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Autore: Julia_Phantomhive    14/07/2012    4 recensioni
Maka e Soul sono impegnati negli studi per superare degli esami. Lei ha un po' di dubbi che il suo partner riesca a superarli, così tale da rimanere in trappola nel suo stesso sogno. Non incubo, un sogno.
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Mi senti?
Anime: Soul Eater

Autrice: Julia Phantomhive
Protagonisti: Maka Albarn, Soul “Eater” Evans
Tipologia: One-shot, Introspettivo, Sentimentale, Slice of Life. Accenni della pairing Maka/Soul.
<--Immagine Ispirazione-->

 

 

 Mi senti?

 In una giornata piovosa, io e Soul eravamo nel nostro appartamento, ognuno a farsi gli affari propri, senza che nessuno disturbasse l'altro. Avevamo le stanze attaccate, divise da un solo muro, un sottile strato di cemento.
Un muro solido e imponente, corto e frantumabile con un attacco abbastanza potente, come un mio attacco di rabbia contro Soul.
Erano vicini gli esami per la classe successiva, sono definiti i "Death Exams" forse gli alunni della Shibusen esageravano, ma non si è mai pronti abbastanza. Ho raccomandato più volte a Soul di studiare e di concentrarsi al meglio, non sarebbe il caso di avere il proprio partner indietro di un anno.
Sarebbe scomodo, sconveniente, ma soprattutto imbarazzante.
Nessun rumore proveniva dalla stanza di Soul, non che origliassi, ma era appena appena appoggiata con l'orecchio sul muro. Forse dovrei andarlo ad aiutare? No, se la può cavare benissimo da solo. Se avesse bisogno di aiuto, me lo verrebbe a dire. Devo avere più fiducia in lui.
Guardo fuori la finestra è piena di goccioline della pioggia. Non cenna a fermarsi.
Con la matita in mano intenta a sottolineare le cose più importanti, non riesco a smettere di pensare a Soul, forse starà dormendo, ecco perché non sta dando fastidio.
No, aspetta. Non è un buon motivo per andare da lui. Devo avere più fiducia.
Sono sicura che sta studiando, lo farà per noi. Almeno spero.
 
