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Autore: Saeko_chan    16/07/2012    2 recensioni
Giulia Wagner, itala-tedesca, 15 anni, nata e cresciuta in Italia, a Lucca per essere precisi. All'improvviso si deve trasferire in una città piuttosto piccola del Canada assieme al padre e al fratello gemello.
Giulia nasconde un segreto che l'ha portata a non aver mai avuto una vera e propria vita sociale. In Canada ripartirà da zero, s'innamorerà e stringerà una fortissima amicizia con le persone sbagliate, gente che lei dovrebbe uccidere, cacciare... una giovane cacciatrice in mezo a una guerra e che non sa da che parte stare. Licantropi che vivono a stretto contatto con gli umani e vampiri privi di un'anima, anche se di norma non uccidono, ma aggrediscono facilmente, tranne una vampira che ha dei sentimenti.
[AVVISO! Non leggere se siete omofobi o cose simili (anche se non sarà fra i temi principali parlarerò comunque di relaizoni omosex), fissati coi vampiri alla "Twilight" (solo una dei miei vampiri ha un'anima e comunque nessuno di loro, neppure quella con dei sentimenti, sarà come quelli di "Twilight") e soprattuto se non sopportate le relazioni sentimentali con più di 10 anni di differenza]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Di baci e veggenti.

 

Sdraiata sul letto di camera sua Giulia era intenta a guardare il soffitto.

Di giorni scolastici ne erano già passati due e lei quel giorno doveva vedersi con Rosalya, anche se sul tardi, verso le 18,30.

A quanto pareva neppure a Rosalya piaceva molto la luce del Sole.

Dopo pochissimo il cellulare di Giulia iniziò a squillare e quindi lei lo prese subito in mano, guardando chi fosse.

Nonna Lucina” a quel punto si allarmò leggermente e rispose di volata.

-Pronto?- sua nonna non la chiamava quasi mai, se non per questioni davvero importanti e non di certo per eventi tipo compleanni o cose simili.

Questo succedeva anche quando lei viveva in Italia, in fondo sua nonna era rimasta a Monaco di Baviera e adesso si trovava in una casa di riposo, anche se non era impazzita od altro, per quanto i medici l'avrebbero considerata pazza se avessero saputo che cosa faceva, che cosa sapeva fare.

-Come sta la mia dolce nipotina?- no, non era normale che sua nonna le parlasse così, doveva ammetterlo.

-Che succede?- chiese Giulia, senza giri di parole od altro, visto che quando sua nonna chiamava c'era da stare all'erta.

-Non posso chiamare solo per sapere se va tutto bene?- sua nonna era visibilmente ironica, Giulia se lo sentiva chiaramente.

Sua nonna non poteva chiamare per una cosa simile, era fuori discussione.

-I tarocchi e i tuoi poteri non sbagliano mai. Sai di sicuro come sto, non é logico che mi chiami per questo. Quindi, ripeto, che cosa vuoi?- le domandò ancora una volta, irritata da quel tipo di comportamento da parte di sua nonna.

Una veggente non può telefonarti per una cavolata simile!” pensò irritata Giulia.

-Hai ragione. Purtroppo hai ragione. Comunque no, non ti ho telefonato per sapere come stai, non mi servirebbe chiedertelo per saperlo. Bensì, ti ho telefonato per avvertirti- ammise, facendo quasi sbianca Giulia, la quale strabuzzò gli occhi.

L'ultima volta che sua nonna aveva avvertito lei e la sua famiglia era stato quando dopo tre giorni sua madre venne assassinata e ancora Giulia si incolpava del fatto di non aver prestato attenzione all'avvertimento di sua nonna.

Non ripeterò più lo stesso errore” si ripeté mentalmente almeno un paio di volte.

-Avvertirmi di cosa, tanto per essere precisi?- ma proprio in quel momento qualcuno aprì la porta di camera sua e Matteo le apparve sulla soglia.

Giulia gli sorrise e pensò bene di chiudere lì la conversazione.

-Ti richiamerò io appena posso. Ciao nonna- e chiuse lì la discussione, interrompendo la chiamata.

A quel punto si mise a sedere sul letto e invitò Matteo a fare lo stesso e l'uomo si sedette accanto alla ragazza senza troppi problemi, sorridendole.

Quel giorno l'uomo portava una canottiera, un paio di pantaloni strappati e un paio di scarpe da ginnastica.

-Ho pensato di venirti a trovare, visto che so che preferisci non avere a che fare col Sole per via del tuo albinismo- le disse, guardando la camera della ragazza.

Era la prima volta che l'uomo entrava in quella stanza e Giulia non poté fare a meno di sentirsi in imbarazzo vista la loro vicinanza e visto che erano completamente da soli.

Stupida adolescente che non sei altro!” si ritrovò a rinfacciarsi mentalmente.

-Be', ne sono felice- ammise la ragazza, sdraiandosi sul proprio letto in modo tale da lasciare comunque del posto per stare seduti a Matteo, visto che comunque lei dormiva su un materasso a una piazza e mezzo.

