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Autore: LadyProud    15/07/2012    7 recensioni
«L'amore non è qualcosa di negoziabile.
L'amore è la cosa più forte del desiderio e l'unica vera ragione per resistere alle tentazioni.»
-Jeanette Winterson
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il concetto di ‘viaggio’ di un uomo d’affari o di qualche altra mente impegnata sarebbe questo: Tanti piccoli viaggi messi insieme, intervallati da qualche sosta all’autogrill.
Un uomo, un qualsiasi uomo dotato di sentimenti, penserebbe del ‘viaggio’: Tante piccole occasioni messe insieme, intervallate da forti emozioni.
Questo secondo concetto non era nuovo, per Anthony.
Puntata la sveglia alle due di notte, il ragazzo si era sdraiato sul letto, cercando di addormentarsi, rigirandosi nel letto, non riuscendo a pensare ad altri che a Lei, e a quanto fosse bella, intelligente, superiore...
Invece, a dispetto del suo senso di inferiorità, il viaggio che doveva compiere non era affatto insignificante. Non per la durata; quattro ore sarebbero passate lente, sì, ma ne sarebbe valsa la pena. Non per il mezzo; il pullman era scomodo, ma ci aveva fatto il callo. Il suo viaggio non era assolutamente insignificante perché doveva farlo per completarsi. Sì, avete presente quelle stronzate emotive che ti propinano in continuazione, quelle sulle due metà, eccetera? Lui lo sapeva di essere una stronzata emotiva ambulante.
Lo sapeva, e ne andava fiero.
Sapeva che era pesante alzarsi ogni domenica alle due del mattino, sapeva che era pesante ragionare a quell’ora, preparare lo zaino, vestirsi e prendere un pullman sporco e puzzolente insieme a tanta altra gente che… Chissà dove doveva andare, a quell’ora.
Senza che se ne accorgesse, era passata quella manciata di ore che lo preparavano al suono acuto e fastidioso della sveglia. Oh, gli sembrava dolce musica, quella, la domenica, anche se il volume era più alto del solito; Era qualche angelo che con la sua meravigliosa tromba d’oro gli intimava di sbrigarsi, di alzarsi, o avrebbe fatto tardi e avrebbe perso il pullman...
Vedete? Altra stronzata.
Eppure, Anthony aveva veramente la faccia di chi era stato accarezzato da un angelo, aveva la stessa espressione piena di beatitudine, e si sentiva leggero e tanto, tanto felice, non solo per il fatto che Anastasia avesse fatto una visita nei suoi sogni, ma anche perché, improvvisamente, il pensiero di lei tra le sue braccia si fece più vivo, e ogni passo che muoveva verso la doccia, poi l’armadio, infine la porta di casa, lo faceva sentire sempre più vicino alla ragazza che amava.
Alla sua più bella stronzata emotiva.
Finalmente Anthony era uscito di casa per andare ad aspettare il pullman. Adorava la musica, lo faceva sentire vivo, ma in quel momento non riusciva a concentrarsi né sulle note, né sulle parole, perché pensava a qualcun altro. Indovinate un po’ a chi?
Inoltre, quel giorno, tanto per cambiare, era sommerso da pensieri filosofici. La sua mente, la domenica, ragionava per conto suo. Non perché sia un tipo eccessivamente pigro, ma gli sembrava che da quando aveva appoggiato il piede destro sul pavimento, da quella mattina, fossero passati cento anni, e che lui avesse dovuto percorrere kilometri e kilometri. No, ripeto, non perché era pigro, ma semplicemente perché non riusciva a credere che quei pochi passi che aveva mosso quella mattina lo avrebbero portato da Lei.
Andando a rovistare nel suo cervello –ma non ditelo ad Anastasia!- si poteva comprendere benissimo che anche quei meravigliosi preparativi avevano un non so che di stressante. L’ansia di rivedere una persona così importante, dopo quelli che sembravano secoli, la voglia e il bisogno di vivere appieno quei momenti in cui potevano stare insieme senza barriere e senza quei 200 kilometri che li separavano... Sì, 200 kilometri.
