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Autore: Anansy90    31/01/2007    5 recensioni
'Inu Yasha aprì gli occhi al mondo esterno, e rivide la radura teatro del suo combattimento. Barcollò alzandosi in piedi, mentre nuova energia gli fluiva dentro.
Guardò il cielo illuminato dai tenui colori dell'alba.
La prima alba della rinascita della Shikon No Tama. Dell'egemonia di Naraku.
Era una prospettiva terribile, ma Inu Yasha scoppiò a ridere.
Con una risata profonda come il nero pece che ormai era il colore della sfera. E anche quello del suo animo.
Non aveva più coscienza, né mente per pensare.
La sfera l'aveva trasformato nel demone personale di Naraku.
E la cosa lo divertiva da morire'
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 1
Capitolo 1:

La luce oscura della Shikon No Tama

Inu Yasha era stremato.
Era quasi tutta la notte che lui, Miroku e Sango seguivano le indicazioni di Kagome per arrivare ad un grosso frammento di sfera, che secondo la giovane poteva essere benissimo quello di Naraku.
"Quanto manca, Kagome?" le chiese senza troppi preamboli, lasciando intravedere la sua stanchezza. "Non molto, si trova laggiù" rispose lei, indicando una piccola area boschiva poco lontana. "Per fortuna..." sbuffò l'hanyou, il respiro velocizzato, poi strinse più forte le gambe di Kagome mentre aumentava l'andatura.
Miroku e Sango, dietro di loro, li seguivano come ombre volando sul dorso di Kirara, mentre il piccolo Shippo aveva ceduto alla spossatezza addormentandosi in grembo a Kagome. Sia il monaco che la sterminatrice davano già segni di cedimento, e questo preoccupava enormemente Inu Yasha. Se in quella fitta boscaglia avessero trovato Naraku, com'era alquanto possibile, lo scontro sarebbe stato quasi inevitabile. Come avrebbero fatto a combattere in quelle condizioni?
Cercò di scacciare via l'ansia pensando ad altro, ma fu un tentativo penoso. La sua mente non si distoglieva dal pensiero che la sconfitta era inevitabile.
Naraku poteva già contare sull'aiuto di quasi tutti i frammenti della sfera. Ad un rapido conto mancavano soltanto quelli di Koga e quello che teneva in vita Kohaku, il fratellino di Sango, per riunire la Shikon No Tama, e loro avevano una parte ben esigua di tutti gli altri pezzi rispetto al monile quasi completo che possedeva quel demone. Sicuramente li avrebbe utilizzati per rendersi ancora più forte, sporcandoli con la sua aura malvagia. La domanda era: come avrebbe fatto per ottenere i pochi pezzi rimanenti?
Secondo Inu Yasha Naraku si stava facendo raggiungere in quel modo proprio per attirare a sé tutti i detentori dei frammenti. Aveva persino evitato di ergersi barriere attorno, e questo permetteva al suo odore nauseabondo di essere perfettamente riconoscibile. Quella era una mancanza troppo grande per uno come Naraku, colui che più di una volta li aveva ingannati coi suoi abili stratagemmi. All'infuori di quell'interpretazione dei fatti sembrava una svista degna di uno stupido, che Naraku assolutamente non era, purtroppo per loro.
"Inu Yasha?" La voce di Kagome lo chiamò da sopra una spalla. L'hanyou non rispose, troppo concentrato ad annusare l'odore di Naraku e riconoscerne così l'esatta ubicazione.
"Senti l'odore di Naraku, vero?" gli chiese ancora la ragazza. Inu Yasha annuì distrattamente. "Inu Yasha, io... penso che dietro a tutto questo possa esserci un piano. D'altra parte, ogni azione compiuta da quel demone sembra essere una pedina in una scacchiera molto più ampia. Cosa credi che voglia farci fare?"
L'hanyou aprì la bocca per rispondere, poi la rischiuse, non volendo turbare Kagome con le sue supposizioni. Si girò un attimo verso di lei e le sorrise caldamente, rassicurandola.
