Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Stateira    28/01/2007    11 recensioni
- Ero venuto per dirti qualcosa, però… Me lo sono dimenticato, quando ti ho visto qui, sotto la pioggia. –
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Domani

La pioggia.

Scrosciava sul viso di Draco, sui capelli di Draco, sui vestiti di Draco.

Scrosciava su Draco, fermo in piedi sulla riva di un laghetto, attutendo i rumori della notte, confondendoli. Non aveva bisogno di incantesimi, la pioggia.

Alcuni passi, nella pioggia. Passi, alle spalle di Draco.

 

- Domani. – sospirò Harry.

- Già. –

La pioggia gocciolava sul volto di Draco, rendendolo lucido e indeciso.

Harry percorse i pochi passi che lo separavano da lui scalpicciando sull’erba zuppa.

Di fianco a Draco, con le mani in tasca, guardò in alto verso il cielo.

- Piove, e c’è la luna. Strano, vero? –

- Sì. un po’ strano. –

- Draco. –

- Ero venuto a cercare un po’ di solitudine, Harry. –

- Ed io ero venuto a cercare te. –

Draco si strinse nelle spalle, e buttò lì un mezzo sorriso stanco.

- Gli altri sono… -

- Non ci cercheranno. – lo prevenne Harry. – Nessuno si insospettirà di nulla. Sono troppo occupati a rivedere, a decidere, a perfezionare. –

- Forse dovremo farlo anche noi. Domani sarà l’ultima battaglia, se il cielo lo vorrà. La resa dei conti. –

- Non siamo noi a decidere una battaglia, è lei che decide noi. È lei che traccia il suo corso, e perdere ore di sonno su mappe è come cercare di mettere le briglie ad un fiume in piena. –

Draco si glissò brevemente sulle sue dita con lo sguardo, e poi lo fissò verso l’orizzonte, ammiccando ogni volta che una goccia si schiantava vicino ai suoi occhi. - E perderle in riva ad un laghetto, sotto un’acqua torrenziale, le ore? –

- Oh, questo è molto più sensato. –

Draco annuì distrattamente. Avere Harry di fianco, ora che le cose erano cambiate, ora che loro due erano una sorta di piccolo “noi” in mezzo alla tempesta, lo faceva sentire strano, ogni volta. Un po’ diverso. Harry sapeva come renderlo vulnerabile, ma non lo faceva quasi mai.

Quasi mai. Poi ecco, c’erano i momenti in cui lo raggiungeva sotto la pioggia.

– Sto pensando che questa notte potrebbe essere l’ultima. Lo penso ogni volta, prima di una battaglia. Immagino porti fortuna, in fondo. –

- Ogni notte potrebbe essere l’ultima in ogni caso, Draco. Per questo mi trovo spesso a chiedermi se non ci sia qualcosa che io potrei mai ritrovarmi a rimpiangere, un domani. Non voglio più fantasmi, nella mia vita. –

- E c’è qualcosa che senti di aver lasciato indietro? –

 

Harry si strinse nelle spalle, facendo un altro passo in avanti, verso il laghetto davanti a loro, illuminato dalla luce della luna che si agitava continuamente sotto i battiti della pioggia, come se l’acqua pulsasse, come se fosse uno specchio vivo.

 

- No. – rispose, leggero. – Ma credo che dovrei decidermi a lasciare qualcosa di scritto, soprattutto per te. Non vorrei che ti dimenticassi di ciò che sei per me, testone come sei. –

- Non dirlo nemmeno per scherzo. – lo ammonì severamente Draco. – Sai che non voglio sentirti dire certe cose. Se ti piace tanto farmi paura, almeno evita di farlo la sera prima di una battaglia. -

- Non voglio affatto metterti paura, Draco. – sussurrò Harry. – Anzi. Ero venuto a cercarti per dirti che… beh… non lo so? –

Draco strizzò gli occhi per far scivolar via qualche goccia d’acqua, e si girò per guardare Harry, vicino a lui, senza mantello. Zuppo della stessa acqua, intirizzito per lo stesso fresco tocco della stessa, identica pioggia.