-Ah Giulia, alla porta é venuto ad aprirmi mio fratello e portava solo i boxer. E' normale?- chiese Matteo, guardando la ragazza, la quale incrociò le braccia dietro la testa e lo guardò a sua volta.

Spesso si ritrovava a pensare a quell'uomo e più il tempo passava più ci perdeva sin troppo tempo a pensarci.

-D-dici davvero?- e quindi comprese di balbettare e fu costretta a distogliere lo sguardo, mentre posava una mano sul proprio petto e notava che il cuore batteva troppo velocemente in confronto al normale, -non lo so, davvero. Oggi tuo fratello e il mio dovevano vedersi, quindi... però non saprei... sono solo al secondo appuntamento, quindi davvero non lo so- ammise, mentre Matteo le metteva una mano fra i capelli, accarezzandoglieli.

-E c'era pure tuo fratello, anche se lui portava pure i pantaloni ed era solo a petto nudo- continuò l'uomo, mentre Giulia cominciava seriamente ad avvampare.

Nella sua breve esistenza non si era mai seriamente innamorata di nessuno.

Troppo pericoloso innamorarsi di qualcuno che non sapeva niente di niente sui licantropi, vampiri e cose simili, troppo rischioso per entrambi,

Eppure in quel momento tutti quei suoi principi, tutte quelle sue idee era andata al diavolo, purtroppo quella era la verità.

Giulia tentò di contenersi e di mantenere la conversazione su quella linea d'onda.

-Me lo immaginavo... odia mostrarsi anche solo in mutande, cerca di capirlo, si vergogna. Prima odiava mostrarsi anche a petto nudo, però visto che c'é stata l'operazione e tutto il resto adesso non ha più il problema del seno, anche se ha ancora i fianchi abbastanza femminili- rispose Giulia, guardando fuori dalla finestra ed osservando in modo assai distratto il paesaggio, le villette, la strada poco affollata e tutto il resto.

Matteo continuò ad accarezzarle i capelli e poi guardò il soffitto.

-Senti, stavo pensando, che ne dici se stasera mangiamo fuori? Io te da soli, intendo- quella richiesta spiazzò Giulia, la quale volle sprofondare.

E ora che cosa s'inventava?

Se alle 18,30 usciva con Rosalya era ovvio che almeno un'ora fuori ce l'avrebbe passata... però, chi sa... magari per le 20,00 poteva anche liberarsi.

In fondo bastava dire alla sua nuova amica che aveva da fare, non doveva neppure spiegarle che cosa doveva fare od altro.

-Okay, alle 20,10 davanti a casa mia, allora? Se ritarderò di un paio di minuti é perché dalle 18,30 sono fuori con un'amica, anche se farò anche l'impossibile per essere libera per cena- spiegò la ragazza, mentre Matteo smetteva di accarezzarle i capelli e si grattava il collo.

-Se posso sapere chi é la tua amica? E' una studentessa?- chiese, guardandola e sorridendo.

Giulia pensò che in fondo anche se Rosalya le aveva detto di non sopportare quell'uomo in fondo lui magari neppure lo sapeva e poi, comunque, anche se non le andava a genio quella ragazza come studentessa, di sicuro non poteva dirle niente se ce l'aveva come amica.

-Roslaya Blood, la mia compagna di banco, la conosci sicuramente- disse, tornando ad osservare Matteo, il quale subito la guardò scettico e dopo poco le prese un braccio, non con rabbia, ma con fermezza, mentre gli occhi dell'uomo trapassavano quelli di Giulia.

-Non frequentarla, lo dico per il tuo bene- a quelle parole Giulia si ritrovò a voler morire.

Non capiva perché Matteo fosse davvero così preoccupato per lei e se da una parte le faceva piacere dall'altra le faceva rendere conto di quanto la gente desse retta alle dicerie.

-Ti credevo più intelligente e più maturo, Matteo- ammise Giulia, stringendo le mani a pugno e sostenendo lo sguardo dell'altro con una leggera irritazione, dopo tutto anche se teneva a quell'uomo in un modo enorme odiava il fatto che alcune persone dessero così peso alle voci di corridoio, a voci di corridoio che avevano diffamato pure lei in passato e per questo odiava che adesso diffamassero qualcun altro, anche una persona che conosceva da poco e di cui sapeva ancora meno, visto che Rosalya non le aveva detto quasi niente di sé stessa.

-Ma che diamine dici!? Proprio perché sono intelligente, maturo e consapevole dei pericoli di questa città non voglio che tu la veda al di fuori della scuola! Dio... io... ah, lasciamo perdere!- e nel dire questo si alzò di scatto, continuando, però, a guardare Giulia quasi con rabbia.

La ragazza scattò a sedere e lo guardò con uno sguardo quasi irritato, ma anche ferito.

-Spiegati. Spiegati e forse capirò. Dimmi perché non dovrei frequentare Rosalya e forse tutto mi risulterà più chiaro- nel dire tutto ciò Giulia tentò di apparire più calma e fredda possibile, doveva imporsi.

