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Autore: msmerybolla21    14/07/2012    6 recensioni
Eccomi finalmente con una storia.
Il titolo è tratto dal libro della scrittrice Rosa Viola.
Non sarà molto lunga. Ha inizio dalla fine del Cell Game.
Dal prologo:Il piccolo Trunks, avvertita l'aura del suo papà, aveva smesso di piangere ed aveva iniziato a guardarlo, curioso e felice di rivedere quel viso familiare, ma molto spesso assente
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 7

Vagava nel più buio dei vicoli, sentiva la paura salirle lungo la spina dorsale, ma non le importava. Vagava spaesata e inconscia, sbattendo contro qualche passante che sembrava non accorgersi di lei.
Poteva sentire il vento soffiare imperterrito nelle proprie ossa, il sangue gelarsi e il cuore fermarsi per sempre, ma si accorse che quello era solo un sogno, un bellissimo sogno.
Sperava che la sua vita cessasse così come quella di quella mamma uccello, trovata morta dal padre la mattina dopo aver scoperto la perdita di quel pargoletto che non era riuscito ad uscire fuori dal guscio per vedere la luce del sole.

Ancora addormentata si ricordò di aver perso i sensi ancora una volta, cadendo nel baratro del dolore.
Si ricordò di aver provato il suicidio e che Vegeta, ancora una volta, l'aveva tratta in salvo, sgridandola per il suo incurante gesto.
Aveva visto nei suoi occhi il dolore, la rabbia e si era accorta di quanto lo amasse in quel momento. Sapeva che avrebbe potuto contare su quel assassino orgoglioso.

Troppo stanca per tenere ancora gli occhi chiusi, decise di schiuderli, ritrovandosi subito dopo le guance bagnate ed il respiro mozzato. I suoi occhi erano grigi e arrossati.
Si accorse di essere in una stanza bianca, vuota. Solo un generatore d'ossigeno ed una macchinetta che controllava la pressione cardiaca erano i mobili.
Non c'era una finestra, nè un altro letto, solo una sedia ed una porta che dava all'esterno.
In viso aveva una mascherina fastidiosa che le dava l'ossigeno necessario a respirare. Subito dopo ebbe una fitta allo stomaco, poi un'altra e un'altra ancora. Sembrava che qualcosa stesse cercando di uscire dal corpo della giovane donna, poi tutto si calmò.

Per mezz'ora continuò a rimuginare su quei giorni appena passati. Non sapeva nemmeno quanto tempo fosse stata lì. Sicuramente i suoi genitori sarebbero stati in pensiero, soprattutto sua madre. Aveva immaginato il suo pianto isterico con un sorriso sulle labbra, la sua voglia di abbracciarla era tantissima in quel momento.
Poi pensò a suo padre, ansioso com'era si sarebbe messo a strepitare istericamente contro il proprio gattino.
Infine, pensò a suo figlio ed al suo compagno. Trunks sarebbe stato quello che avrebbe sofferto di più tra tutti, adorava la sua mamma, era sempre stato con lei sin dalla tenera età.
Vegeta non l'avrebbe consolato orgoglioso com'era. Si sarebbe tratto in disparte lasciando il bambino con i nonni.

I suoi pensieri vennero brutalmente interrotti dall'apertura della porta.

La testa le cominciò a girare e lo scricchiolio della porta aprirsi rimbombò nella propria mente, come se qualcuno le stesse martellando il cervello.
L'odore di disinfettante le si ficcò nelle narici come la volta precente. Il vomito iniziò a farsi sentire un'altra volta.
Trattenne il respiro e si concentrò a fondo, fino a vedere in maniera sfocata il corpo massiccio di una dottoressa con i capelli biondi.
Con passo fermo e sguardo serio si apprestò ad avvicinarsi al letto e a prendere l'unica sedia della stanza per sedersi accanto a lei.
Mentre si avvicinava, Bulma notò che la bocca della dottoressa era coperta da una mascherina. Si sentì un parassita.
Ma il problema non era la mascherina, essa veniva solo utilizzata per non far odorare l'aria proveniente dall'esterno alla paziente.

"Buongiorno signora Brief, sono la dottoressa Windy. Ho voluto parlarle personalmente del suo problema..." problema? Aveva un problema, ma di che tipo? "... Vede, lei non ha perso il suo bambino..." il suo cuore nel sentire quelle parole, impastate dalla presenza della mascherina, fecero subito ravvivare la scienziata che senza accorgersene aveva sorriso e subito dopo iniziato per l'ennesima volta a piangere.
Il volto della dottoressa, però, non era mutato, aveva continuato a tenere l'espressione seria e triste.
"... ma vede ,signora, noi... " si bloccò. Bulma la fissava con sguardo interrogativo. "... noi le abbiamo riscontrato un tumore all'utero... " le parole le morirono in gola.

