Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: Estiefone    14/07/2012    2 recensioni
Ayren e Seyren, due gemelli. Inseparabili. Orfani del padre fin da piccoli, cresciuti dalla povera madre, si ritrovano in un mondo che non gli appartiene, in una guerra ultra secolare con a capo uno dei più spietati esseri di Esiria: Arukan.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I Miss You.
Il Destino dei gemelli.


Prologo

Le spade cozzarono fortemente. I due combattenti si trovarono faccia a faccia. Si liberarono entrambi con una giravolta, tornando in guardia. I loro movimenti precisi, fluidi, li facevano somigliare più a dei ballerini che a dei combattenti.
Il più alto si gettò verso l’altro con un unico, lacerante urlo, che si espanse per tutto il circondato. L’altro combattente era più basso, più magro, ma era comunque più rapido, non si accorse nemmeno di parare il colpo, far scivolare la sua lama contro l’altra, udire e amare il suono stridente dell’acciaio, come un acquila quando avvista la sua preda, e poi scivolare di fianco, mentre la lama del nemico scivolava verso il basso, andando a conficcarsi nel terreno fangoso.
Il combattente più basso rise fragorosamente. Poi puntò la lama contro la gola del suo nemico.
-Ragazzi! E’ pronto il pranzo, avete finito di giocare?-
Urlò una donna in lontananza. Etrambi sbuffarono, la magià svanì: le spade tornarono ad essere dei semplici bastoni lunghi e lisci, i combattenti tornarono ad essere fratello e sorella. Ayren e Seyren, due gemelli.
–Si, mamma!-
Urlò la ragazza, Seyren, slanciata, magra, agile, veloce. Ayeren, l’uomo di casa, astuto, muscoloso, imprevedibile. Una perfetta accoppiata. Insieme, erano inbattibili. Fin dalla tenera età avevano pensato di diventare guerrieri, e quando compirono il loro quindicesimo compleanno, cominciarono a “combattere” tra di loro, immaginando di poter, un giorno, andare in battaglia, e diventare come i guerrieri dei loro libri. Libri che narravano di tempi lontani, quando i draghi ancora volavano nei cieli di Esiria, quando umani ed elfi cavalcavano sui loro dorsi, formando un unico, fantastico essere. I due passavano le notti a sognare un mondo così, loro due, sul dorso dei loro draghi, a salvare il loro mondo dal temibile Arukan, che da secoli tormentava il loro mondo, con i suoi guerrieri senza-dolore, come li chiamavano i loro compaesani. Quello che sapevano lo avevano appreso dal loro padre, che li lasciò orfani quando avevano circa 8 anni. Viveno grazie alla madre; in povertà, ma pur sempre vivevano.
Ayren camminava stizzito:
- Avrei vinto se solo non mi fossi distratto.- la sorella, in risposta, rise.
-Solo perchè sei nato tre minuti prima di me non vuol dire che devi essere per forza più forte fratellino.-
Lui la squadrò, poi le diede una forte pacca sulla spalla, la ragazza barcollò, rischiando di cadere; Ayren, pronto, le prese la mano e la aiutò a stabilizzarsi.
Sogghignando, tornarono a casa. Appena entrarono, Nuorea, la loro madre, gli sgridò. Per l’ennesima volta avevano sporcato gli abiti. Seyren disse che li avrebbe lavati lei, poi, più veloce che potè, si fiondò in camera, con il fratello al seguito. Si stese nel pagliericcio e sospirò:
-Ayren?-
Si voltò verso il fratello che era intento a giocherellare con un pezzo di stoffa trovato per caso.
-Dimmi, piccola scimmia.-
Le sorrise. Lei gli fece una linguaccia. Sapeva che odiava essere chiamata in quel modo, ma il fratello aveva buona memoria, non dimenticava tanto facilmente. Tutto iniziò il giorno in cui andarono nel bosco vicino alla loro capanna. Seyren era testarda, e non resistette ad acconsentire alla sfida del fratello. Salire sull’albero più alto, il che era una vera impresa, visto che gli alberi di quella foresta erano considerati i più alti di tutta Esiria. Inizialmente la ragazza sorrise, ma poi quando si mise davanti al tronco della meticolosa quercia e guardò verso l’alto il coraggio le venne meno. Il sole filtrava tra le fronde verdi e spavalde, gli uccelli canticchiavano felicemente. Solo quando una piccola rondine si posò vicino a loro Seyren inghiottì la paura, e cominciò a salire, sotto lo sguardo preoccupato e allo stesso tempo sorpreso del fratello gemello.
Le gambe le facevano male, la corteccia le feriva i polpacci e le cosce. Ma lei era troppo piena di sè per mollare così continuò a salire, fino a quando arrivò a metà albero, che equivaleva a circa tre metri, il fiato le mancava, le facevano male le ossa. Guardò in basso, e si pentì subito, le vennero le vertigini, la testa prese a girare. Mollò la presa. Durante la caduta allargò le braccia, i capelli rossi le sbattevano violentemente sul viso. La sensazione che provò fu strana. L’adrenalina che scorreva nelle vene, la paura di morire. Non l’aveva mai provata prima, ma quella volta, fù terrificante.
Fortunatamente Ayren corse con tutte le sue forze, riuscì a prenderla al volo, ma si schiantarono entrambi nel terreno. Seyren se la cavò con un braccio rotto e qualche ferita superficiale, il fratello invece non si fece nulla, a parte una piccola ferita su entrambi i gomiti.
La madre gli aveva fatto una scenata tremenda, e da qual giorno proibì ad entrambi di andare nel bosco, ma naturalmente, fù tutto inutile, i ragazzi ogni giorno si recavano nel fitto bosco, ai piedi della quercia a rilassarsi e divertirsi.
-Sai, tra poco compiremo diciassette anni, e...bè...ho una gran voglia di fare un viaggio.-
Il ragazzo rise.
-Tu hai sempre voglia di fare viaggi sorellina.-
Si passò una mano sui capelli. Anche i suoi erano rossi, corti. I lineamenti dei due erano perfettamente uguali, l’unica cosa che li distingueva era il colore degli occhi. Lei li aveva verdi, lui di un blu ghiaccio estremamente affascinante. In tutta risposta sbuffò, e rimase così, con la testa fra le nuvole per quasi tutto il giorno.
Di pomeriggio i due ragazzi andarono di nuovo nel bosco, si allenarono, e poi tornarono a casa, quando ormai il sole era calato.
Quella notte sognarono entrambi di fuggire via da quella terra, fuggire da quella guerra che non gli apparteneva, fuggire dagli incubi che li perseguitavano la notte.
Non sapevano che le loro vite, in un solo momento, sarebbero drasticamente cambiate.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Estiefone