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Autore: Night Fury96    15/07/2012    6 recensioni
Una parte del film vista dal punto di vista di Sdentato.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Era buio, mancavano poche ore prima che il sole facesse il suo ingresso nel cielo, nessuno avrebbe mai predetto che Morte Rossa si sarebbe svegliata proprio in quel momento, affamata. Di solito, a quell'ora, ogni drago che si rispetti avrebbe dormito pacificamente, invece lei, proprio lei decise di svegliarsi infuriata per la solita fame mattutina. E a chi sarebbe toccato procurarle da mangiare? Ovviamente a noi, perchè altrimenti saremmo diventati noi la sua colazione.
Il suo ruggito affamato ci gelò il sangue, gia abbastanza freddo per i fatti propri. Non era mai bello svegliarsi la notte e rischiare di essere mangiati vivi. Molti erano già partiti per procurarle da mangiare, ma a lei non bastava, dovevamo andare tutti.
A malincuore partii anche io, non per portarle da mangiare, certo, per aiutare gli altri draghi. Io non le portavo mai niente, mi rifiutavo categoricamente, dovevo già badare a me stesso.
Morte Rossa aveva perso ogni speranza con me. Essere l'unica Furia Buia del branco aveva i suoi lati positivi, uno di questi era che mi era facile nascondermi dalle sue grinfie, quindi anche se ormai si era messa in testa che doveva farmi fuori a causa della mia testarda insolenza, non riusciva mai a scovarmi. L'unica cosa che facevo per lei era rendere facile la caccia agli altri draghi, arrivando e distruggendo ogni macchinario infernale che mi trovavo davanti.
I Vichinghi erano forti e molto testardi, lo ammetto, ma riguardo ingegnio e astuzia erano davvero scarsi. Era facile ingannare un Vichingo. Da quel che avevo capito loro avevano una grossa paura dell'ignoto, quindi cercavo di mantenere l'anonimato, rendendomi invisibile ai loro occhi, attaccando solo di notte e non sbagliando mai il colpo. Ero diventato una specie di malocchio per loro, un porta sfortuna. Infatti quando mi sentivano arrivare era facile non farmi vedere, perchè oltre a mimetizzarmi con il buio, i Vichinghi si tappavano gli occhi, credendo che se mi avessero visto gli sarebbe capitato qualcosa di estremamente spiacevole. Che sciocchi!
Volai sopra l'isola di Berk con gli occhi fissi sul loro villaggio. Gli altri draghi appiccavano fuochi su fuochi e rapivano pecore, maiali, mucche... insomma, tutti gli animali che trovavano.
I Vichinghi rispondevano a suon di mazzate e pugni. Gli altri draghi ancora avevano difficoltà con loro! Era incredibile! Se solo anche loro avessero capito quanto era facile far paura ad un Vichingo! Forse solo gli Incubi Orrendi erano riusciti a spaventare di poco gli umani. Ma pur troppo quel poco non bastava, visto che uno di loro era in serie difficoltà a combattere contro il Vichingo più pericoloso e agguerrito. Molti lo chiamavano Stoick l'Immenso. Era un abile e spietato uccisore di draghi e ci rendeva molto difficile completare la nostra missione di procurare del cibo a Morte Rossa. Riconobbi subito la piattaforma dove si trovavano Stoick e l'Incubo Orrendo, era una catapulta, come la chiamavano i Vichinghi. Abbastanza pericolosa, riusciva a lanciare massi molto pesanti e se beccava un drago poteva fargli molto male, se non ucciderlo. Molti Uncinati erano stati colpiti da massi lanciati da quegli arnesi infernali, così decisi di aiutarli. Mi buttai a razzo verso la catapulta dove si stava svolgendo la lotta tra l'Immenso e l'Incubo Orrendo. Il drago percepì il mio arrivo ancora prima che il fischio, provocato dalla velocità, potesse giungere alle piccole orecchie del Vichingo, così volò via e mi lasciò il campo libero. Riempii la mia gola di gas e sputai una palla di fuoco dritta sull'arnese, già un po’ infuocato grazie all'Incubo Orrendo.
I Vichinghi che erano sopra si buttarono in acqua per evitare di finire arrosto.
La catapulta reggeva ancora, quindi feci retromarcia e sputai un'altra palla. Questa volta l'arnese esplose.
Avevo fatto un bel lavoro, ma sapevo che nell'isola c'e ne erano altre. Volai in alto nel cielo, mimetizzandomi con il buio e andai alla ricerca di altre catapulte. In tanto ne approfittai per visualizzare per bene come se la stessero cavando gli altri draghi. Molti Bizzippi e Gronki se ne erano andati con il loro bottino, mentre la maggior parte degli Uncinati e degli Incubi Orrendi, era ancora alla ricerca di un buon pasto per Morte Rossa.
Vidi un gruppo di Uncinati che cercarono di prendere delle pecore, ma Stoick e degli altri Vichinghi li imprigionarono con una rete.
Io ringhiai, sia per l'orribile tempismo dei Vichinghi, sia per la stupidità degli Uncinati. Come avevano fatto a non accorgersene?
