Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: Bibbs    16/07/2012    2 recensioni
“La tecnica del ghiacciolo con me non funziona, dovresti averlo capito che nonostante tu mi odi, io non mi arrendo così” replicò serio, poi si avvicinò a me, il suo viso vicino al mio, i nasi che si sfioravano, le mani sui miei fianchi “Per favore, Ronnie”.
Sentivo il suo delicato, dolce respiro sul mio viso. Mi confortava quel contatto così...così impulsivo, deciso, voluto. Mi piaceva. Lo odiavo.
No, non dovevo cadere in tentazione, non era ciò che mi ero ripromessa. Lui era come tutti gli altri, me lo sentivo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Driiin.
“Quella maledetta sveglia. Che ti venga un colpo!” pensai. L’afferrai con la mia mano ancora indolenzita e la buttai con forza a terra per poi tornare a dormire.
“Amore, alzati! Oggi devi tornare a scuola, come avevi promesso” la voce di mia mamma suonò squillante, era impressionante quanto si sentisse nonostante fosse al piano di sotto. Perché non la perde mai?
Mi alzai di malavoglia, andai piano in cucina e feci colazione.
“Tesoro, come stai oggi?” disse mia madre guardandomi “Non mi sembri in gran forma”.
“No, mamma, affatto” risposi senza guardarla negli occhi e con quel peso fastidioso al petto che mai se ne andava.
Immaginavo il mio aspetto: capelli arruffati, occhiaie profonde e occhi gonfi. Mamma non lo sapeva, ma io piangevo ancora ogni notte, soffrivo talmente tanto che non potevo più contenermi e cercavo sfogo con metodi ben poco opportuni. Cercavo di nascondere i tagli il più possibile, come il dolore che provavo ancora dopo quasi 2 anni, ma a volte era inutile fingere di stare bene.
“Vuoi stare a casa anche oggi?” si arrese.
“No mamma, vado” sospirai “A casa le cose non miglioreranno lo sai”.
Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla fronte “Piccola, fatti forza okay? Chiamami se vuoi che ti venga a prendere”.
“Sì mamma, non preoccuparti” sorrisi e mangiai l’ultimo biscotto assaporandolo più degli altri. Facevo sempre così, era l’ultimo e doveva rimanermi quel sapore così dolce e delizioso in bocca per un po’. Mi alzai, corsi in camera a vestirmi e poi andai in bagno. Ormai non mi guardavo più di tanto allo specchio, non mi importava affatto se i ragazzi non mi trovavano carina e dicevano che ero una scorbutica, musona, depressa. Nessuno poteva capirmi. NESSUNO.
Mi pettinai svogliatamente i capelli, tanto per darmi una sistematina e mi sciacquai il viso stravolto.
“Pronta” sbuffai. Presi la cartella e mi incamminai a scuola con il mio migliore amico mp4 nelle orecchie.
Arrivata a scuola già mi sentivo nel panico: ero mancata per più di una settimana, chissà quali pettegolezzi erano emersi dai miei cari compagni, ma chi se ne importa, ormai ne ero abituata.
“Ciao Ronnie, finalmente sei tornata” schiamazzò avvicinandosi con tutte le sue amichette quell’antipatica di Megan “Cominciavamo a preoccuparci”.
“Come se vi importasse” risposi bruscamente.
“Pensavamo fossi morta, poi ci saresti mancata”.
La guardai negli occhi, con tutto il disprezzo che avevo dentro, e mi voltai cercando di mantenere la calma.
“Ci si vede, eh” urlò e poi scoppiò a ridere, seguita da tutte le altre oche.
“Vaffanculo” pensai “Stronza” sentivo già le lacrime pronte e le guance arrossire. Abbassai lo sguardo per non farmi vedere e mi diressi frettolosamente verso il bagno quando all’improvviso mi vidi a terra. Un dolore alla caviglia mi impediva di alzarmi e una voce rauca, ma dolce parlava a vanvera senza che io capissi una sola parola.
“Ehi, ehi? Tutto okay? Oddio scusami, scusami!” continuava.
Mi aiutò ad alzarmi e si mise il mio braccio intorno al collo “Ehm...Sì, credo” replicai “Ma mi fa male la caviglia”.
“Siediti a terra, fammi vedere”. Obbedii e mi alzò il pantalone. Fu solo ora che lo vidi. Faccia angelica, capelli biondi, occhi color nocciola. Il classico fighetto stronzo, gente con cui mai avrei avuto a che fare. Ma non lo avevo mai visto prima, chi era? Come si chiamava?
“Ahi!” urlai.
Tutto il corridoio si era fermato per osservare la scena. Ridevano.
“Scusa devo andare” cercai di alzarmi velocemente, ma caddi e lui mi tenne la mano.
“Non puoi camminare, ti do una mano” rispose sorridente.
“Non serve, grazie, faccio da sola”.
Lui mi guardò perplesso “Okay, se è questo che vuoi...Mi dispiace ancora tanto, perdonami, non volevo...”
Lo interruppi e finsi un sorriso “Sto bene, passerà, non è nulla di grave”.
Sorrise a sua volta e fece per andarsene quando si girò “Comunque piacere, Justin”.
“Ronnie” gli sorrisi di nuovo e me ne andai saltellando su un piede verso il bagno per mettere la caviglia sotto l’acqua fresca.
Era un sollievo percepire lo scorrere dell’acqua, anche se era quella del sudicio bagno della scuola, e mi sentivo meglio. Quel ragazzo però sembrava così gentile, così...diverso.
“Ronnina cara, vedo che hai già avuto l’occasione di conoscere Justin, ma non farti strane illusioni, è mio, okay?” quella fastidiosa di Megan era entrata in bagno e mi guardava torva “Capito? Fuori dai piedi”.
“Tuo?” risi “Ma chi te lo vuole rubare. Se ha conosciuto te poi, sarà stronzo nello stesso modo in cui lo sei tu”.
Rise e terminò “Senti piccola mocciosetta depressa, non fare la spiritosa. Sta con me, non farti illusioni”.
Fu allora che capii. Era tutta una messa in scena? L’aveva fatto a posta, ne ero sicura.
“Lasciami in pace, Megan, vattene e non tormentarmi”.
“Già, di problemi ne hai già tanti, no?” girò i tacchi e uscì dal bagno.
Fu allora che cominciai a piangere.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: Bibbs