Titolo: Galeotto
fu il libro.
Pairing:Tainted Glass [James/Remus].
Prompt:Libro.
Genere:sentimentale, introspettivo.
Rating:giallo.
Avvertimenti:One shot, what if…?, Shonen
ai.
Note: L’aforisma iniziale
è ovviamente © Zafón, così
come i
personaggi sono di zia Row.
Aggiungo che la storia partecipa anche alla Latin
Love Challenge del Collection
of Starlight.
Questa storia era diversa perché doveva partecipare a un
Contest, ma poi ho
deciso di non modificarla. Può sembrare molto strana, ma
converrete che il
pairing di per sé è particolare (ecco
perché l’ho infilata in questa raccolta).
Ho pensato che tutti prima o poi hanno preso una piccola cotta per un
amico/a e
che, quindi, anche ai Marauders poteva essere accaduto.
Alla ricerca di qualcuno di attento, dolce e comprensivo, credo che
James
potrebbe aver pensato (anche fugacemente) a queste cose. Insomma,
Sirius è
davvero troppo un fratello e Peter è Peter, per Merlino! Poi
mi piaceva l’idea
che, in contemporanea, si svolgesse la bottarella di Remus per Lily
– che c’è
stata, la Row l’ha quasi” detto
ù.ù
Ma, insomma, poi si cresce e si capisce che cotta e amore non
è la stessa cosa.
Spero non sia così terribile!
Galeotto fu il libro
«Nel
momento in cui ti
soffermi a pensare se ami o no una persona, hai già la
risposta».
Carlos Louis Zafón.
Il problema dell’amore era che scoppiava sempre dannatamente
all’improvviso.
Per James non era mai stato un problema: dall’età
di cinque anni s’innamorava
circa venti volte al giorno e si disinnamorava altrettanto velocemente.
Poi
all’età di undici anni, appena varcato il
massiccio portone di Hogwarts, mente
e cuore furono rapiti dalla bambina, e ragazza, più bella
che avesse mai visto.
Nel tempo aveva capito che Lily Evans non aveva solo gli occhi
più profondi
della galassia o i capelli più brillanti del mondo; era
anche fiera,
intelligente e divertente. James si era innamorato di lei in modo
totale e
altrettanto totalmente aveva speso i suoi primi anni di scuola a
correrle
dietro.
Non avrebbe mai creduto che le cose sarebbero cambiate così
velocemente.
Tutto iniziò con un libro in cui venivano indicati i sintomi
di una malattia
poco conosciuta; la Licantropia era spaventosamente simile a
ciò di cui Remus
sembrava soffrire segretamente, sempre col sorriso sulle labbra. Fu in
quel
periodo che James cominciò a capire qualcosa di
più di lui e della sua forza interiore.
Poi ci fu quell’anno.
L’anno degli Animagus.
Ancora una volta, iniziò con un libro che illustrava la
possibilità di
trasformarsi in un animale senza l’utilizzo della bacchetta.
Quel giorno
c’erano lui e Remus in biblioteca ed entrambi sapevano cosa
quello poteva
significare.
Vedere Remus trasformarsi per la prima volta fu terribile: James
sognò a lungo
lo scrocchiare di ossa rotte sotto la pelle increspata o gli ululati
gutturali
fuoriusciti dalla gola di uno dei suoi migliori amici. Probabilmente fu
allora,
quando il suo sguardo dolce li fissò nella maschera
sfigurata del lupo, che
James si chiese quanto davvero soffrisse per tutto quello.
Non ci aveva mai pensato davvero:
insomma, per lui Remus era Remus; con un piccolo problemino peloso che
spuntava
fuori ogni mese e niente di più. Non si era mai reso davvero
conto di quanto
stesse smagrendo o di quanto le occhiaie si fossero allungate e
scurite,
durante i loro anni nel castello.
E fu guardando l’espressione accorata di Sirius
durante quella prima
trasformazione – l’aveva notata di sfuggita, mentre
la paura lo assaliva,
immobilizzando i muscoli – che si chiese cosa davvero stesse
accadendo tra
loro.
Il resto dell’anno passò tra le pigre richieste a
Lily e uno sguardo perplesso
ai suoi due migliori amici, nel sospetto desiderio di saperne di
più.