Non potevo rischiare di aiutarli, dal tronde neanche loro lo avrebbero fatto, nessun drago lo farebbe. E' una nostra legge, chi fa da se fa per tre. Se pensi a te stesso sopravvivi di più ed era quello che avevo intenzione di fare. Volai verso la costa alla ricerca di un arnese pericoloso da poter distruggere. Dopo poco tempo lo avvistai. Mi buttai in picchiata verso l'aggeggio e riempii la mia gola di gas. Mi avvicinavo a grandissima velocità. Presi bene la mira e sparai. Centrato in pieno!
Iniziai a riprendere quota, per poi fiondarmi nuovamente sulla catapulta e distruggerla una volta per tutte, ma qualcosa mi afferrò. Era sotile e lunga, lanciata a distanza da qualcosa. Questa si avvinghiò addosso a me, stringendomi e impedendomi di volare. Precipitai a folle velocità verso la foresta vicino al villaggio Vichingo, ruggendo per il terrore. Non riuscivo a frenare ne a girare. Strizzai gli occhi mentre caddi tra i graffianti rami degli alberi che si spezzavano al mio passaggio. Presi in pieno un albero e questo si spezzò a causa della forte velocità con qui mi ero schiantato. Mi feci molto male, ma fortunatamente era un'albero piccolo altrimenti sarei morto.
Precipitai a terra e continuai a scivolare sul terreno bagnato fino a quando non caddi nella fascia più in basso, schiantandomi tra massi e rocce, allora la caduta si fermò.  Rimasi fermo immobile nella foresta con la testa frastornata e il corpo immobile. Non sentivo nulla, solamente una grossa fitta di dolore alla coda, che continuava a pulsarmi e a bruciare. Ad un tratto tutto si fece sempre più buio, fino a scomparire. Non c'era più niente intorno a me, neanche un piccolo rametto o una minuscola formica. Niente. C'era semplicemente il nulla. Un nulla spietato e privo di paura che ben presto mi avvolse e mi portò via con lui...
 
 
 
-         Ce l'ho fatta? - chiese una voce lontana che irruppe in quel buio infernale. Un Vichingo? Sembrava un'essere umano. Ma non riuscivo a capire, era troppo lontana e confusa. Probabilmente l’ avevo solo immaginato. Una voce nella mia testa, nient'altro.
-         Ah! Ce l'ho fatta! - disse ancora quella voce. Questa volta era più vicina. Era senza dubbio un Vichingo, ma fortunatamente sembrava abbastanza lontano da darmi il tempo di scappare, anche se continuavo a pensare che fosse solo una voce immaginaria. Era così lontana, così debole e acuta. Troppo debole e acuta per appartenere ad uno di quei bestioni.
-          Questo, questo sistema tutto! Sì! -  disse ancora. Questa volta era più chiara, molto più vicina. Come poteva in quel brevissimo arco di tempo diventare così vicina? Sembrava provenisse solo da pochi metri da me. Questo significava che quel Vichingo era vicinissimo a me ed io ero legato ed incapace di difendermi! Proprio quello che ci voleva! Un vichingo con problemi di corde vocali, a pochi metri da me e molto probabilmente armato!
-         Ho abbattuto questa bestia possente! -  disse la voce e questa volta era chiarissima e maledettamente vicina, talmente vicina che sentii che il suo proprietario mi mise un piede nel braccio. Mi spaventai e spinsi via con un movimento brusco, quell'essere umano. Era una spintarella abbastanza debole, non potevo fare molto tutto legato, eppure quel Vichingo si spostò subito e lo sentii indietreggiare. Sentii il respiro dell'umano farsi più affannoso e spaventato, anche il mio lo era. Cercai di mettere a fuoco la figura, aprendo gli occhi ancora stanchi e spaventati per la sera prima.
Dopo qualche sforzo li aprii e lo vidi.  Mi stava guardando fisso e aveva un'arma puntata contro di me, proprio come avevo previsto. Però era diverso dagli altri Vichinghi. Non avevo mai visto quella razza di umano. Era basso e molto magro, forse i miei occhi mi stavano ingannando, perchè era impossibile che un Vichingo fosse stato talmente magro come quello. Per di più la voce era acuta al contrario degli altri. C'era una sola spiegazione, era un cucciolo di Vichingo.
Il cucciolo mi guardò fisso negli occhi e io guardavo fisso lui, implorandogli di mettere giù quell'arma. In tutta risposta il giovane umano si voltò verso il mio petto con uno sguardo crudele...
Adesso riconobbi qualcosa di orribilmente Vichingo in quel cucciolo, proprio come i suoi simili adulti, assetati di sangue, il nostro sangue e quel ragazzo voleva il mio.
-         Io ti ucciderò drago! - disse lui. Voleva uccidermi! Proprio come avrebbe fatto un altro Vichingo. Non mi avrebbe risparmiato. Però tentai in tutti i modi di implorarlo. "Ti prego cucciolo di Vichingo! Ti scongiuro! Metti giù quell'arma!" ma lui non mi sentiva. Nessun Vichingo sarebbe riuscito a sentirmi.
-         E poi ti... ti strapperò il cuore e lo porterò a mio padre! - disse ancora. Lo avrebbe fatto, mi avrebbe ucciso e squoiato e avrebbe esibito la mia pelle ai suoi simili.
La prima Furia Buia battuta e soprattuto, battuta da quel piccolo insignificante Vichingo! Non poteva esserci disonore più grande per me, anche se in quel momento era qualcos'altro che mi preoccuva oltre che al disonore... La morte!
