Libri > Il diario del vampiro
Ricorda la storia  |      
Autore: Lilyanne Gautier    14/07/2012    11 recensioni
La vita a Fells Church aveva ormai preso strane piegature. O meglio strane trame. Non si viveva più una vita normale, sempre se normale poteva dirsi una vita attorniata da creature mistiche e leggendarie. Ormai la vita in quello strano paese si avvicinava di più ad una strana commedia, forse una telenovela.
« Basta. Smettila immediatamente. » in altre occasioni sarebbe morta dalla paura per essersi rivolta a Damon Salvatore a quel modo. Ma era stanca. Stanca di essere sempre così invisibile agli occhi di tutti, stanca di essere vittima di gente come Elena o come lui. Stanca di vedere quello sguardo così perso e vuoto sul viso di Stefan. Era stanca. E Damon doveva piantarla. Ora.
« Come hai detto? Vorrei ricordarti, Strega, con chi stai parlando. Perché forse non ti è chiaro, ma facciamo in modo tu lo capisca bene: Non osare mai più rivolgerti a me con quei toni, o non mi riterrò responsabile di ciò che potrebbe succederti. » finì con un ghigno inquietante. Ma Bonnie lo ignorò e continuò...
One-Shot. (visto che non ho trovato la dicitura nelle opzioni)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Quando ami una persona, l’accetti. Pregi e difetti qual si voglia.



La vita a Fells Church aveva ormai preso strane piegature. O meglio strane trame. Non si viveva più una vita normale, sempre se normale poteva dirsi una vita attorniata da creature mistiche e leggendarie. Ormai la vita in quello strano paese si avvicinava di più ad una strana commedia, forse una telenovela. Due fratelli innamorati della stessa ragazza, la migliora amica di quest’ultima innamorata di uno dei due fratelli, insomma, se qualcuno avesse pensato di metter su una soap opera poteva benissimo prendere ispirazione da quel paesino, tanto carino quanto strano e pieno di mistero.

Bonnie se lo chiedeva spesso: tutti quegli incroci che senso avevano? Elena non poteva stare con Stefan, il quale l’amava oltre ogni dire? E Damon non poteva amare lei, Bonnie, una ragazza un po’ strana e un po’ anonima?

 No. Come aveva detto tempo fa Elena:

“ Per Damon ci vorrebbe una ragazza sicura di sé, una ragazza che lo sappia domare, senza contare che accanto a lui potrebbe stare soltanto una donna bellissima e perfetta”

Al ricordo di quelle parole, Bonnie si strinse nel suo enorme maglione, cercandovi conforto. Quelle parole l’avevano ferita nel profondo. Sapeva che accanto a uno come Damon, sarebbe stata bene una come Elena. Ma sentirselo dire proprio dalla sua migliore amica le spezzò il cuore. Quante volte aveva fantasticato su se stessa assieme a quel vampiro affascinante. Un uomo con secoli e secoli sulle spalle, un uomo vittima e carnefice al contempo, egoista, narcisista, irrequieto, forse a volte un po’ immorale. Ma Bonnie sapeva che dietro quella facciata, dietro ciò che lui mostrava c’era ben oltre. Elena diceva sempre che Damon era una creatura da domare. Beh lei la pensava diversamente. Le persone non si domavano, si amavano, si cercava di capirle, di entrare nei loro panni, ma mai domarle.

« Quando ami una persona, l’accetti. Pregi e difetti qual si voglia… »

Senza accorgersene disse quelle parole ad alta voce. Sorrise, di un sorriso triste e pieno di malinconia. Lei avrebbe amato Damon per quello che era, non le importava se in passato fosse stato un sadico assassino, se la sua natura oscura a volte prevalesse, se faceva stupidaggini. Quello era Damon, il suo Damon, non lo avrebbe cambiato per nulla al mondo. Ovviamente Elena credeva nell’opposto e, come sempre nella vita succedeva, lei aveva l’amore  di Damon ai suoi piedi. Si alzò dalla scrivania, dov’era seduta, ignorando il corvo nero che la spiava ormai da qualche ora e che appena prima lei si voltasse, aveva spiccato il volo. Damon. Da mesi ormai spiava quella piccola strega senza saperne i motivi, si sentiva come una falena attirata dalla luce. Lei era la sua luce. Ironico da un certo punto di vista, lui era pura tenebra, nella sua vita la luce era pressoché un’utopia che non avrebbe mai pensato di raggiungere. Ma ogni volta che incontrava quegli occhi castani, a tratti felici, a tratti spensierati e poi a tratti tristi e malinconici, un nodo allo stomaco lo assaliva. Sensazione che lo rendeva alquanto perplesso. Lui amava Elena, su questo non ci pioveva, come avrebbe potuto non amarla? Era perfetta per lui, la sua principessa dell’oscurità, non aveva niente a che vedere con la streghetta che poco prima aveva davanti, eppure quella ragazzina dai capelli rossi gli faceva nascere sentimenti a lui sconosciuti.

Decise di non pensarci al momento, la sua meta era casa Gilbert, dove vi avrebbe trovata Elena. La sua anima gemella.

