Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: Ornyl    13/07/2012    1 recensioni
"Feci l'amore con lei,con mia moglie,con la mia vera moglie.
O forse lo fecero le nostre anime,o soltanto la mia che,rosa dalla malinconia e allietata da un ricordo,trasformò quest'ultimo nel corpo desiderato della mia eterna moglie"
One-shot ispirato un po' a Lady Ligeia,racconto di Edgar Allan Poe.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sono un povero vegliardo tutto solo. Mi è rimasta una grande casa piena di stanze vuote e una piccola mente piena di grandi ricordi. Eh sì,grandi ricordi,specialmente uno,da descriversi più che altro come un prodigio;ma prima di spiegarlo,amici miei,vi racconterò come abbia conosciuto lei,Eleanor,mia moglie fino alla fine dei suoi giorni ed oltre.

 

 

Conobbi mia moglie per caso,o forse per miracolo o altro,come tutte le cose belle o incredibili,o inquietantemente belle.

Da giovane lavoravo come apprendista in uno studio fotografico e,sistemando lo studio,mi capitava spesso di osservare le foto,cose peraltro già prodigiose di loro:infatti mi domandavo spesso con che quale magia si potesse immortalare un viso e renderlo eterno. Ecco,guardando queste immagini,spiccò tra di esse una:vi era una fanciulla dall'abito chiaro,severamente sorridente,con un paio di grandi occhi scuri e una cascata di capelli dello stesso colore,forse neri o marroni. Le sue labbra sembravano così morbide da immaginarle davanti a me,sembravano quasi chiamarmi e mi incantavano. Sedeva sulla poltrona dello studio,con le mani sul grembo,mani bianche come colombe dalle piume affusolate. Buttai la scopa per terra e mi persi in quello sguardo fermo ed eterno,inebetito. Poco dopo,però,il capo mi sorprese davanti alla foto in estasi e,appena notai la sua ombra dietro di me,mi misi le mani sulla nuca per proteggermi da eventuali scappellotti. Invece il capo,un omone alto e panciuto,si mise a ridere rumorosamente e mi lanciò un'occhiata paterna e divertita.

.- Eheh,ragazzo,vedo che sei rimasto inebetito davanti a Ms Jones ..-

Ms Jones. Quella visione era Ms Eleanor Jones,la figlia maggiore del droghiere del paese. Non l'avevo mai vista,in tutti questi anni,e adesso mi si presentava in fotografia,innocente e mortale ma resa eterna da essa.

- Cosa? Eh? Nono,signore sta-stavo si-sistemando,mi s-sono ferm-ferma..-

Mi sorrise ancora.- Ms Jones è una bella signorina,in effetti ..-

- Eh già ..-

- A proposito,oggi bisogna consegnare le fotografie al signor Jones. Che ne dici,gliele porti tu? eheh-

Arrossii come una bambina in quel momento. Il capo mi diede una paccata sulla spalla.

- Ragazzo mio,ho avuto anch'io sedici anni. Il signor Jones è molto protettivo verso le figlie,soprattutto verso la maggiore,ma tu sei un bravo figliolo che svolge soltanto il suo lavoro-staccò le foto dalla parete,le mise in una busta color panna e me le diede in mano-Ecco qui. Buona fortuna!-mi mise una mano sulla testa e mi sorrise facendo l'occhiolino.

 

Casa Jones stava dietro la chiesa. Era una casa piccolina ma incredibilmente graziosa,dipinta di bianco,con una bella veranda e le imposte delle finestre azzurre. Quando aprii il cancello della casa un brivido mi scosse:al solo pensiero di vedere gli occhi di Eleanor nella realtà,vivi e fuggenti,tremavo come una foglia al vento. Intravidi una figura vestita di blu dalla finestra mentre ero ormai sul vialetto d'ingresso. Poco dopo mi venne ad aprire una donna matura,bassina e paffuta,con un dolce sorriso.

- Benvenuto caro,dovresti essere M.,l'apprendista del fotografo ..Sono Meg,la moglie di Mr Jones ..Accomodati pure!-

La donna mi scortò fino al piccolo salottino della casa,una graziosa stanza sui toni dell'azzurro e del bianco. Su un divano stavano il marito e una bambina magrolina,intenti tutti e due nello sfogliare un libro pieno di immagini di farfalle.

