per lui. L'altro annuì speranzoso, ma lei scosse la testa. "No, mi dispiace, ma se sei interessato a trovare Sirius Black o Peter Minus, potrei darti una mano."

"No, loro li ho trovati," brontolò Remus. "È a James che stiamo dietro. Be', grazie comunque…"

"Di nulla," disse Lily; Remus le piaceva. "Ci vediamo dopo." Cominciò ad allontanarsi, e Lily riportò la sua attenzione sulle amiche, finché non fu nuovamente distratta da un colpetto sulla spalla. "Non l'ho ancora visto, Re…" Non era Remus Lupin questa volta. "Sev," sottolineò Lily sorpresa. Ora c'era Severus Piton dietro di lei. Lily cercò di ricordare l'ultima volta in cui il ragazzo era sembrato così teso nel conversare con lei e stimò che ciò era accaduto la prima volta che si erano incontrati, più di sette anni prima.

"Ciao, Lily," cominciò Severus nel suo tono meno rilassato; "Speravo che avremmo potuto parlare per un minuto."

Lily si guardò attorno nella sala alla ricerca degli amici Serpeverde di Severus. Alla fine li trovò in un posto piuttosto lontano e circa un centinaio di studenti più in là, non sapendo evidentemente che Severus non era più tra loro. "Vedo," disse amaramente Lily al Serpeverde, "che è piuttosto sicuro parlare con me adesso. Non corri il rischio che Mulciber o Avery ti becchino a conversare con una Nata Babbana." Fece per dargli di nuovo le spalle.

"Non è così," protestò Severus, e la ragazza si fermò. Mary, Marlene e Donna avevano smesso di parlare per osservare la scena.

"E allora com'è?" domandò lei. Quando l'altro non rispose, Lily continuò: "Severus, pensavo che fosse abbastanza chiaro alla fine dello scorso anno che non avremmo fatto più tentativi. È troppo doloroso per entrambi."

"Lily…" Severus lanciò uno sguardo cauto alle tre amiche della ragazza. "Non possiamo parlare da un'altra parte?"

"Perché? Le mie amiche non hanno problemi sul mio parlare con te."

Donna fece per controbattere, ma Marlene la colpì.

"Lily," sospirò Severus, stancamente. "Quando mi perdonerai?"

"Ti ho perdonato, Sev," sbottò la Grifondoro. "Semplicemente non credo che possiamo tornare amici."

"Ma io non intendevo…"

"Sì, lo intendevi, ed è inutile litigare su questo punto. Continuiamo solo a girare in tondo finché non siamo entrambi troppo arrabbiati per parlare ragionevolmente."

"Siamo stati amici per sette anni…" disse Severus a bassa voce (ma di nuovo, lui parlava sempre così piano). "E questo non può sparire da un giorno all'altro per un piccolo errore."

"Però è stato un grave errore di vocabolario," replicò cauta Lily , "Sev, per favore vai."

"No." disse ostinatamente il ragazzo. "Non finché non mi dirai che possiamo essere di nuovo amici. Non hai risposto a nessuno dei miei gufi quest'estate, e sei praticamente volata via dopo l'incontro dei prefetti di questa mattina."

Lily non poté evitare di sentirsi impressionata. Severus non era mai così diretto sulle faccende personali davanti agli altri… tanto meno davanti agli amici di lei. Infatti, in sette anni di amicizia, Lily non poté ricordare una singola occasione in cui lui avesse davvero parlato del loro essere amici in pubblico. Magari il suo rimorso era sincero…

La ragazza provò a debellare immediatamente le sue emozioni. Non importava che fosse dispiaciuto adesso… era stato troppo difficile essere sua amica. Era stato troppo difficile dedicarsi alla loro amicizia quando tutto quello che lui era parso fare era allargare la distanza tra loro.

"Per favore vai, Sev," ripeté Lily. Lui la guardò come se stesse per cedere, quando due fattori attenuanti arrivarono sotto la forma di Nicolai Mulciber e Samuel Avery.

Il fato opera in modo curioso a volte.

Cominciò tutto durante il loro quarto anno.

Sirius Orion Black–noto combinaguai della scuola–era andato a cercare il suo migliore amico, James Potter. James Potter era stato in punizione per la maggior parte di quella giornata (un sabato di Marzo) per aver dato fuoco al mantello di Lily Evans, per due principali ragioni: primo, James era profondamente infatuato di Lily all'epoca, e secondo, Lily aveva detto a James che non era tanto bravo a Quidditch quanto il Tassorosso Liam Lyle (un'affermazione decisamente falsa che aveva detto solo per irritarlo). Come conseguenza per il prima menzionato incidente del mantello, la professoressa McGrannitt aveva condannato James ad una settimana di punizione, e Sirius Black–avendolo dimenticato–si era messo alla ricerca del suo amico quel sabato mattina di Marzo 1974.

Ad un certo punto, durante la ricerca, Sirius aveva origliato una manciata di Serpeverde che si vantavano ad alta voce di qualcosa, mentre camminavano lungo il corridoio parallelo. Sirius decise istantaneamente di provare il nuovo incantesimo che aveva imparato la sera prima, e lanciò uno sguardo lungo il corridoio per trovare un posto in cui nascondersi. Sfortunatamente, il corridoio del secondo piano dell'ala ovest di Hogwarts è eccezionalmente spoglio, e c'era solo un arazzo lungo tutto il corridoio. Sirius si lanciò dietro l'arazzo chiedendosi se fosse possibile che i Serpeverde non lo vedessero, e quando lo fece, il giovane Signor Black scoprì qualcosa di strano. Una porta.

Era probabilmente solo un ripostiglio delle scope dimenticato, quella piccola stanza situata dietro la porta nascosta dietro l'arazzo nel corridoio del secondo piano, nell'ala ovest del castello di Hogwarts; ma a Sirius piacevano i segreti e–di conseguenza–si innamorò subito della stanza segreta. Ne rimase innamorato finché non rivelò accidentalmente a Pix il Poltergeist la sua locazione durante una punizione particolarmente noiosa (avrebbe dovuto pulire dei trofei, ma si era fermato per parlare con il pestifero fantasma) circa un anno dopo. Poi, Sirius capì che la natura segreta dell'ubicazione di quel ripostiglio era perduta, e non poté più considerarlo suo. Comunque, scoprì un nuovo ripostiglio delle scope la settimana successiva, e non fu più terribilmente affranto.