-         Sono un vichingo... Io sono un Vichingo! - mi urlò lui.
Sì! Era proprio un Vichingo. Quell'aria vulnerabile che avevo visto all'inizio in lui, era solo un illusione. In realtà era come gli altri. Crudele, senza cuore, assetato di sangue ed io sarei morto per mano sua. Il ragazzo alzò il pugnale pronto a trafiggermi e mi guardò negli occhi. Non c'era niente di peggio. Il proprio assassino che ti guarda negli occhi un attimo prima di ucciderti. Significava che ero senza speranza, che quel ragazzo aveva la volontà e la forza di uccidermi. Però non riuscievo a darmi per vinto. Tentai in tutti i modi di supplicarlo, di risparmiarmi "Ti prego Vichingo, non uccidermi! Non ti ho mai fatto nulla! Lasciami vivo! Per favore! Metti giù quell'arma!".
Il ragazzo Vichingo strizzò gli occhi e si voltò nuovamente verso il mio petto, pronto a sferrare l'attacco. Era giunta la mia ora. Anche l'ultimo frammento di speranza andò in fumo e allora chiusi gli occhi e mi abbandonai aspettando con straziante terrore il colpo decisivo e la mia imminente morte...
Ma il ragazzo non attaccò, rimase immobile come una statua fino a quando, con un sospiro di sconfitta, non mise giù il pugnale. Io continuai a tenere gli occhi chiusi e continuai ad aspettare il colpo. Probabilmente stava solo fingendo, solo per essere ancora più crudele. Voleva darmi ancora un po di speranza e poi finirmi una volta per tutte. Mi sbagliavo, forse era anche più crudele degli altri Vichinghi.
Il ragazzo continuò a non far niente poi lo sentii voltarsi ed allontanarsi.
-         Ma come ti ho ridotto... - lo sentii dire. Provava... pietà? Provava veramente pietà per me? Dopo tutto quello che prima aveva fatto quel ragazzo provava veramente pietà per un drago? Mi aveva in pugno! Poteva uccidermi con facilità e invece si era lasciato andare ....con la pietà?!
Era davvero un Vichingo strano. Non lo capivo. Prima sembrava addirittura più cattivo e poi invece era buono...
Ad un tratto lo sentii correre verso di me fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio corpo. Forse avevo parlato troppo presto, poichè sentii il terrificante rumore della lama che stava tagliando qualcosa. Automaticamente spalancai gli occhi, spaventato per l'improvvisa azione offensiva dell'umano. Invece mi accorsi che stava tagliando le funi che mi legavano.
Tagliò via una e sentii le zampe posteriori finalmente libere. Poi slegò le anteriori. Ero finalmente libero! Allora lo attaccai. Mi fiondai addosso a lui spingendolo contro una roccia e premetti sulla sua gola con una zampa.
Il ragazzo era spaventato, lo sentivo e mi guardò negli occhi con timore. Finalmente! Che cosa ne pensava in quel momento? Ora che la preda era diventata il predatore? Era forse bello sentirsi in trappola, ad un passo dalla morte? Che ne pensava? Gli piaceva?
Il ragazzo mi continuò a guardare, nei suoi occhi potevo vedere la stessa paura che un attimo prima aveva assalito me. M’ implorava di lasciarlo in pace, di lasciarlo libero. Bhe! Lui prima mi voleva morto. Come facevo a sapere che non avrebbe provato ad uccidermi un'altra volta?
Alla fine decisi di accontentarlo e di lasciarlo solo con un avvertimento. Alzai la testa e gli mostrai i denti.
Il ragazzo strizzò gli occhi e si voltò da un'altra parte credendo che gli stessi per sparare una palla di fuoco e invece gli urlai soltanto.
-         Bada che se ti incontro un'altra volta ti uccido! -e mi librai in volo lasciandolo lì. Qualcosa però andò storto. Non riuscivo più a girare.
Mi schiantai contro una roccia e tentai di volare dritto, ma non ci riuscii. Persi il controllo sbattendo da una parte all'altra della foresta, contro rocce ed alberi, fino a precipitare in una cava, cadendo sulle rocce che la circondavano e poi finendo nell'acqua di un laghetto.
Riemersi subito e nuotai verso la riva, scombussolato per l'accaduto.
Perchè non riuscivo a volare? Credevo che quel ragazzo mi avesse liberato del tutto! Magari si era dimenticato qualche corda. Eppure non sentivo niente che mi toccasse.
Mi coricai per terra esausto. Chiusi un attimino gli occhi e mi raggomitolai stringendomi con la coda, per cercare un po di caldo. Però qualcosa non andava bene.
Sentivo la coda molto strana, come se le mancasse qualcosa. Aprii gli occhi e rimasi esterrefatto...
L'ala del timone! Quella sinistra! Non c'era più! Avevo perso l'ala del timone! E come facevo? Non potevo volare senza quella! Non potevo girare, prendere quota, atterrare bene... Niente! Orribile! Non poteva accadermi niente di peggio! Lo sapevano tutti! Drago appiedato, drago spacciato! Persino i Vichinghi lo sapevano! Cacciai un ruggito disperato. Non potevo non avere quell’aletta! Sarei morto! Appoggiai la testa per terra esasperato. Prima rischiavo di morire e dopo... sarei morto comunque...
