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Autore: Ghevurah    14/07/2012    3 recensioni
I suoi seguaci lo chiamano Amon, ma Amon non è che l’essenza del nulla sotto la maschera. Un nome sventrato di ogni significato. Amon non esiste.
Così come non esiste lui.

[The Legend of Korra, spoiler! episodi 11 & 12]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: personaggi, eventi e ambientazioni appartengono a DiMartino, Konietzko e Nickelodeon. Nessuno scopo di lucro è pertanto inteso.
Fanfiction scritta per 500 Themes Italia, sfruttando il prompt numero 55. Senza volto senza nome.

Questo piccolo racconto si è scritto da sola e io non so se sia un bene o un male. Nella speranza che si tratti del primo caso, dedico il tutto a Kuruccha che mi sostiene come nessuno sa fare.











Nessun uomo











Vede la città schiudersi sotto di lui come la corolla di un fiore di ingranaggi e fabbrica. Si apre, petalo dopo petalo, in una lenta agonia.
Oltre il vetro del dirigibile che avanza fra le nuvole di fumo nero, un trionfo di fuochi balena lungo la costa. Gli alberi maestri delle navi delle Forze Unite sorgono dal mare e subito si accasciano sotto i bombardamenti di nuove macchine volanti che dardeggiano nel cielo, velocissime. Lampi metallici inventati dall’uomo. Un uomo che solo, senza ricorrere a nessun sotterfugio, nessun bending, nessuna magia, può.
E lui è lì, a guardare. Occhi vitrei nelle cavità della sua maschera, mentre la città dei bender diventa la città degli uomini. E basta.
Anni di pianificazioni e parole e pensieri e azioni che convergono in quell’unico momento; diecimila fiumi che sfociavano in un unico, gigantesco, oceano. E lui è lì, vuoto.
Alza lo sguardo il riflesso della propria maschera lo guarda: uno spettro pallido adornato di sangue. Questo sono io, pensa. Ma sa che non è vero.
Perché oltre quella maschera si nasconde solo un’altra maschera. È dipinta sul volto e non si limita a celare, mente.
Ha pensato, nelle mille notti senza sogni, di storpiarsi e ustionarsi il volto. Di portare sulla propria pelle la promessa a cui inneggia. Di assumere, finalmente, un’identità.
Ma si è reso conto che non avrebbe avuto senso.
Perché non esiste alcun modo in cui la sua finzione possa diventare realtà. Non è stato lui il bambino sfregiato dal fuoco, non è stato suo il padre morto per proteggerlo, no. Questa non è la sua storia né mai la sarà.
I suoi seguaci lo chiamano Amon, ma Amon non è che l’essenza del nulla sotto la maschera. Un nome sventrato di ogni significato. Amon non esiste.
Così come non esiste lui.
Il suo passato, quello che lo rendeva qualcuno, si è dissolto nel limbo del tempo. Gli sprazzi di ricordi sono stati travolti dall’ego d’ombra che si è portato appresso.
Distese innevate e mari ghiacciati non hanno nessun legame con lui. Nessun legame ha lo scrosciare dell’acqua che si agita contro le paratie delle navi all’orizzonte. O quella che cade e ticchetta sulla sagoma scura del dirigibile.
Nessun legame ha con lui l’uomo vinto e spezzato, relegato in una cella nel Tempio dell’Aria.
Nessuno.
Perché oltre la maschera - le maschere - c’è solo vuoto.


Noatak, chiama un bambino dagli occhi che ridono, immerso in un mondo bianco e soffuso. Poi il boato sordo di un esplosione sovrasta qualunque suono e tutto ciò che ha un senso ricordare sfuma in un turbinio di nulla.





   
 
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