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Autore: Iknowisnteasy_    16/07/2012    1 recensioni
Solo una semplcie storia di due persone che si sono amate. la vita di Kurt cambia costantemente quando, decisosi finalmente di tornare a suona il pianoforte, incotra Blaine... un ragazzo bello come un raggio di sole dagli occhi di un verde così intenso dentro i quali si perdeva l'infinito..
-Avrebbe tanto avuto bisogno di qualcuno che lo confortasse in quel momento.
Qualcuno che gli avesse ricordato che non c’era nulla di sbagliato in lui.
Qualcuno con il quale poter condividere per un ultima volta, i tasti freddi e lucidi d un pianoforte..
Qualcuno a cui donare un po’ del suo amore, perché ne custodiva molto dentro di se, qualcuno per il quale poter essere, almeno per un momento, speciale…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Two songbirds are singing your symphony.



La storia che vi sto per raccontare è a me molto cara.
Parla di due persone che si sono amate, così semplicemente.
Ma semplice non fu invece il modo in cui queste due anime si trovarono. La storia di due persone con il quale il destino ha giocato,
scrivendo per loro, un racconto come mai prima d’ora.



Il crepuscolo era appena passato, il sole tramontava timidamente dietro una fitta chioma di alberi, tingendo i campi di una luce innaturale, andando dolcemente a ripararsi per brillare altrove, lasciando il mondo negli occhi chiari e luminosi della luna.
Kurt era sdraiato a pancia in su godendosi la fresca brezza serale che gli massaggiava le tempie. Teneva una mano ricurva sotto la testa mentre con l’altra sfiorava i fili d’erba fresca sotto di se.
Chiuse gli occhi per assaporare il profumo dei fiori sopra il prato, mischiato all’odore forte e inebriante che emanavo i pini rivolti verso l’infinito mare di giallo e arancione dentro il quale si perdevano gli ultimi raggi di sole.
Osservò uno stormo di uccelli neri passare in posizione composta proprio sopra di lui,
velocemente anch’essi di persero dentro il tramonto infuocato.
Pensò quanto fosse bello poter essere un uccello.
vivere ogni giorno con il respiro profondo del vento sopra il collo, a quanto fosse bello poter aprire le ali e dirigersi via, lontano da tutti, migrando verso paesi più caldi lasciando la propria casa, tornandovi solo dopo il grande freddo.
Gli sarebbe piaciuto alzarsi in volo in quello stesso momento, sentirsi leggero, avere la consapevolezza di poter volare via, lasciandosi il passato alle spalle.
Sarebbe stato perfetto. Salvo il fatto che Kurt, non era un uccello.
Il suo corpo, non erano stato creato, come quello di un uccello, per volare, ma per rimanere sulla terra, costretto a spostarsi solo con la forza delle sue fragili gambe.
Ma c’era qualcosa di più profondo nel cuore di Kurt e lo costringeva a rimanere bloccato li, qualcosa nascosto in un piccolo angolo del suo cuore custodito come se fosse qualcosa di preziosa da tenere per se, qualcosa di così difficile da ricordare che aveva deciso di tenerselo per se, tenerlo nascosto agli altri.
Si alzò con fare pigro e malinconico, sarebbe rimasto lì per sempre, sdraiato al fresco senza preoccupazioni, fermo a fissare gli uccelli che volavano sopra di lui.
Kurt raccolse la borsa a tracolla poggiata delicatamente al busto dell’albero e si incamminò sul per il vialetto sterrato che conduceva a casa sua. Camminava lentamente dando dei calcetti a qualche sassolino fino a farlo arrivare fuori dal vialetto.
Passava i pomeriggi sotto quell’albero, sperando di trovare un giorno, una via di fuga che potesse portarlo lontano da quel mondo fatto di barriere mentali e ricordi legati ad un’infanzia difficile, un’infanzia abbandonata ,forse, troppo presto.
Casa sua non era una delle più grandi, ma Kurt si trovava bene, il fatto che fosse l’ultima della strada offriva lui molti vantaggi.
Era isolata, questo faceva si che la notte fosse tranquilla e serena,
Poteva uscire attraverso la porta posteriore e dirigersi verso il prato dove poteva rilassarsi all’ombra del faggio.
Inoltre era lontana dalle case di quelli che lui definiva ‘suoi amici’ per cercare di sentirsi meno solo, quando in realtà erano i suoi compagni di classe, quelli che lo definivano sempre ‘strano’ quelli che lo avevano etichettato come ‘diverso’ facendo crescere in Kurt il tarlo che dentro di lui, ci fosse davvero qualcosa di sbagliato.
Aprì il cancello ed entrò lentamente dentro casa.
<< Sono tornato>> disse mentre appoggiava la sua borsa all’attaccapanni.
<< Ciao, vieni è pronta la cena>> gli aveva risposto impassibile la voce di suo padre.
Burt Hummel era di certo un uomo molto comprensivo, voleva bene a suo figlio, ma negli anni successivi alla morte di sua madre, Kurt si era chiuso completamente in se stesso chiudendo fuori suo padre evitando qualsiasi contatto o conversazione con lui.
Gli voleva bene certo, ma l’unica persona in grado di capirlo, di farlo sentire davvero felice, farlo sentire amato, almeno fino a quel momento, era sua madre.
E se ne era andata. Lasciandolo solo , abbandonandolo alle cattiverie del mondo.