In fin dei conti, le sue erano solo idee, probabilmente senza fondamenti logici.
Sinceramente, Inu Yasha sperava che fosse così. Perché se quello che pensava era vero, la sfida finale si stava avvicinando molto più in fretta di come avesse mai creduto possibile.

...

Contemporaneamente, anche Koga si stava dirigendo verso l'origine dell'inconfondibile miasma emanato da Naraku. Usando i suoi frammenti della Shikon No Tama, aumentò al massimo la velocità delle sue gambe per poter arrivare a destinazione nel minor tempo possibile.
"Koga!!!!" "Aspettaci!!!!"
Ginta e Hakkaku, come sempre, rimanevano indietro, ma a lui non importava niente. Era meglio che rimanessero fuori da quella battaglia e si trovassero un rifugio sicuro in attesa del suo ritorno. Aveva già perso tutti i suoi compagni della tribù Yoro, uccisi da Kagura, l'emanazione di Naraku... quindi in un certo senso, da Naraku stesso.
Se prima voleva vendetta, adesso la esigeva. Su un piatto d'argento. Con la testa di Naraku come ornamento finale.
Non avrebbe permesso che quel verme si prendesse i suoi pezzi di sfera per riunirli al gioiello ormai corrotto dalla sua aura malefica, né che si prendesse quelli di Kagome.
Già... Kagome. Anche lei si stava avvicinando rapidamente, poteva sentire il suo dolce odore, così puro e pulito rispetto all'aria sempre più mefitica e pesante che contaminava l'atmosfera via via che si avvicinava. Avrebbe voluto andare da lei, dirle una volta per tutte senza rigiri di parole quanto l'amava... ma non poteva. Non ora che Naraku e la sua rivincita erano così a portata di mano.
'Sembra che per ora debba affidarla a te, botolo...' pensò, riferendosi mentalmente a Inu Yasha. 'Abbine cura'

...

"Mio giovane signore Sesshomaru!" esclamò Jaken per attirare l'attenzione del suo padrone. Sesshomaru, per l'ennesima volta, lo ignorò e continuò a fissare un punto all'orizzonte.
"Jaken, perché il signor Sesshomaru si comporta così?" chiese innocentemente Rin. Il kappa scosse la testa, sconsolato, e sospirò. Trotterellò accanto alla ragazzina e si mise pazientemente ad aspettare che il suo signore si degnasse di degnarli di uno sguardo.
"Io ho fame..." piagnucolò Rin poco dopo, e Jaken la zittì velocemente con un colpo del suo bastone Nintojo. Per tutta risposta lei si appellò a Sesshomaru piangendo, e il povero kappa ricevette un pugno sulla testa.
Tutto sommato, a parte il bernoccolo, Jaken fu felice di vedere che il giovane demone aveva ancora qualche reazione. Era da quando era calata la notte che guardava lo stesso punto, e nonostante l'espressione impassibile avrebbe scommesso che, dentro di sé, era agitato. Infatti la sua mano si era serrata sull'impugnatura di Tenseiga e non dava cenni di abbandonarla.
In effetti, da quando Moryomaru aveva spezzato la sua Tokijin, Sesshomaru poteva solo contare su quella spada che all'inizio si vergognava di possedere, e che recentemente aveva dimostrato possedere un potere offensivo strabiliante: il Meidozangetsuha, il colpo della luna del mattino che porta all'aldilà, era un attacco dalla grande forza distruttiva che ormai Sesshomaru sapeva usare quasi alla perfezione. Jaken era sicuro che il suo signore contasse proprio su quella mossa per debellare il pericolo che, ci avrebbe scommesso, stava captando da qualche parte.
D'improvviso Sesshomaru si voltò verso lui e Rin, e sempre con la mano sul'elsa di Tenseiga si mise in cammino. Rin gli corse dietro immediatamente, e il kappa si affrettò a seguirli, pensando che erano alle solite.
