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Autore: Melchan    29/01/2007    5 recensioni
[WILD ADAPTER]- "E’ possibile perdere il cuore mentre attraversi la strada?" Kubota POV
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lost Heart

Lost Heart

E’ possibile perdere il cuore mentre attraversi la strada?

Voglio dire, tu cammini, pensi ai fatti tuoi e magari a cosa preparare per cena.

Poi, una sciocchezza.

Non so, una qualunque: vedere due ragazzini che si baciano, un animale investito, una bambina che piange perché ha perso la madre…qualcosa del genere, qualcosa che fa sorridere, piangere, arrabbiare, rabbrividire la gente.

Che a te non fa né caldo né freddo.

Ed è questo il fatto strano.

Te ne accorgi così, di avere perso il cuore.

Ed è una consapevolezza che non fa neanche male, perché per sentire male un cuore lo devi avere.

Semplicemente, è una constatazione: devi aver smarrito il cuore da qualche parte.

E perdere il cuore non è come perdere il portafogli, è una cosa un po’ diversa: se ti accorgi di aver perso il portafogli puoi fare avanti e indietro per tutta la strada, controllare se non ti è per caso caduto al parco, ripensare alla presenza o meno di qualcuno che ti puntava come potenziale pollo a cui fregare i soldi.

Col cuore, bè, non puoi fare nessuna di queste cose: di strade ne hai percorse tante che non ti basterebbe una vita a rifarle tutte, di momenti di disattenzione, bè, non ce ne sono stati poi così tanti, ma vai a trovare quello giusto… e di gente che può averti fregato, in ogni modo possibile, ce n’è davvero troppa.

Ma davvero troppa, eh.

Certo, puoi tentare di ricordarti quando è stata l’ultima volta che hai provato un’emozione forte, tentare di replicarla e convincere le tue interiora che ciò che stai vivendo è di nuovo uno stato di ebbrezza, uno stato di vita vera.

Ma siccome sei solo uno zombie senza cuore, non hai nessuna voglia di perderti in queste sciocchezze.

Comunque, vediamola al positivo: una razionalità completa perché priva di distrazioni dettate dalle emozioni può essere utile al gioco d’azzardo, ergo a campare meglio di buona parte della gente.

Ma lo dice anche il proverbio: fortuna al gioco, sfortuna in amore.

Amore di ogni tipo, puoi constatare.

Non si tratta del semplice amore romantico, che già ti interessava poco o nulla prima, quando un cuore ancora ce l’ avevi; ma si parla di ogni tipo di affetto, e suoi derivati.

D’altronde, non è poi questo scherzo amare qualcuno senza essere minimamente ricambiato.

Tantopiù se chi non ricambia ha la fama di essere un assassino a sangue freddo privo di scrupoli nonostante la giovane età.

In fondo, non è poi questo grosso problema che tutti credono, perdersi il cuore.

Certo può non essere la cosa più piacevole del mondo, ma c’è di peggio.

La morte, per esempio.

Quella è peggio.

Vero?

- Non per tutti. -

Era stata la riposta di Kasai-san quando, davanti a un bicchiere di caffè alla centrale, glielo avevi chiesto.

- Per certa gente è peggio vivere senza avere niente a cui pensare. -

E i fatti sembrano dargli ragione: le riccarelle che si prostituiscono senza motivo e i giovani rampolli di buona famiglia che crepano di eroina confermano.

Ma morire sarebbe una debolezza.

Farti esplodere le cervella vorrebbe dire che sei stufo, sei disperato, c’hai l’anima sfatta… e per provare tutte queste cose devi avere un cuore.

Che ironia.

Eppure, se anche in quegli anni hai perso il cuore, si insomma, ti sei girato mentre camminavi e hai pensato: - Toh. Non c’è più. - … nonostante tutto questo, nel vedere quel gatto bianco slavato accasciato davanti a un muretto marcio, qualcosa ti si è smosso dentro.

Sarà stata quella faccia che non c’entrava niente con l’ammasso di merda dove era, sarà stato quel non chiedere niente a nessuno, sarà stato chissà cosa, ma resta che qualcosa dentro ti si è smosso.

E forse era proprio lì che ti era caduto, il cuore.

Forse se ne era stato in quel punto ad aspettare che tu tornassi a cercarlo, così da poterlo guardare e pensare: “ Ah! Ecco dov’era! ”

E sicuramente non è intatto, non è pulito e neanche puro.

Non che prima lo fosse, ma di certo quel susseguirsi di anni e, soprattutto, il modo in cui si sono susseguiti non gli ha dato una mano a darsi una pulita.

Anzi.

Tanto “anzi” che quando ti si viene a dire:

- La prossima volta che troverò qualcuno a cui tengo starò attenta. Non voglio diventare come te*. -

puoi solo replicare sorridendo:

- Già. Questo è vero.* -

In fondo, se una volta tanto lo si può fare diciamola, questa cosa chiamata verità.

E diciamola anche quando è meno straziante.

Diciamola quando ti si chiede:

- Perché non mi uccidi?!* -

Diciamola:

- Forse perché sto diventano umano?* -

Forse perché ho ritrovato qualcosa di simile a un cuore?

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“Una persona che può far soffrire Kubota-san

Esiste veramente qualcuno così?”

Komya

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Nota di Melchan:

*Battute originali del manga “Wild Adapter”, tutti i diritti di Kazuya Minekura e detenenti.

Non ho niente di importante da dire, solo che questo è un esperimento ^^

Ho voluto provare a dare “vita” ai pensieri di Kubota, anche se non so quanto sia andata bene.

Gradirei molto che chi conosce il manga lasciasse un parere, sarebbe molto utile e piacevole confrontarsi con qualche altra anima che legge (e magari adora **) questo splendido manga della Sensei Minekura (inedito in Italia).

  
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