Rimasi in quello spiazzo di terra, immobile come una statua. Ero legato nuovamente, ero incapace di muovermi, ma a tenermi non erano corde era lo shock. Lo shock di aver perso un'arto molto importante, lo shock di essere scampato alla morte, lo shock di rischiarla nuovamente. Ma tra tutto quello shock, il mio cervello si concentrò su un'altra cosa... Il ragazzo...
Per quale motivo aveva deciso, non solo di risparmiarmi, ma anche di liberarmi?
Nessun Vichingo sano di mente lo avrebbe fatto. Probabilmente era proprio quello, un Vichingo pazzo e malato. Per questo era talmente magro! In lui però, c'era qualcosa che m’ incuriosiva...
Lui era di più di un semplice essere umano malato di mente, lui era strano, diverso. Era sicuramente stato lui a legarmi. Ma come aveva fatto un essere talmente piccolo e debole, riuscire a lanciare un corda a quella distanza e a quella volocità? Ad un tratto mi ricordai. Poco prima che arrivassero le corde, avevo sentito uno strano rumore, non era certo un rumore di un Vichingo che lanciava un’arma, era un suono legnoso e metallico, tipo quello delle catapulte. Un suono meccanico. Ciò significava che il ragazzo aveva inventato un arnese in grado di sorprendere una Furia Buia, di battere una Furia Buia e quindi in grado di uccidere tutti gli altri draghi. Ma come mai non avevo mai visto un altro Vichingo maneggiare un'arnese simile? Ciò significava che: o i Vichinghi si stavano pian piano evolvendo oppure quel ragazzo era veramente diverso dagli altri. Era ingenioso, furbo, piccolo, magro e compassionevole. Non era un Vichingo, era un essere umano completamente diverso... Ma allora, che cos'era?
Le domande continuarono a sovrastarmi la mente e ben presto il giorno lasciò il posto alla notte. Per la prima volta mi addormentai nel silenzio, un rilassante silenzio. Senza i draghi che fremevano di paura al solo spostamento di Morte Rossa che godeva nel vederci terrorizzati. Quel giorno forse avevo rischiato la morte, ma non potevo chiedere niente di meglio che addormentarmi serenamente nella notte silenziosa e rilassante della foresta.
 
 
Il giorno seguente mi risvegliai serenamente.
Il sole era già sorto da un po’. Era alto e lucente, che splendeva nel cielo come una fiamma luminosa e ardente.
Non mi ero mai svegliato a quell'ora. Ogni giorno noi draghi ci svegliavamo anticipando sempre di qualche ora (nei casi fortunati, di qualche minuto)  il sorgere del sole. Quel giorno mi sentii riposato e in forma, pronto per vivere in pieno la nuova giornata.
Era davvero bello svegliarsi con quella calma e quella serenità, dopo una notte tranquilla e passata serenamente a dormire.
Ad un tratto, però, mi ricordai della coda e la paura del giorno prima ritornò. Come facevo a tornare a casa se non potevo volare? E soprattutto, come facevo a scappare se fosse arrivato un altro Vichingo ad uccidermi?
Decisi di tentare di volare. Forse dopo vari tentativi avrei imparato a farlo senza l'aiuto dell'aletta sinistra. Molti draghi, se messi in una brutta situazione, sono riusciti ad arrangiarsi con quello che gli rimaneva. Sicuramente potevo riuscirci anch’ io.
Partii in volo pronto per volare nella fascia superiore, ma non appena arrivai a pochi centimetri dal bordo, mossi la coda per raddrizzarmi e prendere quota, ma invece a causa dell'assenza dell'aletta sinistra, girai verso destra e mi schiantai contro una roccia. Atterrai con uno schianto, visto che senza l'ala non riuscivo nemmeno ad atterrare bene. Mi rialzai e decisi di ritentare. Ottenni sempre lo stesso risultato. Riprovai e riprovai fino allo sfinimento. Allora mi coricai a terra stanco morto. Stavo perdendo la speranza. Non ce l'avrei mai fatta a volare.
No! Non potevo darmi per vinto! Nessuna Furia Buia lo avrebbe fatto! Sarei riuscito a scappare da quel luogo e sarei riuscito a tornare a casa! Mi rialzai e decollai un'altra volta. Riuscii ad arrivare a pochi metri dalla cima e allora mi aggrappai alle rocce, non potendo contare sul volo, e tentai di arrampicarmi, ma le rocce erano scivolose e non riuscivo ad avanzare neanche di un millimetro, anzi scivolavo! Con una zampata a quella maledetta roccia, mi voltai e planai verso la terra ferma. Iniziai a camminare avanti e indietro infuriato.
Decollai un'altra volta e tentai di riaggrapparmi alla roccia, ma anche questo tentativo fallì. Con uno sbuffo ritentai soltanto con il volo, provando a volare dritto in alto... riusultato? Mi alzai solo di pochi metri.
Tornai a terra e lanciai una palla di fuoco, infuriato. Volai ancora tentando di arrivare dall'altra parte del laghetto, riuscii ad arrivarci, ma quando tentai di atterrare l'ala destra mi fece girare di scatto e caddi a terra prendendo una spallata.
