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Autore: Lily_and_the_Marauders    15/07/2012    1 recensioni
Ehilà cari EFPiani (?).
Questa song-fic e un P.O.V di Ginny quando al settimo anno, sola e sotto la tirannia dei Carrow, pensa ai brevi ma intensi momenti vissuti l'anno prima con Harry e a quando, durante il funerale di Silente, lui l'ha lasciata.
Grazie alla canzone di Arisa "L'amore è un'altra cosa" ho tirato fuori questa one-shot. Spero vi piaccia :)
Dal testo:
'Ti aspetterò Harry, non ho mai davvero rinunciato a te e non lo farò ora'
Genere: Guerra, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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ANGOLO DELL'AUTRICE: Buonsalve Popolo di scrittori e lettori! :D

 

Non so perchè ogni qual volta io scriva una one-shot questa debba essere sempre tremendamente deprimente quindi oh, perdonatemi e spero che vi piaccia :3

 

La canzone è di Arisa come già scritto nella pessima introduzione, mi piace molto ^^ Buona lettura!

 

ps. Questa volta ho inserito i commenti prima dell'inizio della storia, avevo voglia di cambiare ù.ù

 

 

 

 

I prati di Hogwarts erano estremamente tristi di quei tempi.

 

Eppure, a memoria di Ginny, i giardini della scuola erano sempre stati pieni di gente che, soprattutto in estate, si riposava sotto l'ombra fresca degli alberi o faceva il bagno in compagnia della piovra.

 

Ora erano deserti, il gelo pungente dell'inverno si faceva sentire e la neve rendeva quel silenzio ancora più insopportabile.

 

Niente più schiamazzi, niente più pupazzi di neve; tutti se ne stavano rinchiusi nel castello.

 

'E hanno ragione' pensò la Weasley. 'Nessuno osa più fare nulla sotto la sorveglianza dei Carrow'.

 

Ma non lei, non Ginny. Lei amava passeggiare sola nei giardini di Hogwarts, come se tra tutto quel silezio potesse rieccheggiare ancora una volta la sua risata.

 

Le loro risate che si fondevano perfettamente insieme.

 

Ora non c'era nessun Harry a ridere con lei. Aveva preferito lasciarla per andare a sconfiggere il Signore Oscuro.

 

Se da una parte Ginny si era aspettata questo momento dall'altra era infelice. E pensare che solo la primavera prima loro due se ne stavano a ridere sotto quel faggio.

 

Lentamente sfiorò la corteccia dura dell'albero. Le ginocchia le cedettero e si accucciò tra la neve.

Ridere, adesso manca il nostro ridere.

 

Rimane solo un quieto vivere, sterile, e il cuore mio non ce la fa.

 

Da quei giorni felici sembravano essere passati anni.

 

Erano cambiate così tante cose ora.

 

La vita di Ginny non era mai stata così semplice quando c'era Harry al suo fianco.

 

Con lui si lasciava andare, non facevano che scherzare sull'atteggiamento imbronciato di Ron, nonostate Harmione la stressasse con la storia dei G.U.F.O.

 

E sapeva che anche Harry era rilassato. Scordava di avere una cicatrice sulla fronte, scordava di fare l'eroe ed era solo Harry.

Semplice, sembrava tutto così semplice,

 

per chi credeva nelle favole come noi, cercando un'altra verità.

 

Poi qualcosa si era incrinato.

 

Silente era morto, ucciso da una persona della quale si fidava. Ucciso da Severus Piton.

 

Ricordava bene che Harry era sconvolto. Nessuno toccava l'argomento perchè lui c'era quella notte. Era lì e immediatamente si era fatto carico di tutto ciò che l'anziano Preside gli aveva lasciato.

 

Era prevedibile che lui si prendesse poi tutte le colpe anche se ovviamente non era a causa sua se Silente era morto.

 

Comunque da quell'avvenimento tutto si era incupito.

Senti che ci manca qualcosa,

 

che c'è sempre una scusa.

 

Che la gioia si è offesa,

 

Che non c'è la scintilla,

 

che si è spenta la stella

 

ma una colpa non c'è.

