He won't go.

Avevi detto che non te ne saresti andato. Avevi detto che saresti rimasto con me, a farmi compagnia, a farmi capire quello che non ho mai capito... speravo anche che saresti rimasto ad amarmi.

Non posso sopportare questo momento, si protrae mentre io perdo la testa, riaffiorano i ricordi dalle cose che trovo come annotazioni e abiti che hai lasciato.

Non vedo niente che possa salvarmi da questa nave senza scialuppe che affonda veloce come un sasso, mentre io cerco di farla arrivare almeno fin dove posso nuotare, dove posso sopportare l'acqua e il sale. Ma io affondo con essa, e cerco di salvarmi, e non ci riesco. E non vedo altra via d'uscita che addormentarmi.

Svegliatemi, svegliatemi quando tutto è fatto. Non mi alzerò finché questa battaglia non sarà vinta, la mia dignità sta per essere distrutta.

Sono ferma, ferma ad aspettare in fondo al mare la mia scialuppa di salvataggio. Cerco di respirare e di non inghiottire l'acqua del mare, che ha un sapore che ricorda tanto quello delle lacrime... delle mie lacrime. Ma la scialuppa non arriva, e tutto si fa scuro.

Morire sarebbe troppo facile. Devo soffrire, prima. Soffrire in un maledetto oblio scuro e lucente come un sasso, e come i suoi occhi. Un oblio che mi ha paralizzata e non riesco a muovermi. Riesco solo a sperare di morire, o di essere messa in salvo. E contro la mia volontà, il mio cuore continua a lottare, perché so troppo bene che non riuscirei mai a perdere, non fin quando non tutto è perduto.

Paralizzata, sono così spaventata di entrare a far parte di questa corsa. E se perdessi il mio cuore e fallissi, respinta? Non me lo perdonerei se dovessi arrendermi smettendo di tentare.

Forse è solo un'illusione, un'allucinazione creata dalla mia mente stanca. Ma per un momento sono quasi sicura di vederlo davanti a me. Mi dice le stesse cose che mi sono ripetuta fino a ora, ma sentirlo dalla sua voce fa un altro effetto.

Devo aspettare.

Quando abbiamo parlato ieri lui ha detto di trattenere il fiato, di sedermi e aspettare. "Sarò a casa presto, non farò tardi”.

Forse finalmente ho capito. Siamo collegati da quel sottile filo che collega la vita alla morte creando un ciclo continuo, ininterrotto, eterno. Fino a quando ci sarò io, ci sarà anche lui. Se sparissi io sparirebbe lui, e viceversa.
Lui non se ne andrà, non può farcela da solo. Se questo non è amore, allora cos'è? Vuole correre il rischio.

Tornerà, ne sono certa. Tornerà per me. Tornerà per... per amore.

E io lo aspetterò.

Io non me ne andrò, non posso farcela da sola. Se questo non è amore, allora cos'è? Voglio correre il rischio.

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Angolo autrice

Aloha!

Eccomi qui di nuovo, a parlare di nuovo del momento in cui Gohan è morto o forse no nella saga di Majin Bu.

Questa volta ho scelto una canzone di Adele, He Won't Go, che adoro *-*

Le parti in corsivo sono proprio frasi della canzone tradotte in italiano, perché così rende meglio v.v

Scrivendo questa storia ho rimandato quella canzone tre o quattro volte, perciò credo di averci messo mezz'ora!

Sarete felici di sapere che ho già scritto metà del nuovo capitolo per la mia long ^^

*Lettori: No, ti prego!!!*

... Ah, ecco.

Comunque, a prestissimo!

Ethel

P.S. RIP opzione One-Shot.