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1) Rehab.

Cara Kathrine;
Lo so,anche a me fa strano chiamarti per il tuo vero nome perciò ricomincio
..Cara Katy;
Scrivo per ricordare,o semplicemente perchè mi sembra il modo migliore per “comunicare” con te.
Ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati..ricordo come fosse ieri una frase che mi segnò. “Sono una ragazza felice quando non penso”. Non ci siamo incontrati nel posto più bello del mondo,non era per niente romantico..anzi tutte le volte che ci vedevamo non eravamo in un posto romantico. Ma a noi andava bene così..no?Mi manchi e non so che fare per tornare indietro..anche se in realtà non posso fare niente. Scriverò ogni giorno,ricordando di noi,dei nostri momenti.
Ricordami Katy,anche se in segreto,in un angolo del tuo cuore. Non permettere che me ne vada per sempre.

19 aprie 1982.

-Allora ragazzi,oggi faremo il giro nella clinica per dograti e alcolizzati per capire..l'importanza della vita. Non fate i cretini..oh ma che parlo a fare.- sospirò la professoressa Hetfield. Era una donna abbastanza..grande. Ci odiava,odiava tutto ciò che riguardava i giovani..ancora mi chiedo perchè continua ad insegnare.
-Cominciamo con l'appello.- chiamò i nomi ad uno ad uno.
-Freddie Fertison.- alzai la mano.
Mi presento,sono Freddie..ragazzo comune,niente di particolare. Discreti voti a scuola,una buona vita sociale. Perfetto no? Non avevo niente di cui preoccuparmi,la mia vita scorreva felice.
Arrivammo in questa clinica. Quando entrammo una sensazione di tristezza si allargò per tutto il mio corpo. Vedevo quelle facce di quei ragazzi e di quelle ragazze,capivo che volevano solo uscire di la. Ci fecero accomodare in una stanza abbastanza grande per 40 alunni. Ad aspettarci c'erano 5 ragazzi e 3 ragazze. Cominciò a parlare una sottospecie di guida.
-Salve ragazzi,se oggi siamo qui è per capire quanto realmente sia essenziale la vita,tutto quello che ci circonda. Oggi date tutto per scontato,tutto va bene..no? Poi..arriva un periodo in cui la vita non ti sorride più e arriviamo qui. Questi ragazzi sono qui per raccontare la loro storia,potete fare qualsiasi domanda,dopo che finiscono. Oggi..abbiamo tutti da imparare qualcosa in più,me compreso..ah dimenticavo,io sono il dottor Regliton.- e si sedette.
Ci fu un attimo di silenzio,ci guardavamo tutti in faccia incapaci di dire niente. Poi si alzò un ragazzo e si sedette di fronte a noi. Era magro,tremendamente magro..la faccia stremata e stanca,alzò la mano e cominciò a parlare.
-Sono..io sono Mark. Io..beh io sono qui dentro da 7 mesi. Sono un ragazzo bipolare.-
Ci guardammo tutti confusi non capendo la parola “bipolare”.
Il ragazzo in questione guardò il medico che si alzò.
-Essere bipolare è una specie di malattia,Il disturbo bipolare è di natura psichiatrica e si manifesta con continui cambiamenti del tono dell'umore..cioè passi da una felicità interna assoluta alla depressione più profonda..è una malattia da cui non si guarisce ma che si può perfettamente controllare con l'assunzione di Litio.- e si sedette.
-Ho provato ad uccidermi,ho tagliato qualsiasi vena del mio corpo,ma sono comunque qui. Io so che non sopravviverò,che probabilmente non uscirò mai da qui e che sono una delle più grosse delusioni dei miei..per questo mi sono offerto per parlare con voi..non dovete affondare nella merda come me,fa solo male.- Vedevo finte lacrime sul volto di molte ragazze. Galline.
Alzai la mano.
-Dimmi..-
-I tuoi dove sono?-
-Non lo so.-
-Non vengono a trovarti?-
-Ho detto di dire che sono morto.- Tutti si guardarono sconvolti.
-E loro?!- intervenne una ragazzina dall'altra parte della stanza.
-Non lo so.-