Sesshomaru, invece, era tutt'altro che seccato. A quel che gli diceva il suo fiuto, Naraku era decisamente vicino, e nemmeno cercava di proteggersi con le sue solite barriere. Questo poteva solo voler dire che cercava il conflitto... perché era sicuro di vincerlo.
Quell'essere aveva in mente un altro dei suoi piani malati. E come se non bastasse, aveva avvertito distintamente l'odore di Inu Yasha e quello di Koga che andavano verso di lui.
'Naraku... Tu sei la mia preda. Non lascerò che qualcun'altro ti uccida prima che lo faccia io' pensò seguendo la pista dettata da quell'odore nauseante.

...

Inu Yasha si fermò nei pressi del bosco da cui veniva l'aura di Naraku. Lasciò che Kagome smontasse dalla sua schiena e contemplò il luogo.
Sembrava una normale macchia di vegetazione, non molto folta. Trovare Naraku là in mezzo sarebbe stato decisamente facile.
Si voltò verso i suoi compagni. Kagome aveva preso in braccio Shippo, mentre Sango teneva Kirara, tornata alla sua forma innocua, e lo fissava con aria fiduciosa. Miroku, invece, stringeva il suo bastone da monaco con aria nervosa.
Inu Yasha annuì alla tacita domanda che c'era nel suo sguardo e iniziò ad addentrarsi nel bosco, sfoderando Tessaiga per sicurezza.
Non appena ebbe messo piede sull'erba del sentiero che imboccò, però, venne colto da una strana sensazione. Era come se, d'improvviso, fosse entrato in un territorio che gli era avverso. E non per la presenza di Naraku, ma per qualcos'altro celato al suo interno.
Dapprima pensò ad una creatura che dominava quel luogo, oppure che ne aveva preso le sembianze, ma si ricredette subito dopo: se così fosse stato, ne avrebbe fiutato l'odore assieme a quello di Naraku. Si guardò intorno, non sapendo dove andare a sbattere la testa: dove poteva essere quel qualcosa... o qualcuno...?
"Inu Yasha, lo senti anche tu, vero?" Miroku, alle sue spalle, diede voce ai suoi pensieri. Udì il caratteristico scampanellio del bastone da monaco mentre il suo amico gli si affiancava.
"Già. Non è Naraku... Che sia Moryomaru?" chiese guardando il giovane, che però scosse la testa. "Ce ne saremmo accorti prima" ribatté Miroku.
"Ma cosa sta succedendo?" intervenne Kagome, che evidentamente non si era accorta di niente. "Kagome... ma tu non avverti nulla?" le chiese Sango. La giovane miko la fissò spaesata. "Questo posto ha qualcosa di strano. Ma non riesco a capire cosa..." spiegò Miroku, pensoso. "Sentite, proviamo a proseguire. Forse più avanti troveremo qualcosa" propose poi il monaco.
Il gruppetto si rimise in cammino, e poco dopo Kagome si aggrappò al braccio di Inu Yasha con aria preoccupata.
"Inu Yasha..." sussurrò, attirando la sua attenzione. Lui si fermò all'istante. "Cosa c'è?" le chiese. La ragazza guardò in basso. "Io... io ho un problema" mormorò, poi lo guardò negli occhi. "Inu Yasha, non sento più la presenza dei frammenti della sfera! Fuori di qui riuscivo a sentirla forte e chiaro, ma ora... Non so cosa mi sia successo..."
Kagome era sull'orlo delle lacrime, e Sango si affrettò a consolarla. "Kagome-chan..." disse, accarezzandole dolcemente i capelli per consolarla. Nel frattempo Inu Yasha e Miroku si scambiarono uno sguardo allarmato.