Anche a Pix, come si scoprì, piacevano le cose segrete. Fu la sua conoscenza del ripostiglio delle scope che lo condusse a fare uno scherzo al suo nemico giurato, il custode Argus Gazza, il 27 agosto, 1975. Aveva rimosso ogni oggetto che non fosse parte del mobilio dall'ufficio del custode e l'aveva portata in quel ripostiglio delle scope di cui Sirius Black gli aveva parlato una volta. Gazza fu, prevedibilmente, furioso. Gli ci vollero due giorni per trovare le sue cose.

Questo fu il motivo che spinse Gazza a chiedere a Silente di bandire il fantasma dal Banchetto di Benvenuto e, Silente, essendo un preside comprensivo, aveva accettato la richiesta. E, quando Gazza informò Pix che Silente lo aveva bandito dal partecipare al Banchetto di Benvenuto quell'anno, Pix decise di creare scompiglio nella Sala Grande, così da ritardare la festa e, principalmente, irritare Gazza. Riuscì in entrambi.

Così, la cerimonia dello Smistamento non avvenne in orario, e gli studenti furono costretti ad attendere nella Sala d'Ingresso mentre gli ultimi pezzi di spazzatura venivano puliti dal professor Dawton e Mastro Gazza. Per questo motivo, Severus Piton aveva avuto la possibilità di allontanarsi di nascosto dai suoi amici Serpeverde e confrontarsi con la sua ex-migliore amica, Lily Evans, mentre la ragazza stava ascoltando le sue amiche condividere pettegolezzi di blando interesse. Di conseguenza, i due–Lily e Severus–cominciarono a litigare e, persi nel momento, non si accorsero che Nicolai Mulciber e Samuel Avery avevano notato la loro conversazione e si erano avvicinati.

Se Mulciber e Avery non fossero arrivati in quel particolare momento nella storia, il resto degli eventi sarebbe potuto andare molto, molto diversamente. Ad ogni modo, i due arrivarono, e la storia non cambiò, e fu perché Lily Evans aveva mentito dicendo a James Potter che non era tanto bravo a Quidditch quanto il Tassorosso Liam Lyle.

Il fato opera in modo curioso a volte.

"Severus," disse Mulciber, un alto, magro ragazzo dagli occhi piccoli. "Che cosa abbiamo qui?" indicò la piccola scena tra il suo compagno di casa e Lily. Apparvero in scena altri Serpeverde, inclusa una ragazza carina dai capelli neri ed un ragazzo di discreta bellezza.

"Severus," disse la ragazza, "Cosa stai facendo?"

"Oh, Colista, non preoccuparti dei tuoi modi verso di me," intervenne Lily sardonica. Non si era accorta che Donna aveva estratto di nascosto la sua bacchetta prevedendo una lite.

"Dovrai perdonarci," intervenì Mulciber, che ostentava un sorriso falso; "Vedi, Severus qui aveva detto che la vostra…relazione…era finita."

Severus aprì la sua bocca per parlare, ma Lily non era interessata alle sue scuse. "Ha detto la verità," disse lei, non mostrando accuratamente quanto le facesse male sentire questa notizia. "Non siamo più amici. Avete vinto." Pensò che l'ultima frase avrebbe confortato il loro onore e messo fine ad ogni battaglia che stava per prepararsi.

"Bada a come parli, Evans," rimbeccò la ragazza, Colista.

"Andiamo," mormorò Severus, ma gli altri Serpeverde lo ignorarono. Remus Lupin, notando che Lily sembrava essere in mezzo ad specie di disputa, era tornato al suo fianco.

"C'è qualcosa che non va, Lily?" chiese, gli occhi freddamente puntati su Severus.

"No," disse Lily velocemente. "Non c'è niente che non vada. Va tutto bene. Questi bravi studenti se ne stavano giusto andando."

"Decideremo noi quando andarcene," precisò il tarchiato e testardo Samuel Avery. Lily alzò gli occhi e cominciò, ancora una volta, a voltarsi. Si accorse che altre persone avevano smesso di parlare per guardare la scena, probabilmente sperando che sarebbe successo qualcosa di plateale, come accadeva spesso quando i Serpeverde e i Grifondoro discutevano.

"Non state per duellare, vero?" chiese un'ingenua ragazzina del secondo anno, dopo un breve silenzio.

"No," disse Lily. Anche Remus aveva tirato fuori la bacchetta di nascosto, solo per prevenzione.

"Qual è il problema?" chiese Colista. "Non penserete certo che voi due possiate batterci?"

"Voi cinque," corresse Mary, facendo dei passi avanti, anche la sua bacchetta sfoderata. Lily notò immediatamente che lei era una dei pochi a non aver tirato fuori la bacchetta al momento.

"Oh, sono spaventata a morte," la derise Colista. "Cosa ne dici, sanguesporco Macdonald? Ti piacerebbe che Avery ti desse un altro assaggio di alcuni dei suoi incantesimi più creativi?"

Marlene e Donna fecero entrambe un passo avanti. Lily le trattenne. "Stai zitta, Black," sbottò verso Colista. "Dico sul serio–se vuoi mantenere quell'adorabile e magicamente procurato naso, non parlerai mai più in questo modo." C'era fuoco nella sua voce, e la confidenza di Colista vacillò un poco. Il ragazzo biondo accanto a lei le mise una mano sulla spalla.

"Cosa succede qui?" Sirius Black era arrivato, portando con lui Peter Minus e la sensazione che tutta quella situazione si stesse inasprendo.

"Niente," disse Lily velocemente, lanciando uno sguardo a Sirius che gli ordinava di stare indietro.

"Se non è il mio cugino traditore del suo sangue," commentò Colista. "Come ci si sente a vivere per le strade alle quali appartieni?"

"Stai zitta, Black," sbottò Sirius.

"Tu, stai zitto, Black," rimbeccò Colista. Sirius fece un passo avanti, ma Lily lo trattenne con un braccio.

"Forse dovresti andartene," mormorò il biondo nell'orecchio di Colista.

"Smettila, Zabini," sbottò lei. "Non sono di tua proprietà."

"Però ha ragione," disse Sirius, con finto interesse. "Potresti voler uscire da questa situazione, cara Colista. Potrebbe essere sconveniente per qualcuno dalla natura delicata come te. Avery potrebbe portarti da qualche parte…" disse come se stesse offrendo un consiglio amichevole ad una vecchia compagna. "So che muore dalla voglia di stare solo con te da anni."

