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Autore: LaMicheCoria    13/07/2012    3 recensioni
Eppure, grazie al timer, a quel piccolo, insignificante apparecchio montato sulle pareti laterali della navetta anche il pianeta ha cominciato a contare le visite del Vulcaniano, imparando a discernere i lassi d’assenza fino a scoprirli sempre regolari, sempre precisi, come un appuntamento cui egli non può in alcun modo mancare. O che, forse, proprio perché mancatolo quand’era il momento, ora li riporta costantemente al luogo prestabilito, alla ricerca di quel giorno perduto. Di una presenza. Di un perdono.
[Kirk/Spock, 2387. Pre-Star Trek XI. Post-Generazioni]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi di Star Trek non mi appartengono.
Purtroppo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.: All of Me :.

 

Veridian III è sterile.
Sterile di vita, sterile di sogni, sterile di albe, sterile di tramonti.
Da qualunque parte lo si guardi, l’orizzonte è sempre cinto da una corona di rocce cremisi –il cielo fumoso, brulicante di sabbia. La desolazione totale, rostri di monti arpionati alle stelle e il silenzio crocchiante delle spaccature sul terreno arido; nella propria disperazione, il vento strappa costoni di roccia dai fianchi delle catene montuose e dal ventre della terra, scaraventandoli nell’oblio dell’immobilità –unico segno del suo passaggio lo sbuffo balbettante della polvere rossa.
Non vi è nulla da vedere su Veridian, se non i resti sbeccati di una Nave interstellare –Nulla, tranne un tumulo di sassi sgrossati.
Nessun colore, se non il bianco sporco della sezione a disco -Nulla, se non lo scintillare di una mostrina.
Nessuna presenza, se non il Vulcaniano ritto accanto a cadenti assi di legno.
La sua presenza non è più una sorpresa per Veridian: da sedici anni l’alieno atterra su quella lingua di roccia , poggia la mano contro il tronco torto di un albero -secco e nero per la mancanza d’acqua, come a ribadire che sul pianeta è preclusa l’esistenza ad ogni forma di vita, si avvicina al tumulo e lì rimane a contemplarlo per un tempo che solo il timer all’interno della navetta è in grado di quantificare.
Su Veridian è del tutto inutile curarsi del tempo, poiché non ci sono né uomini né alieni invischiati nel suo scorrere limaccioso. Persino il confine tra le stagioni è talmente labile da averle mutate in fango.
Eppure, grazie al timer, a quel piccolo, insignificante apparecchio montato sulle pareti laterali della navetta anche il pianeta ha cominciato a contare le visite del Vulcaniano, imparando a discernere i lassi d’assenza fino a scoprirli sempre regolari, sempre precisi, come un appuntamento cui egli non può in alcun modo mancare. O che, forse, proprio perché mancatolo quand’era il momento, ora li riporta costantemente al luogo prestabilito, alla ricerca di quel giorno perduto. Di una presenza. Di un perdono.
Ma c’è qualcosa di strano, quel giorno.  Il lasso in cui il Vulcaniano è rimasto via da Veridian è stato troppo breve.
Veridian non sa, non capisce. Non  scorge il volto teso del Vulcaniano né l’urgenza che ne irrigidisce la mascella.
-Io sono stato e sarà sempre, tuo amico- l’alieno si inginocchia sulla piattaforma di pietra dove sorge il tumulo -Lunga vita e prosperità- le lunga dita si flettono e tremano appena; i polpastrelli carezzano il profilo della mostrina e ne grattano sui bordi affilati. La mano libera scivola all’interno della veste scura, cerca fra le pieghe. Il Vulcaniano chiude gli occhi.
Ha trovato quello che cerca.
Accanto alla mostrina da Capitano ne posa un’altra -la propria. Una goccia di sole cade sulla superficie metallica e nella rifrazione di quella luce dorata sembra che entrambe si siano unite, fuse in un unico essere.
Capitano e Primo Ufficiale.
Come è stato. Come dovrà sempre essere.
-E’ giunto il momento- il Vulcaniano posa  le dita sulle pietre -Sono pronto a rivederti, t’hy’la-
Veridian non sa, non capisce.
Non ha occhi per vedere, non ha orecchie per sentire.
Ma il tumulo ha ancora un cuore per accogliere in silenzio quell’ultimo addio -l’ultima promessa  di Spock di Vulcano a James Tiberius Kirk.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Finali

Si è riaccesa la fiamma! Si è riaccesa la fiamma!
A volte basta poco, come spiegare la Spirk ad un’amica o passare tutti i film di Star Trek ad un amico. Rivedersi qualche immagine, qualche spezzone.
Ricordare il significato di t’hy’la. Avere il labbro tremulo davanti alla morte di Spock o al ritrovarsi suo o di Kirk. Guardarsi la scena in cui muore quest’ultimo (Generazioni).
Ecco.
Basta davvero poco <3
Comunque, passando a note più interessanti, la scena –supposta- si svolge prima della missione di Spock per salvare Romulus (Star Trek XI). In un certo senso, Spock rivedrà Kirk. Ma non nel modo in cui si aspetta, povero caro. L'ambientazione è quella di Veridian III poichè è lì che il Capitano Picard ha seppellito Kirk, dopo l'avventura del Nexus, nel 2371.
Spero vi piaccia.
Mi mancava troppo questo fandom.

   
 
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