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Autore: alex96ander    14/07/2012    5 recensioni
Questo è un mondo parallelo a PKNA e Pk2.
Un mondo in cui Paperino non è mai diventato Paperinik.
Un mondo sporco, corrotto e buio. Non vi basta?
Un mondo conquistato dagli Evroniani.
Una Paperopoli invasa dal terrore e con un esercito di evronz guidati nientemeno che da... Everett Ducklair!?
Come si è arrivati a tutto questo? Lo scoprirete seguendo le avventure di un piccolo, povero papero che lotta per la sopravvivenza!
Sempre qui, su 00Channel!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buio.

 

Ok, ora si comincia. Mettetevi comodi e vedete di non finire subito tutti i pop corn…

 

 

 

Una debole luce fendeva l’oscurità.

 

Nel suo ufficio, Everett Ducklair fissava il vuoto davanti a sé ragionando sul futuro, quando una voce lo risvegliò dalla sua meditazione.

 

-Missione compiuta con successo. La ribellione è stata prontamente repressa, signor Ducklair!-

-Ottimo lavoro. Come sempre.-

 

I suoi occhi azzurri si strinsero leggermente in un’espressione, si direbbe, malvagia.

 

-Adesso puoi andartene, Agron.-

-Come desiderate. Potere e Potenza!-

 

 

-Sempre gloria a Evron.-

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Paperopoli, 1998.

 

O meglio, fogne di Paperopoli.

 

 

-Le frittelle sono pronte, ragazzi!-

 

La voce era quella di un papero comune, di un papero che condivideva un rifugio nelle viscere della città con tre nipotini, tutto ciò che gli rimaneva di bello nella vita.

 

Si chiamava Paolino Paperino, e i nipotini avevano nomi molto elaborati: Qui, Quo e Qua.

 

Vivevano nelle fogne da anni ormai. Avevano perso la cognizione del tempo.

 

Vivevano di quello che trovavano, come i cacciatori preistorici. E quel giorno erano stati fortunati, perché avevano trovato gli ingredienti per fare delle buone frittelle, la specialità di zio Paperino.

 

 

Perché di sopra nulla era più sicuro. Sia di giorno che di notte.

 

Una distrazione, e arrivavano i guai più grossi. E si prendevano i cittadini più deboli.

 

Perché Paperopoli non esisteva più ormai…

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Cambio scena

 

 

 

Stessa rete fognaria, qualche metro più in là.

 

Quella era la tana del vecchio Paperon de’ Paperoni.

Passando da quelle parti lo si poteva sovente vedere, e udire i suoi versi, lamenti e gridi di disperazione.

 

Era completamente uscito di capo. Il trauma passato, seguito subito dopo da un ictus, lo aveva segnato profondamente.

 

Viveva lì, tra gli stracci e l’acqua che puzzava di letame, seguendo l’esempio degli altri paperopolesi.

Era forse l’ultima briciola di ragione che gli era rimasta, o forse l’istinto di sopravvivenza.

 

 

E pensare che una volta era il papero più ricco del mondo… bei tempi, quelli…

 

Poi dal nulla è sbucato Ducklair, col suo grande impero. E ben presto il vecchio è dovuto sprofondare nella tenebra, all’ombra del nuovo arrivato.

 

 

Nulla rimane più della vecchia gloria.

 

 

Sempre gloria a Evron.

 

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Aggirarsi per la città allo scoperto può essere fatale. Questo Paperino lo sa bene.

 

 

Eccola, la nuova Paperopoli. Vicoli oscuri illuminati da luci a led azzurre.

 

Il predatore si nasconde nella notte alla ricerca della preda. Dipende tutto da chi vede prima chi.

 

 

Paperino si incamminava verso la sua vecchia casa. Lì conservava le provviste, in un contenitore ben nascosto.

 

I ricordi gli andavano alle vecchie feste di famiglia, tutti riuniti alla tavola. E ogni volta che si ricordava di quello che era avvenuto dopo, due lacrime calde gli rigavano il viso.

Parenti che c’erano, e parenti che non c’erano più.

-

-

 

 

Le strade erano deserte.

 

Si sentì venire la pelle d’oca.

 

 

Poi comprese che non era solo paura. Ormai c’era abituato. Era freddo, un freddo intenso e persistente.

 

Si voltò, e allora se ne accorse.

 

Basso, con una veste viola e nera, e l’immancabile fiammella azzurra attorno al capo.

 

Era uno di quelli che la gente chiamava “fiamme fredde”.

