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Autore: Nancy17    14/07/2012    0 recensioni
Se conosci Gintama, conosci la famosissima Agenzia Tutto-fare, costituita dai suoi grandiosi membri: Gintoki Sakata, Shinpachi Shimura, Kagura e il suo cagnolone spaziale Sadaharu. Ma se...l'agenzia si allargasse improvvisamente?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscimmo di corsa e nel piazzale trovammo...

- Ma…cos’è sto’ macello?? – affermò Gintoki, allibito.
- Perché ci sono dei buchi a terra? –

Trafori…c’è stato un combattimento tra Goku e Freezer…non me lo sarò mica perso? – si chiese – Uhm? Ma quella non è… - Gintoki indicò dei uomini con le divise nere.

- La Shinsengumi? –

- Gin!!!! Niha!!!! – Kagura ci chiamò e ci salutò tutta felice e sorridente. Un secondo dopo, tornò a sparare con l’ombrello e ad urlare come una forsennata.

- Sembra…Terminator…- dissi, quasi scioccata.

- Non sembra…è…-

- Capo. Devo farvi strada? – spuntò in mezzo a noi due, Okita che teneva sulla spalla il bazooka. Ci spaventammo.

- Ma sei scemo? Vuoi farmi crepare prima di aver visto l’ultima puntata di Pinko? –

- L’hanno già data. –

- Coooosa??? Quando? –

- Sta’ mattina. –

- Me la sono persaaaaaa!!! – esclamò disperato Gintoki, che si mise le mani tra i capelli.

- Io l’ho vista. –

- Davvero? -

- Certo! Pinko decide di tornare nella sua città natale, ma quando arriva trova solo un topo che mangia formaggio e che gli dice “strapazzami di coccole”. –

- Ma che cavolo di fiction hai visto? –

- Quella: In questo mondo non ci sono solo topi che mangiano formaggio! –

- Ma di che cavolo stai parlando… -

- Tu sei strano, capo. –

- No!! È il tuo cervello ad essere strano! –

- Quel topolino piace tanto anche a me. – intervenni come se niente fosse.

- Che fai? Gli dai spago? Pensiamo a passare in mezzo a quella marmaglia, piuttosto! -

- Tranquilli…vi faccio passare io. – puntò il bazooka.

- No!!! Non ci pensare neanche!! –

- Oh! – esclamò guardandomi. – Ciao, bella biondona! – mi salutò tranquillamente.

- Eh? Ha chi “bella biondona”?? – risposi mezza incavolata.

- Non sono io che ti chiamo così, ma quello lì…lo vedi? -. Okita indicò in mezzo alla folla.

- Ci sono troppe persone, non capisco chi stai…-. Okita sparò all’improvviso.

- AAAAAH!!!! – urlammo io e Gintoki, mettendoci le mani in testa.

- Ma sei scemo? Vuoi ammazzare tutti?? –

- No…solo lui. – rispose come se niente fosse e indicò la fumera. Una volta che il polverone se ne fosse andato, vedemmo un uomo. Era in piedi, con le mani in tasca e la sigaretta in bocca, mentre tutti coloro che gli erano accanto erano stati colpiti dal colpo sparato da Okita; quindi ora si trovavano tutti stesi a terra con i vestiti mezzi strappati.

- Okita…- disse calmo –T’AMMAZZO!!!! –. Guardò verso di noi ma puntò la spada verso Yamazaki, che svenne.

- È quello…quello là, ti chiama “bella biondona”. –

- Non dire stronzate!!! Ehi, Yamazaki! Ti sei addormentato? – urlò prima a noi, e poi si rivolse al povero sottoposto steso a terra.

- Cavolo! Che orecchio! Ci sente da laggiù? – osservò Gintoki.

- Idioti! –

- To-Toshi… - lo chiamò Kondo steso a terra su un fianco, con mezza camicia e con una manica del pantalone strappato a mò di pantaloncino.

- Eh? Comandante! -. Toshiro si avvicinò e si abbassò.

