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Autore: londra555    13/07/2012    16 recensioni
"-Sono ventuno! – esclamò Santana come se quella fosse la spiegazione per tutti i misteri del mondo"
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quinn entrò nella stanza dell’ospedale con un sorriso, un gigantesco mazzo di fiori e un enorme peluche rosa. Ma il sorriso sparì subito non appena vide Santana in piedi davanti al letto con un espressione colma di panico che contava qualcosa aiutandosi con le dita.
-Cosa diavolo stai facendo? – le chiese rapidamente.
Santana sobbalzò e le fece cenno di abbassare la voce indicando il letto.
Quinn abbassò lo sguardo e sorrise inconsciamente alla vista di Brittany assopita con in braccio sua figlia appena nata. Ma immediatamente la sua attenzione venne catturata da Santana che le artigliò il braccio e lo strinse con forza allontanandola di qualche centimetro.
-C’è un problema – le sussurrò guardandola dritta negli occhi.
Quinn aggrottò appena le sopraciglia mentre la scrutava cercando di capire cosa stesse succedendo.
-Sono ventuno! – esclamò Santana come se quella fosse la spiegazione per tutti i misteri del mondo.
-Cosa? – domandò invece Quinn scaricandole il gigantesco peluche tra le braccia.
Santana si voltò lasciando cadere il giocattolo su una sedia, diede una rapida occhiata alla bambina che dormiva placidamente e strinse la mascella.
-Le dita!
Quinn seguì lo sguardo della sua amica e di nuovo le spuntò un inconsapevole sorriso sulle labbra perché quello era lo spettacolo più tenero e dolce che avesse visto in tanto tempo. Ma Santana le artigliò di nuovo il braccio e la guardò con gli occhi arrossati e colmi di panico.
-Mi stai ascoltando? – le chiese.
-Spiegati meglio! – si arrese alla fine.
-Le ho contate, tre volte, ne ha ventuno!
-Cosa?
-Le dita! Ne ha ventuno! Dovrebbero essere venti! L’ho detto all’infermiera ma mi ha ignorata.
-Le dita?
-Si! La bambina!
Quinn sospirò.
-Santana?
-Si – rispose guardandosi intorno come un animale braccato.
-Da quanto tempo non dormi?
-Credo siano tre giorni – spiegò semplicemente – Ma non è importante adesso! Dobbiamo fare qualcosa!
Quinn sorrise e iniziò a parlare lentamente.
-Siediti li, se ti fa stare più tranquilla le conto anche io.
Santana si limitò ad annuire e salì con i piedi sulla sedia facendo contemporaneamente un gesto alla sua amica affinché si avvicinasse alla bambina per procedere al conto delle dita.
-La amerò lo stesso – disse a voce bassa.
Quinn aggrottò di nuovo le sopraciglia.
-Cosa? – le chiese.
-Anche se ha ventun dita, la amerò lo stesso. Ma lei mi odierà!
-Perché dovrebbe odiarti?
-Perché è colpa mia se ha un dito in più.
Quinn, che cominciava a pensare che sarebbe stato meglio cercare di fermare quella pazzia, tirarle una botta in testa e farla dormire per almeno una settimana, scosse la testa.
-Perché sarebbe colpa tua?
-Una notte, durante il secondo mese di gravidanza, Brittany aveva sete e si è alzata dal letto per prendere da bere! – disse tutto d’un fiato come se stesse confessando un terribile crimine.
-Non ho capito – disse Quinn.
-Le avrei dovuto portare io il bicchiere d’acqua! Invece lo sforzo deve aver creato qualche modifica del dna!
Santana allungò il collo per guardare la bambina.
Quinn sollevò gli occhi al cielo e iniziò a contare a voce alta le dita.
-Sono venti!
-Ricontale!
Quinn ubbidì.
-Sono sempre venti!
-Ricontale!
Quinn digrignò i denti e cercò di ricordarsi che quella era una delle sue migliori amiche. Ubbidì di nuovo.
-Sono ancora venti!
Santana la guardò incerta.
-Quanto avevi in matematica al liceo?