Zabini alzò la bacchetta e Lily lottò per trattenere Sirius. "Volete calmarvi tutti?" sbottò. "Anche se duellare su chi vorrebbe scoparsi Avery fosse una decisione intelligente, la professoressa McGrannitt è qui attorno e finiremmo tutti nei guai per questo. Ora volete tornare tutti ai vostri affari? Tutti!" aggiunse rivolgendosi significativamente agli spettatori. Nessuno si mosse, per un po' gli spettatori rispettarono la decisione di Lily, ma non avrebbero certo perso l'opportunità di assistere a quella che prometteva di essere una straordinaria battaglia.

"Andiamocene e basta," Severus ribadì la sua richiesta. Non fece contatto visivo con nessuno.

"Aspetta solo un secondo," disse Mulciber, viscido come sempre. "Severus, Colista qui ha sollevato una questione interessante…"

"Davvero?" si inserì una Lily disperata. "Non ero terribilmente interessata."

Come se non avesse sentito, Mulciber continuò: "Ci avevi detto che la tua amicizia con la Evans era finita, eppure qui ti troviamo in una profonda conversazione con lei. Ora, io non ho dubbi sulla tua lealtà, ma penso che Avery ne abbia. Non è vero, Sam?"

Samuel Avery, un ragazzo un po' tardo, si guardò attorno perplesso, improvvisamente consapevole di esser stato chiamato in causa ma non sicuro del perché. "Di' solo 'sì'," sbottò Colista, roteando gli occhi grigi.

"Oh, giusto. Certo. Certo."

"Penso che tu debba provargliela, Severus," continuò Mulciber

"Nick, andiamo," disse il ragazzo biondo, Zabini. "Non qui… Sarà beccato di sicuro." Lily fu sollevata nel vedere che almeno uno dei cosiddetti "amici" di Piton aveva i suoi interessi a mente. Colista disse a Zabini di star zitto e, prevedibilmente, lui obbedì.

"Non voglio che tu le faccia male o altro," continuò Mulciber. "Non mi sognerei nemmeno di chiedertelo. Severus, tutto quello che devi fare è provare ad Avery che la tua lealtà è completamente per i tuoi veri amici… a Serpeverde; tutto quello che devi fare è darmi la bacchetta di Lily Evans."

Apparentemente una richiesta semplice, era di certo una dichiarazione piena di significato. Per ottenere la bacchetta di Lily, Severus avrebbe dovuto–presumibilmente–disarmarla utilizzando la sua.

"Non prenderai la mia bacchetta," disse ferma Lily, mentre si assicurava di mantenere la presa sul braccio di Sirius, per impedirgli di attaccare. "Infatti, questa intera conversazione è ufficialmente terminata." Ma nessuno la stava ascoltando.

"Fallo, Severus," disse Colista. "Fallo, o non sei nostro amico."

"Piton, se alzi la bacchetta su Lily," parlò Donna, sempre l'esecutiva, "Violerai le regole di Hogwarts e sarai soggetto ad una punizione."

Avery sbuffò. Evidentemente, se Piton non avesse alzato la bacchetta su Lily in quel momento, sarebbe stato soggetto a qualcosa di molto peggiore di una punizione.

"Sai cosa," cominciò irritata la rossa; "è così stupido. Se vuoi la mia bacchetta, prendila e basta. Ne avrò bisogno per le lezioni domani, però." Tirò fuori la sua bacchetta e la porse a Severus. Mulciber alzò la sua bacchetta in avvertimento.

"Prendila da solo, Severus," disse; persino tutte le tracce del suo finto sorriso erano scomparse. Lily guardò Mulciber dritto negli occhi e rimise di nuovo la bacchetta a posto. Severus non l'avrebbe attaccata. Non poteva.

"Severus," mormorò Colista. "Fallo adesso."

"Ora," concordò Avery.

La maggior parte degli studenti attorno a loro si fermarono per osservare la scena. Lily lasciò inconsciamente andare il polso di Sirius. Guardò Severus con molta calma; il ragazzo alzò la bacchetta.

"Severus, per favore," Lily praticamente mormorò. Non era terribilmente spaventata dall'essere attaccata, ma la prospettiva di perdere ogni speranza sull'amicizia di Severus era un'agonia.

"Severus."

La mano del Serpeverde si contrasse. Il ragazzo alzò leggermente il braccio. Donna, Mary, Marlene, Sirius e persino Peter prepararono le bacchette. Molti dei Serpeverde fecero lo stesso. Lily vedeva solo Piton. La sua mano si contrasse di nuovo.

Poi, più cose successero contemporaneamente.

Come il braccio di Severus si mosse un po' più in alto, Colista alzò la sua bacchetta e la puntò a Mary Macdonald. Anche Sirius alzò la sua bacchetta, e nella sua mente, cominciò a formulare le parole per uno Schiantesimo. Remus cominciò a camminare in avanti, pronto a spingere Lily da parte se necessario, e Zabini, il biondo, afferrò Colista, forzando il suo piccolo corpo dietro il suo, considerabilmente più largo.

Ad ogni modo, un gesto particolare superò tutti gli altri per importanza e spettacolarità. Apparentemente dal nulla, un alto ragazzo dai disordinati capelli neri apparve da qualche parte dietro Marlene. James Potter–era lui–passò spingendo tutti gli altri e con un semplice, aggraziato, ed assolutamente sconvolgente movimento, diede un pugno a Nicolai Mulciber dritto sulla mascella. Lily rimase a bocca aperta, e Severus lasciò quasi cadere la sua bacchetta; Mulciber fu per terra un momento dopo, mantenendosi mascella e gemendo dal dolore.

La Sala sembrò silenziosa per numerosi secondi. Alla fine Sirius Black commentò: "Be', almeno abbiamo trovato James."

Poi Avery e Zabini alzarono le bacchette, e–perdonate il cliché–si scatenò l'inferno.

 

(Giovanna d'Arco)

Minerva McGranitt era nata per essere un'insegnante. Possedeva la corporatura alta e minacciosa, il tono di voce severo ed elegante, le labbra così disinvoltamente serrate in una linea sottile praticamente invisibile, e gli occhi duri come la pietra che avrebbero potuto ottenere una risposta onesta anche da una roccia. La contrazione di un solo sopracciglio perfettamente arcuato era sufficiente a convincere anche il più grande scettico della sua esperienza su qualsiasi argomento proposto, e la maggior parte delle volte non le era nemmeno necessario alzare la voce per ricevere l'attenzione di una classe. Tutto quello che concerneva il suo aspetto, come i capelli scuri tirati accuratamente via dal viso sottile o le lunghe e ampie vesti che indossava, denotavano una persona che non ammetteva sciocchezze: il tipo di persona che impone disciplina ed esige rispetto con facilità. Minerva McGranitt era senza dubbio nata per essere un'insegnante, ma in quel momento desiderava tanto non esserlo.