 

Nonostante fossero azzurre, e quindi in teoria mooolto calde, quelle fiamme non emettevano calore, ma i loro apici congelavano per brevi periodi più dell’azoto liquido.

 

Il suo sguardo spento incrociò quello di Paperino, poi l’essere sfoderò gli artigli retrattili.

 

“Oh, merLa!”

 

Non ci pensò due volte a darsela a gambe: non voleva ustionarsi il portapiume.

 

 

 

Sembrava l’avesse seminato. Si era imbucato in un vicolo laterale, il primo a destra, lontano dalle luci a led.

 

 

Sentiva il cuore battere a mille, e il respiro sempre più affannoso. Non gli era mai capitato di trovarsi così vicino a uno di quei mostri. Era stato imprudente a uscire nell’ora del solito pisolino.

 

Gli Evroniani attendevano l’errore.

Non attaccavano subito. La loro filosofia era quella di scatenare forti emozioni nella gente. E cosa meglio del terrore?

Si erano alleati con Everett Ducklair, plurimiliardario locale, il quale con i mezzi a sua disposizione aveva creato un campo di forza attorno alla città. Poi, attorno ad esso quei mostri avevano eretto una grande cupola che oscurasse la luce, lasciando libero solo lo spazio circostante la Ducklair Tower, con un vuoto abbastanza grande da permettere il passaggio delle astronavi.

 

Paperino pensava ancora a quel fatidico giorno in cui tutte le sue certezze erano crollate, quando udì dei rumori nel vicolo vicino. Era la voce di una donna, e sembravano urla.

 

In un primo momento pensò di far finta di niente, ma non ci riuscì.

 

Si incamminò fino a giungere con la testa oltre l’angolo del vecchio rudere, a sbirciare.

 

Era orribile.

Un vecchio e grasso ufficiale evroniano aveva immobilizzato una ragazza, e stava abusando di colei.

 

 

Paperino avrebbe voluto fare qualcosa, ma non poteva. Non riusciva neppure a muovere le gambe.

 Si coprì la faccia col coperchio del bidone lì accanto pur di evitare ad ogni costo di vedere quell’oscenità.

 

Ma non ci riuscì neppure stavolta. Si accorse che la ragazza l’aveva notato, e chiedeva silenziosamente aiuto, in una smorfia di dolore, mentre l’evroniano continuava imperterrito, reso cieco dalla foga del momento.

 

No. Doveva andarsene, subito.

Non riusciva a distogliere gli occhi da quelli, azzurri, della ragazza bionda.

 

 

E si voltò dall’altra parte, ma subito dopo fu come colpito da un fulmine e si sentì trascinare con un balzo da gambe che erano e al contempo non erano le sue.

Sentì il braccio che si stendeva nell’aria, e il coperchio del bidone che partiva come un frisbee, con incredibile potenza.

 

E sentì l’osso del collo dell’ufficiale evroniano fare crock.

 

 

 

Ci volle un po’ di tempo prima che si rendesse conto dell’accaduto.

 

 

Era accasciato a terra, sudato, con un evroniano “morto” di fronte. Attorno, gli sguardi spenti di alcuni “fiamma fredda” immobili nel buio, e che parevano terrorizzati. Per un attimo, ci provò gusto.

 

Cercò anche lo sguardo della giovane, ma questa era sparita nel buio.

 

 

Poi guardò di nuovo l’evroniano al suolo.

 

-Cos’ho fatto…-

 

 

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Quella sera avrebbe profondamente cambiato la vita del papero.

 

 

 

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Le immagini dell’evron-eye erano chiare. Quella sera un povero, piccolo papero aveva vendicato un’ingiustizia. E aveva “ucciso” un alto ufficiale evroniano.

 

-E’ indubbiamente un soggetto pericoloso. Potrebbe interferire con le attività imperiali. Grazie per la segnalazione, Agron, i miei droidi provvederanno a eliminarlo prima che sia troppo tardi.-

 

-Sempre felice di servirvi, signor Ducklair.-

 

-Adesso lasciami solo. Devo riflettere. Potere e Potenza!-

 

-Gloria a Evron.-

 

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Così finisce il primo capitolo.

Spero vi sia piaciuto. Lo so, qualcuno potrebbe volermela per come ho caratterizzato Ducklair, ma vedrete che c’è una logica dietro a tutto ciò…

 

  Sono alex96ander, neoiscritto nonché, com’è ovvio, autore di questa fanf, e mi auguro di fare un buon lavoro qui. Detto questo, in attesa del secondo capitolo…

 

Potere e Potenza!

  
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