"Questo non me lo sarei mai aspettato..." commentò il monaco. "Inu Yasha, dobbiamo uscire di qui il più in fretta possibile. Ho un brutto presentimento" L'hanyou annuì, poi si rivolse a Kagome. "Non preoccuparti... troveremo Naraku il più in fretta possibile, ci riprenderemo i nostri frammenti della Shikon No Tama e lasceremo questo posto. Così tu starai meglio... Non preoccuparti Kagome... ci siamo noi a proteggerti"
La giovane alzò gli occhi lucidi e lo guardò fiduciosa, annuendo. Inu Yasha riprese a camminare, i suoi pensieri che non rispecchiavano affatto le parole che aveva rivolto a Kagome. Era molto più preoccupato di quanto desse a vedere.
Oltre ad aver apparentemente perso i suoi poteri divini, Kagome sembrava molto debole fisicamente. L'aura maligna di Naraku era molto più nociva per lei ora che non era protetta dalla sua aura santa, e via via che si avvicinavano a lui la situazione peggiorava. Inu Yasha si trovò a pregare mentalmente la clemenza del Buddha perché Naraku non fosse nascosto nel folto di quel bosco, ma che ci fosse uno spettro minore che avrebbe potuto eliminare facilmente con qualche attacco.
'Perfetto... Pensare di non dover avere a che fare con Naraku, quando il suo odore stomachevole impregna ogni cosa qua attorno...' si disse mentalmente.
Gli sembrò che il loro cammino durasse un'eternità intera, ma alla fine giunsero dove l'odore di Naraku era più forte. Era una radura col suolo costituito soltanto dalla nuda terra, un luogo spoglio e desolante dove non si trovava traccia della natura sgargiante di prima.
E Naraku era lì, il pellicciotto da babbuino che lo copriva interamente mentre il ghigno di quel muso animalesco riverberava su tutti i presenti.
"Uh uh uh... Guarda chi si rivede dopo tanto tempo..." disse col suo solito tono di scherno. "Inu Yasha, il monaco, la sterminatrice... e la reincarnazione di Kikyo" aggiunse, pronunciando le ultime parole mentre fissava Kagome con visibile odio. Nel frattempo, le condizioni della giovane miko si stavano aggravando a vista d'occhio; Sango le aveva coperto la bocca con un fazzoletto nel tentativo di non farle inalare l'aura malvagia di Naraku, ma era servito a poco. Ormai la ragazza non riusciva quasi più a respirare e ansimava rumorosamente.
Inu Yasha si voltò verso di lei ignorando il demone che aveva di fronte e la guardò con preoccupazione, poi si rivolse a Naraku.
"Dannato... Cosa hai fatto a Kagome? Perché sta così male?" chiese, furibondo. La parte visibile del volto di Naraku sogghignò senza dire nulla.
"Inu Yasha... non preoccuparti per me. Io... sto bene..."
Nonostante le sue pietose condizioni, Kagome si portò di fronte a Naraku e incoccò una freccia. "Maledetto... E' per colpa tua che Inu Yasha fu sigillato..." sibilò, poi mirò alla sua testa e colpì.
Com'era immaginabile, però, la sua freccia non ebbe nessun effetto. Priva del suo potere spiritico, infatti, era una banale arma che si disintegrò al solo contatto con Naraku. La ragazza mormorò qualche flebile parola prima di cadere a terra, sopraffatta.
"KAGOME!!!!" Inu Yasha si precipitò a prenderla in braccio. La guardò in viso: era pallida, ma respirava. Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo: aveva temuto che l'aura di Naraku, alla lunga, le fosse stata fatale, ma per fortuna era soltanto svenuta. La poggiò delicatamente a terra, la schiena adagiata sul tronco di un albero seccato dall'aria mortifera, poi si scagliò contro Naraku, Tessaiga in pugno.
"Tu... brutto verme! Non dovevi fare questo a Kagome!!!" gridò. Gli corse incontro, deciso ad ingaggiare uno scontro corpo a corpo, ma il demone fu più veloce di lui: lo schivò e lo afferrò per un braccio, scaraventandolo lontano da sé.