Ero a pochi centimetri dall'acqua e proprio in quel momento vidi muoversi qualcosa... Un pesce! Quell'animale mi ricordò che erano ben due giorni che non mangiavo e allora mi avvicinai ulterirmente all'acqua. Avvistai due grossi esemplari di pesci nuotare nell'acqua. Immersi il muso tentando di pescarli, ma mi sfuggirono. Pure quello!? Appoggiai la testa per terra, esasperato. Ora non riuscivo neanche più a pescare! Ad un tratto un  rumore catturò la mia attenzione. Era caduto qualcosa. Guardai in alto, cercando di capire da dove fosse caduto quello che mi sebrava un ramoscello e... lo vidi. Ancora quel ragazzo Vichingo!
Io lo guardai storto. Non gli era bastato il mio avvertimento? Perchè era tornato? Voleva forse finire quello che aveva iniziato il giorno prima?
Il ragazzo non sembrava avere un espressione da guerriero, sembrava... curioso. Infatti inclinò leggermente la testa di lato, come se mi stesse studiando.
Di risposta, lo feci anch’io.
Cercavo di capire quel suo strano comportamento.
Solitamente un Vichingo che stava appostato come faceva lui, aveva l'intenzione di uccidere la propria preda, e invece lui non lo faceva! Anzi mi osservava!
Che strano, strano umano! Non capivo che senso potesse avere per lui osservare un drago senza fare niente! Forse voleva studiarmi per capire come sconfiggermi, anche se una parte di me lo dubitava. Quel ragazzo non sembrava una minaccia. Ma se non era lì per uccidemi, allora perchè era lì?
Vidi il ragazzo guardare in basso, nel luogo dov' era caduto quel bastoncino. Decisi di andare a vedere che cosa fosse. Volai verso l'altra sponda del lago, cercando di non cadere. Sfortunatamente non riuscii ad atterrare bene e mi schiantai dietro la roccia dove era caduto l'arnese. Mi rialzai e scossi la testa. Cercai lo strumento perduto dal Vichingo e lo trovai. Era veramente un bastoncino, solo che aveva la punta nera. Non sembrava un'arma. Quindi era tornato, non solo senza motivo, ma anche disarmato? Era veramente strano.
Mi voltai verso il ragazzo e vidi che non c'era più. Se ne era andato!
Allora tornai ad osservare quello strano attrezzo e mi sdraiai con il muso a pochi centimetri dal bastoncino.
Sì! Quel ragazzo era davvero strano, diverso, curioso e in un qualche modo mi attraeva. Avevo sempre vissuto con il presupposto che i Vichinghi fossero tutti uguali, cattivi e pericolosi... invece lui era la prova vivente che mi sbagliavo, che tutto quello che sapevo su di loro era sbagliato!
Avrei voluto rivederlo, solo per capire quali fossero le sue intenzioni. Per quale motivo non mi voleva morto. Perchè lui era talmente... talmente... tutto lui! E quel tutto lui, mi piaceva...
 
 
Il giorno seguente era ancora più sereno. Provai ancora a volare, ma ottenevo sempre lo stesso risultato.  Dopo poco tempo ci rinunciai. Che senso aveva continuare quando il risultato era sempre sbattere da tutte le parti e farmi sempre molto male?
Tentai anche di pescare, ma era molto difficile, anzi, impossibile pescare dalla riva. I pesci di solito nuotano al centro e al fondo e se non volavo non potevo acquistare la velocità necessaria per immergermi fino al fondo del lago e fare un bel attacco a sorpresa.
Arrivò un momento della giornata dove il sole era molto caldo e allora mi sdraiai dietro ad una roccia, all'ombra, riflettendo su come potevo uscire da quella trappola mortale. Erano già tre giorni che non mangiavo. Anche se un drago può sopravvivere per settimane senza cibo, non sarebbe mai stato un periodo piacevole.
E se non fossi più riuscito ad uscire? Sarei morto di fame o peggio... assassinato dai Vichinghi! Magari da Stoick l'Immenso!!!
Scossi la testa scacciando via quell'orribile pensiero. Anche se cercavo di nasconderlo, quel Vichingo mi faceva paura. Era così agguerrito, così pieno d'odio nei nostri confronti e nei miei. La pericolosa Furia Buia! La progenie diabolica nata dall'unione del fulmine e della morte! Così li avevo sentiti descrivermi un giorno...
E come li avrei potuti descrivere io, i Vichinghi? I rabbiosi Vichinghi?! Puzzolenti, cocciuti, pericolosi, assordanti e sclerotici Vichinghi?! C'erano molti aggettivi che descrivevano al meglio il loro modo di essere, ma valutai che l'aggettivo "cocciuti"fosse il termine più appropriato! Ma anche "rabbiosi" se la cavava.
Ad un tratto ripensai al giovane ragazzo Vichingo e che forse era un po’ troppo razzista descriverli tutti come se fossero una cosa sola, d’altronde anche noi draghi siamo diversi l'uno dall'altro. Ma probabilmente il ragazzo era un caso apparte, l'eccezione che confermava la regola! Una cosa era certa. C'erano parecchie cose che dovevo ancora scoprire degli esseri umani...
Ad un tratto un odore molto sfizioso m’ innondò le narici. Alzai la testa e respirai l'aria. Era... era... Pesce! Sì, sì! Era proprio pesce! Ma cosa ci faceva un pesce fuori dall'acqua? Significava che qualcuno ce lo aveva portato!