Elena era sempre stata una ragazza sicura, ciò che voleva diveniva automaticamente suo, aveva avuto la fortuna di essere bellissima e questo lo sapeva, altroché se lo sapeva. Il suo fascino era ormai famoso a Fells Church, ma soprattutto lei sapeva come usarlo. Grazie ad esso aveva conquistato una miriade di uomini, tutti pronti a prostrarsi ai suoi piedi. Tra questi vi era Stefan Salvatore. Lo amava sì, ma lei amava anche Damon, lui era quello che lei aveva sempre voluto in un uomo: passionale, brutale, selvaggio, ma anche dolce e a volte remissivo. Questo però solo con lei, nessun’altra donna avrebbe potuto vantare una simile ascendenza sul vampiro e lei, ovviamente ne andava fiera. Lei era quella che lo aveva domato, era riuscita nell’impossibile. Aveva conquistato Damon Salvatore e sapeva che se solo lei avesse voluto, lui l’avrebbe portata via da tutto e tutti, persino da Stefan, il quale ormai più che il suo grande amore, era diventato l’ostacolo numero uno per arrivare a Damon. Scosse la testa per l’orribile pensiero appena avuto. Come aveva potuto pensare che Stefan, il suo Stefan, fosse un ostacolo? Era forse diventata pazza?

Si diresse davanti lo specchio per osservarsi, quando un’improvvisa folata di vento la fece voltare. Damon.

« Ehi principessa, sei tu la più bella del reame. » Elena sorrise a quell’uscita, osservò meglio il vampiro. Bello era bello non c’era che dire. Ma era quell’aria da bel tenebroso ad affascinarla tanto. Cosa avrebbe fatto?

« Damon, quante volte ti ho detto di non entrare così di soppiatto? » il ragazzo sorrise malizioso, le si avvicinò e la circondò con le sue braccia.

« Elena, mia dolce Elena. Ammetti che ti rendono felici queste mie improvvise irruzioni… » era vero, la rendevano felice ed euforica, ma se improvvisamente fosse arrivato Stefan? Damon parve capirlo, infatti il suo sguardo si indurì.

« Se la tua preoccupazione è il fratellino, tranquilla! A quest’ora sarà a correre felice sui prati con gli scoiattoli. » Elena si morse il labbro inferiore, sapeva che Damon si era offeso. Proprio in quel momento aveva preso una decisione! Una decisione che avrebbe cambiato tutto.

Nel frattempo, alla pensione, l’ignaro Stefan rimuginava sulla situazione di stallo che c’era tra lui, Damon ed Elena. Aveva passato secoli alla ricerca di un sentimento di puro amore e lo aveva trovato proprio in lei. Lui l’amava oltre ogni dire, ma questo amore aveva un’incognita. Damon, per l’appunto. Ironico, secoli prima si erano battuti per una donna, la quale aveva ad entrambi spezzato il cuore oltre che il loro legame fraterno, e adesso la storia si ripeteva di nuovo. Lui sapeva che Elena amava anche Damon, sapeva delle sue fantasie su lui. Ma non aveva mai avuto il coraggio di affrontare la situazione. L’aveva cercata per così tanto tempo, che ora al pensiero di poterla perdere gli faceva gelare il cuore. Ma forse sapere la verità, avrebbe potuto farlo stare meglio, o almeno era quello che continuava a ripetersi per auto convincersi. La verità era che qualunque scelta avesse fatto Elena lo avrebbe in entrambi i casi ferito. Quella scelta non avrebbe mai dovuto esistere. Lui sapeva di amare solo lei, non avrebbe mai avuto dubbi e così, anche lei non ne avrebbe dovuti avere. Purtroppo le cose non stavano come lui sperava. Distolse lo sguardo dalla foto sul camino, in cui ritraeva lui ed Elena abbracciati e sorridenti, per portarli al suo cellulare il quale due secondi prima aveva vibrato. Bonnie. La sua amica strega gli aveva mandato un messaggio.

{ Stefan, scusa se ti disturbo, non vorrei ma ne sono costretta uffa, spero però che mi perdonerai, no aspetta però prima devo chiederti il favore, oddio mi impappino anche per messaggi, sono una causa persa! Comunque non è che vedresti se nella biblioteca sta un libro di magia su nozioni basi ecc ecc? Passo tra 1oretta a prenderlo se a te va bene! Scusa ancora Stefan! Bonnie.}

Era combattuto tra lo scoppiare a ridere per il modo buffo in cui si esprimeva Bonnie e il sorridere intenerito per la sua dolcezza e bontà d’animo. Optò per la seconda. Bonnie era la ragazza più dolce che avesse mai conosciuto e, come lui, anche lei soffriva per la situazione tra lui Damon ed Elena. Tutti sapevano quanto Bonnie amasse suo fratello, tutti tranne il sottoscritto. O almeno così dava a vedere. Sospirò, se solo Damon si fosse accorto di quella ragazza così dolce e a tratti ingenua, lasciando perdere la sua, forse le cose sarebbero andate diversamente. Si mise a cercarle il libro che le serviva, forse così avrebbe pensato ad altro.

