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Autore: yeahitsmarts    16/07/2012    2 recensioni
Caroline è stanca della sua vita. Odia il modo in cui gli altri la squadrano dal basso verso l' alto. Odia di essere derisa, picchiata e perennemente triste. Un piovoso pomeriggio prende la fatidica decisione mettendo la parola fine alle sue pene.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La spia luminosa della telecamera si accese. La ragazza si posizionò davanti l' obbiettivo seduta a gambe incrociate. Fissava il parquet con gli occhi semichiusi e sentiva un enorme groppo in gola. Era arrivato il fatidico momento. D' un tratto le vennero in mente tutti quei bei momenti passati duranti i suoi diciotto anni di vita. Il primo giorno di materna quando era entrata in classe per mano con suo papà. Il primo fidanzatino in terza elementare, William, che non vedeva da un' eternità. La prima cotta seria in seconda media e la prima volta a sedici anni e mezzo. Le serate passate con una birra in mano su un muretto, le giornate al mare, il vento tra i capelli mentre era nella decappottabile dell' amica.
Tutto stava per finire.
Si alzò di scatto abbandonando l' inquadratura. Strattonò due volte la corda appesa alla trave sperando che avrebbe retto il suo peso. L' aveva comprata in un negozio di pesca, pagata appena quindici dollari. «E' una delle migliori a buon prezzo» gli aveva detto il commesso sorridendole ma mai avrebbe immaginato che le stava direttamente porgendo la sua morte in mano. Ci aveva meditato a lungo (un anno, forse due) e finalmente aveva trovato il coraggio.
Non ne poteva più.
Era stanca di essere presa in giro, essere messa da parte, non essere considerata. Stanca di quel ragazzo che la picchiava, stanca di non riuscire a reagire.
Nel frattempo la telecamera registrava il vuoto.
Trascinò i piedi fino in camera sua dove sull' armadio c' erano ancora appese tutte le foto scattate durante l' estate del 2010. Era a Barcellona con la scuola ed odiava quel posto, avrebbe preferito di gran lunga rimanere a casa. I suoi però avevano instito così tanto per farla partire «Vedrai che ti piacerà» le avevano detto. Come no. Una volta aveva provato addirittura a scappare ma i professori l' avevano acchiappata appena fuori dall' hotel e lei aveva pianto a dirotto pregandoli di non avvisare i suoi.
Sulla scrivania invece era poggiato il suo diario, sempre di quel periodo. Lo sfiorò appena indecisa se aprirlo o meno. Lesse la prima data: 18 Settembre 2010. Sorrise. Daniel. Decise di non proseguire nella lettura perchè ricordava ancora tutto perfettamente come se fosse successo ieri. Alla tv passavano Donnie Darko, uno dei suoi film preferiti. Si conoscevano da una vita ma solo da due mesi si frequentavano ufficialmente. Lui poi era il classico Adone che piaceva un po' a tutte con gli occhi scuri e i capelli chiari. Si guardarono per un lungo istante, entrambi sdraiati sul letto di lui. E poi successe, semplicemente. E Donnie Darko diventò solamente uno stupido sottofondo. Una settimana dopo lui la lasciò per mettersi con la migliore amica di lei. Per paura di essere nuovamente abbandonata non andò mai più a letto con nessuno.
Tornò in salone, davanti alla telecamera. Raccolse i suoi biondi capelli in una coda alta e poi parlò. «Mi chiamo Caroline, ho diciotto anni» chissà nelle mani di chi sarebbe finito quel video «E odio la mia vita» sbuffò guardando fuori dalla finestra: aveva appena iniziato a piovere. «Questa che vedete è casa dei miei genitori... Esatto, io abito ancora con loro. Chissà che spavento quando torneranno a casa» si alzò, prese la videocamera in mano e la girò verso la sedia posta sotto la corda «Quella che vedete lì è la mia fine, finalmente ho deciso. Sapete, non c'è cosa che mi faccia più paura della vecchiaia. Io non voglio diventare anziana, non voglio lamentarmi di quanto mi facciano male i piedi quando cammino troppo, imprecare contro i giovani scatenati, sentirmi male per il troppo caldo. Io ho paura. E poi sono stanca di essere derisa e allontanata da tutti. E' una brutta sensazione...» fece un momento di pausa, sentì la gola bruciarle «E' una brutta situazione» ripetè mentre delle lacrime le rigarono il volto «Sentirsi completamente soli, senza nessuno con cui poter parlare. Io avrei voluto solamente qualcuno che mi ascoltasse ma non ho mai potuto fare affidamento su nessuno, neanche su me stessa» sorrise malinconica pensando a tutto quello per cui viveva, la danza, ad esempio «Per questo ballo. Io parlo con il corpo ma nessuno sembra sentire ugualmente» sospirò, riprese in mano la telecamera e l' avvicinò alla scollatura della maglietta spostandola leggermente «Vedete» disse indicando una macchia viola appena sopra il seno «Non è vero che sono caduta per sbaglio sulle scale, non è vero che ho sbattuto contro l' armadio. Lui mi picchia e questo è uno degli ultimi segni. Non ho avuto mai il coraggio di dirlo per paura» si guardò attorno, la luce della cucina era accesa «Odio questo posto» e con posto intendeva il mondo. «Ora credo che sia arrivata l' ora, qualcuno porterà via il mio cadavere. Gliel' ho chiesto io, non voglio farmi trovare da nessuno, neanche da morta.» puntò la telecamera di nuovo verso la corda in modo però che inquadrasse solo i piedi.
Mise la corda attorno al collo.
La strinse con un movimento lento.
Era veramente questo quel che voleva?
Si preparò per spostare la sedia.
Da quel momento Caroline non esisteva più.
  
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