Tre ore di pullman.
Centottanta minuti di stress.
Diecimilaottocento secondi di panico.
Oddio, povero Anthony. Al solo pensiero si sentiva svenire, ma non avrebbe mai detto ad Anastasia quel che provava ogni volta che doveva prepararsi ad un simile viaggio. Perché, come si può ben capire e come certamente avrete capito, non sono solo tre stupide ore di pullman, per lui. Sono tre ore –più extra- di preparazione mentale, di progetti, di sogni e di speranze. Probabilmente sembrerà sciocco, ma sono tre importantissime ore di futuro. Tre ore nelle quali ogni volta matura sempre di più, tre ore nelle quali si rende sempre più conto che per un solo motivo avrebbe rinunciato a compiere questo viaggio fisico e mentale.
Se lei non lo avesse voluto più.
Scacciando questo pensiero, Anthony si era ‘accomodato’ su una poltrona del pullman, vicino all’autista, sperando di riuscire a prendere sonno e di recuperare un po’ di quelle ore dove non aveva fatto altro che arricchire nello stesso tempo il suo bagaglio di amore e di paure. Beh, certamente, quei due pesavano più del suo zaino.
Oh, finalmente. Il ragazzo, cullato dal ritmo frenetico del pullman, aveva chiuso gli occhi.
 
Anastasia aveva aperto gli occhi, o meglio, non li aveva mai chiusi. Il cellulare sembrava essere diventato di vitale importanza; Non faceva altro che rigirarsi su questo o quel fianco e fissare il display, sperando, non so, che il tempo passasse più velocemente. Ma non era così, anzi, il tempo sembrava non passare mai. La ragazza si stava mordicchiando una ciocca di capelli rossi. Lo so, che schifo. Ma era nervosa. Guardando il cellulare decise di scrivere un breve messaggio ad Anthony. Ogni volta che lo pensava, non riusciva a non sentirsi in colpa per quei viaggi che lui deve fare solo per poter passare un po’ di tempo con lei.
Smettendo di torturarsi i capelli, la ragazza aveva digitato sul suo Blackberry queste semplici parole: “Amore, tutto OK?”, dopodiché si era avviata, un po’ barcollante, verso il bagno, piastrandosi i capelli per ingannare il tempo, respirando l’aria che di lì a poco avrebbe preso l’odore del suo amato.
Beep. Beep.
-Maledizione, ma chi diavolo è? Fantastico, mi ero appena addorm…-
Il ragazzo si era fermato non appena aveva visto il nome che lampeggiava sul display del suo cellulare. Non era nessuno di indesiderato o per il quale non valeva la pena di rispondere. Ridacchiando, lesse il messaggio. Anastasia lo aveva svegliato per chiedergli se era tutto OK? Tipico. Anzi, strano che non era venuta fuori con una delle sue frasi tipo ‘ho fatto un incubo, mi ami ancora?’
‘Sì, amore, va tutto bene, ti amo ancora, non mi perderò e non c’è nessuna ragazza seduta vicino a me, non sto parlando con nessuna e scenderò alla fermata giusta, ora per favore, la smetti di preoccuparti e dormi un po’?’.
Questa risposta, per Anthony, era l’apoteosi dell’essere sgarbato. Infatti, le aveva semplicemente risposto, ridacchiando: “Si, tesoro, sto bene. Perché non ti riposi un po’?”. Aspettandosi una risposta negativa, il ragazzo si era infilato di nuovo le cuffiette, pronto a passare tutto il viaggio sveglio.
Beep. Beep.
“No, dài, per favore. A meno che tu non voglia dormire. Vuoi dormire? Perché se vuoi dormire ti lascio in pace. Ti lascio in pace? Eddaiii, non voglio che ti stufi di me…” il messaggio della ragazza conteneva più o meno tutte le sfumature di scuse e di ‘ma’, e Anthony non poteva fare a meno di sentirsi felice di ricevere tutte queste attenzioni… Solo, avrebbe desiderato che Anastasia si preoccupasse un po’ di meno. Ma tutto è lecito, data la distanza, anche la sua infinita gelosia, i soldi spesi per i viaggi, le paure e tutto il resto.
