Piccola Nota Dell’Autrice: questa FANTASTICA storia è nata come compito delle vacanze. Lo so, un po’ misero, direte voi, ma a me è piaciuto davvero scriverla, in seguito all’idea GENIALE che ho avuto a scuola durante l’ora di francese… ah già… visto che era un compiti di francese, l’ho dovuta tradurre.. per chi volesse, l’originale è migliore!! Comunque, mi farebbe piacere se mi diceste se devo darmi in pasto ai leoni oppure se posso continuare a scrivere ^_^
Lancillotto e i due leoni
Dovrà affrontare
numerose
peripezie, ma la più pericolosa è forse quella di
attraversare uno strano ponte
fatto come la lama di una spada, affilata ma solida (almeno!), che
sovrasta un
enorme burrone sul fondo del quale scorre un fiume nero (?!) e molto,
molto
rumoroso. Al di là del ponte, due statue di leoni incantati
lo attendono
minacciosi…
Qui
la narrazione s’interrompe,
lasciando (malauguratamente, direte voi) libera la MIA fantasia!
Buona Lettura!
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Lancillotto
si avventura a piedi, poiché ha finalmente deciso di
affrontare la traversata
del ponte, l’unica cosa che lo separa dall’amore
della sua vita, Ginevra.
Arriva
fino a metà di quel ponte minaccioso, di quella
temibile spada. Non vuole guardare in basso, verso l’acqua
roboante. Non vuole
guardare davanti, verso i due leoni, che lo attendono ansiosi
dall’altra parte
del ponte.
“Poiché è
l’amore a spingermi, non
devo mai temere né dubitare. Dio, veglia il mio
cammino!” pensa il coraggioso
cavaliere, avanzando lungo la lama solida.
Ah!
L’amore, questo sentimento così
fragile… e così forte
allo stesso tempo!
Il prode
cavaliere s’avvicina cautamente ai due leoni, la spada
sguainata, attendendo
una loro reazione.
Che
però tarda ad arrivare.
Le
due fiere, quei due blocchi di pietra, non si muovono,
lasciandolo avanzare.
Ma quando
Lancillotto mette piede a terra – finalmente! –
vede uno dei due scuotere la
testa, rimasta troppo a lungo nella stessa posizione
Lancillotto
non ne è impressionato, cosciente dello scudo
che il suo amore puro gli offre.
La
mossa successiva, però, lo coglie di sorpresa.
Il
leone gli fa l’occhiolino, come a dire: “ma
sì, dai… puoi
passare! Già che sei arrivato fin qui…”
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