 

Ed Harry sorrise, quasi divertito. – Beh, ero venuto per dirti qualcosa, però… - disse, imbarazzato come solo il ragazzo che Harry era riusciva ad essere. - …Me lo sono dimenticato, quando ti ho visto qui, sotto la pioggia. –

La mano di Harry si sollevò, e subito l’acqua prese a scivolare verso il basso, verso il terreno pregno. Draco alzò la sua senza alzare lo sguardo. Entrambi avevano bisogno di toccarsi almeno un pochino, sotto quella pioggia scrosciante.

Fra i loro indici, passarono due gocce che si fusero in una strana figura a clessidra, restando coese a creare una sorta di ponticello trasparente.

Harry ne sorrise, Draco rimase a guardare, concentrato.

 

- Siamo noi due. – commentò Harry. – E’ tutta la nostra storia. –

Draco si morse appena il labbro, e allungò le altre dita verso Harry, finché le loro mani si allacciarono, e quella specie di aura d’acqua che li aveva uniti non finì schiacciata dalla loro pelle.

- Come pensi di fare, Harry? – sospirò, sottovoce. – Come credi che potremo fare, noi due, in mezzo a tutto questo? –

- I tuoi brividi, Draco… - Harry accennò ad un sorriso assorto. – Mi basteranno quelli. –

Draco arricciò un angolo della bocca in una smorfia. – Tu non sei mai stanco di sognare, vero Harry? –

- E tu non credi che sia per questi sogni che domani andrò su quel campo a combattere? –

Draco distolse velocemente lo sguardo, proiettandolo su una pozza d’acqua che si era formata poco lontana da loro due, a due passi dalla riva del laghetto.

 

La pioggia tamburellava ogni cosa senza sosta,  come dita infinite di uno stesso pianista, e la luna, grande e leggera, lassù, continuava a proiettare la sua luce strana e paradossale su tutto ciò che c’era, di vivo e di morto, in quella notte inglese di attesa.

 

- E tu? Per cosa combatterai, Draco? –

Non era un trabocchetto, non era un ricatto. Era una domanda di quelle vere.

- Per… per restare vivo, credo. –

- E che cos’è che ti fa sentire vivo? –

Draco scosse la testa, desolato. - Combatterò per poter vedere la luce del sole un’altra volta. –

- Anche se domani pioverà? –

- Certo. soprattutto se pioverà. Non voglio morire in un giorno di pioggia, Harry. –

Harry sfregò distrattamente il naso con un dito, avvicinò Draco e gli cinse pigramente la vita.

- Tu non morirai in un giorno di pioggia, Draco. Te l’ho già detto come morirai, no? –

Draco sorrise, malgrado tutto. – Soffocato dalle lenzuola insieme a te, Potter? –

- Oh sì. – ridacchiò Harry. – Vedrai, sarà fantastico. Hermione e gli altri faranno una faccia indimenticabile, quando troveranno i nostri poveri cadaveri tutti attorcigliati nelle coperte. –

- Secondo me ci lasceranno lì a marcire, passerà un’eternità prima che riescano a credere a ciò che stanno vedendo. E comunque daranno la colpa a me, sono pronto a scommetterci. –

Harry spense delicatamente il suo sorriso in un bacio sul collo di Draco. – Noi due moriremo insieme. È il nostro destino. – sussurrò.

- Ma non voglio che sia domani. –

- E allora combatti con me. –

- Lo farò. Lo sai che lo farò. –

- Per il nostro futuro? –

- Harry, io non ho un futuro. –

- Io invece sì. – Harry prese il mento di Draco fra le dita e lo voltò delicatamente. – E se vuoi ne do un pezzetto anche a te. –

- Harry. –

- Shhh. –

 

Harry baciò le labbra secche e bagnate di Draco, socchiudendo gli occhi per non perdere il momento il cui la porzione della sua guancia illuminata dalla luna sarebbe stata oscurata da lui.

