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Autore: WhiteMeteorProdigy    17/07/2012    3 recensioni
Mai come oggi mi ero sentito davvero come un pesce fuor d’acqua. C’erano parenti, amici…un centinaio di persone che affollavano la grande sala, che rendevano pesante l’atmosfera con le loro frasi di circostanza o le loro risate prive di sentimento.
O almeno, questo era quello che sentivo io. Sicuramente Shindou la pensava in maniera differente.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Inazuma Eleven GO

Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto

Coppia: RanTaku (one-sided)

Titolo: Crowded Room

Rating: Verde

Parole: 647 parole

Attenzione: Kirino POV

(Ispirata da “Dark Blue” di Jaques Mannequin!)

--

Crowded Room

“Dark Blue, Dark Blue.

Have you ever been alone in a crowded room?"

La notte era ormai scesa, ma potevo ancora vedere con chiarezza, fuori dalla finestra, ogni singolo filo d’erba illuminato dai lampioni sparsi per tutto il giardino della tenuta degli Shindou.

Mai come oggi mi ero sentito davvero come un pesce fuor d’acqua. C’erano parenti, amici….un centinaio di persone che affollavano la grande sala, che rendevano pesante l’atmosfera con le loro frasi di circostanza o le loro risate prive di sentimento.

O almeno, questo era quello che sentivo io. Sicuramente Shindou la pensava in maniera differente.

Già…Shindou, l’unica ragione per la quale i miei mi avevano obbligato a vestirmi di tutto punto e mi avevano buttato, come il mangime destinato ad un animale dello zoo, in quella gabbia dorata qual era la casa del mio migliore amico.

Mi sentivo fuori luogo, come una macchia di vino rosso su una candida tovaglia appena lavata. Cosa mi ci avevano mandato a fare? Io non appartenevo affatto a quel mondo.

“Dai, Ranmaru. Non fare così. Shindou ne sarà contento.”

Sì, certamente…Shindou ne sarebbe stato entusiasta. Talmente entusiasta da ignorarmi per tutta la serata, troppo indaffarato a sentirsi ricoprire di elogi o a badare ad un qualche cuginetto di a malapena un anno.

Quella era l’ultima volta che davo retta a mia madre, e a quella di Shindou. Avrei preferito di gran lunga andare alla piccola festicciola (se così si poteva chiamare) organizzata da Hamano, Hayami e Kurama…almeno lì mi sarei divertito un pochino.

E invece, ero lì, seduto su un divano, guardando prima un punto indefinito del giardino illuminato a giorno, poi Shindou per assicurarmi che almeno si fosse accorto di me, ed infine lo schermo del mio cellulare, dove il povero Hayami (al quale stavano praticamente distruggendo casa) mi mandava di tanto in tanto qualche messaggio, rincuorandomi il minimo necessario per farmi rialzare lo sguardo e far ricominciare daccapo la sequenza di azioni. Ormai erano ore che non facevo altro.

La verità era che mi sentivo solo, sì, in una stanza con un centinaio di persone. Era strano, strano davvero, ma proprio non riuscivo a non esserlo.

Perché avrei voluto che Shindou lasciasse perdere anche solo per un istante i suoi numerosi parenti per prestare attenzione solo a me…cosa che era, evidentemente, impossibile.

Non avrebbe mai avuto tempo per il suo migliore amico, in una serata come quella.

“E’ inutile che rimanga qui…”conclusi, mordendomi il labbro inferiore per distrarmi dal sentire l’amaro che avevo in bocca. Con calma infinita, mi alzai dal divano e mi diressi verso la grande porta. Ero stanco di essere ignorato.

“Vai via, Kirino-kun?”

La madre di Shindou sbucò dalla sala, come se mi avesse seguito. Non riuscivo a capire bene cosa volesse dire la sua espressione, quasi piatta. Le rivolsi perciò un sorriso –uno di quelli tirati, che avevo visto per tutta la serata tra i vari parenti del mio amico-, indugiando.

“Sì. Comincio ad essere stanco…faccia i complimenti allo chef, era tutto buonissimo. Grazie per l’invito.”

Ecco, ora avevo cominciato anch’io a dire frasi di circostanza, a mentire.

A quel punto la donna mi sorrise dolcemente, guardandomi con gli stessi occhi di chi, senza volerlo ammetterlo ad alta voce, avesse compreso la situazione. Lei sapeva come mi stavo sentendo, della solitudine che aveva caratterizzato la serata.

“Di nulla, Kirino-kun. Torna a trovare mio figlio, per favore. Buonanotte.”

“Buonanotte, signora.”

E, dando un ultimo sguardo alla sala dietro la figura della donna, decisi di aprire la porta e di andarmene, tornare a casa e dimenticare.

Dimenticare i sentimenti che provavo per Shindou, una volta per tutte, che ora sembravano come delle lame affilate che straziavano ripetutamente il mio cuore. Perché lui ormai apparteneva ad un altro mondo, uno in cui Kirino Ranmaru non era il benvenuto.

Le mie labbra si piegarono in un ultimo amaro, sorriso.

“Alla fine…non mi ha neppure salutato.”

...


-Angolo dell'autore, che con l'HTML è ancora in alto mare ma comincia a capirci vagamente qualcosa:

Salve! Eccomi qui, di nuovo, a rompervi l'anima con una mia fic! -pensavate di esservi liberati di me, eh?-

Questa doveva essere una RanTaku...e alla fine è uscito fuori che solo Kirino è innamorato di Shindou. Vabbè, non si può avere tutto dalla vita (?). Sinceramente mi riesce più facile scrivere storie di questo tipo, lievemente malinconiche, che le fluff: quelle adoro leggerle. -non penso che interessi a qualcuno, però-

Comunque, non vi è mai capitato di sentirvi soli, tipo ad una festa, anche se intorno a voi ci sono un sacco di persone? A me sì. E' stata questa l'idea che mi ha spinto a scrivere la tortura che avere appena letto (non ne sono neppure soddisfatta...).

E poi, Kiirno a parte, dovevo pur trovare il modo di inserire in una mia fic un'improbabile serata di Hamano, Kurama e Hayami, passata a distruggere la casa di quest'ultimo! *l'autrice pensa che quei tre siano molto amici*

Che altro dire? Non mi rimane che salutarvi, e ringaziare coloro che hanno letto e, forse, recensiranno. -machemiilludoafare?-

~WhiteMeteorProdigy, che non sa mai cosa scrivere alla fine delle sue fic.

  
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