Bonnie buttò in malo modo il cellulare sul letto. Come diavolo faceva a incespicare anche tramite un semplice messaggio? Con Stefan poi? Lo adorava, era alla stregua di un migliore amico, era dolce, gentile e sempre premuroso con lei e ogni qualvolta faceva gaffe assurde lui non gliele faceva pesare. Era forse, la persona che più la metteva a suo agio. Se da una parte soffriva per l’indifferenza che Damon provava verso lei, dall’altra soffriva anche per quell’amico così buono e sincero verso tutti, che proprio non si meritava ciò che sia Damon, sia Elena gli stavano facendo passare. Quel pomeriggio aveva mandato quel messaggio, sì, per quel libro di incantesimi, ma anche e forse, soprattutto, per parlare un po’ con Stefan, consolarlo forse. Sapeva che Damon non si sarebbe mai accorto di lei, ma non per questo doveva abbandonare Stefan a se stesso. Era sua amica e come tale doveva stargli accanto. Bonnie non era stupida come la maggior parte delle persone, Elena in pole position, pensavano. Sapeva che bastava una sola parola di quella ragazza e tutto sarebbe andato in frantumi. Il suo mondo, le sue speranze il suo cuore, ma la cosa peggiore era che anche Stefan avrebbe perso le medesime cose, salvo soffrire ancora di più. Alla fin fine lui aveva “vissuto” quell’amore, cosa che lei con Damon non si avvicinava nemmeno lontanamente come idea. Il distacco per Stefan sarebbe stato lacerante e ciò spezzava il cuore a Bonnie. Scosse la testa cercando di non pensarci. Elena avrebbe preso la scelta giusta, anzi no, era sicura che non avrebbe preso scelte, lei amava Stefan. Damon era solo un’ossessione, tutto qui. Si mise a mettere ordine in camera, era una disordinata cronica, vestiti, scarpe e libri sparsi ovunque. Fu proprio in quel frammento che i suoi occhi si prefissarono su un libro che Meredith le aveva passato tempo addietro. Arrossì violentemente ricordando alcune frasi di quel libro: “Cinquanta sfumature di grigio” era così… così…

« Oh bontà divina! » esclamò tutta rossa in viso, ripensando ad alcune scene davvero esasperanti. Come poteva, l’autrice, scrivere quelle scene senza annaspare dalla vergogna? Ok, era di mentalità aperta, insomma era una strega, con amici vampiri, e poi stava Damon, famoso per le sue uscite davvero vergognose. Ma quel libro… Avrebbe fatto arrossire persino Dam…

Scoppiò a ridere per quel pensiero alquanto idiota. Damon arrossire? Al massimo aveva adempito ad alcuni capitoli di quel libro se non peggio. Alzò gli occhi al cielo demoralizzata. Nascose il libro sotto il cuscino, non voleva rischiare che qualcuno lo trovasse, sarebbe morta di vergogna. Si diresse verso l’armadio e prese il giubbino di jeans, dopo averlo indossato riavviò i suoi lunghi capelli rossi e si diresse verso l’uscita. Destinazione: pensione Salvatore.

Gli sguardi continuavano ad alternarsi: Damon, porta. Damon, porta. Come aveva potuto sperare che questo momento non arrivasse mai. O addirittura che quello che avrebbe pagato a caro prezzo non fosse stato proprio lui: Stefan.

Elena aveva scelto e lo aveva fatto nel peggiore dei modi. Aveva mandato Damon, suo fratello, a dargli la lieta notizia. Come aveva potuto? Dopo tutto quello che avevano vissuto: dolori, gioie, pianti e sorrisi. Come? Perché non dirglielo di persona? Questo lo aveva distrutto. Aveva immaginato tanti scenari: lei che se ne andava via ridendogli in faccia, lei che piangeva disperata perché un po’ si dispiaceva per lui…

No. Lei aveva mandato il motivo per cui adesso il suo cuore era diventato di vetro scheggiato. Suo fratello.

« Sai qual è la cosa divertente? » esplose improvvisamente Stefan, mettendo su un sorriso pieno di dolore, di amarezza. Damon lo guardò con indifferenza per poi rispondere a mo’ di scherno « Il fatto che io per la prima volta abbia vinto? Che non sia la seconda scelta? Mmm, sì ammetto che è una vera goduria » Stefan scosse la testa stringendo i pugni.

« La cosa divertente è che io la amo ancora, nonostante lei mi abbia fatto questo, io la amo. E nonostante tu mi abbia fatto questo… Amo anche te. » Damon rimase basito di quella confessione a cuore aperto, improvvisamente si sentì un estraneo che guardava la scena di un film, seduto all’ ultima fila di un cinema a basso costo. Suo fratello lo amava…

Non riusciva a formulare una risposta alla Damon Salvatore. Ma in ogni caso non ve ne fu tempo, visto che Stefan riprese subito la parola.

« Tu non la ami nemmeno! Damon, tu non la ami, volevi vincere. Volevi punirmi, volevi arrivare primo. Beh ci sei riuscito, ma a cosa è servito? Se per riavere l’amore di mio fratello dovevo essere annientato così, beh… Ce l’hai fatta Damon. Mi hai annientato. » Era basito, aveva vinto. Aveva Elena. Ma perché più ascoltava le parole di Stefan e più si rendeva conto che quella vittoria non gli faceva provare niente, se non un qualcosa che non riconosceva, ma che era molto fastidioso.

Decise di sopprimere tutto. Lui aveva vinto. Non importava come o perché, lui aveva l’amore di Elena. La sua Elena. Il resto non gli importava.

Mise su il suo solito ghigno da menefreghista e superò Stefan, pronto a lasciare la pensione. Ma poco prima arrivasse alla porta, questa si aprì, mostrando l’esile figura della strega. Bonnie.