La pioggia ha un suono così calmo. Sbadiglio. Ho capito, devo riposare. Va bene, mi appoggio solo un momento, faccio riposare gli occhi per qualche secondo, e poi continuo studiare. Continuo a pensare così, ma non riesco più a svegliarmi.
Qualcosa mi trattiene, inconsciamente mi guardo dentro l'anima.
Sono sospesa nel vuoto, un suono delicato mi sfiora l'orecchio; attirata da questa nota musicale, percorro quella scala che appare all'improvviso.
Mi chiedo, dove mi porterà, salgo le scale a forma spirale, non mi preoccupa il tempo che servirà per finirle, perché ho la sensazione che mi condurranno in un posto magico.
Più note si sovrappongono mentre mi avvicino sempre più in questo posto irraggiungibile.
Lo riconosco, è un pianoforte quel che sento.
Riconosco anche lo stile, è quello di Soul.
- Soul, dove sei? -
Sento uno strano presentimento, mi metto a correre e sembra che mi sia appesantita. Sono accorto di fiato e le scale si moltiplicano. Perché prima non erano così distanti, ora che ho un motivo per avvicinarmi, ora che voglio vedere Soul e chiedergli perché è dentro la mia anima? Sono stanca e più salgo, più sembra di allontanarmi dal mio obiettivo. Inciampo goffamente e sto andando nel panico.
- Soul. Che fai brutto stupido, - non riesco neanche a stare in ginocchio e mi accascio al suolo, mi sdraio e gli occhi stentano a rimanere aperti - aiutami, Soul -.
Non mi sente. Non si accorge nemmeno che la sua meister è in pericolo.
Ma quale pericolo, sto mentendo. Vorrei solo che, come sempre, sempre, mi salvi.
Anche se stavolta, avrei voluto essere io a salvarti, raggiungendoti e ascoltare le tue agonie, perché ora la melodia del pezzo che stai suonando è molto triste.
Soul si avvicina. Sento la sua anima che si avvicina alla mia.
E' lui che mi solleva da terra, apro un minimo gli occhi, è Soul. Lo sapevo.
Sempre.
- Che fai razza di scema? Ti addormenti a metà strada -.
Ha notato che mi ero svegliata, mi sorride.
Non ghigna. Sorride.
- Soul -
- Riposa. Ti porto io dove volevi andare -.
Sì, mi fido di te.
Il tempo passato sembra molto breve, infatti, mi appoggia a terra e con la mano mi da dei colpetti sulla guancia per svegliarmi. Mi aiuta ad alzarmi lentamente, ho un improvviso capogiro e chiedo a Soul:
- Hey. Dove siamo?
- Ora nell'anticamera della tua anima.
- Perché?
- Dovresti saperlo tu. Siamo nella tua anima.
- E tu che ci fai qui? Vestito elegante, poi!
- Sei tu ad avermi chiamato. Perché tu mi hai chiamato, vero? -
Rimango in silenzio, ci guardiamo negli occhi. Un piccolo sbuffo, distolgo lo sguardo e annuisco leggermente.
Balbetto un poco: - Sì, Soul. Ti ho, giusto, nominato qualche volta -.
- Se lo dici tu. Che cosa vuoi che ti suoni?
- Cosa? Perché dovresti suonare Soul? Volevo solo aiutarti a- m’interrompo - No, niente. Suona quello che vuoi, - mi afferra per mano - e ora, dove mi porti?
- Siediti, starai più comoda -.
Mi fa accomodare su una sedia appostata in un angolino della camera.
Pavimento a scacchi, tende palpabili di color porpora e una lampada accanto a me, che illuminava tutta la stanza con una luce soffusa. Soul sta suonando il piano divinamente.
Un piano vecchio stile, di legno ma ogni suono che emette è limpido e pulito.
Non sbaglia nemmeno un accordo o una nota, sta eseguendo il brano impeccabilmente; lo fisso interessata, lui non ricambia il mio sguardo, è concentrato sul pianoforte. Ha lo sguardo nel vuoto, cos'è che ti angoscia tanto?
Quali sono i tuoi problemi? Cosa c'è che non va? Riesci a esprimere i tuoi sentimenti solo suonando il piano ed è una cosa che non riesco a capire, perché in questi momenti non ci intendiamo.
"Soul, tu non mi senti. Non mi senti, non voglio separarmi da te. Ecco perché devi sforzarti di superare questo esame, devi impegnarti quanto tu ami suonare il piano, per favore. Non farmi soffrire Soul.
Soul, mi senti?"
Continuo ad ascoltare quella melodia malinconica, ma così bella. Soul, non so cosa provi, ma vorrei restarti accanto, sono la tua meister e rimarrò tale finché tu non diventerai la Death Schyte. Ci riuscirò a farti diventare più potente, ci riusciremo insieme. Rimango immobile a guardarlo, quando suona, ha un suo fascino.
"Soul. Non smettere mai di suonare. Mi senti?"
Finisce il brano, è un po' affaticato, ma pare che è stato facile eseguirlo.
Sospira e fa riposare le braccia appoggiandole sulle gambe. Si riprende e si alza, sicuro di sé si dirige verso al giradischi dall'altra parte della stanza e mette un brano blues.
Un passo silenzioso, segue il ritmo e l'abito elegante tirato a lucido, non traspare nulla della sua pelle, mi porge gentile la sua mano; alzo lo sguardo, ha posato i suoi occhi rossi su di me e un ghigno annoiato. Mi invita a ballare.
Accetto e prendo la sua mano: - Che cosa hai Soul? - non risponde.
"Soul, mi senti?" Ogni tanto mi sembra di essere ignorata da te, non capisco perché, sei il mio partner, ci tieni a me, Soul sei una persona incomprensibile.
Sbaglio un passo, Soul ignora e continua a ballare come se nulla fosse. No, non voglio, lo fermo.
- No, Soul. Ora basta. Che ti prende?
- A me niente. Sei tu che sei strana.
- Ma ti ascolti? Soul, sei insensibile! Non capisci i miei sentimenti. Mi senti? - non risponde nuovamente. - Smettila! Perché non mi rispondi mai quando ti chiedo se mi senti? Se mi ascolti? Se mi percepisci!
- Ora CALMATI, Maka -
Alza la voce, mi cade una lacrima e mi stringe a sé: - Sei incomprensibile. Soul parla!
- Certo che te ne esci così, ti comporti stranamente. Prima mi dici di non distrarmi e poi vorresti che ti ascoltassi. Maka, ovviamente ti ascolto. Sì, che ti ascolto e sei sempre nella mia anima. Tu mi parli continuamente. Lo so.
Ti sento, ti ascolto e ti sto accanto, tutto il tempo, quindi che hai da preoccuparti tanto da fare la risonanza anche quando dormi e mi sto impegnando, per una sola volta nella vita, a studiare?
- Ciao, Soul -.
Ho ottenuto quello che volevo.
Grazie Soul.

La risonanza è finita e mi sveglio improvvisamente, come se fossi caduta nel vuoto. Riconosco la scrivania, il mio letto accanto e la mia camera, che bello tornare nel mondo reale, all'improvviso sento Soul che bussa alla mia porta: - Hey, Maka! Sto per cucinare, cosa vuoi per cena? -
Soul! Mi fido di te.
Sorrido, scanso la sedia e mi stiracchio un po'.
- No, lascia stare! Ho finito di studiare, quindi cucino io! Tu va' a studiare, che si avvicinano gli esami!
- D'accordo come vuoi te, ma esci da camera tua, prima che si formi della muffa -
Esco arrabbiata dalla stanza per la sua insinuazione e gliele suono:
- SOUL! Brutto stupido, beccati questo Makaaaaaa - Chop! -
Un colpo e lo spedisco dall'altra parte del salotto, cade a terra e gli sanguina dal naso, ma subito che tutto è tornato come prima. Un po' preoccupata chiedo: - Ugh. Forse ho esagerato un po', scusa Soul. Tutto bene?
- Aaah! Sto bene, tranquilla. Sono un tipo cool, non finisco mica KO per un colpetto del genere! -
Mi metto a ridere e annuisco: - Sì, hai ragione Soul! -
Ora so, che posso fidarmi di lui e che noi rimarremo insieme.
Soul sei un’insostituibile buki.
  

 

  
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