L'hanyou lasciò cadere d'istinto Tessaiga, che ritornò alla sua forma originale di spada arrugginita e si piantò nel terreno poco lontana da Naraku. Lui, invece, rovinò a terra con uno schianto impressionante.
Miroku e Sango lo fissarono spaventati, temendo il peggio, ma Inu Yasha si rialzò velocemente e prese nuovamente la rincorsa verso Naraku, che non perse l'occasione per ridere di lui.
"Inu Yasha... Stai venendo a prendere la tua spada arrugginita?" lo schernì. "Sta' zitto, mostro!" ribatté l'hanyou. "ARTIGLI DI FERRO!"
"Cosa?! Vuole combattere Naraku usando soltanto gli artigli?!" chiese Sango, sbalordita. Miroku, accanto a lei, si chinò per scostare i capelli dal viso di Kagome, che non dava cenni di riprendersi. "E' naturale. Quando Kagome sta male Inu Yasha perde ogni autocontrollo. Adesso per lui è troppo pericoloso recuperare Tessaiga, per cui combatte con le armi che gli sono rimaste a disposizione... ma se continua così..."
Miroku fissò il volto della sterminatrice, che ricambiò il suo sguardo preoccupato. Entrambi sapevano bene cosa sarebbe successo se Inu Yasha avesse continuato a combattere con quel pesante svantaggio...
Nel frattempo la lotta era, come previsto, decisamente impari. Naraku respingeva ogni singolo attacco di Inu Yasha, che ben presto crollò al suolo senza un briciolo di forza.
"Vai a prendere Tessaiga! Senza la tua spada, non ce la farai mai!" lo ammonì Miroku, da lontano. "Inu Yasha!" aggiunse Sango. L'hanyou sentì i loro discorsi, ma come se fossero molto distanti. Ormai era talmente stanco che gli riusciva difficile persino muovere una mano. Fissò il punto dove Tessaiga era ancora conficcata: era troppo vicina a Naraku per riuscire a prenderla, quel demone lo avrebbe di certo ostacolato in ogni modo. Non poteva permettersi di perdere del tempo prezioso per sconfiggerlo e poter così salvare Kagome, che non avrebbe potuto resistere ancora per molto.
Spinto dalla rabbia e dall'odio furibondo che provava per Naraku, ignorò gli avvertimenti dei suoi compagni e si lanciò nuovamente addosso al demone...
"No, Inu Yasha!!" "Fermati!!"
Sango e Miroku cercavano ancora di fermarlo, ma non gli importava. Niente era più importante di salvare Kagome, neanche la sua vita. Sapeva che probabilmente stava andando incontro a morte certa, ma preferiva morire cercando di proteggerla che tentando di recuperare un'inutile lama di ferro arrugginito...
La vista di Naraku si faceva sempre più vicina, sentiva il suo odore disgustoso intensificarsi ad ogni falcata. Il sangue gli ribolliva con furia indomabile...
D'un tratto si fermò, una fitta alla testa che lo riscosse dai suoi pensieri. Si portò una mano alla fronte, il dolore che diventava più forte al passare del tempo. Conosceva quella sensazione... quell'orribile sensazione.
Stava per trasformarsi in demone. Il suo sangue youkai aveva preso il sopravvento e lo stava lentamente dominando. Miroku e Sango dovevano essersene accorti, per questo gli avevano consigliato di prendere Tessaiga, l'unica cosa che lo poteva calmare.
'Io... Come ho potuto essere così stupido?!' si chiese mentre piombava a terra. Il dolore era l'unica cosa che riusciva a sentire, ormai neanche distingueva più il ghigno sadico di Naraku...
Tutto d'un tratto, com'era cominciato, quel tormento finì. Inu Yasha aprì gli occhi dorati per ritrovarsi Tessaiga addosso, come se qualcuno gliel'avesse tirata, e contemporaneamente un fastidioso odore di lupo si contrappose a quello di Naraku.