Silenziosamente mi arrampicai sopra il masso e stetti quatto, quatto sulla cima ad osservare cosa stesse succedendo.
Il ragazzo era tornato! Per gli artigli di Morte Rossa! Era peggio del singhiozzo! Tornava sempre! Uhm... Curioso, singhizzo sembrava un nome perfetto per quel piccolo Vichingo. Non mette paura, da l'impressione di qualcosa sempre in movimento e in effetti avevo notato che quel ragazzo aveva una forte gestualità nei suoi muovimenti. Decisi di chiamarlo Hiccup!
Hiccup si guardava intorno, mi stava cercando. Ma quello che attirava di più la mia attenzione, era quel delizioso pesce che teneva tra le mani.
Decisi di farmi vedere, non sembrava armato e in più, anche se era una cosa stupida da pensare, intuivo che quel pesce lo avesse portato per me.
Hiccup mi vide e s’ irrigidì. Io annusai il pesce, per individuare se non lo avesse avvelenato o altre cose... Sembrava apposto!
Hic allungò la mano con il pesce. Alla fine avevo ragione! Lo aveva portato per me! Che pensiero premuroso... decisi di fidarmi! Così mi avvicinai a lui ed aprii la bocca. Era strano per me aprire la bocca davanti ad un essere umano e non estrarre i denti, però non era nemmeno esageratamente spiacevole.
Ad un tratto, però, notai una cosa che mi fece pentire di ciò che avevo pensato. Nella cinta del ragazzo c'era un pugnale.
Indietreggiai subito e tirai fuori i denti, ringhiando. Il ragazzo si spaventò e seguì il mio sguardo. Vide il pugnale e avvicinò la mano ad esso come per brandirlo. Io ringhiai subito. Se credeva che lo avessi lasciato trafiggermi, si sbagliava di grosso.
Il ragazzo fece dei muovimenti lenti. Sfilò il coltello e lo fece cadere per terra. Era ancora troppo vicino, lo avrebbe potuto riprendere senza problemi. Così feci un cenno con la testa per ordinargli di gettarlo ancora più lontano. Il ragazzo lo sollevò con il piede e lo calciò nell'acqua dove sprofondò in un luogo dove sarebbe stato impossibile riprenderlo. Allora mi rilassai e riportai tutta la mia attenzione sul pesce. Mi sedetti ed allargai le pupille guardando quella delizia scagliosa.
Hiccup allungò nuovamente le braccia con il pesce. All' inizio non capii perchè non lo lasciava direttamente per terra. Forse voleva dimostrarmi a tutti gli effetti che veniva in pace.... decisi di fidarmi.
Mi avvicinai con cautela e quando arrivai ad una distanza sufficiente cosicchè il ragazzo potesse tranquillamente passarmi il pesce, aprii la bocca "disarmata". Il ragazzo stava immobile e mi fissava. "Bhe? Vuoi farmi stare tutto il giorno così?" pensai.
Hiccup in tutta risposta si mise a parlare.
-         Ah! Sdentato... Avrei giurato che tu avessi... -  
Capii che quello il pesce non me lo avrebbe passato. Così tirai fuori i denti e lo afferrai. Hiccup si spaventò per l'improvviso gesto, però se l'era cercata! Stava fermo immobile con quel pesce a pochi centimetri dalla mia faccia! E che pesce! Era delizioso! Infatti dopo averlo mangiato mi leccai i baffi. Davvero un buon pasto!
-         ... I denti... - disse lui infine. Io mi voltai nuovamente verso di lui. Chissà se ne aveva dell'altro... Era davvero buono! Mi avvicinai a lui, ma lui continuava ad indietreggiare, spaventato.
-         Ah no! -  disse.
Hic inciampò e cadde a terra, ma continuò ad indietreggiare finchè non arrivò con le spalle contro ad una roccia.
-          No, no! Ehm.. -  Io lo fissavo intensamente, cercando di studiarlo. Il mio muso era a pochi centimetri dalla sua faccia. Era davvero magro! In quei tre giorni cercavo di autoconvincermi che fosse stata solo un'illusione ottica, che di sicuro fosse più robusto, ma era davvero molto, anzi, troppo magro! Magari era mal nutrito...
-          Non ho altri pesci... -  disse alla fine intimidito dal mio sguardo.
Pensai un attimino... in effetti Hiccup era stato molto gentile con me. Mi aveva risparmiato e mi aveva anche portato da mangiare, il minimo che potessi fare era ricambiare il favore.
Così ansimai, contrassi lo stomaco e spinsi su un po’ di pesce che mi aveva dato. Il boccone ripercorse tutto l'esofago e non appena arrivo alla gola diedi un ultimo colpo forte, risputandolo sulle gambe di Hic.
All'inizio mi era parso che facesse un suono disgustato, ma di sicuro mi stavo sbagliando, visto che avevo fatto un gesto più che altruista nei suoi confronti.
Mi sedetti e gli lasciai lo spazio per gustarsi il suo pranzetto, ne aveva più bisogno lui di me visto la sua situazione fisica. Ero stato fin troppo buono, gli avevo dato il corpo del pesce, che era la parte più buona! Il ragazzo mi fissava, io fissavo lui.