"Nessuno di voi," iniziò la strega più anziana, mentre passeggiava da un capo all'altro del suo ufficio, "lascerà questa stanza fino a che non risponderete alla mia domanda."

I tacchi dei suoi stivaletti -pelle di drago verde bosco- premevano minacciosamente contro il pavimento duro, la sua bocca era al limite della sottigliezza, e persino l'aria nell'ufficio buio sembrava tremare, ma i nove Grifondoro che stavano in fila davanti a lei erano rimasti perfettamente in silenzio. Ognuno fissava la porzione di parete direttamente davanti a lui o lei, sapendo che se avessero stabilito un contatto visivo con la Direttrice della loro Casa ed insegnante di Trasfigurazione, ne sarebbe certamente seguita una confessione. La McGranitt attese qualche istante, e poi, girandosi quando aveva raggiunto il muro, si diresse verso uno degli studenti vicino all'estremità opposta della fila.

"Signor Minus". Lo sfortunato Peter Minus sembrava sul punto di rimettere. Ogni centimetro del suo metro e settanta tremava, dai capelli biondi come la sabbia ai piedi rivestiti di cuoio.

"Sì...professoressa?"

"Forse lei può rispondere alla mia domanda", disse la professoressa McGranitt, socchiudendo gli occhi.

Un agitatissimo Peter raccolse tutto il suo coraggio. "Io-ehm...io non...qual era la domanda?"

Seccata ma imperterrita, la McGranitt ribadì la sua precedente richiesta: "Ho chiesto chi di voi ha iniziato la rissa nella Sala d'Ingresso. La colluttazione che-mi permetto di aggiungere-ha coinvolto più di cinquanta studenti e ha riportato qualche decina di feriti."

"Oh. Oh, ehm...non so...non ho visto, esattamente. Era...era molto affollato."

McGranitt arcuò quelle infaticabili sopracciglia. "Davvero?" Peter annuì. "È sicuro che non stia proteggendo nessuno, signor Minus?"

"No! Certo che non sto...assolutamente no!"

"Non il signor Black?"

"No."

"O la signorina Shacklebolt?"

"No."

"Il signor McKinnon?"

"No!"

"Il signor Potter, allora?"

"No! P-Professoressa, giuro che non so chi ..."

Ma la McGranitt aveva apparentemente già perso interesse. Si era già mossa verso l'altra estremità della linea, dove Donna Shacklebolt stava in piedi, a testa alta. Come la McGranitt si avvicinava, tuttavia, la determinazione negli occhi color ambra di Donna cominciò a vacillare. I suoi boccoli neri e fitti erano completamente fuori posto, e un taglio marcava la fronte della giovane strega. Quando la McGranitt si avvicinò, Donna sembrò un po' meno fiera delle sue cicatrici di battaglia. Donna Christine Shacklebolt giocava secondo le regole, e le stava per essere richiesto di mentire ad un'insegnante.

"Signorina Shacklebolt," disse la professoressa McGranitt nella sua voce più setosa: "Forse lei può dirmi cosa è successo? Forse può dirmi chi ha iniziato la rissa ..."

"'Chi' sarebbero i Serpeverde, professoressa",affermò in fretta Donna. "Sono sicuramente stati loro ad iniziare."

"Capisco," disse amaramente l'insegnante. "Nonostante le decine di maledizioni Confundus opportunamente lanciate..." McGranitt inviò un'occhiata significativa a Sirius Black, indietro verso l'altra estremità della fila, "l'opinione generale sembra essere che sì, una manciata di Serpeverde del sesto anno ha spinto tutti voi nella colluttazione, ma che uno di voi -uno dei Grifondoro del sesto anno- ha effettivamente avviato la parte fisica della rissa. E dato che Carlotta Meloni e Michelle Mumps non erano nemmeno nella Sala in quel momento, non ho ritenuto necessario convocarle qui. Ora, signorina Shacklebolt, forse lei mi può dire chi di voi ha davvero iniziato la rissa? Chi di voi ha dato quel pugno al Signor Mulciber? "

Donna esitò. Aprì e chiuse la bocca due volte, prima di trovare finalmente la forza di dire: "Non lo so, Professoressa. Io-Io non ho visto chi ha tirato il primo pugno."

L'espressione della professoressa McGranitt diventò, se possibile, ancora più fredda. Si portò in fretta lontana da Donna, verso Marlene Price. Marlene aveva un livido sullo zigomo e uno strappo sul maglione della sua divisa, ma aveva tenuto la testa alta, mentre la professoressa si avvicinava.

"Signorina Price? È stata lei?"

"No, professoressa", rispose Marlene.

"Chi è stato allora?"

"Non lo so, professoressa."

"E lei, signor Lupin?" McGranitt si rivolse al prefetto, che scosse la testa.

"Credo che una delle Maledizioni Confundus da lei citate mi abbia colpito ..." rispose in modo alquanto inefficace. "È tutto ancora un po' confuso, se lei ..."

"Signor McKinnon?"

Il ragazzo dai capelli castani a sinistra di Marlene scosse la testa. "Ero con alcuni Tassorosso. Non ho visto niente".

La professoressa McGranitt annuì, permettendo all'intero ufficio a stare in silenzio per un momento. "Ho ragione nel supporre che nessuno di voi confesserà?" Chiese infine andando prevedibilmente in contro ad un ulteriore silenzio. "Molto bene. Il professor Lumacorno si sta attualmente occupando dei cosiddetti 'avversari'. Io non posso metter bocca sulla loro punizione. Posso solo dire che tutti voi andrete incontro a punizioni e, per ogni ora che passerà fino a quando qualcuno qui non avrà confessato, ciascuno di voi nove perderà una ventina di punti a testa per Grifondoro. "

Ci fu un sussulto collettivo, e la McGranitt andò avanti.

"Questa sarà la situazione fino a quando sarà necessario", continuò. "Non vi è alcun modo possibile con cui possa enfatizzare la delusione nei confronti di tutti voi, prima di tutto per la vostra evidente partecipazione ad un'imbarazzante manifestazione della barbarie..." Si stava senza dubbio riferendo ai loro diversi stati di degrado, a seguito della rissa, "e poi per l'irrispettoso, stupido rifiuto di collaborare con me adesso. Ora, le detrazione dei punti inizierà con lo scattare di quest'ora." Sembrava delusa esattamente come affermava di essere. "Non ho nient'altro..."

