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Autore: Lily Inuzuka    17/07/2012    2 recensioni
Lo specchio la fissa, ghigna malefico, i suoi occhi la scrutano. Gli sfugge una risata, un "Povera ragazza, non avrà mai modo di essere amata, troppo imperfetta." soffiato malignamente. La bionda alza lentamente il capo, spostando lo sguardo dai suoi piedi al riflesso sul vetro. Un enorme mostro oscuro si trova dietro di lei, come un'ombra. Sorride famelico. Lei ha paura, tremendamente paura. E fa bene, ad esserne terrorizzata. Quel mostro non è una semplice ombra, è la sua, ombra. Poi spalanca le fauci e la ingoia.
Genere: Angst, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Black Star, Maka Albarn
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Bring me to life.

(Wake me up) 
Wake me up inside 
(I can’t wake up) 
Wake me up inside 
(Save me) 
call my name and save me from the dark 
(Wake me up) 
bid my blood to run 
(I can’t wake up) 
before I come undone 
(Save me) 
save me from the nothing I’ve become 
 
 
 
Si regge debolmente ai bordi della vasca, barcollando. I lunghi capelli biondi le si appiccicano al viso, alle spalle, tenta di scacciarli malamente ma perde l'equilibrio e cade, in ginocchio, sul pavimento. E' successo di nuovo. Si asciuga velocemente le lacrime, che cadono a fiotti da quei meravigliosi occhi verdi.  Singhiozza forte, vorrebbe urlare, e dentro di sé lo sta facendo, è solo il mondo che non può udirla.
Gattona precariamente verso il water e getta via l'ennesima parte di sé, come se questo potesse liberarla dal male che la assale da sempre e la divora, lentamente, gustandosi delle emozioni che lei non riesce più a provare.
Smette di piangere per quei pochi secondi che le servono per rialzarsi e dirigersi, barcollando, fino allo specchio.
Alza lentamente lo sguardo, abbandonando il pavimento. Si osserva. Le iridi opache, spente, come se avessero distrutto tutto ciò che permetteva loro di splendere di quella lucentezza che le contraddistingueva. Le labbra rosse e gonfie, come quelle di chi le ha morse continuamente per evitare di gridare. Le gote rosse e sporche di trucco, quello stesso che, aveva sperato lei, avrebbe dovuto aiutarla a cambiare la sua visuale delle cose. I capelli, inumiditi dalle lacrime, le ricadono sulle spalle. Poi osserva il suo corpo, il seno troppo piccolo, i fianchi che le sembrano straripare, le cosce che non vanno bene, non abbastanza magre, non abbastanza toniche. 
Le lacrime ricominciano ad uscire, le trafiggono il cuore come migliaia di pugnali e si macchiano del suo sangue. Qualcuno, ogni tanto, si diverte anche a muoversi un po', dopo averla perforata.
Si dirige verso il salone, appoggiandosi allo stipite della porta, come se volesse sorreggerla, ma non c'è nessuno.
Si lascia cadere a peso morto sul divano, che neanche sprofonda, a causa dello scarsissimo peso. Afferra la sua maglia, la indossa. Le va grande, enorme, il suo profumo la avvolge. I singhiozzi lentamente si calmano, stringe le gambe al petto, circondandole con le esili braccia.
Resta così per un po', avvolta nel suo finto abbraccio, quello di cui avrebbe terribilmente bisogno. Alla fine, si addormenta, protetta dal ricordo che quella t-shirt le dà, con gli occhi chiusi a coprire tutto quel dolore. 
 
Lo specchio la fissa, ghigna malefico, i suoi occhi la scrutano. Gli sfugge una risata, un "Povera ragazza, non avrà mai modo di essere amata, troppo imperfetta." soffiato malignamente. La bionda alza lentamente il capo, spostando lo sguardo dai suoi piedi al riflesso sul vetro. Un enorme mostro oscuro si trova dietro di lei, come un'ombra. Sorride famelico. Lei ha paura, tremendamente paura. E fa bene, ad esserne terrorizzata. Quel mostro non è una semplice ombra, è la sua, ombra. Poi spalanca le fauci e la ingoia. 
 
Il ragazzo apre lentamente la porta di casa. Lo sguardo vacuo di chi ha sofferto, nascosto dietro un sorriso sprezzante e ribelle. Osserva la stanza, le luci spente, un'aura grigia ne impregna l'aria. Poi riesce a scorgere lei, esile, fragile, rannicchiata sul divano color blu elettrico. Dorme, si agita, piange, singhiozza. Indossa la sua maglia, se ne accorge. Le corre rapidamente accanto, scuotendola dolcemente per destarla dal doloroso sonno.  
«Maka! Maka, svegliati! Cazzo, Maka, svegliati!» le urla preoccupato. La ragazza apre lentamente gli occhi. Gli occhi verdi di lui incontrano quelli verdi di lei. Le lacrime continuano a sgorgare, lui le asciuga, delicatamente. 
«B-Black*Star... cosa ci fai qui?» sussurra, arrossendo leggermente dopo aver capito che l'ha vista indossare la sua t-shirt.
«Ero venuto per questa.» le sorride indicando l'indumento, non accenna minimamente ad allontanarsi dal suo viso.  «L'ho dimenticata l'altro giorno, quando sono venuto a dormire qui per Soul. » 
La ragazza improvvisa un debole sorriso, scansandolo lentamente e dirigendosi verso la sua camera, per cambiarsi d'abito e consegnargliela. Lui la blocca, stringendola forte in un abbraccio. 
 
(Bring me to life) 
I’ve been living a lie, there’s nothing inside 
(Bring me to life)
 
 
«Cosa ti sta succedendo, Maka?» chiede lui.
«Nulla, va tutto bene, davvero.» risponde lei, beandosi di quell'abbraccio che tanto aveva sognato. 
Si sente protetta, meno sbagliata, meno in colpa, meno inadatta ed inadeguata.
«Lo specchio mi faceva solo un po' paura...» continua poi. 
L'azzurro sospira, aumentando la stretta. 
«Vieni, il grande me ti farà fare una scoperta bellissima!» afferma poi, prendendole la mano e trascinandola correndo fino all'entrata. Di fronte a lui.
Il ragazzo si pone di fronte alla superficie, osservando il suo riflesso. Poi dà un debole strattone a lei, intrappolandola, da dietro, in un abbraccio e costringendola ad osservare il loro riflesso.
E Maka non vede più il mostro, smette di divorarla: si è trasformato in un bellissimo, forse un po' eccentrico ed idiota, ragazzo, disposto a fare qualunque cosa, per lei. 



Angolo dell'autrice:
Piccola one-shot scritta di getto dopo aver ascoltato nuovamente e letto la traduzione della canzone "Bring me to life" degli Evanescence. Ho scelto di trattare una tematica a me tremendamente cara, quale la bulimia o i disturbi alimentari in generale. 
Ho ipotizzato che la piccola Maka, personaggio tanto insicuro quanto forte, potesse essere il personaggio ideale sul quale scrivere. 
La parte in corsivo rappresenta un sogno che lei fa, spero si sia capito. E la dedico, a quelle che, come me, soffrono per il loro riflesso allo specchio. 
So che è una schifezzuola, ma avevo davvero il bisogno di scriverla. Spero vi sia piaciuta. c:
   
 
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