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Autore: nocciola_ama_i_cani    15/07/2012    12 recensioni
A Federica non piaque scoprire improvvisamente tutto l'odio che la gente provava verso di lei, come se non bastasse. Era, però, troppo tardi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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 L’insolito calore soffocante di quei giorni d’autunno impediva alle foglie di seccare e morire in pace.
La gente, stanca ormai dei tre mesi d’estate, rimetteva rassegnata nei cassetti le maniche lunghe, sperando di sfoggiarle almeno il mese successivo.
Ottobre. Ma in realtà era Luglio.
Federica usciva di casa, con la sua minigonna più corta dello slip, con la sua canotta più scollata del push – up, con il petto coperto da una collana talmente grande che il tutto sembrava un unico pullover a collo alto. Per giunta, dalle orecchie penzolavano due ciondoli tanto pesanti che chi li osservava aveva paura che si potesse staccare il lobo da un momento all’altro.
Due enormi occhiali da sole le mascheravano letteralmente il viso, un piercing al naso, al sopracciglio, al mento la rendevano magnetica, una gomma masticata a bocca aperta faceva volgari anche le sue labbra principesche.
Suo padre era un camionista, un ubriacone. Picchiava così tanto la moglie che per Federica le botte erano ormai una cosa normale, anzi, indispensabile per affermare la superiorità del maschio, in un giro talmente malato che Federica stessa chiedeva di essere presa a calci e a schiaffi dai ragazzi con cui passava la notte. Loro, pur rimanendo inizialmente sconvolti, non erano poi di una categoria molto diversa da quella di Samuele, accettavano la richiesta con gusto, trovando finalmente un modo per sfogare le loro frustrazioni, una maniera alternativa alla cocaina che esaltava anche di più.
Quel ventuno di un mese strano, Federica si era diretta in Via Bertolame, suo luogo di lavoro. La notte non era lontana, ed il suo turno cominciava automaticamente. Un mestiere molto triste, che potrebbe sembrare eccitante, con un salario guadagnato con grida d’orgasmo e sofferenza, con orari che terminano solo alle prime luci del mattino.
E a volte, da quella via, passava anche suo padre. E anche lui doveva essere accontentato. E se sceglieva proprio Federica, lei doveva andare.
Al terzo cliente, Federica sorrise dentro di se, per quanto l’altra parte del suo cuore fosse amareggiata. I suoi quattordici anni incontravano spesso i cinquanta, sessanta dei clienti, quel giorno era passato un coetaneo, bello tra l’altro.
Nel momento in cui entrò dentro Federica, prese in mano una siringa già pronta di eroina e glie la conficcò nello sterno. Non uscì sangue. Federica girò gli occhi all’indietro e morì lentamente.
Uscito dalla macchina, l’assassino fu pagato dalla madre di Federica.

 
 
 
 
Spazio Nocciolazerododici
Scusate se fino ad ora ho fatto sempre storie strazianti, cercherò di migliorare!
  
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