"Sono stata io"

La McGranitt, così come tutti gli altri, compreso James, si voltò a guardare lo studente del sesto anno che aveva appena confessato.

"Lei, signorina Evans?"

Lily sbatté le palpebre rapidamente, raccogliendo tutto il suo coraggio, e poi annuì. "Sì, professoressa, io-Io ho iniziato la rissa."

La professoressa McGranitt incrociò le braccia al petto, avvicinandosi alla rossa con l'incredulità sul viso invecchiato. "Ha colpito lei Mulciber? Ha dislocato lei la sua mascella?" domandò.

Lily si morse le labbra, consapevole delle sue braccia sottili e della sua corporatura esile. "Io-ehm...mi sono allenata".

"Signorina Evans ..."

"È vero, professoressa," incalzò Lily. "Onestamente, io-ero arrabbiata e le cose sono successe molto velocemente, ed avrei dovuto dirglielo prima, ma ero... Credo di aver avuto paura."

Per un lungo minuto, l'anziana strega guardò intensamente la ragazza. "Tutti gli altri possono andare," disse alla fine l'insegnante. Senza dire una parola, gli altri otto uscirono in fila fuori dall'ufficio. Lily espirò, nervosamente in attesa della punizione che le sarebbe sicuramente toccata nel momento in cui la McGranitt sarebbe rimasta sola con lei.

"Signorina Evans," ripetè la McGranitt, ancora scettica. "È sicura di volersi prendersi la responsabilità dell'accaduto?"

"Io-Io non mi sto prendendo la colpa", disse Lily seriamente. "Me lo merito, è stata colpa mia."

"Quindi non sta coprendo nessuno?" chiese la McGranitt.

Lily ci mise un po' per rispondere "Professoressa," disse alla fine: "Se non sono stata io a farlo, allora chi? Conoscendo la nostra classe, dove ci sono Black o Potter, giusto?" La McGranitt non le contestò questo punto. "Secondo lei li avrei mai coperti?"

L'insegnante di Trasfigurazione guardò Lily con molta attenzione. "Molto bene, allora." E sembrava così sinceramente delusa che Lily avrebbe quasi voluto redigere la sua ammissione: il pensiero che la sua Direttrice di Casa -una strega che lei stessa ammirava tanto- l'avrebbe disdegnata d'ora in avanti le era praticamente insopportabile. "L'intera faccenda è un grande imbarazzo per me e tutto il corpo insegnanti. Sarà inviata una lettera a sua madre e be', per quanto riguarda il resto dei suoi compagni di classe ..."

"Ma non lo sapevano," interruppe Lily alzando la voce. "Cioè, voglio dire, erano nella Sala con tutti gli altri, naturalmente, ma tutti gli altri sono stati Confusi, perciò non è... possibile che stessero dicendo la verità quando hanno affermato di non sapere chi aveva colpito Mulciber? "

"È possibile," acconsentì a malincuore la McGranitt. "Ma per quanto riguarda lei, signorina Evans...Ho paura che non ci sia da girarci intorno."

"No," convenne la rossa.

"Cinquanta punti saranno sottratti a Grifondoro. E lei passerà ogni Venerdì sera in punizione per il resto del mese."

Lily chinò la testa. "Sì, professoresa."

"Devi imparare, Lily, che essere un vero e coraggioso Grifondoro non sempre significa adottare l'approccio di James Potter per ogni situazione... che comporta in genere colpire o maledire qualcuno."

Lily annuì trattenendo un sorriso. "Sì, professoressa," ribadì gravemente. "Mi dispiace molto per l'accaduto."

McGranitt annuì, il suo volto impassibile. "Può andare ora".

"Sì, signora." Ed uscì.

Una volta rimasta sola, la professoressa McGranitt si sedette alla sua scrivania, scuotendo la testa. Così Lily Evans aveva avviato una gigantesca rissa nella Sala d'Ingresso... anche se non era vero, tutta la faccenda aveva un che di divertente. Si lasciò scappare un piccolo sorriso.

"Buon per lei."

 

(Un po' di James)

James Potter era alto. Aveva i capelli neri, che -come James stesso d'altronde- non sembravano mai disposti a collaborare. Era bello, con gli occhiali, una mascella volitiva, ed un lungo, naso dritto. Aveva una bella pelle, denti perfetti ed un sorriso malandrino. Giocava a Quidditch meglio di quasi tutti quelli che aveva mai incontrato, e aveva un'andatura molto particolare: una camminata sicura di sé, pigra ma allo stesso tempo pragmatica, la quale sembrava suggerire che, dovunque egli fosse, sarebbe stato altrettanto a suo agio da qualche altra parte, e chiunque avesse dovuto incontrare doveva in realtà ritenersi fortunato della sua comparsa.

James Potter fumava troppo.

Aveva trascorso gran parte del 1° settembre 1975 non pensando a Lily Evans, e con questo intendo che aveva speso gran parte del 1° settembre 1975 deciso a non pensare a Lily Evans. Dopo esser sceso dall'Espresso per Hogwarts, aveva deciso di raggiungere a piedi la scuola, e quando tutte le carrozze erano partite, aveva infilato una sigaretta in bocca, l'aveva accesa, e si era goduto il viaggio solitario fino al castello.

E in realtà era riuscito a non pensare a Lily Evans per quei venti minuti o giù di lì.

Poi, era arrivato nella Sala d'Ingresso. Aveva visto il successivo piccolo dramma tra Lily ed alcuni Serpeverde, ma non era intervenuto perché aveva deciso che non gliene voleva più importare di quello che combinava quel particolare prefetto dai capelli rossi. Eppure, aveva ascoltato tutto, finché non aveva visto esattamente quello che stava per accadere. Poi, senza pensare, senza nemmeno considerare le conseguenze (e avrebbero potuto esserci un gran numero di conseguenze per James, ma ne riparleremo più avanti), si era fatto avanti e aveva steso Nicolai Mulciber al pavimento con un pugno.

Aveva dislocato la mascella a Mulciber, ma questo non lo aveva scoperto che più tardi nell'ufficio della McGranitt subito dopo la confessione di Lily Evans, in modo che tutti loro non avrebbero perso un sacco di punti per Grifondoro. Sarebbe stato molto orgoglioso di aver slogato la mascella a quel tipo, se non si fosse sentito così male per tutto il resto.