Bulma si sentì morire in quello stesso istente. Aveva ricevuto la notizia più bella della sua vita, ma anche la più orribile ed impensabile in quel momento.
Come era potuto accadere? Lei, forte e tenace, sia caratterialmente che fisicamente, aveva avuto un notizia che le avrebbe distrutto la vita.
Si disfece della mascherina ed iniziò a farfugliare qualcosa, ancora con la voce roca, mentre le lacrime le levigavano la pelle.

"Come è potuto accadere, me lo spieghi?!" la frase risuonò come una supplica. Voleva sapere quale erano state le cause di quella malattia così improvvisa e perchè negli altri ospedali non si erano accorti di niente! "... per favore!" Aveva infine mormorato. Conosceva la malattia, ma non tutte le sue cause.
"Molte volte noi medici non siamo in grado di spiegare perché alcune donne sviluppino un tumore all’utero e altre invece rimangano perfettamente sane, sappiamo le cause più comuni, come ad esempio il rischio di riscontrare il tumore all'utero è legato alla fertilità, oppure è una malattina ereditaria. Lei ha mai avuto qualcuno in famiglia con questo cancro?" Per tutto quel tempo, la scienziata si era ricomposta ed aveva sentito tutto quello che la dottoressa aveva da dirle.
Si ricordò che, quando era piccola, sua madre le aveva detto che la sua nonna era morta a causa di una malattia rara, che all'epoca non si sapesse cosa fosse. Forse era stato proprio il tumore all'utero!

Annuì con la testa.

"Possiamo darle una notizia "positiva" però. Il tumore è benigno, quindi possiamo asportarlo. Ma lei ed il suo bambino correrete dei rischi e forse sarebbe meglio un aborto precoce."

Aborto. Quella parola la fece rabbrividire, non l'avrebbe mai fatto. Avrebbe pagato miliardi per non farlo.

"No dottoressa, non abortirò. Se è benigno, faremo crescere il b-bambino. Non ho intenzione di stroncare una vita." Aveva rivolto lo sguardo verso un punto immaginario. "Nessuno morirà per mano mia."
"Lei corre seri pericoli ed anche il bambino..."
"Non si preoccupi, il bambino è forte, lo so per certo." aveva sorriso amaramente. Certo, era benigno, ma poteva anche tramutarsi in qualcos'altro.
La dottoressa si strinse in sè, era rammaricata, ne aveva viste tante come lei, con la stessa tenacia.
"Le darò qualche giorno di tempo pr riflettere, ma lei rimarrà qui, non la dimetteremo finchè non avremmo finito tutte le analisi necessarie." si era allontanata dalla stanza con passo deciso, ma pensieroso. Aveva sicuramente provato terrore anche lei, perchè se la sua paziente fosse morta, lei avrebbe avuto il gran senso di colpa di non averla potuta salvare.

Bulma rimase sola in quella cupa stanza per altre ore interminabili. Sembrava che il tempo si fosse fermato d'un tratto.
I volti dei suoi amici, dei suoi genitori, di suo figlio e del suo amato principe continuavano a girare nella propria testa. Avrebbero sofferto tutti, soprattutto ora che anche Goku non c'era più sulla Terra. Sarebbe stato un duro colpo per il piccolo Trunks se sua madre non ce l'avesse fatta.
Ma cercò di essere positiva, in fondo il tumore era benigno e poteva essere curato. La cosa importante per il momento era portare avanti la sua gravidanza. Quel bambino avrebbe visto la luce del sole, anche a costo di sacrificare la propria vita.


L'ANGOLO DI BOLLA!

Buon pomeriggio popolo. *si nasconde*
Eccomi qui dopo 23455 giorni, un po' troppi non trovate?
Spero questo capitolo non abbia deluso nessuno, altrimenti linciatemi, insultatemi, imprecatemi. Accetto tutto.
C'ho messo un bel po' a scriverlo, le idee erano tante; alla fine ho voluto far continuare la gravidanza, ma con un piccolo problema. *dolore immenso ç.ç*
Mi sono aggiornata prima di scrivere tutti i particolari riguardanti la malattia e continuerò a farlo visto che la storia si continuerà a basare su questo.
Ora mi dileguo, ho voglia di cioccolata :Q__
A prestissimo mie care, Bolla:*

Ps. non esitate a farmi notare i dovuti errori!
  
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