Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: Gwen Kurosawa    15/07/2012    6 recensioni
{Ispirata all'omonima canzone di Len Kagamine}
Una DarknessShipping non portata a termine. Voglio mettere in evidenza la parola “dolore”.
Spero di aver fatto un buon lavoro!
{Angelo, Marina} {DarknessShipping, Resistanceshipping} {OOC?} {Briciolo di romanticismo}
"Presa dalla felicità che stava provando, la ragazza, con in mano il regalo, corse verso quella figura che, man mano, si stava avvicinando a lei.
-Ciao, Angelo!- salutò con enfasi, dopo averlo raggiunto.
Con le lacrime agli occhi per la gioia, lo abbracciò teneramente, come mai aveva fatto prima.
Purtroppo per lei, il biondo non ricambiò l’abbraccio.
Rimaneva rigido in piedi, senza fare nessun movimento."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scusate se sarà lungo e se ci sono errori stupidi: l'ho fatta di getto.
Arigatougozaimasu!


 

Falling Falling Snow
 

Era una sera come tante: Marina stava tranquillamente nella sua stanza nera, a fissare un punto impreciso del soffitto, intenta a pensare.
Quel giorno, avrebbe festeggiato tre anni di fidanzamento con Angelo, il Capopalestra di Amarantopoli.
Aveva già comprato il regalo per il ragazzo: in quel momento le mancava solamente una preparazione mentale.
Sapeva bene che, appena gli avrebbe dato quel regalo, avrebbe cominciato a balbettare e ad arrossire senza motivo.
“In fondo, è da tre anni che siamo fidanzati: perché ho così tanta paura?” pensò la castana, continuando a fissare il soffitto, con uno sguardo totalmente assente.
Mismagius, che volteggiava in quella stanza, percepiva nell’Allenatrice un malessere, ma non ci diede tanto peso: era sempre così, quella ragazza, prima di incontrare Angelo.
-Misma?- domandò preoccupata, dopo essersi avvicinata cautamente al letto della diciassettenne.
Lo sguardo assente di Marina si spostò dal soffitto agli occhi del Pokémon Spettro: i suoi occhi si addolcirono di colpo.
-Non ho niente, Mismagius. Non preoccuparti!- sorrise la castana, dolcemente, dopo aver visto il suo Spettro così preoccupato per lei.
Erano ormai inseparabili da molto tempo: se fosse successo qualcosa a qualcuna di loro due; l’altra l’avrebbe vendicata.
Senza nessun preavviso, la ragazza si alzò di colpo dal letto e, dopo aver fatto rientrare Mismagius nella Pokéball, si diresse verso la scrivania, dove c’erano messi: il regalo di Marina per Angelo, il mascara, la matita per gli occhi e un libro.
Dopo essersi truccata con attenzione – volendo essere perfetta, per quella sera – e dopo essersi vestita con un vestito semi lungo nero, prese quel libro dalla copertina azzurra dalla scrivania e cercò di portarlo alla libreria, che stava in un’altra stanza della casa.
Mentre la diciassettenne stava attraversando il corridoio, il Breloom del padre sbatté contro di lei, facendola cadere nel freddo pavimento.
In seguito, si sentirono dei passi umani rivolti verso la ragazza.
-Marina, stai bene?-
-Si, papà, non preoccuparti!- sorrise brevemente Marina, un po’ nervosa del fatto che stava per arrivare in ritardo all’appuntamento con Angelo.
Il padre, dopo essersi scusato all’infinito, la aiutò ad alzarsi da terra e poi se ne andò.
La castana, tranquillamente, si girò verso la stanza della libreria e, mentre si apprestava a prendere il libro dalla copertina azzurra caduto per terra, lesse una frase di quel quaderno.
 

“Non vedi com’è fragile questo filo rosso che collega lui e lei? Presto si spezzerà!”

 
Colta da un brivido improvviso, Marina posò immediatamente il libro e, dopo essersi presa il cappotto, la sua sciarpa e il regalo per Angelo, uscì da casa, seguita dal suo fedele Mismagius.
 
 
 
                                                                       ***
 
La strada di Amarantopoli era ricoperta dalla neve scesa negli ultimi giorni, lo stesso valeva per le case e le due Torri.
C’era anche molto freddo, ma a Marina poco importava: sarebbe venuto Angelo.
L’avrebbe abbracciata, coccolata, riparata dal freddo invernale che c’era.
Dopo pochi minuti, la ragazza intravide una figura slanciata nella nebbia: era seguita da un Gengar.
Era Angelo: finalmente era arrivato!
Però, notò la castana, che c’era qualcosa d’insolito in loro: Gengar, essendo un Pokémon molto vivace, volteggiava spesso; quella volta, stranamente, camminava.
“Sarà successo qualcosa, nulla di grave!” pensò la diciassettenne, con un sorriso dolce stampato in faccia: non doveva essere negativa, o perlomeno, non quel giorno.
Presa dalla felicità che stava provando, la ragazza, con in mano il regalo, corse verso quella figura che, man mano, si stava avvicinando a lei.
-Ciao, Angelo!- salutò con enfasi, dopo averlo raggiunto.
Con le lacrime agli occhi per la gioia, lo abbracciò teneramente, come mai aveva fatto prima.
Purtroppo per lei, il biondo non ricambiò l’abbraccio.
Rimaneva rigido in piedi, senza fare nessun movimento.
L’improvvisa freddezza del compagno fu subito percepita dalla ragazza che, stranita, si separò dal corpo del Capopalestra.
-Angelo, ma che…-
S’interruppe.
Guardò gli occhi viola del ragazzo, quelli che tanto amava: erano vuoti, non trasmettevano nessun misero sentimento.
Solitamente, il biondo tirava su il morale della compagna…ma, in quel momento, cosa stava succedendo?
Perché Angelo si stava comportando così?
Per quale motivo era freddo con lei?
 