Eppure, James era uscito dall'ufficio con gli altri e aveva tenuto la bocca chiusa. Mantenere la bocca chiusa non era mai stata la più grande abilità di James, ma ci aveva lavorato sopra
ultimamente.

 

(Ancora su Giovanna d'Arco)

La cerimonia dello Smistamento, che, con gli sforzi combinati dei danni procurati da Pix e la rissa nella Sala d'Ingresso, era stata ritardata di quasi un'ora intera, era più rumorosa di quanto Lily avesse mai ricordato. La ragazza era arrivata in ritardo a causa della ramanzina della professoressa McGranitt insieme agli altri Grifondoro del sesto anno, e i loro avversari Serpeverde erano entrati furtivamente nella Sala pochi minuti più tardi, evidentemente scontenti per il fatto che il professor Lumacorno avesse osato punirli tutti. Severus evitava continuamente il contatto visivo con tutti.

Il banchetto iniziò pochi minuti dopo, ma non prima che il preside dai capelli argentati, il professor Silente, si fosse alzato in piedi al tavolo degli insegnanti nella parte anteriore della Sala Grande, e avesse tenuto un breve discorso.

"Mi rendo conto", iniziò, lo scintillio di divertimento sempre presente nei suoi occhi azzurri un po' meno visibile quella sera, "che questa è stata una serata piuttosto movimentata, perciò posso solo sperare che il resto dell'anno passi in modo molto più noioso". Quello di Silente suonò come un ordine. Proseguì, più gravemente: "Questo genere di scontri non devono avere seguito, specialmente quest'anno. Quando il mondo esterno è in crisi, il dovere di Hogwarts è di rimanere unita. Ora, buon appetito."

E i piatti sui tavoli delle quattro Case si riempirono immediatamente.

"Già, unita" commentò Donna, un quarto d'ora più tardi, mentre si serviva una seconda porzione di patate. "Quando mai è stata unita Hogwarts? Quando i Grifondoro non sono stati in lotta con i Serpeverde?"

"Quando i Serpeverde non sono stati un mucchio di perfidi?" aggiunse Marlene cupamente. "Senza offesa, Lily. Sappiamo che Piton era un tipo a posto prima ..."

"Parla per te,” mormorò Donna. Mary rimase insolitamente tranquilla per la maggior parte della cena.

"Stai bene, Mare?" chiese Lily. "Non hai una bella cera. Hai bisogno di passare in infermeria?"

"Sto bene", sospirò Mary. La sua sicurezza e la sua vitalità sembravano in qualche modo appassite, un evento raro, quasi inesistente. "Stavo solo pensando a cosa ha detto Colista ... e all'anno scorso, quando Avery mi ha affatturata nell'aula di Trasfigurazione". La sua onestà su tutta la faccenda fu per Lily alquanto sorprendente. Marlene cinse le spalle della bruna con un braccio.

"Sei stata vittima di un agguato, Mary," disse disinvoltamente la bionda. "Sono stati solo degli schifosi vigliacchi, tutti loro, che si sono così infuriati per il fatto che una ragazza come te non sarebbe mai uscita con loro." Mary sorrise rincuorata, poi alzò gli occhi su Lily.

"Quindi Rossa, perchè lo hai fatto?"

Lily, sorseggiando il suo succo di zucca, sollevò un sopracciglio. "Fatto cosa?"

"Prenderti la colpa," Spiegò Mary sottovoce. “Perché hai detto di essere stata te a prendere a pugni Mulciber?”

"Qualcuno doveva pur farlo", disse Lily, ritendendo la cosa piuttosto ovvia. "Non volevo che Grifondoro perdesse tutti quei punti, ed era evidente che Potter non aveva intenzione di parlare."

"Non ne vedo il senso," ammise Donna: "Voglio dire, naturalmente sono contenta che tu lo abbia fatto, perché Grifondoro non perderà così tanti punti ed io non dovrò andare in punizione, ma, Lily, ora tutti incolperanno te per averci fatto perdere una cinquantina di punti prima ancora dell'inizio dell'anno scolastico. Potrà anche esser stato un gesto nobile, ma non è stata una mossa così intelligente, no?"

"Grazie per il sostegno, Donna," rispose Lily. "Sentite, non mi interessa, davvero. Ho solo quattro punizioni e una cinquantina di punti di meno...se fosse stato Potter a prendersi la colpa, probabilmente avrebbe perso un centinaio di punti, e solo perché è sempre lui a fare bravate come queste."

"Lo penso anch'io", convenne Marlene. "Be', io ho finito, penso che comincerò ad andare in dormitorio. Hai già la parola d'ordine, Lily?"

Ed in qualità di prefetto, Lily l'aveva. "Fagioli salterini", rispose. "Hai già finito? Hai mangiato pochissimo."

"Sono a dieta," le informò Marlene, guardando con insoddisfazione la sua figura allampanata. "Fagioli salterini, hai detto?"

"A dieta?" la canzonò Mary. "Piantala, Marlene, ti comporti da stupida quando si tratta di cibo."

"Disse il fuscello. Fagioli salterini?"

Lily annuì. "Sei bellissima, Mar."

"Mmm, dovrei diventarlo", disse Marlene con leggerezza. "Ho mangiato pochissimo nelle ultime due settimane."

"Hai finito anche tu Mar?" chiese un ragazzo seduto con loro al tavolo dei Grifondoro. Aveva capelli castano chiaro, occhi azzurri, un'espressione bonaria sul volto, ed un piatto vuoto davanti. "Se vai in Sala Comune, mi aggrego a te".

"Certo, Adam", disse Marlene, sorridendo mentre Adam McKinnon si alzava dal tavolo. Aveva accumulato anche lui dei souvenirs dalla rissa, che comprendevano un maglione strappato ed un livido viola sulla sua fronte. "Ci vediamo più tardi gente", soggiunse verso le ragazze, mentre se ne andava.

"Non fate niente che non io farei!" li redarguì Mary.

"Che comprende cosa esattamente?" chiese Donna. "Sei una specie di sgualdrina, Mary".

"Non essere cattiva," la interruppe Lily.

Mary sospirò. "Sarà sempre un mistero per me il perché Marlene continua ad uscire con quell'idiota di Miles Stimpson quando ha a disposizione un ragazzo assolutamente meraviglioso come Adam McKinnon".

"Cosa vuoi dire con 'ha a disposizione?'" Chiese Donna, sorpresa. "Non penserai mica che a McKinnon piaccia Marlene, vero?"