- Toshi…non dirlo a nessuno, ti prego. –

- Cos…-. All’inizio non capiva cosa volesse dire il suo comandante, poi l’occhio gli andò sul sedere. – Uhm? AAAAAAH!!! –

- GIIIN!!! GIN!! AIUTAMI!!! – Shinpachi urlava come un matto perché non riusciva a tenere ferma Kagura, che continuava a sparare. – NON HA LE PUPILLE!! LE PUPILLE!! -

- Ma non gli finiscono mai i proiettili? – chiesi sbalordita.

- Tranquillo capo. Ci penso io a fermarla. – Okita corse verso la ragazzina, portandosi dietro il bazooka.

- Noooo!!! Tu no!! Tu sei sadico, lei è Terminator!! – Gintoki gli corse dietro con le braccia spalancate verso il ragazzo.

Non feci in tempo a dire a Gintoki di aspettare che dovetti scansarmi subito o sarei stata colpita in pieno dalla lama.
Takasugi. Stava per colpirmi, ma perché? Prima mi vuole salvare e poi quasi mi ammazza? Poi osservai i suoi occhi. Erano cambiati.
- Taka…-. Non feci in tempo a finire che si lanciò contro di me a spada tratta. Riuscii a schivare il secondo attacco proveniente da destra, ma non me ne aspettavo un altro. Avendo la lama a sinistra, Takasugi la raddrizzò e mi colpì al fianco provocandomi un taglio. Caddi a terra per il dolore. Senza avere il tempo di capire, mi tirò un calcione dritto sul pezzo che mi fece ruzzolare giù per scalinata. C’era troppa confusione perché gli altri si accorgessero di ciò che stava succedendo.
Takasugi scese le scale. Cercai di rialzarmi, tentando di ignorare il dolore al fianco. Respiravo a fatica. Avevo ancora i postumi della battaglia di prima. Con lo sguardo vidi che Takasugi si avvicina sempre di più. Mi asciugai il sangue al lato della bocca e con uno sforzo mi rialzai. Vedendomi alzare, Takasugi sguainò di nuovo la spada e corse verso di me. Quando alzai lo sguardo su di lui, era troppo tardi.
I miei tempi di riflessione si erano abbassati davvero così tanto? Oppure non volevo credere a ciò che stava succedendo?
La mia respirazione diminuiva. Avevo il viso poggiato sulla spalla sinistra di Takasugi, mentre lui, con una mano, mi teneva teneramente la testa.

- Perché? – mi chiese dolcemente. – Perché sei passata dalla sua parte? – sospirò. Non mi uscivano le parole. – Io volevo salvarti. Avrei voluto tenerti con me…ma tu…- fece una piccola pausa, prese un respiro profondo. -…tu…sei voluta andare con lui. -. E affondò ancora di più la lama nel mio addome.

-Ah… -

- Ssh! Tranquilla…passa subito…questione di poco, poi non sentirai più niente. – mi disse, tranquillizzandomi e accarezzandomi la testa. – Abbi cur…argh!! -.


Con le ultime forze che mi rimanevano, affondai la mia lama nel suo ventre e con l’altra mano tenni la sua lama che piano piano estrassi.
- Argh! -. Gemetti all’estrazione della lama dal mio corpo. Poi fissai Takasugi negli occhi, il quale era rimasto confuso. – Tsk…pensavi davvero…che…mi sarei fatta battere così? – sorrisi, anche se amaramente. Poi estrassi la mia lama dal suo ventre. Si lamentò Takasugi. Fece qualche passo indietro e sputò del sangue. Il mio respiro si faceva sempre più affannato, ma continuavo a sorridere malinconicamente.
Poi arrivo Matako che soccorse disperatamente Takasugi. Se lo teneva stretto. Poi chiamò altri sottoposti per farsi aiutare a portarlo via. Mentre se lo caricavano, Matako mi rivolse uno sguardo freddo e di disprezzo. Era odio quello.
Era già da un po’ che non sentivo può molto bene. Quei rumori di urla e spade che si contrastavano apparivano alle mie orecchie come ronzii neanche tanto fastidiosi.
Le gambe mi si mossero da sole. Mi rivolsi a sinistra e comincia a camminare, mentre il sangue dalla ferita cadeva a terra. Non sono dove stavo andando, ma non ci pensavo…non pensavo a nulla…per la prima volta la mia mente era libera, come se volasse. Poi il buio. Sentii solo il tonfo di un corpo che cade…il mio corpo, inerme d’un lato.
   
 
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