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Autore: kaminari    15/07/2012    2 recensioni
{MinKey} , {JongKey}
Ma tra le tante persone che non andavano a genio a Kibum, ce n’era una che non riusciva a non detestare. Era un ragazzo della sua classe: Choi Minho.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Kibum si trasferì nella capitale, era ancora uno studente delle superiori. Non si prepose l’obiettivo di faticare e sgobbare sui libri per dare una bella impressione ai suoi professori, non era mai stato un tipo studioso e fare i compiti era tra le ultime delle sue priorità in una giornata. Ma comunque dimostrava di non essere uno stolto, studiando il minimo indispensabile, come d'altronde faceva quando si trovava a Daegu.

Quello che Kibum desiderava davvero ottenere nella sua nuova vita a Seoul, era una reputazione di un certo spessore. Negli anni passati, non aveva mai pensato a come ci si potrebbe sentire ad essere popolari, non gli aveva mai sfiorato la mente perché era occupato a fare altro e inoltre i ragazzi popolari della sua scuola non riusciva a digerirli proprio. E’ proprio durante il viaggio di trasloco che si chiese ‘Come sarebbe stare dall’altra parte? Come sarebbe essere popolari?’. Così colse l’occasione del trasferimento per cercare di raggiungere quello scopo, per quanto lui riconoscesse che fosse uno scopo abbastanza inusuale e sicuramente un bel po’ frivolo. Ma sapeva che se fosse diventato un ragazzo conosciuto e stimato da tutti nella sua scuola, ne sarebbe stato infinitamente felice e la sua felicità veniva prima di qualsiasi altra cosa, si diceva.

Dopo pochi giorni di scuola, Kibum non poté ignorare il fatto che effettivamente la gente avesse preso a parlare di lui e ad additarlo per il corridoio, bisbigliando qualcosa con il sorriso sulle labbra. A lui non parve che lo criticassero negativamente, del resto l’unica cosa che faceva era essere socievole e disponibile con tutti, anche con quelli che gli andavano meno a genio.

Ma tra le tante persone che non andavano a genio a Kibum, ce n’era una che non riusciva a non detestare. Era un ragazzo della sua classe: Choi Minho. La prima cosa che notò di lui, a parte la statura da giocatore di basket, fu il suo essere estremamente poliedrico. Dopo una settimana di scuola, non era ancora riuscito a trovare una sola cosa che quel ragazzo non sapesse fare: era uno dei primi della classe, se non dell’intero istituto; era disponibile con tutti nel dare ripetizioni o consigli; era un asso negli sport, collezionava svariati trofei e medaglie, anche a livello nazionale. Come se non bastasse, era terribilmente popolare. Aveva un centinaio di amici stretti e tutti lo trattavano come un campione – perché in effetti lo era – e orde di ragazze, anche più grandi,  gli andavano dietro con la speranza di ottenere un appuntamento. Ciliegina sulla torta, aveva senso dell’umorismo, era generoso e persino modesto.

«Minho-ah, perché quest’anno non ti candidi a rappresentante d’istituto?»
A Kibum quasi andò di traverso il tè freddo che si accingeva a bere, non potendo ignorare quello di cui discuteva un gruppetto di suoi compagni a qualche metro da lui, disposti a muraglia attorno al banco di Minho.
“Questo è davvero troppo…” pensò.
«Sarebbe davvero troppo.»
Kibum sgranò gli occhi. Aveva le vene ben in vista che gli pulsavano sulle tempie per la collera.
«Ho poco tempo libero, tra i compiti e le attività del club sportivo… E comunque non credo di esserne all’altezza.»
“Della tua falsa modestia non ce ne facciamo niente, Choi.” Avrebbe davvero voluto dirlo chiaro e tondo perché tutti i ragazzi lì ammassati potessero ascoltarlo e condividere il suo pensiero, lodando la sua schiettezza e il suo coraggio. Ma purtroppo la sua posizione attuale glielo impediva, era ancora troppo ‘anonimo’ per poter tener testa ad un titano di popolarità come Choi Minho, e ciò non gli piaceva affatto.

Uscì dall’aula, ne aveva davvero abbastanza di quel teatrino raccapricciante. Decise che avrebbe consumato il suo pranzo nel cortile, ma proprio mentre stava per varcare la soglia, sentì il tocco gentile di una mano sulla sua spalla. Si voltò di scatto e si trovò faccia a faccia con un ragazzo che aveva l’aria di essere una matricola a causa della sua altezza, o meglio, ‘bassezza’, ma dal suo atteggiamento spavaldo non sembrava essere un hoobae. Aveva un sorriso che quasi lo abbagliò.

