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Autore: Teal Eyes    16/07/2012    1 recensioni
"Una giornata come tante, insomma. Quella volta però sarebbe stata diversa: avremmo avuto il giorno successivo libero, un giorno in Italia, da soli, come semplici turisti."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L’aereo era appena atterrato a Milano, la solita ondata di fans scatenate ci avevano travolti. Quel giorno dovevamo andare ad una teleconferenza per poi dedicarci ad autografi e foto in un negozio di CD. Una giornata come tante, insomma. Quella volta però sarebbe stata diversa: avremmo avuto il giorno successivo libero, un giorno in Italia, da soli, come semplici turisti.
Puntai la sveglia alle 5 del mattino perché avrei dovuto intraprendere un viaggio piuttosto lungo e visto che il biglietto del treno l’avevo perso nell’ondata di fans, ho dovuto prendere un autobus. È stato difficile trovare una linea diretta per Venezia, ma alla fine ce l’ho fatta. Prima due baci sulla fronte da Paul, neanche fosse mia madre, poi un saluto agli altri. Avevamo ognuno idee diverse su come passare quella fantastica data. Adoro dare colore ad ogni giorno e quello, ripeto, sarebbe stato fantastico.
Una vecchia signora dall’accento un po’ strano mi svegliò pronunciando parole incomprensibili. Io, ancora intontito, scesi dall’autobus sbadigliando, quand’esso fu interrotto dal meraviglioso spettacolo: Venezia, proprio come me la immaginavo, bellissima, qualche nuvola qua e là, ma pur sempre bellissima. Non sapevo proprio da dove incominciare. Notai un piccolo negozio al centro di una piazza in cui era appesa una cartina, la comprai e girai per due ore col dito su di essa e il naso ovunque il fiuto ordinasse. Immerso fra le vie e i monumenti, mi scontrai con qualcuno.
-Oh, scusa…
-Ahi… no, niente. È colpa mia, non stavo guardando avanti. Come posso… - mi bloccai perché alzando lo sguardo vidi gli occhi più belli del mondo.
-Tranquillo, non ce n’è bisogno, grazie! Oh mio Dio, ma è tardissimo! Scusami, devo proprio andare!
Sì, proprio gli occhi più belli del mondo. Non riuscivo a cambiare obbiettivo, come se la mia macchina fotografica si fosse rotta. Davvero uno sguardo intenso e profondo.
-Aspetta, dove vai?
-Alle gondole…
Ne avevo sentito parlare, barche dalla forma allungata che ti portano in giro per i canali di Venezia. Ecco cosa mi mancava. Salimmo, lei doveva consegnare dei libri in prestito alla biblioteca chiesti per una ricerca scolastica e la via più veloce sarebbe stata la gondola.
-Tu non sei italiano, vero? Hai uno strano accento…
-Sì, sono inglese, spesso rimango a Londra quando torno in Inghilterra… - mi continuavo a chiedere se non si fosse accorta chi ero.
-Wow! Londra! Ho sempre sognato di visitarla!
-Beh, io ho sempre sognato di visitare Venezia e ora sono qui…
-Sei molto fortunato…
-Viaggio tanto…
Le nostre conversazioni sono state più o meno la stessa lunghezza per tutto il tragitto, poi arrivammo.
-Mmh… mi segui? Non sono la tua guida turistica!
Scoppiò in una risata semplice e cristallina. Un sorriso smagliante. Entrò in biblioteca e io l’aspettai fuori per circa dieci minuti, quando tornò le chiesi se voleva prendere un gelato e lei accettò. Mi portò alla gelateria più buona che conoscesse e nel tragitto mi indicava ogni cosa, sapeva tutto, sembrava un’enciclopedia di Venezia! Presi i miei gusti preferiti, menta e cioccolato, e glieli offrì dal mio stesso cono. Lei accettò con piacere. Passammo l’intera giornata a parlare. Non avevo mai avuto con nessuno un’intesa più buona, nemmeno con Louis! Passavamo su un ponte, il sole era appena tramontato e il cielo aveva assunto quella tonalità di azzurro-blu perfetta per creare atmosfera. Mi fermai, la bloccai per un polso e la baciai. Lei presa alla sprovvista si liberò dalla presa e aggrottò le sopracciglia con un’espressione imbronciata. “L’ho fatta grossa” pensai “La conosco solo da poche ore e già l’ho baciata. Sono uno stupido! Devo smetterla di baciare le ragazze che mi piacciono!”. Le sopracciglia si abbassarono, accennò un sorriso e mi guardò intensamente negli occhi…
-Ho capito chi sei… Tu sei Harry Styles degli One Direction. Ti rendi conto di chi sia io? Non puoi baciarmi, non sono nessuno…
-Cosa? Tu sei tutto per me! Non ho mai incontrato qualcuno con cui stessi così bene. Non so nemmeno il tuo nome e già ti amo!
-T-tu mi ami?
In quel momento scoppiò a piovere, pioggia leggera, ma noi rimanemmo immobili sotto l’acqua. Avevo appena detto ad una sconosciuta di amarla e dal giorno dopo non l’avrei mai più rivista. Non volevo farla soffrire così la lasciai da sola. Il cono caduto ai suoi piedi. Cercai di non pensare negativo, mi dissi che la pioggia avrebbe accompagnato le sue lacrime.

   
 
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