- Edgar,ci hanno portato le foto ..-.
Jones era alto e magro,tutto il contrario della moglie,con un'espressione severa. Appena mi vide si sforzò appena di sorridere.
- Oh,bene ..Le volevo proprio oggi ..Accomodati figliolo,fai come se fossi a casa tua.. -

Mi sedetti in una poltrona accanto al divano e tesi l'orecchio all'altra stanza. Da lì provenivano una voce femminile e le note di un pianoforte.

- Nell'altra stanza c'è mia figlia Eleanor ..Mia moglie è andata a chiamarla,sta sempre a cantare lei ..-

Poco dopo rientrò Meg accompagnata da lei. Lei,viva,rosea e reale.Mi alzai inebetito e cercai di balbettare un buon pomeriggio.

- Buon pomeriggio a lei ..-sussurrò

.Prendemmo del tè accompagnato da pasticcini,poi verso le cinque del pomeriggio si concluse la visita. Il padre disse ad Eleanor di accompagnarmi alla porta e il mio cuore iniziò a battere fortissimo.

Eleanor durante la visita non aveva parlato molto,ma ogni tanto mi lanciava qualche timido sguardo. Poi mi sorrideva dolcemente,curvando quelle meravigliose labbra carnose che si ritrovava. Avrei potuto morirci.

Insomma,quando arrivammo alla porta mi aprì e mi sorrise ancora.

Cercai di salutare,ma ciò che uscì fu un balbettare inarticolato. Rise dolcemente,chiudendo per un attimo i grandi occhi.

- Buona serata a lei! Anzi,diamoci del tu ..Siamo coetanei,in effetti ..-

Mia dolce Eleanor .. Risposi di sì e tentai di stringerle la mano,poi però sentii la voce del padre tuonare dall'altra stanza.

- Eleanor,va tutto bene?-. Uscii di corsa dalla casa e la salutai dal vialetto. Venni ricambiato.

 

Una settimana dopo arrivò una lettera per me da parte di Eleanor. Da quel giorno iniziò una fitta corrispondenza segreta.

Nelle sue lettere mi parlava della sua famiglia,di quanto adorasse suo padre anche se avrebbe voluto vederlo meno severo,di come sua madre la stesse aiutando in questa corrispondenza. "Mamma pensa tu sia un ragazzo d'oro"diceva"E non posso che esserne d'accordo. Geneviè ti trova strambo,dice,ma strambo in senso buono!".

Man mano che i giorni passavano crebbe la mia adorazione verso di lei e le nostre lettere si fecero sempre più affettuose. Finì che confessammo i nostri sentimenti e presi una decisione.

- Cosa?!-esclamò il capo- Vuoi chiedere la mano di Eleanor a Mr Jones?! Fi-figliolo,lo sai che è un osso duro-

- Sono più deciso che mai ..Io adoro Eleanor e chiedo almeno il permesso di frequentarla!-

Dopo varie preghiere,Mr Jones finalmente acconsentì.

 

 

Bene,la parte riguardo ai nostri primi incontri è finalmente terminata. Torniamo a lei,adesso,la musa del mio banale e noioso racconto. Dicevo,suo padre ci permise di frequentarci,anche se sempre in casa Jones,e piano imparai a conoscerla ancora meglio. La mia adorata Eleanor era una perla:suonava il pianoforte,cantava divinamente,era colta ed elegante. Eppure,tra tutte queste passioni,ne spiccava una in particolare:era terribilmente affascinata dal mondo degli spiriti,cosa che ritenevo affascinante anch'io ma sicuramente pericolosa. Eleanor passava ore a leggere libri sui fantasmi,si dilettava partecipando alle sedute col tavolino o il tabellone con le lettere,andava a far visita a diverse presunte medium. La mia cara Eleanor era un angelo appassionato di demoni,spettri e roba da far rizzar la pelle,ma questo la rendeva ancor più affascinante ai miei occhi. Ogni tanto la vedevo assorta e sognante nella sua stanza,con lo sguardo fermo e perso,come se per un po' non appartenesse alla terra o al mondo dei viventi. Ma più conoscevo questo suo lato più l'amavo,più la consideravo eterea e perfetta.