 

E se n'era andato quando la Tana era stata attaccata quell'estate.

 

Gliel'aveva già detto che se ne sarebbe andato, aveva già preso una decisione ma in cuor suo Ginny sperava che avrebbe cambiato idea.

 

Era strano non sentire la sua presenza alla Tana. Anche Ron ed Hermione se ne erano andati via con lui e la ragazza era rimasta sola.

 

Non dormiva più. E se non fosse ritornato? E se non ce l'avrebbe fatta?

La notte è troppo silenziosa e adesso l'amore è un'altra cosa.

 

Seduta ancora sotto il faggio Ginny esplorò il vasto paesaggio intorno a lei e le ritornò in mente il giorno del funerale di Silente.

 

Da quando aveva incrociato il suo sguardo umido Ginny aveva subito capito cosa stava per dirle.

 

Non poteva fermarlo, sapeva bene che lui non l'avrebbe ascoltata. Non era lei che doveva dirgli 'non andare'.

 

Doveva accettare e basta anche se sapeva a quali rischi stava per esporsi.

 

Quando lui le disse che non potevano più stare insieme non scoppiò a piangere, non abbassò lo sguardo sconsolata ma lo fissò bene negli occhi.

 

Ginny lo sapeva da sempre che quella era la sua maniera per essere finalmente in pace con sè stesso, la maniera per affievolire il senso di colpa che lo attanagliava ogni qual volta una persona a lui cara veniva a mancare. Forse era per questo che le piaceva tanto.

 

Nonostante le parole dure che gli aveva rivolto durante l'addio, quando Harry le voltò le spalle per andarsene il suo cuore sembrò sprofondare, gli occhi le iniziarono a bruciare ma ancora non pianse. Non permise a nessuna lacrima di bagnargli il volto, doveva restare tutta d'un pezzo, doveva essere forte anche davanti a questo.

Utile, adesso dirsi tutto è utile.

 

Farà del male a queste anime fragili più di ogni altra verità.

 

E ancora lì, tra la candida neve sotto il cielo plumbeo e carico di pioggia, Ginny cercò con tutte le sue forze di non cedere alle lacrime.

 

Se fosse stato per lei l'avrebbe aspettato anche tutta la vita ma la paura la corrodeva.

 

Era convinta che sarebbe ritonato da lei ma allo stesso tempo una vocina perfida in fondo al suo cuore, a quello che era rimasto del suo cuore, le sussurrava che non ce l'avrebbe fatta. 'Impossibile' pensò. 'E' Harry Potter. E' Harry, il mio Harry'.

Resta che una parte del cuore sarà sempre sospesa

 

come fosse in attesa di quel raggio di Sole che eravamo io e te.

 

Non se ne rese neanche conto che le lacrime le scendevano copiosamente bagnandole il viso.

 

Scendevano lente arrivando prima al naso poi alla bocca.

 

Il pianto sembrava svuotarla, sembrava succhiarle tutte le forze.

 

Più piangeva più si sentiva sfinita ma non aveva importanza, pensò, le avrebbe fatto bene sfogarsi ora che era sola.

 

Sola. La parola rimbombò nella sua testa e se possibile le fece ancora più male.

Senti che ci manca qualcosa,

 

che c'è sempre una scusa.

 

Che la gioia si è offesa,

 

Che non c'è la scintilla,

 

che si è spenta la stella

 

ma una colpa non c'è

 

L'aria gelida le sferzava il volto facendola rabbrividire. Le lacrime avevano smesso di scendere e quando finalmente riuscì ad alzarsi per andare al Castello era già il tramonto.

 

L'attendevano altre punizioni all'interno di quella prigione. Lei, Neville e Luna carcavano in tutti i modi di ribellarsi alla tirannia dei Carrow.

 

'Sarà lunga' si disse.

 

Quando raggiunse il portone si voltò verso l'albero.

 

'Ti aspetterò Harry, non ho mai davvero rinunciato a te e non lo farò ora'.

Tu dimmi se ci credi a quello che non vedi, eppure

 

resta che una parte del cuore sarà sempre sospesa

 

come fosse in attesa di quel raggio di Sole che eravamo io e te.

 

 

   
 
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