Bhe? Perchè non lo mangiava? Cosa si aspettava, che lo imboccassi? Sarà stato anche un cucciolo di Vichingo, ma non mi sarei di certo abbassato a quel livello!
Hic sospirò e si guardò in torno, sembrava non capire cosa dovesse fare. Era veramente buffo! Non sapeva nemmeno quando doveva mangiare!
Non appena guardò nuovamente verso di me io abbassai lo sguardo verso il pesce e poi riguardai lui per fargli capire che lo doveva mangiare.
Il ragazzo guardò il pesce e poi guardò me. Aveva capito!
Stranamente fece una strana smorfia. Adesso non gli piaceva il pesce?
Fortunatamente lo vidi portarsi il pesce alla bocca e morse un pezzetto.
Il ragazzo fece dei versi di apprezzamento. Ecco! Così mi piaceva! Hic mi porse nuovamente il pesce, come per restituirmelo, forse non aveva più fame. Però notai che continuava a tenersi in bocca il boccone.
Io lo guardai e deglutii, per ricordargli che doveva ingoiare. Magari se ne era scordato.
Il ragazzo abbassò le braccia e mi guardò in un modo strano, quasi implorante. Poi alzò gli occhi al cielo ed ingoiò, quasi con fatica, il pesce. Dopo averlo fatto scosse la testa e fece dei versi che io non compresi. Mi ricordavano vagamente dei versi di disgusto, ma sicuramente mi sbagliavo.
Mi leccai i baffi, per chiedergli se gli era piaciuto. Hiccup in risposta alzò i lati delle labbra e mi mostrò i denti. Era strano. Di solito un gesto del genere non lo facevano i Vichinghi. Era roba da darghi, per intimidire! Eppure in quella strana espressione non c'era malignità, anzi, tutt'altro. Sembrava rappresentasse felicità, allegria e fiducia. Non l’ avevo mai vista sul volto di un'altro Vichingo. Studiai quella strana espressione, era buffa e curiosa. Decisi di copiarla, anche se sapevo che se l'avessi fatta con i denti di fuori sarebbe passata per un'intimidazione. Così la feci senza denti. Tirai all'indietro il lato sinistro delle labbra e poi il destro, semi aprendo la bocca. Era un po difficile per me, non lo avevo mai fatto. Hiccup sembrava apprezzare la mia espressione.
Ad un tratto lo vidi spostare il pesce ed allungò la mano verso di me. Io mi irrigidii, che aveva intenzione di fare?
Tirai fuori i denti, gli ringhiai e volai dall'altra parte del laghetto. Era stata una bella visita, ma era il caso che se ne andasse.
L'atterraggio non fu dei migliori, ma ormai avevo perso ogni speranza.
Sputai un po’ di fuoco per terra, creandomi un comodissimo e caldissimo letto. Il sole stava per tramontare e l'indomani sarebbe stata una nuova ed imprevedibile giornata.
Un uccellino in un ramo iniziò a cinguettare. Io alzai lo sguardo e lo guardai. Questo volò via. Lo seguii con lo sguardo, ripensando a quanto era bello volare e che forse io non avrei mai più potuto farlo.
Mentre guardavo l'uccellino mi accorsi che c'era qualcuno vicino a me. Abbassai subito lo sguardo. Era Hiccup! Il ragazzo alzò la mano, come per salutarmi. Io abbassai le orecchie e socchiusi gli occhi.
Altro che singhizzo! Era peggio di una cozza!
Mi sistemai bene nel mio “lettino” e mi avvolsi con la coda coprendomi il muso con l'aletta rimasta, cosicchè il ragazzo potesse capire che volevo che se ne andasse.
In tutta risposta sentii qualcosa avvicinarsi alla mia coda, sempre più vicino, sempre più vicino. L’alzai subito, preoccupato, per vedere che cosa stesse facendo.
Hiccup si alzò di scatto, si voltò e si allontanò. Anche io mi alzai e mi diressi dalla parte opposta a lui, alzando gli occhi al cielo. Ora non riuscivo più a sbarazzarmi di lui!
Notai una radice di un albero che si trovava sulla fascia superiore della cava, spuntare dalla parete rocciosa, sembrava abbastanza solida. Così mi arrampicai e mi appesi a testa in giù, pronto per una bella dormita. Mi avvolsi con le ali e chiusi gli occhi. Cercai di prendere sonno, ma non succedeva niente. Sapevo che Hiccup era ancora lì a fare chissà cosa e la situazione non mi metteva abbastanza tranquillità da farmi addormentare. Stetti qualche minuto appeso a quell'albero tentando invano di addormentarmi, ma non ci riuscivo. Ero troppo curioso nei confronti di quel ragazzo umano. Volevo stare con lui, studiarlo, capire perchè faceva quello che faceva. Allora aprii un occhio. All'inizio non lo vidi, così li aprii tutti e due. Finalmente lo vidi. Era seduto poco più avanti, su un masso. Aveva un bastoncino in mano e stava muovendo la terra di fronte a lui. Cosa stava facendo?
Scesi dalla radice e mi avvicinai a lui per capire se stesse delirando o meno.
Una volta lì vicino, il ragazzo fece finta di non vedermi. Stava tracciando delle linee per terra, delle linee che rappresentavano qualcosa. Riconobbi subito cosa rappresentavano, era l'immagine che rifletteva sempre l'acqua quando la guardavo, ero... io.