Quinn le puntò il dito contro e si stava preparando a dirle un paio di cose quando entrò Puck con un sorriso, un mazzo di fiori e una cassa di sigari.
Si fermò sulla soglia guardando la situazione che aveva davanti e il sorriso vacillò un poco. Nel letto c’erano Brittany e la bambina che dormivano, al lato Quinn con un’espressione inviperita che puntava l’indice contro Santana che stava in piedi su una sedia.
Si strinse nelle spalle mentre entrava e lasciava il mazzo di fiori in un vaso e porgeva la cassa di sigari a Santana.
-Grazie, ma non credo che la bambina possa già fumare – disse questa.
Puck aggrottò le sopraciglia e rivolse un’occhiata interrogativa a Quinn.
-Non dorme da tre giorni – spiegò questa.
Puck sogghignò. Poteva divertirsi.
-I sigari sono per noi! Dobbiamo festeggiare! Come veri uomini!
Quinn si domandò cosa avesse fatto di male nella sua vita precedente per meritarsi questo.
Santana saltò giù dalla sedia con un balzo ed afferrò il braccio di Puck.
-Quanto avevi in matematica al liceo? – gli chiese.
-Avevamo matematica al liceo?
-Crede che la bambina abbia ventun dita! – spiegò Quinn.
-Ci penso io! – esclamò il ragazzo avvicinandosi al letto e iniziando a contare a voce bassa.
-Bene! Non sono ventuno! – esclamò alla fine.
Santana parve rilassarsi e lasciar andare un sospiro che aveva trattenuto.
-Sono ventitre! – aggiunse con un sorrisetto.
Santana balzò in avanti verso il letto con lo sguardo colmo di panico.
Quinn lo colpì con forza sulla nuca.
-Le stanno spuntando dita? – domandò Santana mentre riprendeva a contarle.
-Sei un idiota! – esclamò Quinn rivolgendosi a Puck che sospirò fingendo di sentirsi in colpa.
-Sono quaranta! – quasi urlò Santana.
-Le hai contate due volte.
La voce calma e tranquilla di Brittany li fece sobbalzare tutti.
Gli occhi di Santana si riempirono di lacrime.
-Lo so! La colpa è mia! Le stanno crescendo le dita! Non dovevo farti mangiare il guacamole in gravidanza! E se con il passare del tempo diventa anche verde? I tuoi genitori mi odieranno, tu mi odierai, la bambina mi odierà...
-San?
La voce di Brittany fermò di colpo lo sproloquio di Santana che la fissò con occhi colmi di senso di colpa.
-Prendila in braccio – le sussurrò con un sorriso – Non l’hai ancora presa.
Santana abbassò lo sguardo e quasi ebbe un infarto.
-Non si muove! Non respira! – urlò.
-Respira benissimo! – disse con calma Brittany.
Santana allungò piano una mano e le sfiorò il minuscolo ginocchio con la punta del dito.
Brittany spostò lo sguardo verso Quinn che capì al volo e si avvicinò per prendere la bambina e metterla con attenzione tra le braccia di Santana.
Questa si rilassò immediatamente e, finalmente, riprese a respirare correttamente. Un enorme sorriso si disegnò sulle sue labbra.
-E’ bellissima – disse sollevandò lo sguardo per guardare negli occhi Brittany.
Questa sorrise trattenendo una lacrima.
La bambina si mosse appena tra le braccia di Santana che la guardava svegliarsi con sguardo innamorato. E poi aprì piano gli occhietti.
Santana spalancò i suoi terrorizzata.
-Oh mio Dio! Sono sicura che ha gli occhi gialli! Dobbiamo immediatamente chiamare un oculista!
Brittany, Quinn e Puck sbuffarono rumorosamente.
-Puck portala via prima che l’ammazzi con le mie mani! – esclamò Brittany.
 
 
 
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Niente, piccola shot che mi stava girando in testa da un po’ perché sto leggendo Christopher Moore. Spero solo che vi abbia divertito almeno un po’! Grazie a chi ha letto e grazie a chi vorrà farmi sapere cosa ne pensa!
Un abbraccio a tutti!
  
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