Sia Mary sia Lily sbuffarono. "Penso che tu sia cieca, ecco quello che penso, tesoro," Maria rispose. Donna si accigliò.

Quando sparirono i piatti della cena, arrivò il dolce. Quando sparirono anche i piatti del dessert, arrivò il momento di andare a dormire.

"I Grifondoro da questa parte," chiamò Lily al suo tavolo; in realtà non erano tenuti a seguirla, ma in quanto prefetto, era suo dovere mostrare agli studenti del primo anno dove andare, e, naturalmente, fornire la parola d'ordine. Così, Lily aprì coscienziosamente la strada fino alle scale e nei corridoi in direzione del settimo piano e della torre dei Grifondoro.

Lungo la strada, un certo numero di studenti la fermò per congratularsi con lei o per ringraziarla per aver dato un pugno a Mulciber -come si diffondono in fretta le notizie. Al quarto piano, però, Lily venne fermata da qualcuno che non era molto contenta di vedere.

"Evans, possiamo parlare un attimo?" chiese James, con un tono che non accettava molte repliche.

"Devo portare quelli del primo anno in Sala Comune e dare loro la parola d'ordine," replicò freddamente Lily. "Forse più tardi".

"Può occuparsene Remus", disse James. Remus era, in effetti, disponibile e qualificato per farlo, ma Lily rimase incerta.

"Va bene," decise qualche momento dopo. Non poteva certo farle male. Remus prese il suo posto nella guida, e Lily rimase indietro con James Potter. Aspettò che fossero soli nel corridoio per parlare.

Anni dopo, Lily non riuscì a ricordare esattamente quello che si aspettava le dicesse James in quel momento, ma qualunque cosa fosse stato, certamente non era ciò che le avrebbe detto James.

"A che cazzo stavi pensando?"

Colpita, e affondata.

"Co-cosa?" riuscì ad articolare la rossa.

"Che cosa stavi pensando di fare?"

"Io..." ma nessuna risposta le sembrò adeguata. "Di che cosa stai parlando, Potter?"

"Sto parlando della tua piccola prodezza idiota con la professoressa McGranitt," rispose di scatto James. "Sto parlando di come ti stupidamente presa...presa il merito per aver colpito Mulciber, quando nessuno..."

"Presa il merito?" gli face eco un'incredula Lily, la sua rabbia in aumento. "Scusa, 'presa il merito?' Tu sei fuori di testa! "

"Perché diavolo hai detto alla McGranitt che hai iniziato tu la rissa?"

Gli occhi verdi di Lily si ridussero a due fessure. "Perché diavolo non hai detto alla McGranitt che l'hai iniziata tu la rissa?"

"Io non ho iniziato la rissa”, sbottò James. "Ho solo steso Mulciber. Non ero neanche coinvolto nel tuo piccolo festival dell'amore con i Serpeverde. Ma non avevi motivo di prenderti la colpa per aver dato quel pugno a Mulciber, come hai detto alla McGranitt!"

Lily non si preoccupò di spiegargli che, tecnicamente, non aveva mai veramente detto di aver colpito Mulciber. L'aveva pesantemente sottinteso, sì, ma mai esplicitamente confessato. Piuttosto, si mise le mani sui fianchi e scosse la testa incredula. "Wow, Potter, neanche io mi sarei aspettata che mi avresti davvero dato la colpa per aver preso la tua punizione!"

"Nessuno ti ha chiesto di prenderti la colpa!" disse il mago alzando la voce.

"E nessuno ha chiesto a te di stendere Mulciber!" si oppose Lily. "E ,per la cronaca, non mi sono presa la colpa per aiutare te! Solamente non volevo che Grifondoro perdesse tutti quei punti!"

"Ne abbiamo comunque persi cinquanta-Lumacorno ne ha sottratti solo venticinque ai Serpeverde!"

"Be', e questo che c'entra con me? Perché non te la prendi con lui?"

"Perché non sopporto il fatto che tu ti stia comportando come una martire", disse James. "Sei stata tu ad iniziare tutta la discussione con Piton e Mulciber e Colista Black e il resto, perché non dovresti essere messa in punizione per questo?"

"Di che cosa stai parlando?" Lily quasi urlò, incapace di credere alle sue orecchie. "Chi si sta comportando da martire? Non ti ho detto una sola parola!"

"Proverai a rinfacciarmelo per il resto dell'anno invece", rispose il capitano della squadra di Quidditch. "E ti sto solo informando che non ci riuscirai. Se hai intenzione di giocare a fare Giovanna d'Arco, non arrabbiarti quando sarai messa al rogo. Chiaro? Perché io non ho intenzione di sentirmi in colpa, e sono sicuro al cento per cento che non sarai in grado di farmi scusare per averti lasciato prendere le conseguenze di quello che ho fatto. In realtà, dovresti ringraziarmi per aver dislocato la mascella a quell'idiota. "

Lily lo fissò senza dire nulla. Sbatté le palpebre più volte. Ritrovata la calma, si passò una mano tra i suoi capelli lunghi e disse: "Dovrei ringraziarti? E questa da dove l'hai tirata fuori?"

"Beh, intanto", rispose, "Ti ho salvato da un bel po' di dramma". Lily fece per rispondere, ma James continuò: “Avevi bisogno di qualcuno per porre fine a quella discussione, perché non saresti stata in grado di gestirne l'esito"

"Che sarebbe cosa esattamente?"

"Che Piton ti avrebbe disarmata". Per un attimo, i due ragazzi del sesto anno si fissarono in un restio cessate il fuoco; James permise alle sue parole di penetrare, e Lily cercò invano una risposta. "Ti avrebbe disarmata e avrebbe deciso una volta per tutte di stare contro di te, e a di dire la verità, Evans, non credo che lo avresti sopportato."

Lily espirò. "Ed è per questo che hai picchiato Mulciber, vero?" domandò lei. "Per salvarmi da una verità insopportabile?"

James scosse la testa. "Ho steso Mulciber perché è un imbecille che mi sta sulle palle. Ma nel frattempo ho anche aiutato un bel po' te e il caro Mocciosus. Ora non deve schierarsi. Non ti è sembrato stramaledettamente utile?"

"Non puoi essere certo di quello che avrebbe fatto", disse Lily con tono di sfida. "E non so come tu possa giustificare quello che hai fatto come un modo per salvare la situazione, quando picchiandolo hai causato una rissa gigantesca nella Sala d'Ingresso!"

"E allora? Sono contento di aver colpito quel coglione...e se ne avessi avuto il fegato, l'avresti fatto tu!"