Ci aveva messo un po’ più del previsto ad arrivare alla pensione. Lungo il tragitto aveva ricevuto uno strano sms da parte di Elena, dove le chiedeva di poterle parlare. Ma essendo alla guida non poteva di certo rispondere e, ovviamente nemmeno con quel tempo. Infatti, improvvisamente il cielo si era fatto grigio piombo e piccole gocce di pioggia avevano iniziato a cadere dal cielo.

Ed ora era lì, davanti ai due fratelli. Stefan vicino alla biblioteca e Damon vicino alla porta. Vicino a… Lei.

Cercò di ignorare l’orribile sensazione che le era montata addosso appena aveva oltrepassato quell’uscio e iniziò a parlare.

« Ehm ciao. Ho… Ecco volevo solo… Stefan ero passata per i libri ma posso passare dopo. » Stefan non le rispose, osservava con sguardo vacuo la finestra vicino alla biblioteca.

« Strega, ti conviene passare dopo, il mio fratellino è entrato nella fase della commiserazione. Sai della serie: Oh il mondo mi odia, il mio cattivo fratellone mi ha rubato la ragazza, come farò adesso? Mi ciberò di più conigli… » Bonnie smise di ascoltarlo non appena aveva sussurrato le parole “rubato” e “ragazza” se avesse potuto avrebbe pianto.

E così Elena aveva scelto. Aveva scelto Damon. Si voltò verso Stefan e non poté trattenere un singhiozzo. Il suo migliore amico era a pezzi, non serviva un genio per capirlo.

Damon dal canto suo continuava a blaterale, prendendosi gioco del cuore spezzato di suo fratello. Come aveva potuto? Stefan lo adorava. Ed Elena? Le voleva bene, ma ora come ora l’avrebbe presa a schiaffi. Provò una rabbia ostile verso quei due. Stefan non meritava tutto quel dolore, non un animo buono come il suo. Lei stessa non meritava ciò. Elena sapeva cosa ella provasse per Damon, ma ciononostante aveva deciso di tradire lei e Stefan.

Spostò lo sguardo da Stefan a Damon, e stanca del suo continuo sbeffeggiare il fratello parlò.

« Basta. Smettila immediatamente. » in altre occasioni sarebbe morta dalla paura per essersi rivolta a Damon Salvatore a quel modo. Ma era stanca. Stanca di essere sempre così invisibile agli occhi di tutti, stanca di essere vittima di gente come Elena o come lui. Stanca di vedere quello sguardo così perso e vuoto sul viso di Stefan. Era stanca. E Damon doveva piantarla. Ora.

« Come hai detto? Vorrei ricordarti, Strega, con chi stai parlando. Perché forse non ti è chiaro, ma facciamo in modo tu lo capisca bene: Non osare mai più rivolgerti a me con quei toni, o non mi riterrò responsabile di ciò che potrebbe succederti. » finì con un ghigno inquietante. Ma Bonnie lo ignorò e continuò.

« Sì che lo so. So con chi sto parlando. » Damon scosse la testa compiaciuto ma Bonnie continuò.

« Sei una persona egoista. Hai tolto ciò a cui tuo fratello teneva di più, e per cosa poi? Per vincere? Per vincere, cosa? Una partita che è iniziata… Che tu hai iniziato e giocato da solo per 500 anni? Lascia che ti dica una cosa: tu non hai capito niente dell’amore. Tu non sia nemmeno cosa sia. Non ami Elena. Non ami Stefan. Non ami te stesso. Tu non sei in grado di amare, per te è tutto un gioco, dove chi vince sfoggia il premio migliore. Hai vinto Elena, hai spezzato il m… hai spezzato il cuore della persona che più ti ama a questo mondo… » Bonnie avrebbe voluto dire il MIO, ma non poteva, il dolore, la rabbia aveva preso il sopravvento non facendola ragionare. Voleva scalfirlo, ma il suo viso era e rimaneva di pietra. Ma continuò comunque.

« Hai spezzato il cuore di tuo fratello, fregandotene dei suoi sentimenti. Chi diavolo ti credi di essere, adesso per sbeffeggiarlo così? Non sei nessuno ok? Nessuno. » Damon non ci vide più. I suoi canini si allungarono fino a formare delle zanne abbastanza inquietanti, prese Bonnie per le spalle e la sbatté sul tavolo. Era arrabbiato. Come aveva osato quella ragazzina rivolgersi a lui in quel modo? Nessuno diceva a Damon Salvatore quello che aveva detto lei e uscirne illeso. Avrebbe pagato con la vita. Stava per gettarsi sul suo collo quando lo sguardo di lei lo bloccò. Delusione. Quegli occhi che tanto gli piacevano, esprimevano delusione. Ed era stato lui. Ma alla fin fine cosa gliene importava? Erano solo degli occhi. Occhi che gli piaceva osservare. Vide Stefan con la coda dell’occhio scaraventarsi su lui. Poteva fermarlo e uccidere la strega…

Ma non lo fece. Stefan gli fu addosso spingendolo contro il muro, ma lui non reagì. Perché? Continuava a chiedersi. Stefan prese la parola, aveva gli occhi neri e i canini in fuori. Eppure era freddo, glacialmente calmo. Non lo aveva mai visto così.