Fui molto lusingato da quello che stava facendo.
Osservai per bene i movimenti del ragazzo e l'immagine che pian piano prendeva vita. Era davvero molto affascinante e piacevole. Sembrava oltretutto che a Hiccup divertisse creare quell'immagine, così decisi di provarci anche io, sia per un'esperimento personale, sia per ricambiare il favore.
Mi diressi verso un alberetto lì vicino e ne staccai un ramo.
Tornai nuovamente da Hiccup ed iniziai a tracciare le linee per terra cercando di copiare il volto del ragazzo. Avrei fatto un lavoro più bello del suo poichè lo stavo facendo molto più grande. Hic mi osservò incuriosito. In effetti era davvero divertente. Tracciai le righe con cura, poi mi fermai un'attimino. Mi voltai velocemente verso il ragazzo per vedere i dettagli del volto. Hiccup fece finta di niente, si comportava come se mi potesse dare fastidio che mi vedesse all'opera. Io lo ignorai e continuai il lavoro.
Gli passai nuovamente intorno e per sbaglio diedi una chiomata con le foglie del ramo in testa al ragazzo, ma lui non ne sembrava infastidito.
Feci gli ultimi segni, poi misi via il bastone e contemplai la mia bellissima opera. Davvero bella! Era la copia spiccicata del ragazzo! Chissà se anche a lui piaceva?
Hic si alzò dal posto e guardò per bene i segni che avevo fatto, quando.. Orrore! Aveva calpestato una riga! Ma come si permetteva?! Dopo tutto quello che avevo fatto, mi rovinava il disegno?
Gli ringhiai, il ragazzo se ne accorse e alzò il piede, allora tornai allegro, felice del mio bellissimo lavoro. Hic mi osservò ed abbassò nuovamente il piede. Ringhiai ancora. Allora lo faceva apposta!
Hic lo rialzò, allora mi calmai.
Poi lo riabbassò... se continava così glie lo staccavo quel piede!
Allora lo rialzò e lo mise dall'altra parte della riga, così non l’ avrebbe rovinata.
Io mi rassenerai ed Hic mi fece nuovamente l'espressione di prima, solo senza mostrare i denti, così feci uno sbuffo allegro.
Sì! Quel ragazzo mi stava piacendo!
Hiccup iniziò a camminare facendo attenzione a non pestare le righe. Osservava il disegno concentrato e camminava quasi non guardando dove stava andando. Ero contento che gli piacesse il mio lavoro, anche se ero un po riluttante riguardo al fatto che si stava involontariamente avvicinando verso me. Continuò a girare su se stesso guardando l'immagine e le righe, fino a quando non arrivò a pochi centimetri da me, allora sbuffai per fargli capire che era il caso che si allontanasse.
Il ragazzo si voltò verso di me e allora io lo guardai negli occhi.
“ Cucciolo, è meglio se torni a casa...”  gli dissi io. Hiccup non capì, anzi allungò la mano verso il mio muso. La cosa non mi piaceva, voleva tirarmi una botta sul naso? Voleva picchiarmi? Anche se il gesto era estremamente lento non mi sentivo affatto al sicuro vedendo la sua mano a pochi millimetri dal mio muso.
Gli ringhiai dicendogli di mettere via la mano. Il ragazzo la ritrasse quel poco che serviva a tranquillizzarmi. Allora lo guardai in modo severo.
“Davvero! E' stata una bella giornata, ma è meglio che torni a casa e che non faccia altri gesti strani.”dissi io.
Hiccup riflettè su qualcosa, poi lo vidi voltarsi dall'altra parte ed allungò nuovamente la mano verso di me. Allora capii. Il suo non era un gesto di cattiveria, non c'era niente di losco o violento in quella mano. Lui si stava dimostrando indifeso e vulnerabile, solo per potermi toccare in modo pacifico, per stabilire un contatto fisico privo di qualunque tipo di violenza. Lui voleva, accarezzarmi! Voleva veramente fare un gesto di affetto verso di me, qualcosa che poteva crearmi una sensazione piacevole, qualcosa che mi potesse tranquillizzare, qualcosa che mi dicesse "tranquillo, non voglio farti del male!"
Sì, quello era davvero uno strano, diverso, bizzarro, buffo, simpatico, intelligente, generoso, affidabile e tenero Umano.
Osservai la sua timida mano a pochi centimetri dal mio muso, ferma immobile. Attendeva che mi offrissi per soddisfare quel suo desiderio di stabilire il primissimo contatto fisico pacifico tra un umano e un drago.
La cosa che più mi convinse ad allungare il muso verso quella mano, era il fatto che mi aveva dato una scelta, la scelta di essere suo amico o no. Ed io decisi di esserlo. Allungai il collo e toccai con il muso la sua mano. Era strano toccare in quel modo un umano e in un qualche modo piacevole. Era calda, morbida e odorava di pesce! Sì! Quell'umano era speciale e in quel piccolo momento, in quel piccolo istante pensai che noi due potessimo diventare amici. Un umano ed un drago! Che idea bislacca, davvero! Così bislacca che per un'attimo pensai che potesse davvero diventare possibile che tra me e Hiccup potesse sorgere un'amicizia proibita.
  
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