Aveva creduto di essere geloso perché Sirius e Remus
sarebbero potuti diventare
una coppia e le coppie rovinavano i gruppi. Un discorso irrazionale,
fatto da
chi cercava a tutti i costi di mettersi con Lily Evans, ma
all’epoca non ci
aveva badato molto.
Tutto finì, ancora una volta, con un libro – un
bigliettino scritto con la
calligrafia ordinata e regolare che conosceva bene, nascosto tra le
pagine
spiegazzate del libro d’Incantesimi di Sirius.
Fu quando li seguì e li vide baciarsi
nell’oscurità della sua mente annebbiata,
che si chiese per la prima volta cosa provasse realmente per Remus.
Fu come un pugno diritto nello stomaco, una presa di coscienza assurda
eppure
reale.
Da quel giorno, James rinserrò la
“caccia” alla rossa e premette per sapere da
Sirius cosa stesse accadendo; forse fu una mossa sbagliata, ma
trovò che fosse
l’unico modo per non farsi trascinare dalla corrente che
quella scoperta aveva
prodotto in lui.
James amava davvero Lily e quello per Remus non poteva che essere un
interesse
passeggero, dovuto a uno strano caso di “particolare
affinità elettiva”: Sirius
era davvero come un fratello, mentre Peter restava un amico-ammiratoire
troppo
zelante per interessarlo in quel modo. E Remus… Remus
semplicemente eraattento; più
dolce di una Lily ancora troppo presa dai ruoli che si erano cuciti
addosso
negli anni, più presente di un Sirius superficiale e
distratto.
James la vedeva così. Doveva vederla così.
Fatto stava che la cosa scemò quanto più lui e
Lily si avvicinavano, mentre
Sirius e Remus tentavano una relazione nascosta che non convinceva
nessuno.
Quel giorno a Hogsmeade, quando Remus lo guardò al di sopra
del libro che fingeva di
leggere, James già
sapeva cosa avrebbe detto.
«Prongs…» cominciò,
interrompendosi quasi subito.
«Sì, Moony?» Gli fece gentilmente,
sapendo che aveva approfittato del fatto che
quegli altri due fossero andati a prendere un gelato dal vecchio
Florian.
Remus si morse un labbro e abbassò un attimo lo sguardo
«Sai quei momenti della
vita, quando…»
«Lo so che tu e Pads state insieme, non preoccuparti di
tirare fuori qualche
arzigogolata lezione di vita» lo anticipò James,
con un gesto frettoloso della
mano.
Si guardarono un istante e James poté quasi vederci tutto un
mondo racchiuso in
quel fotogramma. La verità era che, dopo qualche piccolo
terremoto interiore,
aveva capito: quello che era accaduto non era altro che un piccolo
incidente di
percorso, nato da un cambiamento necessario al passaggio verso qualcosa
di
profondamente diverso. E non voleva dire che il primo cambiamento fosse
necessariamente quello più importante.
Sirius ci aveva messo sette anni per capire di essere innamorato di
Moony – e,
col senno di poi, lui poteva dire di saperlo da millenni -
così come Lily ci aveva
messo una vita per capire di amare lui.
James sorrise, pensando che le sfide, probabilmente, servivano a quello.
A capire cosa davvero si volesse.
«Sono veramente felice per voi» fece alla fine e
Remus sorrise «Ti ho mai detto
che sono felice anch’io, per te e Lily?»
James annuì, dando a quell’esternazione
più importanza di chiunque altro:
sapeva che una cosa del genere aveva travolto anche Moony tempo prima,
pensò
ricordando il rossore che lo prendeva ogni volta che guardava la sua
Lily;
sapeva anche, in virtù dell’incapacità
di Sirius di tenere i segreti, che Remus
si era sempre sentito un traditore. James era stato zitto per anni,
aspettando
che la cotta del suo amico passasse perché, in cuor suo,
già sapeva che era
qualcosa di semplicemente diverso. Parlarne
non avrebbe fatot altro che
ingigantire qualcosa che non esisteva.
E ora aveva capito che lo stesso valeva per se stesso.
Si chiese, per un assurdo attimo, se anche Moony avesse mai
capito… quando si
scambiarono l’ultimo sorriso, prima che Peter e Sirius si
risedessero al tavolo
con gran fracasso, capì che non c’era andato poi
tanto lontano.