« Vattene. Hai avuto ciò che volevi. Non hai più niente che ti trattenga in questo luogo. » finì senza mollare la presa. Damon voleva rispondere a modo suo, ma questa volta non ce la fece. Stefan si allontanò di poco senza nemmeno guardarlo. Damon volse un ultimo sguardo a Bonnie e se ne andò senza nemmeno voltarsi.

Era passata un’ora. Stefan era seduto, immobile, a fissare le fiamme del camino. Bonnie invece fissava fuori dalla finestra. Dopo che Damon se ne era andato, nessuno aveva più proferito parola. Aveva controllato il suo cellulare, leggendovi quattro sms da parte di Elena. Il più divertente?

Oh Bonnie, perché non rispondi? È successo un casino e non trovo Damon, non sai come mi sento in questo momento. Ho bisogno della mia migliore amica. Fatti sentire

Bonnie rise amaramente in silenzio. Come al solito la vittima era lei. Elena. Tutti dovevano accorrere al suo cospetto perché giustamente era LEI che stava male. Lei era quella col cuore spezzato in mille pezzi. I sogni e le speranze erano state portate via a lei. Bonnie fu così sopraffatta dalla rabbia che strinse il cellulare fino s stritolarlo. Si voltò verso Stefan, era lì distrutto nel suo dolore. Non una parola. Era così ammirevole…

Un uomo che era appena stato ucciso se ne stava lì, seduto senza emettere alcun suono. Lei al contrario si sarebbe messa a piangere di lì a poco. Fu per questo che si diresse verso lui e senza dire nulla lo abbracciò. Stefan rimase in un primo tempo sorpreso di quel contatto. Lui e Bonnie avevano un bel rapporto di amicizia ma non si era mai spinto oltre le parole. Sentire quell’abbraccio privo di malizia e pieno di tenerezza gli colmò brevemente il cuore. Salvo poi ricordarsi che non aveva più un cuore da colmare.

Alzò la mano carezzandole lievemente la testa rossa, sapeva che si stava sforzando di non piangere. Anche lei ne era uscita ferita. Sapeva benissimo che provava qualcosa per suo fr… per Damon.

« Stefan mi dispiace io… Io vorrei fare qualcosa per te. » esclamò Bonnie con voce tremante. Stefan sorrise. Non c’era nulla che lei potesse fare. Nessuno poteva fare niente.

« Lo so. » disse solamente.

 

Era l’una di notte inoltrata e Bonnie non riusciva a dormire. Dopo essere rimasta un po’ abbracciata sul divano con Stefan, aveva capito che non poteva fare molto per lui. Ragion per cui era tornata a casa, prendendo con sé i libri di magia che Stefan le aveva preparato nel pomeriggio. Ma adesso non sapeva che farne, voleva scaraventare tutto dalla finestra!

Come aveva potuto Elena farle questo? Sapeva quanto tenesse a Damon, ma ciononostante glielo aveva “rubato”.

« Oh andiamo, stupida! Non può rubarti qualcosa che non è mai stata tua! » disse ad alta voce. Il che era vero. Lei non aveva mai “posseduto” Damon. Sospirò frustrata. Il suo cellulare lampeggiava. Era sicura di aver letto tutti i messaggi. Si diresse verso il minuscolo oggetto, trasse un respiro profondo e lesse.

Ti ho mandato alcuni messaggi e non ho ricevuto risposta. Bell’amica che sei, io ho bisogno di te e tu mi ignori! Sei un’egoista Bonnie. Un’ egoista. Buona notte! Elena.

« Ah io sarei l’egoista? Brutta stronza, megera infrangi cuori! » disse Bonnie in preda ad una furia cieca.

Lanciò il cellulare contro il muro facendolo finire in mille pezzi. Come osava darle dell’egoista?

« Santa Elena di sti cazzi! Ma come ha potuto quel cretino di Damon innamorarsene? E Stefan? E io? Sono più cretina di loro a starle dietro. Stronza malefica! »

Urlava per tutta la camera, conscia ovviamente di essere sola in casa.

Chiunque l’avesse vista l’avrebbe presa per pazza. Il che iniziava a non dubitarne nemmeno lei.

Per la foga che aveva messo nel ridurre la camera in un campo di battaglia, si ritrovò il libro che Meredith le aveva dato. “Cinquanta sfumature di grigio

Lo lanciò dall’altra parte della stanza in preda alla rabbia. Esclamando a gran voce parole che forse non erano soltanto semplici parole.

« Stupido libro. Una roba simile potrebbe piacere soltanto a una come Elena. Beh, spero che Damon sia alla giusta portata del protagonista di quel libro. » In preda alla rabbia Bonnie non notò che il libro che aveva scaraventato dall’altra parte della stanza, era atterrato sul libro di magia, aprendosi.

 

Elena intanto era in preda all’isterismo. Damon non si era ancora fatto vedere, Meredith aveva il cellulare spento e la  segreteria diceva che era con Alaric. E Bonnie, la sua migliore amica non le rispondeva. Che razza di amica era? Lei aveva bisogno di essere consolata e Bonnie la ignorava.

Era ormai un’ora buona che faceva avanti e indietro per la stanza. Almeno fin quando non udì un rumore.

Si voltò lentamente scorgendo la figura scura di Damon.