«Ciao, tu sei quello nuovo della 2-C, vero?» fece il tipo, senza far sparire quel sorriso dal suo volto.
«Sì, Kim Kibum…»
«Ah, piacere Kim Kibum, io sono dell’ultimo anno, mi chiamo Kim Jonghyum.»
“ULTIMO ANNO?” Kibum era basito, ma fece di tutto per non darlo a vedere, sarebbe stato irrispettoso.
«Kibum, non ti sei iscritto ancora a nessun club, vero?» chiese il più grande frugando nella sua tracolla, in cerca di chissà cosa.
«Ah, no. Non ancora.»
«Non ti rimane molto tempo. Senti, se per ora non ti interessa nessun club, prova con questo.»
Il ragazzo porse a Kibum un volantino un po’ sgualcito, sul quale vi era una scritta a caratteri cubitali: ‘Club della Musica’. Più in basso, in piccolo, c’era scritto: ‘Il club per gli appassionati di musica apre quest’anno!’. Fece scorrere lo sguardo ancora più in basso. ‘Presidente del club: Kim Jonghyun (3-C)’.

Alzò lo sguardo e incontro quello di Jonghyun, che lo fissava insistentemente in attesa di una risposta.
«Hyung, sei tu il presidente del club?»
«Già!» rispose soddisfatto, sfoderando di nuovo quel sorriso che si allargava da un orecchio all’altro.
«E cosa suoni?» chiese Kibum incuriosito.
«Chitarra, basso elettrico e pianoforte. Non sono un fenomeno, ma mi piace suonare.» disse il più grande ridacchiando.
«Caspita, sono proprio curioso di sentire come suoni!» esclamò Kibum, decisamente con troppo entusiasmo.
«A dire il vero, la cosa che mi piace fare di più è cantare.»

Lo sguardo di Jonghyun si perse al di là della finestra. Chissà cosa guardava, chissà a cosa pensava, chissà perché si comportava così. Kibum fu sinceramente incuriosito da quello strano ragazzo. Parlarono per qualche altro minuto e non c’era falsità nel suo insistente chiedere, non un filo di esagerazione nelle sue reazioni. Stava genuinamente morendo di curiosità.

«Kibum, non importa se la musica non è esattamente la tua passione, ma ti sarei infinitamente grato se tu ti iscrivessi al mio club! Essendo un club appena formato, sarà dura fare in modo che abbia successo, ma io voglio provare comunque…»
Kibum guardò Jonghyun negli occhi e fu come se in qualche modo ormai non avesse più alcuna via di scampo. Comunque sono sembrava che a lui dispiacesse, nonostante la sua idea iniziale fosse quella di iscriversi al club sportivo per dimostrare a ‘quel pallone gonfiato di Minho’ chi fosse il migliore. A malincuore, dovette ammettere a se stesso di non avere speranze di batterlo, almeno non nel campo dello sport.
«… Va bene, magari faccio un salto.» disse il più piccolo accennando un sorriso.
«DAVVERO?» fece Jonghyun e dopo essersi accorto della sua reazione un tantino esagerata, rise da solo, come un idiota. «Grazie, grazie, grazie!»

E dopodiché, corse via diretto chissà dove.

×××××

Il mattino seguente, Kibum si alzò prima per poter far colazione al bar vicino alla scuola. Tutti nella sua classe non facevano che parlarne bene e sentendosi un po’ tagliato fuori dalle loro conversazioni, decise di andare a fare un salto, per poter dire anche lui la sua.

Entrò nel locale, che aveva un’aria piuttosto accogliente. Fece lo scontrino alla cassa e si guardò intorno in cerca di un tavolino libero, ma sfortunatamente era tutto occupato. Se la prese soprattutto con un tizio che aveva occupato un intero tavolino solo per lui; Kibum odiava quel genere di persone, gli facevano saltare i nervi. Realizzò solo dopo che quel tizio non era uno sconosciuto qualunque, bensì Choi Minho.

Sgranò gli occhi e si girò in fretta, temendo di essere riconosciuto. Si maledisse mille volte per aver deciso poco saggiamente di sacrificare il suo prezioso sonno per andare in un bar ‘infestato’ da Choi Minho. La situazione non fece che degenerare quando quella voce inconfondibile chiamò il suo nome.

«Kibum-sshi!»
Kibum non osò girarsi, fece finta di non aver sentito, o di non chiamarsi così.
«Kibum-sshi, non trovi posto? Puoi sederti qui se vuoi!» fece quello senza demordere.
A quel punto, fu costretto a voltarsi, sfoderando uno dei peggiori sorrisi falsi mai visti prima.