Eppure con lui le era difficile... le era difficile arrabbiarsi.

-Non mi crederesti- le disse in tono secco Matteo, posando lo sguardo sul crocefisso che Giulia teneva attaccato alla parete dove vi poggiata il letto.

-Credi molto in Dio?- le domandò, volendo visibilmente cambiare discorso.

Giulia, però, non lo accettava, non voleva troncare lì la conversazione, dopo tutto lei gli avrebbe creduto! O meglio, se solo si fosse spiegato avrebbe provato a credergli! Lei era quella che fra loro due viveva conoscendo sin troppe cose e conoscendo una dura e triste realtà che Matteo non avrebbe mai e poi mai accettato.

-Prova a spiegarti, per lo meno. Mi fido di te, ti crederò- gli disse, guardandolo con dolcezza.

Matteo la guardò e poi le si avvicinò, finché non riuscì a poggiare le proprie mani sulle spalle di Giulia.

-Mi prenderesti per pazzo, fidati e poi io non voglio, non voglio perderti. Ti conosco da così poco, eppure...- l'uomo neppure finì la frase che aveva già spinto sul letto la ragazza, ritrovandosi sopra di lei e baciandola.

Giulia chiuse gli occhi a quel contatto.

Lei era stata baciata soltanto una volta in tutta la sua vita e quella volta risaliva ormai a due anni prima, quando ne aveva tredici e un ragazzo l'aveva baciata prendendola alla sprovvista, ma in quel momento era tutto troppo diverso.

Era tutto troppo vero.

Era tutto troppo sentito.

Le labbra di Matteo, la mano di lui fra i capelli di Giulia, i loro cuori che battevano praticamente all'unisono... e più quel bacio andava avanti e più diventa profondo.

Giulia si aggrappò a Matteo, abbracciandolo e lasciandosi guidare.

Dopo poco l'uomo si stacco da lei, rialzandosi e allontanandosi, per poi arrivare sino alla porta e quindi guardarla di nuovo.

-Ti basta come risposta? Tu hai 15 ed io ne ho 31. Sono un tuo professore, rischio il posto dopo questo, ma ti posso assicurare che non é per questo che non voglio- Giulia era shockata.

Già quel bacio l'aveva colta alla sprovvista e adesso quelle parole.. non era per l'età, non era per i loro ruoli, quindi perché non voleva?

-Perché non vuoi? Io ti amo, mi sto innamorando e credo che sia la prima volta che provo qualcosa di così forte. Anch'io ho paura, ma non m'interessa. Io ho molta più paura di te, ma ti amo lo stesso- Matteo a quelle parole sorrise tristemente e scosse la testa.

-No Giulia, fidati. Tu non puoi capire. Non hai più paura di me. Non posso rovinarti la vita, davvero- le rispose, mentre stava per uscire, ma lei si alzò e andò da lui, bloccandolo e prendendolo per un braccio.

-Proviamoci, per lo meno, proviamoci. Mi fido di te e ti amo, voglio soltanto provarci- gli disse, ormai sul punto di piangere, mentre lo guardava negli occhi.

Lui le sorrise e l'abbracciò, stringendosela al petto.

Lei iniziò a piangere in silenzio, sentendo il calore del suo corpo attraversargli il corpo e rassicurarla, non notando, però, il calore eccessivo.

-Ci proverò. Sarà dura ma ci proveremo. Comunque, adesso vado, al massimo fissiamo di vederci, uno di questi giorni, ok?- le disse, guardandola e lei annuì, asciugandosi le lacrime e sorridendogli a sua volta.

Lui la baciò appena sulle labbra, per poi uscire.

Giulia sospirò e andò verso il proprio comodino, prendendo il cellulare in mano e guardando l'orario.

Erano le 18,10.

E pensare che abbiamo fissato di vederci nella piazza principale!” pensò la ragazza, mentre i suoi pensieri tornarono al discorso di Matteo.

Chi aveva ragione? Di chi si doveva fidare? E se si stavano sbagliando entrambi? E se avessero avuto ragione tutti e due? E se sua nonna avesse voluto metterla in guardia proprio da loro due?

No, impossibile” decise che era del tutto assurda quel tipo di eventualità e quindi si vestì, decidendo di darsi una mossa, visto che le ci sarebbero voluti un bel po' di minuti per arrivare alla piazza principale della città a piedi.

 

Angolo autrice:

 

Non so perché pubblico in piena notte... o.O dovrei essere a letto a dormire, io! o.O

Comunque, grazie mille a chi legge, segue e recensisce la mia storia ^_^

Credo che adesso le cose si stiano facendo un po' più chiare, almeno sotto certi punti di vista... anche se i prossimi capitoli dovrebbero schiarivi ancora di più le idee xD

In tutti i casi, come avevo messo in avviso la storia avrebbe contenuto una relazione sentimentale fra due personaggi con una grande differenza d'età.

Sedici anni per la precisione.

E pensare che all'inizio Matteo doveva averne trentasei... va be', in tutti i casi adesso aspetto impaziente i vostri pareri! ^_^

   
 
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