 

Ti devo parlare…

 
Marina sbarrò gli occhi: quel “ti devo parlare”…l’aveva messa molto a disagio.
Perché doveva parlarle?
“Non preoccuparti, Marina…alla fine, ti deve solo parlare…non pensare subito al male!” cercò di allontanare quella paura la ragazza; ma più ci pensava, più si convinceva che c’era qualche problema.
Con grande orrore, notò che sia Gengar e sia Mismagius erano spariti nel vuoto.
Probabilmente, anche loro avevano percepito quella tensione.
 
 

Devo dirti una cosa che ti ferirà molto…

 
-Che devi dirmi di così triste?- urlò, accompagnata da una forte crisi di pianto, Marina.
-Perché sei così freddo nei miei confronti, oggi, che è il nostro anniversario di fidanzamento? Perché i nostri Pokémon sono spariti nel nulla? Perché non hai ricambiato il mio abbraccio? Perché…-
E qui, nuovamente interrotta.
 

Perché non ti amo più.
 

 
-Eh?-
Le sue pupille si ridussero a due piccoli punti, la bocca era semi aperta, il corpo si era irrigidito di colpo ed una lacrima solitaria si fece strada nel suo volto.
Era diversa dalle altre: le lacrime precedenti erano di frustrazione; quella che ora aveva toccato la neve era d’incomprensione e tristezza.
Non usciva dalla sua bocca nessuna parola, solo un “eh” strozzato dal groppo alla gola che aveva.
-Perché…Angelo…perché?- domandò, contando su tutta la sua forza interiore rimasta.
La sua risposta la ferì molto più di prima.
 

Amo Chiara.

 
La delusione e il dolore che provava Marina in quel momento le fecero cadere quel regalo che aveva fatto con tanto amore.
Perché?
Cosa c’entrava Chiara, adesso?
Lei non stava con Valerio?
Angelo non disse più nulla: con una piccola lacrima che gli era caduta dall’occhio destro, se ne andò, lasciando la castana sbigottita e ferita lì, davanti alla Torre Campana.
Dal cielo cominciarono a scendere dei fiocchi di neve.
La diciassettenne, sapendo che non poteva più reggere, s’inginocchiò a terra e cominciò a piangere disperatamente.
-Angelo!- urlò, chiamando quel nome che tanto amava.
Alzò il viso verso quel cielo grigio che aveva fatto da spettatore alla distruzione della sua felicità.
Altre grida si levarono dalla città di Amarantopoli, grida piene di dolore e incomprensione.
-Angelo, perché lo hai fatto?-
A Marina non importava più del farsi vedere forte o no: doveva sfogarsi, tutto qui.
Alcuni fiocchi di neve si posarono sul suo volto pieno di lacrime, mimetizzandosi con esse.
Davanti alla porta di casa sua, Mismagius volteggiava tristemente, osservando la lontana figura dell’Allenatrice in ginocchio, con il viso rivolto al cielo, che piangeva disperatamente.
L’avrebbe consolata, appena sarebbe tornata.
In quel momento, era meglio per la diciassettenne rimanere lì, a sfogarsi.
Il Pokémon, dopo aver pensato a ciò che doveva fare per vendicarsi, alzò gli occhi al cielo e le venne in mente quella frase del libro.
 
 
 

“Non vedi com’è fragile questo filo rosso che collega lui e lei? Presto si spezzerà!”

 
 
Accanto a Marina, stava quel regalo che lei aveva fatto con amore ad Angelo.
Siccome non era attaccato bene con il nastro adesivo, si era aperto: era una sciarpa viola con delle rifiniture nere che, insieme, formavano:
 

Angelo & Marina, per sempre.
 

Spazio Autrice

Spero di non aver fatto deprimere nessuno con questa storia.
Non è mia la colpa, ma di Len e la sua canzone!ç__ç
Ok, posso dire che aggiornerò lentamente per impegni personali...ma comunque...
Grazie a chi ha letto questa storia e a chi l'apprezzata!
Una domanda: Angelo è OOC?
Per me...non lo è...perché credo che chiunque farebbe una cosa simile.
Comunque, adesso vi lascio!

Sayonara!

Gwen Kurosawa

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Gwen Kurosawa