Ci sposammo prima dell'autunno dopo un anno di fidanzamento e ci trasferimmo in una casa vicino alla piazza del paese. Io avevo abbandonato il mondo della fotografia e presi il posto di mio padre alla tipografia,dove capii di aver trovato il mio lavoro ideale. Io e mia moglie eravamo giovani sì,ma in paese avevamo molte conoscenze che ci aiutarono nei primi e gai anni della nostra convivenza.

Purtroppo Eleanor aveva una salute cagionevole e molto spesso si ammalava. La sua ultima febbre fu letale,povera moglie mia,la colpì nel fior fiore degli anni e al quarto anno di matrimonio. Tra l'altro non eravamo ancora riusciti ad avere un figlio.

Eleanor fu costretta a letto,assistita da me,dalla madre e dalla sorella. La sua pelle rosea diventava ogni giorno più grigia,le sue labbra diventarono prugne secche,i suoi occhi vivi e timidi persero la loro luce:la mia bella e giovane e colta Eleanor deperiva nella morsa della febbre e per questa morì una notte,il nostro quarto ed ultimo inverno.

Il suo funerale fu per pochi intimi ma enormemente straziante. Mr Jones,nella sua canizie,piangeva come una fontana,accompagnato dalla moglie e dalla figlia ormai incinta. Eleanor in vita era stata un'amabile persona e quasi tutto il paese si recò a casa mia per le condoglianze.

Quello fu il Natale più brutto di tutta la mia vita e cominciai a bere,però gli amici mi consigliarono di rifarmi una vita. In effetti,avevo appena ventitrè anni e dovevo trovare un'altra moglie,anche per non morire solo.

 

Quattro anni dopo mi sposai con una ragazza più giovane di me di qualche anno. La mia nuova consorte era una fanciulla bionda,con un paio di piccoli ma espressivi occhi azzurri e una boccuccia dall'aspetto dolce:tutto il contrario della mia trapassata consorte,anche caratterialmente,in quanto la mia nuova compagna era decisamente estroversa e ferventemente credente,a volte fin troppo. I primi tempi passarono abbastanza serenamente e così arrivammo al quinto anno di matrimonio,con tutti gli amici e i parenti che ci volevano genitori:eppure,nonostante l'apparente tranquillità,nel mio cuore bruciava ancora il sorriso della mia eterea Eleanor,sempre immortale. 

La sentivo nel nostro letto nuziale,accanto a me,e non osavo avvicinarmi alla mia nuova moglie.

La sentivo sul divano,in soggiorno,a leggere davanti al camino.

La sentivo quando mia moglie suonava al piano e non osavo avvicinarmi a lei per paura di disturbarla.

Quinto anno. 

La mia nuova moglie,anche lei,si ammalò improvvisamente e credetti che il cielo l'avesse con me.

Eppure non provai un dolore tanto grande quanto quello per la malattia di Eleanor,che la poveretta mi perdoni.

Tra l'altro,la sua malattia fu molto più dura e forte di quella della mia precedente consorte,come se qualcuno mi continuasse a rinfacciare che per me non era assicurata nessuna felicità. All'inizio parve a tutti una semplice influenza,ma col passare del tempo mia moglie cominciò a delirare,a sentire strane voci,ad avere strane crisi ..così cadde ammalata,costretta a letto a causa dei suoi incubi.

La sentivò lamentarsi la notte sempre più forte.

La sentivo gridare e piangere,poi tacere e rimettersi a piangere come una bimba spaventata.

Più avvertivo i segni della sua agonia più li comparavo a quelli di Eleanor. E più li comparavo,più mi apparivano simili,ma che dico simili,sembravano gli stessi.

Cari amici,il meglio sta arrivando,ci siamo quasi:pazientate un po'.

Dicevo,io di quella strana malattia non sapevo nulla e decisi di lasciarla nelle mani di un medico e delle sue sorelle. La stanza da letto divenne un'ala a me vietata e mi trasferii in soffitta,anche per cercare di distrarmi.

Però,una notte,accadde l'inimmaginabile. 