<< Ascoltami Kurt..>> gli aveva detto suo padre con tono serio
<< capisco che per te sia molto dura.. forse anche di più di quanto lo sia per me, ma ti prego cerca di essere forte. Ora devi crescere… io prometto che farò di tutto per aiutarti se mai ne avrai bisogno..>>


Gli aveva detto suo padre pochi giorni dopo il funerale della moglie. Quello Kurt lo comprese come se suo padre gli stesse chiedendo di abbandonare la sua infanzia..
Aveva appena nove anni.
Decise così che non avrebbe più perso tempo sperando in un ‘.. e vissero felici e contenti’ perché oramai non ci credeva più.
lo aveva visto con i suoi occhi, se davvero esisteva un finale felice, perché aveva deciso di portarsi via sua madre? Perché il destino era stato così crudele con lui?
Oramai si limitava a svegliarsi ogni mattina e a sopravvivere, pronto per un qualsiasi altro scherzo che il destino aveva do offrirgli.
Anche se, dopo che gli aveva tolto sua madre e rovinato il rapporto con il padre,
cos’altro gli avrebbe potuto portare via, cos’altro avrebbe avuto il coraggio di toglierli?
Kurt sospirò e si diresse in cucina dove suo padre stava preparando una frittata per cena.
<< Lascia faccio io, tu mettiti pure comodo..>> disse alzandosi dalla sedia per correre in suo soccorso. Se c’era una cosa che suo padre non sapeva fare, era cucinare.
Quello addetto alla cucina era Kurt, non lui.
<< Kurt, io..>> disse Burt massaggiandosi la tempia togliendosi il cappello dalla testa posandolo sul tavolo.
Kurt offrì un piatto di frittata a suo padre, sedendosi comodamente sulla sedia del tavolo invitandolo a proseguire
<< Ho chiamato per quelle lezioni di piano che ti aveva detto>> disse tutto d’un fiato Burt
Kurt si fermò a fissare suo padre con aria scontrosa senza dire una parola.
I suoi occhi penetranti erano fissi sopra di lui, in attesa di ricevere una risposta.
<< Perché fai così?>> chiese Kurt con un tono che sembrò tutto purché felicità.
Suo padre inarcò un sopracciglio guardandolo con aria sconcertata e triste
<< Perché fai così?.. sai benissimo che io non voglio più suonare, perché continui a chiedermi di ricominciare quando sai benissimo che non lo rifarò mai?>> sbottò Kurt alzandosi dalla sedia con aria furiosa.
Era bravissimo a suonare il pianoforte, glielo aveva insegnato sua madre.
Ricordava ogni pomeriggio passato assieme a lei mentre erano seduti comodamente in veranda difronte al pianoforte sfiorando delicatamente i tasti, sentendo il profumo dolce della pelle di sua madre invaderlo ogni volta che si avvicinava a lui per spiegargli una nuova sinfonia.
Quello stesso profumo al quale si aggrappava nei suoi ricordi per cercare di riavere sua madre, almeno nei suoi sogni. Quello stesso profumo di cui il terzo cassetto dell’armadio era impregnato, poiché nessuno dei due, né Kurt, né Burt, aveva mai avuto il coraggio di svuotare.
Era tutto ancora li. Come se lei fosse partita per un lungo viaggio, come se sperasse di vedersela ricomparire davanti con una valigia.
Anche se Kurt aveva quasi diciassette anni, non aveva mai smesso di sperarci.
sapeva in cuor suo che non sarebbe mai accaduto
Sua madre ormai era partita per un viaggio ben diverso ma questa volta non sarebbe più tornata.
Ma la scintilla nel cuore di Kurt di poterla riabbracciare, non era mai morta dentro di lui.
Si diresse con fare scocciato su per una rampa di scale, lasciando la sua cena a freddarsi sul tavolo, ma non gli importava. In quel momento la rabbia per aver scavato ancora una volta dentro di se, dentro i suoi ricordi con i quali lottava ogni giorno, stava dominando su tutto.
Entrò in camera sua e si chiuse la porta alle spalle.