« Oddio Damon ma che fine avevi fatto? Dov’eri? » Damon la guardò in un modo che Elena non seppe decifrare. Il moro scosse brevemente la testa e rispose.

« In giro. » in realtà era stato tutto il tempo seduto in riva a un lago. Non era solito mettersi a fare pensieri profondi davanti a paesaggi dai colori sfavillanti, quello era piuttosto Stefan. Lui era più tipo da letto-ragazza-pavimento. Non per forza nel giusto ordine. Stefan…

“Vattene. Hai avuto ciò che volevi. Non hai più niente che ti trattenga in questo luogo”

Riusciva ancora a sentire la voce di suo fratello mentre con assoluta freddezza gli diceva quelle parole. Si era sforzato di ignorarle, insomma lui era Damon Salvatore niente e nessuno poteva scalfirlo. Ma quelle parole, dette con quell’assoluta glacialità lo avevano… Ferito.

Adesso osservava Elena. Quante volte aveva sognato questo momento? E adesso che l’aveva davanti, perché non era come l’aveva immaginato?

“Tu non sei in grado di amare, per te è tutto un gioco, dove chi vince sfoggia il premio migliore.”

Le parole della strega, Bonnie, gli vorticavano in testa. Non era un gioco, lui amava Elena. Lui… Elena non era un premio. Non lo era.

“Non ami Elena. Non ami Stefan. Non ami te stesso.”

Diede un pugno alla parete.

« Ti sbagli. » ringhiò in modo feroce, facendo sobbalzare Elena, la quale si avvicinò lentamente.

« Damon, ti ho solo chiesto dove sei stato… » disse spaventata. Damon si voltò a guardarla. Improvvisamente un ronzio prese a tormentarlo. Era come avere mille spilli nella testa. Per un momento perse persino l’udito. Scosse la testa attonito. Cercò di reggersi alla parete, finché Elena non gli andò incontro.

« Oddio Damon, stai male? » la guardò e capì che quella notte sarebbe stata sua.

Elena lo guardava sconcertata. Damon aveva un espressione da pazzo. Non lo aveva mai visto così, era come se non fosse nemmeno lui.

« Damon sei strano. Sei sicuro di star bene? » Damon ignorò la sua domanda e come un predatore si avvicinò a lei lentamente.

« Mai stato meglio Elena. » Elena? Da quando Damon la chiamava per nome? Non fece in tempo a formulare altre domande che Damon le fu addosso. Le sue mani esperte continuavano a vagare sul suo corpo, esplorandolo lentamente e dolcemente. Elena non riuscì a trattenere un gemito. Mai avrebbe pensato che Damon fosse capace di simile dolcezza. Solitamente lui era quello rude. Passionale. Ma adesso le ricordava un po’… No! Non poteva pensare a Stefan, adesso. Damon la prese in braccio e la distese sull’enorme letto a baldacchino situato al centro della stanza.

Continuava a baciarle il collo. Elena credeva di impazzire. Improvvisamente Damon si fermò. Elena alzò il capo per vedere perché si fosse fermato e lo trovò a fissarla immobile.

« Damon tut… »

SBAM!

Elena non fece in tempo a finire la frase che uno schiaffo le arrivò frontale, centrandola in pieno viso. Fissava Damon alquanto shockata. Stava per ribattere ma…

SBAM!

Un altro schiaffo l’aveva centrata. Osservava il vampiro con la bocca aperta. Lui in compenso continuava a guardarla come se si stesse concentrando in quello che faceva. Elena era allibita, non capiva perché Damon la stesse gonfiando di schiaffi. Aveva intuito qualcosa di strano nel vampiro appena avevo varcato la porta, ma addirittura prenderla a schiaffi? Elena si sollevò sui gomiti per chiedere spiegazioni ma Damon la prese alla sprovvista ricominciando a baciarla. Alla fine si arrese ai suoi baci, così dolci e al contempo così eccitanti. Riuscì a sollevarsi del tutto fino a mettersi a cavalcioni su di lui, lo baciava come sapeva a lui piaceva. Ma improvvisamente Damon si bloccò di nuovo. Con una mano le teneva fermi i polsi e con l’altra le carezzava il volto dolcemente…

SBAM!

Elena non ci vide più dalla rabbia. Si mosse velocemente riuscendo a liberarsi dalla presa del moro e…

SBAM!

Gli diede uno schiaffo tremendamente forte. Il vampiro parve come risvegliarsi. Scosse la testa e la fulminò con lo sguardo.

« Elena, ma sei scema? Perché mi hai preso a schiaffi? » la ragazza lo guardava allibita. Ma la stava prendendo in giro?

« Ma sei pazzo o cosa? Mi hai praticamente gonfiata di schiaffi! » Damon la guardò con un sopracciglio inarcato. Che fosse pazza? Si chiese.

« Ma stai bene? Hai forse sognato? Io non ho preso a schiaffi nessuno. » disse alzando gli occhi al cielo per l’assurdità della situazione. Ma Elena non demordeva infatti accese la luce per mostrare le prove di quanto diceva.