Continuarono a parlare,ma non mi importava..quante possibilità c'erano che un ragazzo dopo aver ascoltato un altro ragazzo drogato non si drogassero? Poche,e non mi interessa.
Chiedi alla professoressa il permesso di uscire e dopo aver avuto il consenso uscì da quella stanza.
Camminai per tutta la clinica,poi uscì nel giardino per fumare una sigaretta.
Mi sedetti osservando il cielo..ricoperto di nuvole.
-Non dovresti fumare qui.- disse una voce,accanto a me.
Mi voltai. Trovai una delle ragazze più belle che io abbia visto. Aveva i capelli neri e gli occhi azzurri..troppo azzurri per essere veri.
Feci comunque l'indifferente.
-Perchè?-
-Perchè siamo in una clinica per persone che dovrebbero smettere?- disse lei,con fare ovvio.
-Mhmh.- lei si avvicinò,prendendomi la sigaretta a buttandola lontano.
-Ehi!-
-Dovresti vederti,sei sconvolto.- disse cominciando a ridere.
Osservai i suoi movimenti,i suoi denti così perfetti e bianchi,le sue mani sottili.
-Stai bene qui?- dissi a bruciapelo,lei si fermò di colpo e mi guardò seria.
Sorrise triste per poi dire..-A volte.- e guardò l'albero accanto a noi con fare triste.
-Sei sempre così triste?-
-No,sono una ragazza felice quando non penso.- e sorrise.
-Perchè sei qui?-
-Bevevo..molto..troppo direi.-
-Perchè non smettevi?-
-Era impossibile..era una dipendenza,stavo male quando non bevevo.-
-Ti viene voglia anche ora?- disse guardando sempre il cielo,lei guardava me..lo capivo.
-Ogni singolo secondo qui dentro.- sospirò per poi alzarsi.
Aveva dei pantaloni a vita alta quasi fino all'ombelico e una camicia all'intero di essi.
-Posso venire a trovarti?- dissi alzandomi a mia volta.
-Sarebbe una specie di appuntamento?-
-Potrebbe.-
-In una clinica per drogati?-
-Esattamente.-
-Sei strano.- disse sorridendo.
-Lo so.-
Sorrise,sembrava felice.
-A domani..- disse poi rientrando dentro.
-Ehi..non mi hai detto come ti chiami,come ti trovo?- gridai io.
-A domani!- ripetè lei,scuotendo la testa.
Sorrisi,sarei tornato e l'avrei trovata. Avrei passato una bella giornata con lei,sarebbe stata mia. Ero deciso,mi piaceva..mi piaceva anche in fatto che faceva la parte della stronza.
Tornai dentro,e appena mi sedetti notai le facce sconvolte di tutti,i viso addolorato della professoressa e il sorriso triste della ragazza.
-Ma sapete cosa?In realtà l'unica cosa che ci può salvare è sapere che c'è qualcuno disposto ad esserci..a prescindere dalla tua dipendenza..che sia autolesionismo o droghe,l'amore a volte salva delle persone,o forse no..una clinica potrà salvarti la salute ma renderà di ghiaccio il tuo cuore. Non amiamo qui,non c'è nessuna coppia o nessuno e amico di altri. Siamo soli,in una gabbia.- disse tutto in un colpo guardando il medico che abbassò lo sguardo,consapevole forse.

Forse non lo sai,ma da quelle parole di quella ragazza mi decisi ancora di più ad amarti..non volevo che ti sentissi in gabbia. I tuoi non c'erano ma volevo esserci io.
Se fossi qui,forse..ora avrei saputo se portai a termine la mia missione o no. Mi amavi,Katy? Perchè io..nonostante tutto e tutti..si,ti amavo.
Io ti sento mia.
Sento mio quel sorriso, quell'azzurro dei tuoi occhi.
Sento mia la tua voce ed il tuo essere così come sei, semplice ed unica.
Al diavolo di ciò che che dice la gente.
Io ti sento mia, perchè in fondo un pò mia sei.
Che male c'è?
A domani,amore mio.

-Freddie.

Note finali
Ok è solo l'inizio.çç
Vorrei dire che non sono molto brava con questo tipo di “storie” ma voglio almeno provarci.
La lettera.........beh spero che ce ne saranno di migliori. Ahaha
Recensite? Pppper favore,perchè poi non saprei se continuare o no.
Mi sento tanto una cretina perchè non mi cagherà nessuno e questa storia andrà a farsi fottere ma vabbè..ci provo.
Alla prossima? Ah mi scuso per gli errori ma non ho tempo di rileggere e correggere.

Ciao belleeeeee.