<< Kurt..>> sentì i passi di suo padre dirigersi per le scale, facendosi sempre più forti e vicini.
<< Kurt, ascoltami.. >> disse sedendosi sul pizzo del letto, mentre Kurt era girato su un lato evitando lo sguardo di suo padre.
<< Io capisco quanto sia difficile per te ma ti prego, ti prego.. non rinunciare all’unica cosa che ti rende felice .. lei non te lo avrebbe mai permesso.. >> disse con tono delicato Burt.
Le lacrime di Kurt ormai gli rigavano il viso, piangeva.
Neanche lui sapeva più il perché.
Lo faceva, così perché il dolore, la disperazione, l’oblio di solitudine che lo rivestiva come un vestito, lo faceva sentire così solo da star male.
<< Senti, se non lo vuoi fare per me.. fallo per tua madre, lei non avrebbe mai permesso che tu rinunciassi alle lezioni di pianoforte.. non te lo avrebbe mai lasciato fare.>> disse Burt cercando di non premere mai troppo quando si trattava di parlare della moglie.
Era un tasto troppo delicato per entrambi. Un tasto che, anche se erano passati molti anni, entrambi facevano fatica a superare.
<< .. Inoltre il ragazzo che ti farà da insegnante ha la tua stessa età. Potresti farti un nuovo amico Kurt, pensaci>> proseguì Burt alzandosi delicatamente dando una pacca sulla gamba del figlio.
Kurt si voltò delicatamente, forse suo padre aveva ragione.
Sarebbe stato una delusione per sua madre, e questo non doveva accadere.
<< va bene.. ci andrò>> disse sospirando Kurt. << Papà, io.. io voglio che tu sappia che non lo faccio solo per lei, voglio che anche tu mi veda suonare il pianoforte..>> aggiunse rendendosi conto solo dopo, di quanto lontano fosse stato con suo padre.
Un groppo alla gola lo percosse. Come aveva fatto ad essere così stupido? Ad essersi allontano da suo padre, l’unica persona che gli era rimasta che non lo giudicasse..
<< Ne sono felice..>> sospirò Burt con gli occhi lucidi come la rugiada.
<< ti aspetta domani alle cinque a casa sua, ho lasciato l’indirizzo e il numero di telefono sopra il frigo.. >> disse sorridendo. Poi, sospirando, uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.
Kurt rimase a pensare alle parole appena pronunciate da suo padre..
’.. il ragazzo che ti farà da insegnante ha la tua stessa età.. potresti farti un nuovo amico…’
Un nuovo amico, qualcuno con cui parlare.. con cui potersi sfogare, qualcuno che non fosse suo padre.
Avrebbe tanto avuto bisogno di qualcuno che lo confortasse in quel momento.
Qualcuno che gli avesse ricordato che non c’era nulla di sbagliato in lui.
Qualcuno con il quale poter condividere per un ultima volta, i tasti freddi e lucidi d un pianoforte..
Qualcuno a cui donare un po’ del suo amore, perché ne custodiva molto dentro di se, qualcuno per il quale poter essere, almeno per un momento, speciale…




spazio autrice:
Ok, sono sicura che qualcuno di voi mi starà cercando per prendermi a sprangate sui denti perché non faccio altro che creare storie sulla Klaine :’)
ma ci posso fare? Se li amo li amo!
Ad ogni modo, quest’idea mi è venuta perché, dopo essere stata imbarcata e aver fatto uno splendido viaggio di ritorno seduta accanto ad un tizio che mi diceva costantemente
‘Ora crolla, cadiamo.. guarda come balla.. ora cadiamo, moriamo tutti’ io, per evitare di prenderlo a cintante sulle nocche ho iniziato a scrivere l’inizio di questa mia FF sul mio piccolo portatile
Ho voluto cimentarmi in qualcosa di diverso dal mio solito fluff..
perché ultimamente sento il bisogno di esprimere la mia vena poetica in qualche campo artistico, siccome la scrittura è l’unica cosa in cui sono brava..
è nata questa cosa..
spero che vi piaccia e che continuerete a seguirla..

Un bacio e alla prossima.
June_

  
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