« E questo che cosa sarebbe? Guarda come mi hai ridotta. Io… Damon ho sbagliato tutto. Io amo Stefan. Amerò sempre Stefan. Mi dispiace ma tra noi non può funzionare. Torno a casa. »

Elena tornò a casa sua mentre Damon…

Lui non sentiva niente, anzi forse si sentiva sollevato. Anche se aveva una strana sensazione addosso. Rimaneva il fatto che Elena se ne era andata, lo aveva lasciato. Aveva persino insinuato che l’avesse presa a schiaffi. Lui, Damon Salvatore. Lui con le donne non faceva l’amore, no. Lui fotteva...  Senza alcuna pietà*. Oddio ma da dove gli era uscita questa? Comunque lui si divertiva ma di certo non le pestava a sangue.

Passò velocemente, così, quella strana notte a Fells Church.

Il mattino seguente Bonnie si trovava alla pensione per ridare i libri a Stefan. Ovviamente lo trovò intendo ad osservare le fiamme nel camino.

Non era nemmeno sicura l’avesse sentita arrivare.

« Ehi Stefan, ti ho portato i libri. Alla fine non sono nemmeno riuscita a leggerli tutti. » Stefan le rivolse un sorriso che non arrivò agli occhi.

« Potevi tenerli ancora Bonnie. Non c’è alcun problema lo sai. » Bonnie stava per rispondere ma fu interrotta dal rumore della porta che si apriva.

Quando si volse per vedere chi fosse quasi non si strozzò con la sua stessa saliva. Elena.

Era lì, sulla soglia, in lacrime e… Con la faccia gonfia come se fosse reduce da una rissa. Stefan la guardò allarmato e si diresse verso lei con velocità vampira.

« Elena! Elena, ma che ti è successo? Dimmelo. » Elena gli gettò le braccia al collo.

« Perdonami Stefan. Ti prego perdonami. Sono stata così sciocca, io ti amo, ti ho sempre amato, perdonami ti prego! » sia Stefan che Bonnie la guardavano allibiti. Al ché quest’ultima chiese spiegazioni.

« Ma che è successo, Elena? »

Elena iniziò a spiegare quello che era successo e man mano che il discorso si inoltrava verso la fine, Bonnie venne colta da un’illuminazione improvvisa.

Le scene che descriveva Elena, le erano familiari. Solo allora si rese conto del perché.

Oh mio Dio. Il libro di Meredith!

Bonnie si ritrovò con una mano in bocca per trattenere le risate che di lì a poco sarebbero uscite con prepotenza fuori. Si scusò ed uscì dalla pensione.

Certa che ormai la porta fosse chiusa, scoppiò a ridere senza ritegno e prese a correre all’impazzata per non farsi sentire. Oddio non riusciva a capire. Che fosse stata lei? Senza volerlo forse…

« Ahahahah oddio. Non posso farcela ahahah. » si teneva la pancia con le mani dal tanto ridere.

Rideva così tanto che non vide la figura davanti a sé, andandoci così addosso.

« Si può sapere cosa diavolo ti fa ridere tanto da venirmi addosso? » Damon.

Bonnie lo guardò con occhi sgranati per poi ricominciare a ridere.

Damon spazientito la guardava tra lo stranito e l’incazzato. Bonnie vedendo l’irritazione evidente del moro, si diede un contegno e parlò.

« Damon. Ciao… No ok te lo devo dire: Sai non sapevo avessi certe pulsioni ahahahahah » Damon la guardava sbigottito. Da quando la rossa era così sfrontata? Stranamente invece che arrabbiarsi gli veniva da sorridere nel vederla così felice. Ma tuttavia decise di fingersi arrabbiato.

« Si può sapere di cosa stai parlando? » Bonnie si fece seria.

« Hai preso a schiaffi Elena! »

« No. Cioè lei continua a dire che io l’abbia presa a schiaffi, ma giuro che io non ricordo. Poi ovviamente la guardo in faccia e mi sembra di vedere un sacco da pungiball, obiettivamente qualcuno l’ha gonfiata. In  questo caso sembro esser stato io… » finì Damon più confuso che mai. Stava per continuare, ma notò che Bonnie era strana. In primis era di profilo con una mano sulla bocca e in secundis… Aveva gli occhi lucidi come se stesse piangendo.

« Ehi, perché piangi? » chiese improvvisamente Damon. Ma Bonnie non gli diede risposta. Anzi prese a correre a più non posso lontano da lui.

Il moro ci capiva sempre meno, ma voleva scoprire cosa c’era sotto, perché ne era sicuro. C’era qualcosa sotto. E sospettava che la streghetta sapesse pure che cosa.

La raggiunse senza troppi sforzi. Si era appoggiata ad un albero. Era di spalle.

Si avvicinò molto lentamente finché non si ritrovò a pochi centimetri da lei. Non capiva perché stesse tremando. La voltò lentamente e con enorme stupore notò che non stava piangendo, ma bensì stava trattenendo le risa.

« Ahahahaha oddio Damon, perdonami ahahahah non ce la faccio sto per scoppiare ahahahahha » Doveva essere infuriato. Mai nessun uomo o donna che fosse gli aveva riso in faccia. Ma sentire quel dolce suono lo rasserenava. Decise però di metter su la sua faccia da stronzo.

« Smettila. Piuttosto dimmi che sai? Cosa è successo in realtà? » Bonnie si bloccò e divenne improvvisamente rossa.

Interessante.

Si disse mentalmente il moro. Bonnie iniziò a parlare.