 

- Voglio riprendermi tutte le cose che mi sono state negate, Draco. E tu sei fra queste. –

- Ma tu credi che ci sarà un noi, al di fuori di questa guerra? Voglio dire… e se fosse solo la paura, ad averci spinto a… -

- Io non ho paura della guerra, Draco. Fra tutto ciò che può spaventarmi a questo mondo, la guerra è davvero l’ultima. –

Draco annuì vagamente. Fra le braccia di Harry, sollevò un palmo della mano a mezz’aria. – Queste gocce d’acqua domani saranno anatemi. – mormorò.

- E noi ce li faremo scivolare addosso. –

- Vorrei solo avere il coraggio che hai tu. –

- Ce l’hai già. Altrimenti non saresti qui con noi, a pianificare azioni di attacco contro il Signore di tutto ciò in cui hai creduto fino ad oggi. –

- Io sono qui con voi perché ho seguito te, Harry. –

- Lo so. E immagino che non smetterò mai di essere abbastanza grato al cielo, per questo. –

Draco inclinò la testa, stancamente. Avrebbe voluto essere lui, a ringraziare Harry di ogni cosa, invece di farsi abbracciare come un idolo. Avrebbe voluto offrire ad Harry un mantello, qualcosa perché non si bagnasse, e invece non aveva niente, e non poteva far altro che stare a guardarlo mentre si infradiciava insieme a lui, e per lui.

Era strano dover affrontare la consapevolezza che le proprie azioni influenzavano quelle degli altri. Che da qualche parte c’era qualcuno, c’era Harry, che agiva, che parlava, che pensava, in conseguenza di ciò che faceva, diceva o pensava lui. Spesso assecondandolo, a volte andandogli contro, ma non era questa la cosa importante. L’importante era che Harry reagiva, a lui. Lui usciva sotto un diluvio ed Harry veniva a cercarlo; lui mangiava poco, ed Harry gli chiedeva come mai; lui piangeva, stremato dalla tensione e dalla paura, ed Harry lo abbracciava, lo consolava, lo faceva sentire di nuovo al sicuro.

 

- Sai che la pioggia fa uno strano effetto, su di te? – disse Harry, improvvisamente. – No, non ti muovere, rimani così. Rimani così, sei come… una specie di aura. Brilli come un fantasma, ma sei solido, e quest’acqua… -

Harry percorse il volto di Draco partendo dal mento, con le dita rilassate che seguivano la pelle senza premerla. – Questi… occhi, Draco, e i tuoi capelli. Sono così veri, così zuppi di pioggia. –

- Forse. – soffiò Draco, sorridendo vagamente. – Allora prova a fare in modo che domani piova, quando sarà il momento. –

 

La pioggia allentò di un poco la tua ostinata sinfonia cadenzata, sulle due figure che si fronteggiavano senza dire più nulla.

Brillava tutto quanto come se scendesse neve, come se fosse tutto fosse diventato improvvisamente ghiacciato e prezioso.

Era questo, semplicemente questo. Guardarsi negli occhi sotto la pioggia, nel rumoroso risciacquo dell’acqua che si portava via la polvere e la sabbia, che dissetava, che ripuliva.

 

Lo sguardo di Harry indugiò sulle labbra di Draco, sui suoi occhi, di nuovo sulla bocca.

Draco chiuse gli occhi, ed ascoltò il suo respiro avvicinarsi sempre di più, confondendosi nella pioggia, finché Harry lo baciò nuovamente. Non gli aveva ancora lasciato le mani, da prima, e baciarsi tenendosi le mani era un po’ come baciarsi due volte, baciarsi anche con l’anima, baciarsi e pregare, una mano ciascuno.

 

La pioggia scivolava sulle foglie degli alberi in gocce grosse come perle, che ingioiellavano il volto di Draco, teso vero l’alto, ad occhi chiusi.

E la luna, su di loro, limpida e mezza. Come un sorriso. Come una promessa.

Harry lasciò che le palpebre oscurassero tutto questo, per un momento, e sentì il suo cuore battere piano, regolare, nel suo petto.

Avrebbero vinto.

Semplicemente, lui e Draco avrebbero vinto.

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Stateira