«Minho-sshi… che sorpresa…» rispose il ragazzo, evitando di guardare negli occhi l’altro per paura di lasciarsi scappare qualche insulto. Prese posto accanto a Minho, facendo attenzione a tenere la debita distanza da lui.
«Anche tu sei rimasto incuriosito da quello che dicono i nostri compagni a proposito di questo bar?»
«Già… Una roba del genere…»

Non vi era la benché minima traccia di enfasi nelle parole di Kibum e Minho non poté che notarlo. Non era di certo un allocco.
«C’è qualche problema?» chiese, improvvisamente serio. Quel tono grave di voce fece venire i brividi a Kibum, che non si aspettava un cambio di espressione così repentino.
«Ah! N-no… no…» rispose accarezzandosi i capelli dietro la nuca, cercando di nascondere alla meglio tutto l’imbarazzo che stava provando in quel momento.

Si diede dell’idiota; nonostante l’odio che provava nei suoi confronti, doveva a tutti i costi mantenere in piedi la sua immagine di ‘amicone dell’umanità’ e l’umanità includeva anche Minho, che lui volesse o no.
Per riparare al danno, gli chiese: «Com’è il caffè?»
Minho alzò lo sguardo dalla tazzina ormai vuota e sorrise mostrando due file di denti bianchissimi. Le sue labbra, che facevano da cornice a quello splendido sorriso, avevano un naturale colore rosso tenue e davano l’impressione di essere tremendamente soffici. Kibum ammise che, effettivamente, Minho era un bel ragazzo, ovviamente mai al suo livello. Ovviamente.
«E’ davvero buono!» disse ‘mister universo’.
Kibum involontariamente si lasciò scappare un sorriso, questa volta sincero. Appena se ne accorse, tossì nervosamente, tornando al suo consueto atteggiamento da superbo.

«Ah, Kibum-sshi, c’è una cosa che vorrei chiederti.» esordì Minho, dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio.
«Di che si tratta?»
«Ieri, durante l’ora di chimica non ho capito bene l’ultimo argomento che ha spiegato il professore…»
“Cosa? Come come? Minho non ha capito qualcosa?” Kibum rizzò le orecchie.
«… Mi chiedevo se potessi aiutarmi rispiegandomelo…»
Sgranò gli occhi.
“Aspetta. Perché lo sta chiedendo a me? Dopotutto in classe ci sono almeno altre dieci persone che sono più brave di me!”
«Ah, ovviamente se non ti va non importa… È solo che mi sembri un ragazzo parecchio sveglio. E poi ti sai esprimere molto bene, sono sicuro che se tu mi rispiegassi quell’argomento, lo capirei all’istante.»

Kibum era in una situazione estremamente complicata. Se avesse accettato, si sarebbe ritrovato a familiarizzare con il nemico; d’altra parte, se si fosse tirato indietro, sarebbe stato come ammettere apertamente di essere una capra in chimica. E lui non lo era affatto! Era solo molto svogliato…

«Uhm… N-non c’è problema, posso aiutarti.»
Si pentì della sua risposta subito dopo aver aperto bocca e proferito parola.
«Perfetto! Ecco l’indirizzo di casa mia…»
Minho scrisse l’indirizzo su un tovagliolo, dopodiché lo porse a Kibum.
«Ti va bene stasera alle sette?»
Kibum annuì debolmente, prese il tovagliolo e lo guardò per un istante, probabilmente facendo finta di leggerlo. Poi, sospirando, lo piegò e lo infilò nella tasca della giacca senza alcuna cura.
«Bene, ora è meglio che mi avvii in classe, devo ripetere storia.»
Minho si alzò dal tavolino, prese le sue cose e, prima di sparire dietro la porta del bar, fece un cenno a Kibum che ricambiò scuotendo la mano poco energicamente.

“A dopo, bastardo.”




Note dell'autrice
Salve a tutti, sono kaminari! Nonostante le apparenze, questa non è la prima fanfiction che scrivo, ma siccome se dovessi classificare la mia autostima da 1 a 10 finirei ai numeri relativi, ho cancellato tutto un po' di tempo fa. Spero che non succeda così anche con questa, siccome gli SHINee sono gli SHINee.
Non lo faccio perchè sono una maledetta hipster, ma shippo la MinKey, davvero molto sottovalutata u___u'. Spero che non vi offendiate, anzi, spero di riuscire a convertirvi a questo pairing, perchè sì. Caspita, guardateli *-*. Comunque le fan della JongKey non rimarranno di certo a bocca asciutta, ho voluto accontentare un po' tutte (soprattutto me stessa, ehm.).
Siccome è la mia prima fanfiction sugli SHINee, vi sarei grata se lasciaste una piccola recensione e deste il vostro parere e i vostri consigli. Spero che la fic vi piaccia e che la seguiate con passione!
KAMINARI 

  
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