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Autore: vmintbh    14/07/2012    3 recensioni
Una fanfiction scritta di getto, con la partecipazione di Nick e Jeff(?) e i -presunti- figli di Sebastian e ovviamente Thad.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La casa in montagna.

Erano ormai trascorsi svariati anni dal giorno del diploma alla Dalton, e gli ex-warblers erano costretti a patire il caldo estivo che incombeva sulla graziosa cittadina di Westerville.
Che quegli strani ragazzi fossero sempre stati un'allegra famigliola, beh, questo era un dato di fatto, ma nonostante tutto, con il passare del tempo e a causa degli impegni, molti rapporti erano andati perduti. Solo quelli più stretti, fondati su anni di scherzi e litigate sfociate sempre in fragorose risate, erano rimasti intatti malgrado la lontananza.
Eppure a Thad Harwood, ormai ventunenne, non parve vero ritrovarsi sul telefono un “sms” del suo storico migliore amico, Jeff Sterling.
Lo lesse in fretta e furia, per poi aprirsi in un ampio sorriso, peccato che il suo entusiasmo venne smorzato dal suo inseparabile marito, Sebastian Smythe.
Ebbene si, ventunenne e già sposato. Tutto successe velocemente, il tempo di vivere insieme per qualche anno e Smythe gli fece la fatidica domanda.
E lui cosa poteva fare? Era decisamente innamorato di lui per rispondere negativamente, ma c'è da ammettere che quella di avere figli fu una sua richiesta, accolta dopo qualche ripensamento da parte del francese.
E ora il moretto si ritrovava con una nuova richiesta, come se mai quel ragazzo, all'apparenza insensibile, potesse dirgli di no. Difatti qualche ora dopo aver ricevuto il messaggino dal biondino, l'allegra famigliola Harwood-Smythe si ritrovò in macchina, destinazione: Casa in montagna.
È inutile dire che Sebastian si maledisse ad ogni buca presa in pieno per essersi fatto convincere così facilmente dal suo amato, sebbene le sue condizioni non gli dispiacessero affatto.

“Papà, ho sete!”
“Papà, mi annoio!”