Anastasia ed Anthony sono l’esempio perfetto dell’amore giovanile, con tutte le sue preoccupazioni,  eccetera. Anthony le aveva prontamente risposto “Smettila con tutte queste paranoie, se non ti amassi non farei tutta questa fatica ogni settimana”, suscitando così solamente i sensi di colpa della ragazza e altri pensieri paranoici che si andavano ad aggiungere a quelli di prima.
Intanto che si scambiavano questi messaggi, un po’ stereotipati, tutti e due pensavano al piccolo miracolo che si era compiuto quando un giorno, per caso, dopo l’ennesima delusione d’amore, Anastasia si era lamentata con Anthony. A quei tempi, Anthony per Anastasia era solo l’ex di una sua ex-amica, che tradotto nei rapporti dei giovani di oggi, vuole significare ‘vali meno di zero’, mentre Anthony, nonostante la trovasse carina, pensava che fosse un’oca senza cervello, pronta ad abbandonarti o peggio ad andarti contro appena se ne fosse presentata l’occasione –Pensieri che, oltretutto, gli aveva ispirato la sua ex-. Essendo molto altruista, Anthony aveva acconsentito ad ascoltare le lamentele della ragazza; Ma quando queste si erano trasformate in alcuni episodi della sua vita, Anthony aveva capito che lei non era come gliel’avevano descritta, ma esattamente come non l’avevano fatto. Era tutto quello che non si sarebbe mai aspettato di trovare; credeteci, era una ragazza che come lui odiava quel poco che, fino a quel momento, aveva potuto conoscere dalla vita. In una sola notte, scrivendosi tramite chat, avevano capito che avevano molte, troppe cose in comune per continuare ad ignorarsi.
Erano in due posti diversi, ma stavano sorridendo allo stesso pensiero, come quei primi giorni in cui non avevano potuto vedersi, ma avevano potuto sentire le loro voci che descrivevano frammenti di un futuro che neanche loro osavano immaginare così vicino.
Nel frattempo, Anthony era arrivato, era andato in iperventilazione mentre prendeva il tram per arrivare a casa di Anastasia, era quasi morto mentre saliva le scale ed aveva raggiunto il nirvana quando si era ritrovato davanti alla sua porta.
Nel frattempo, Anastasia si era preparata, era andata in iperventilazione mentre sistemava inutili dettagli su di lei e in giro per casa, aveva raggiunto il nirvana quando Anthony l’aveva avvertita di stare per arrivare ed era quasi morta quando aveva sentito il campanello suonare. Quante volte avevano fatto quel viaggio, quante volte si erano detti di stare calmi, quante volte erano stati colpiti dall’ansia e quante volte si erano aspettati così a lungo?
Non contavano più. Era come la prima volta, era sempre come la prima volta.
Per un breve, infinito istante, lei aveva potuto vedere il suo riflesso negli occhi del ragazzo che aveva davanti, sapendo che lui avrebbe fatto la stessa cosa. Poi, quasi senza accorgersene, si erano ritrovati l’uno nelle braccia dell’altra, dimenticando tutto ciò che non rientrava nel loro piccolo mondo perfetto, realizzando che per quanto possano aver viaggiato, con la mente, con il corpo, in realtà non si erano mai mossi dalla loro idea di felicità.



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Buon pomeriggio! Ho pensato che forse avrei potuto stancarvi, pubblicando solo storie di omosessuali, quindi vi propongo questa storiella, scritta molto tempo fa, che a parer mio descrive molto bene il tipo di amore che vogliono i giovani oggi. Un amore a distanza... Vi ci ritrovate? Ah: non è assolutamente autobiografica!
   
 
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