I parenti di mia moglie stavano riposando,così come stavo facendo anch'io. Improvvisamente la quiete notturna della casa fu interrotta e lacerata da un fortissimo e terrificante urlo femminile proveniente dalla stanza da letto. Un urlo terribile,che mi fece sobbalzare dal letto,ma nessuno oltre a me sembrava averlo udito.

Scesi a rotta di collo le scale,rischiando peraltro di rompermi le gambe e mi ritrovai davanti alla porta della stanza,che era leggermente socchiusa. La aprii leggermente e buttai il mio sguardo verso il letto,dove aspettai di trovare mia moglie.

Il letto era vuoto,attraversato e riempito soltanto da un raggio di luna.

Sudando freddo avanzai e notai con terrore una figura dietro la tenda. Aveva un'altezza abbastanza normale,ma essa,silenziosa e immobile,era di spalle e celata dai drappeggi di pizzo.

Mi sembrò di vedere la figura girare il viso verso di me. La luna illuminava un volto pallido,ma di un pallido etereo e angelico,con tratti dolcissimi e fini come quelli delle bambole.

Tratti che non erano di mia moglie.

La figura mi diede di nuovo le spalle e mi avvicinai cauto. 

Si voltò di nuovo e si passò una mano tra i capelli:una morbida e lunga cascata di boccoli che,alla luna,brillavano di rosso.

Una cascata di capelli che non era di mia moglie.

Aspettai che si voltasse di nuovo e mi avvicinai ancora.

Essa sorrise dolcemente,aprendo un paio di labbra rosse e carnose.

Labbra che non erano di mia moglie.

- Sciocco che sei,hai paura di me?-

Quella voce. Una voce normalissima,di donna,a primo acchitto. 

Ma non era la voce di mia moglie,almeno,non di quella che avevo in casa.

Quel viso,quei capelli,quella bocca e quella voce.

Io li riconoscevo,sì,li avevo amati dal primo momento .. Anche se no,no che non poteva essere ..

Mi ritrovai davanti a lei e,con la mano tremante,scostai la tenda.

C'era lei. Lei,la mia eterna Eleanor.

Viva e rosea nel suo pallore,inquietantemente splendente.

Che fosse un angelo,lei,o un demone ..Che fosse maledetta o una visione angelica,lei,non lo sapevo.

Era soltanto la mia dolce Eleanor,con le sue forme morbide e il suo sorriso,che mi porgeva la bianca mano.

Caddi in ginocchio mentre lei,immobile e materna come la statua di una Madonna,mi mandava sorrisi e dolci occhiate.

Non seppi se ridere,piangere,gridare aiuto,gioire o morire.

Non seppi se spaventarmi o stringerle le mani,baciarla o allontanarla.

Fece tutto lei.

Mi mise una mano sotto il mento e avvicinò le mie labbra sottili e stanche alle sue,arrossendo come la prima volta.

Aveva ancora la sua innocenza,non l'aveva persa nemmeno nell'agonia.

Non seppi mai quanto tempo passò durante quel bacio,ma poi mi ritrovai ad accarezzare le sue bianche spalle e a baciare il suo collo,oh il suo collo che estasi! Passai le dita tra la stoffa del suo abito e poi sulla sua pelle liscia e profumata,ci passai sopra le labbra ..Quella pelle aveva lo stesso profumo e sapore della vita,non vi era tanfo o orrore di morte e decomposizione ..!

Strinsi le sue mani e incollai la mia pelle alla sua.

Feci l'amore con lei,con mia moglie,con la mia vera moglie.

O forse lo fecero le nostre anime,o soltanto la mia che,rosa dalla malinconia e allietata da un ricordo,trasformò quest'ultimo nel corpo desiderato della mia eterna moglie.

 

L'indomani mi svegliai in soffitta,sudato.

Mia moglie era morta.

No,che non lo era.

Avevo ancora addosso l'odore della sua pelle.

Avevo ancora addosso l'adrenalina della notte.

Avevo ancora addosso lei,Eleanor.

Sentivo ancora scorrere tra le dita i suoi capelli.

Sentivo ancora i suoi sospiri e gemiti,anzi,i nostri.

Sentivo ancora lei,Eleanor.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Ornyl