"Ma che stai...?"

"Non puoi solo girarti e lasciare che la gente dica qualsiasi dannatissima cosa gli passi per la testa, Evans."

"In realtà, è esattamente così che funziona, Potter. Non hai mai sentito parlare di 'le parole feriscono ma non uccidono?'"

"Si chiama difendere i propri ideali, Evans!"

"Ma devi scegliere le tue battaglie prima!" esclamò Lily con rabbia. "E quello non era un buon momento per iniziare uno scontro con i Serpeverde. Eravamo in una sala affollata con decine di altre persone intorno che potevano essere -e aggiungerei, sono state- interessate."

"Non fingere che sia questo per cui hai fatto marcia indietro”, la schernì James. "Hai fatto marcia indietro perché Piton era lì."

Lily rispose ancora più freddamente. "Scusa?" disse con calma, e James avrebbe dovuto arretrare in presenza di quel tipo di rabbia. Ma di nuovo, James Potter raramente faceva quello che doveva fare.

"Hai fatto marcia indietro perché Piton era lì", ripetè lui. "Ogni volta che c'è qualche altro tipo di ingiustizia in corso, salti fuori e metti fine a tutto veloce come sempre. Ma ogni volta che c'è Piton coinvolto, improvvisamente diventi l'ambasciatrice della diplomazia, e noi altri dovremmo solo 'scegliere le nostre battaglie'. Alla fine dovrai accettare il fatto che anche se non ti ha disarmato oggi, ha già scelto da che parte stare, e ... "

Ciaff!

L'impronta della sua piccola mano bruciò sul suo viso arrossato. Lo strofinò con cautela, e anche se James non sembrava sorpreso, rimase senza parole.

"Tu non sai di cosa diavolo stai parlando," gli disse Lily velenosamente. "E se onestamente credi ad una qualsiasi di queste cavolate, sei più idiota di quanto avessi mai pensato."

Con questo, girò i tacchi e si avviò per il corridoio. Si fermò a qualche passo di distanza. "E come diavolo fai a sapere chi è Giovanna d'Arco?" gridò, ma quando James tentò di rispondere, lei scosse la testa, aggiungendo: "Non importa. Non lo voglio sapere". Poi Lily si allontanò in fretta, perché non pensava di potergli stare vicina un momento di più.


(Drammi)

"Quindi non hai intenzione di dirci cosa ti ha detto James?" chiese Mary, mentre Lily si lavava il viso nel lavandino del bagno delle Grifondoro del sesto anno.

"Cosa te lo fa pensare?"

"Be', non hai detto una parola da quando sei arrivata qui dieci minuti fa," disse la mora. "Tranne, e cito, 'Odio quel cretino!' Che possiamo solo presumere fosse un riferimento a James. "

"Lo era," ammise Lily, mentre si asciugava, prima che le due ragazze rientrassero nell'adiacente dormitorio femminile. "Mi ha accusata di 'aver preso il merito' della rissa."

"Stai scherzando," si meravigliò Marlene, che stava spazzolando i suoi lunghi capelli biondi allo specchio. "Non può averlo fatto! Non ne avrebbe il diritto!"

"A quanto pare sì" rispose Lily. "Ha detto che stavo giocando a fare 'Giovanna d'Arco'."

"Come faceva a sapere chi era Giovanna d'Arco?" volle sapere Mary. Lily scosse la testa per indicare la sua ignoranza in materia.

"Chi è Giovanna d'Arco?" chiese incuriosita Donna, l'unica purosangue del gruppo.

"Una martire babbana," rispose Marlene. "Comunque è strano. Perché mai dovrebbe essere arrabbiato con te per averlo tirato fuori dai guai?"

La questione rimase nel silenzio del dormitorio per quasi un minuto, prima che entrasse Michelle Mumps -la quinta compagna di stanza. "È stato un banchetto delizioso", disse. "Mi è piaciuta da morire la crostata di fragole! A voi no?"

Michelle -o Shelley- Mumps era una ragazza semplice, con una figura paffuta ed un carattere lunatico. Non particolarmente in confidenza con le altre quattro, la migliore amica di Shelley era la loro ultima compagna di stanza, l'attualmente assente Carlotta Meloni.

Shelley notò che le altre quattro apparivano particolarmente pensierose e chiese: "Cosa c'è che non va? È successo qualcosa?"

Donna alzò gli occhi al cielo. "Solo un po' di drammi, Shelley. Solamente montagne e montagne di drammi"

"Oh, va bene!" trillò Shelley. "Vado a cambiarmi e lavarmi i denti, poi mi dovrete raccontare tutto." Raccolse alcuni capi dal suo baule e corse in bagno. Marlene finì di spazzolarsi i capelli e andò a sedersi sul letto a baldacchino che aveva scelto.

"Tu sai su cosa non riesco proprio a lasciar perdere", osservò la bionda dopo un po'. "Non riesco a credere che Luke Harper ti abbia già detto 'Ti amo'."

Lily si mise a ridere. "Mar, dopo tutto quello che è successo oggi, è questo che ancora ti preoccupa?"

Marlene annuì. "È solo che è così comico! E non ha nemmeno rotto con te quando non hai ricambiato".

"Quando non sono riuscita a ricambiare" la corresse Lily.

"Ciò nonostante", convenne Mary. "Temo che tu sia entrata nelle file delle 'cattive ragazze' con noi altre, Rossa".

"Che intendi dire?" chiese il prefetto.

"Le brave ragazze dicono 'ti amo'", rispose Mary con tono pratico, prima di salire sul letto. Lily sospirò, mentre anche lei si infilava sotto le coperte.

"Sono solo contenta che questa giornata sia finita. Sono con Silente su questo -Speriamo che tutto si calmerà d'ora in avanti".

"Mi chiedo dove sia la nostra sesta compagna di stanza ," rifletté distrattamente Mary.

Donna sbuffò. "Davvero? Carlotta ha occupato più letti in questa scuola di qualsiasi altra persona nella storia di Hogwarts". Carlotta Meloni aveva una certa reputazione. "Probabilmente sarà con qualcuno." In realtà non lo era, ma ne riparleremo più avanti.

"Buonanotte a tutte", disse Lily alle altre. "Dormite bene, e possa domani fare meno schifo di oggi".

"Grazie", dissero in coro Mary e Marlene. Tutte e quattro erano addormentate quando Shelley fece ritorno dal bagno.

Il destino opera in modo curioso a volte.

La mattina seguente vennero svegliate presto da un urlo lancinante.



 

  
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