E la tranquillità non era certo di casa, ma lui non riusciva a non amare quelle piccole pesti che infondo gli assomigliavano parecchio.
Ghignò al solo pensiero che quei due avessero preso da lui più del previsto, o almeno così credeva.
Dopo circa tre ore di viaggio finalmente arrivarono a destinazione, una graziosa casetta, molto simile a quella di Biancaneve, si presentò davanti ai loro occhi.
“Oh, guarda Smythe, non è adorabile?” Chiese Thad con sguardo sognante.
Il più alto semplicemente sbuffò, quello era il tocco Sterling, e di solito Jeff aveva un'influenza troppo diretta su Harwood, cosa che a Sebastian non stava decisamente bene.
Quando il moro ebbe la certezza di non ricevere risposta si avvicinò alla porta in legno dell'abitazione con i bambini a seguito.
Bussò ripetutamente finché un volto più che conosciuto gli saltò letteralmente addosso. Non c'è bisogno di descrivere la reazione di Smythe alla vista di quel “dolce” quadretto amoroso in stile Daltoniano. Odiava Jeff e più di ogni altra cosa odiava il fatto che stesse sempre appiccicato al SUO uomo. Stranamente, però, Sebastian non accennò a interrompere quel momento tanto smielato e cercò con la coda dell'occhio il suo caro e vecchio “amico” Duval all'interno dell'abitazione.
Niente. E a dirla tutta, poi, non era nemmeno tanto sicuro che lui (che con modi che ricordavano tanto il regime nazista l'aveva costretto a dichiararsi) potesse essere definito un amico.
Sospirò, il povero francese, optando per controllare cosa stavano combinando i due pazzi. Rimase sbalordito quando ritrovò Amanda e Valerie in silenzio, troppo presi da degli strani fiori posti vicino all'ingresso della piccola casetta. Iniziò a pensare che forse Sterling aveva un'influenza negativa anche su di loro. Ormai Thad si era perso in una lunga chiacchierata con Jeff, e Smythe non aveva voglia di sentir parlare delle nuove tonalità di biondo in commercio o della carta da parati 'pancakeccosa' o come la chiamava l'ossigenato. Dunque decise di bearsi di quella rara visione, i suoi figli erano talmente belli. La cosa che però lo lasciava perplesso era il fatto che la femminuccia gli assomigliasse tanto, aveva splendidi e limpidi occhi verdi smeraldo, naso alla francese e morbidi e setosi capelli dalla tonalità abbastanza chiara. Il maschio, invece, non solo portava un nome francese, aveva anche il ghigno tipico di Sebastian, eppure era la fotocopia di Thad, da qualunque lato lo si guardasse. Questo era decisamente un motivo per amare maggiormente le sue creature, perché nascosti nei loro teneri visini, lui riusciva a scorgere ogni tratto dell'unica persona a cui aveva concesso l'opportunità e l'onore di rubargli il cuore e farlo suo.
Perso ormai nei suoi pensieri il giovane non si accorse che i suoi piccolini erano ormai scomparsi dal suo campo visivo, così decise di entrare in casa, erano piccoli, sì, ma non così avventati di andare in giro da soli in posti che non conoscevano.
Appena varcò la soglia di casa gli si bloccò il cuore in gola, possibile che fosse ogni volta così?
Thad Harwood, seduto su un divano a quadretti in stile 'rustico', gli stava rivolgendo un sorriso luminoso, uno dei soliti, che come sempre riuscivano a colpire Sebastian dritto al cuore, come se fosse sempre la prima volta.
Perché era sempre stato così, aveva sempre provato gli stessi e irrefrenabili sentimenti, mai una volta aveva avuto un dubbio, in cinque anni niente era cambiato e probabilmente, se possibile, il suo amore nei confronti del moretto era semplicemente diventato via via più intenso.
“Mi fa piacere avervi qui, Nick dovrebbe tornare a momenti, così Sebastian non si annoia!” disse il biondo ridacchiando, ebbene sì, quel giorno il francesino si sarebbe dovuto arrendere al volere di quell'odiosa -ma in fondo simpatica- barbie.
Fortunatamente dopo una decina di minuti passata a parlare del gatto deceduto di Sterling, Nick fece la sua entrata in scena, rimanendo più che sorpreso alla vista di due bambini scorrazzanti.
“Sapete, non mi sarei mai aspettato che vi sareste sistemati prima di noi.” disse con una nota di allegria nella voce il caro Duval. “Oh beh, piacere di rivederti anche a te, Nicholas.” rispose sarcastico Smythe alla strana accoglienza di Nick.
Quel giorno Sebastian non riuscì a trovare un singolo istante per rimanere solo con suo marito, sin quando, calata la sera, Jeff e Nick non decisero di andare a comprare un dolce, e per sua (s)fortuna Amanda e Valerie vollero seguire gli zii.

“Sai Harwood, non pensavo di riuscire a trovare un momento per noi due.”

Il più basso sorrise e con uno scatto in avanti si impadronì delle labbra del suo amato ragazzo, perché sebbene ormai fossero diventati dei veri e propri uomini, Thad era in un certo senso rimasto con la mente uno studente del liceo, ma nonostante tutto cinque anni non sono poi tanti, il che era del tutto comprensibile. “Ti amo, Smythe, lo sai questo?” chiese dopo essersi staccato controvoglia dalle labbra di quell'essere così perfetto. “Oh, anche io mi amo, Thad, e sai...” ma il poveretto non ebbe il tempo di continuare la frase che l'ispanico gli diede uno schiaffetto sulla nuca. “Che dovrei sapere, eh?” chiese l'altro sorridendo divertito e aspettandosi una dichiarazione per niente in stile Smythe. “Sai...devi levarti questa stupida abitudine di chiamarmi ancora Smythe, siamo sposati, Harwood!” Ironia della sorte, per la prima volta in tutta la sua vita, l'insuperabile Sebastian si era contraddetto, ma che dire, certe abitudini non si perdono mai, il tempo potrà pur scorrere e modificare l'aspetto delle persone, ma mai riuscirà a cambiare quei piccoli e all'apparenza insignificanti gesti che ogni giorno accompagnano la vita di due persone veramente innamorate.  
 

The end.

***
Allora, so che non è il massimo, ma avevo voglia di scrivere una Thadastian e infilarci anche i Niff....ed è uscito questo. Ora se volete scusarmi mi nascondo per evitare i pomodori in pieno viso, adieu! <3

  
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