« Ecco vedi… Io ero molto arrabbiata, ma ti giuro non volevo fare magie o altre cose… » Damon assottigliò lo sguardo.

« Hai fatto un incantesimo perché la prendessi a schiaffi? » se la situazione non fosse stata alquanto grottesca si sarebbe messo a ridere.

Bonnie era rossa dalla punta dei piedi a quella dei capelli.

« No. Ti giuro che non era intenzionale. Ma vedi, avevo per le mani un libro che Meredith mi aveva dato e scaraventandolo, è atterrato su quello di magia e io forse e, dico forse, avrei potuto dire alcune paroline che hanno fatto in modo che tu ecco… Sì insomma… » Damon le si avvicinò ancora di più.

« Che paroline? » Bonnie cercò di arretrare ma non poté visto che era stata così intelligente da auto intrappolarsi tra Damon e un albero.

« Il protagonista del libro… Ecco, è una specie di deviato mentale a cui piace fare certi giochetti, sai frustate, giochini erotici vari… SCHIAFFI… Ahahahahah scusami Damon ahahaha ok la pianto promesso. Giuro, non l’ho fatto apposta, ma ero arrabbiata e … Mi dispiace. » Damon la guardò intenerito, le mise una mano sulla guancia e sospirò.

« Perché? Voglio dire… Perché tutto questo? » Bonnie lo guardò colpevole.

« Ero arrabbiata con te, con lei. Io… Non riuscivo a credere che tu potessi fare una cosa del genere a tuo fratello. » Damon ritrasse la mano come scottato.

« Già… perché io non sono in grado d’amare, né lo merito vero? » Bonnie lo guardò mortificata, ricordando le parole che gli aveva rivolto. Si avvicinò lentamente e gli prese una mano.

« Damon mi dispiace. Ero arrabbiata, non le pensavo davvero le cose che ti ho detto. Sono sicura che tu sia in grado d’amare e soprattutto, che tu lo meriti più di chiunque altro. Ma non è portando via quello di tuo fratello che avrai ciò che meriti. Tutto qui… Mi dispiace. » disse mortificata. 

Damon si voltò, le alzò il viso e le posò un tenero bacio sulle labbra. Un bacio che di lì a poco si trasformò in  qualcosa di più, fino a diventare pura passione.

Solo in un secondo tempo riuscirono a staccarsi l’un l’altro. Bonnie era senza fiato e rossa in viso, mentre Damon la fissava con un ghigno divertito.

« Sai streghetta non ti facevo, fervente lettrice di certi libri… » Bonnie presa in contropiede diventò dello stesso colore dei suoi capelli. Damon di conseguenza scoppiò a ridere.

« Ahahahhah » Bonnie sbuffò e lui le diede un tenero bacio sulla guancia.

« E dimmi, come si intitolerebbe questo libro? » chiese incuriosito.

« Cinquanta sfumature di grigio… » disse farfugliando, Bonnie. Il moro si grattò il mento.

« Per come l’ho ridotta io avrei detto viola. L’ho pestata ben bene. » finì tranquillo. Bonnie rise, lo prese per mano e insieme si diressero verso il pensionato.

Per una volta ringraziava Meredith per il suo gusto discutibile in fatto di libri.

Prima di entrare si scambiarono un bacio. Bonnie sapeva, che di li a poco Elena sarebbe esplosa. E la cosa in fondo non la preoccupava più di tanto. Al suo fianco, adesso, c’era uno schiaffeggiatore degno di nota. Che di sicuro da ora in avanti l’avrebbe protetta da ogni pericolo. Persino dall’escandescenze di una biondina dalla pelle viola.

 

 

 

☽°o¤øø¤o°☾

 

 

*Frase presa dal libro “Cinquanta sfumature…”

Salve a tutti! Eccomi qui con una nuova os, questa volta nel fandom del diario del vampiro. So che dovrei aggiornare le altre storie ma ci sto lavorando u.u’

Comunque, come tutte sappiamo, in questo periodo è un commercio il libro 50 sfumature bla bla. Bien non mi metto qui a commentarlo o altro. Ma fatto sta che avevo da tempo in mente questa os e leggendo alcune pagine di quel libro mi era venuta in mente qualche scenetta davvero divertente ai miei occhi. Così ho deciso di plasmarla e farne una vera storia. Ahahaha che dire? Spero vi piaccia. Ovviamente questa os non ha intenzione di offendere nessuno, anzi, ha scopo di far sorridere e perché no? Scatenare tenerezza nei confronti dei personaggi… Ok non tutti, togliamo Elena u.u’’ che mi sono divertita a farla prendere a schiaffi u.u’’

Ringraziamo Marta (Betrayed_89) per la bellissima covere ahauhauh Grazie tesò! Ti voglio bene. E inoltre aggiungo:

Io e la mia amica Marta abbiamo messo su un gruppo su fb,in cui si parla di libri,spoiler delle nostre storie,giochi,quiz,film,o semplicemente ci si conosce,ci si scherza e si fa amicizie! Siete le benvenute vi aspettiamo ;)  

Betrayed and Lilyanne's Stories


Per chi invece volesse aggiungermi  su fb io sono  

Lily Masen

Che dire? Spero vi piaccia. Adesso scappo. Grazie per l’attenzione ^_^ Kiss kiss Lily!

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il diario del vampiro / Vai alla pagina dell'autore: Lilyanne Gautier