"E' inutile che tu ti travesta come uno dei tuoi feticci, Naraku... Il tuo nauseante odore è molto più forte rispetto a quello di qualunque marionetta..." ringhiò Koga, l'odio che gli riverberava nella voce. Inu Yasha si mise lentamente in piedi. "Dannato... lupastro... Sono quasi contento di vederti..." mormorò, reimpugnando Tessaiga e usandola come sostegno per stare in piedi fin quando non si fosse stabilizzato sulle sue gambe. Il demone lupo lo fissò. "Cagnolino... Kagome sta male per via dell'aura sudicia di quest'essere, non è vero?" gli chiese. L'hanyou fu quasi sorpreso che non lo avesse preso subito a pugni per non averla saputa proteggere a dovere. Annuì.
Koga guardò di nuovo il demone la cui emanazione aveva sterminato i membri del suo clan e sentì la rabbia montargli dentro a ondate, facendo riemergere il suo lato demoniaco più bestiale.
"Tu, essere immondo! Voglio che mi guardi in faccia quando ti parlo!" gridò scagliandosi contro di lui. Naraku si era già preparato a difendersi, ma all'ultimo momento la comparsa dell'arma mistica dei demoni lupo, la Goraiashi, al braccio di Koga lo fece esitare. Con un solo, letale colpo il demone distrusse la pelliccia di babbuino e fece volare via il copricapo, scoprendo agli occhi di tutti il nemico.
Naraku rise, i suoi occhi colmi di energia maligna risplendettero di cattiveria. "Uh uh uh... Koga... Proprio tu mi interessavi... Tu e i tuoi frammenti della sfera..." Il demone lupo schivò prontamente un attacco alla gambe e balzò indietro.
"Dannato... quindi è per questo che non hai cercato minimamente di nasconderti! Volevi attirarmi qui" esclamò. Inu Yasha ebbe un fremito. Aveva visto giusto... Fece ritrasformare Tessaiga e si preparò ad un altro fendente.
"Ebbene sì, è così. Ma non ho invitato soltanto voi alla festa..." disse Naraku, una risata repressa. Stavolta l'hanyou non poté evitare di rispondere.
"Quindi hai ideato tutta questa messinscena per far venire da te tutti i pezzi mancanti della sfera e ricomporla?!" chiese, un terribile presentimento che gli attraversava la mente. Quando il demone si mise a ridere capì di avere compreso alla perfezione fin dall'inizio quel che voleva fare, e quell'idea non lo entusiasmò affatto.
'Questo vuol dire che... anche Kohaku sta venendo qui... insieme a Kikyo... No... Non Kikyo, non lei...' pregò mentalmente, ben sapendo che era del tutto inutile. Da qualche tempo Kikyo e Kohaku avevano unito le loro forze contro Naraku, e questo voleva dire che, se si sarebbero presentati, lo avrebbero fatto insieme. Inu Yasha poteva soltanto sperare che l'aura malefica di Naraku non facesse a Kikyo lo stesso effetto che aveva portato a Kagome.
"Vedo che sei più perspicace di quanto credessi, Inu Yasha. O forse è solo la tua preoccupazione per Kikyo a farti fare ragionamenti così profondi? Ma non avere paura, saprò accoglierla molto bene... con ogni onore, direi..." Naraku stava bestialmente torcendo il coltello nella piaga, e l'hanyou, già coi nervi a pezzi, non riusciva più a sopportarlo.
Lanciò uno sguardo a Kagome e, dopo essersi assicurato che fosse al sicuro insieme a Sango e Miroku, si scambiò un'occhiata di intesa con Koga.
L'hanyou e il demone lupo diedero di nuovo inizio al combattimento lanciandosi contemporaneamente addosso a Naraku.

...

Le condizioni di Kagome non miglioravano col passare del tempo, e il combattimento spietato di Koga ed Inu Yasha sembrava non condurre a niente di positivo.
Miroku inziava ad essere seriamente preoccupato per la giovane miko, ormai completamente intossicata dal'aria velenosa. Persino lui, che aveva un addestramento da monaco alle spalle, e Sango, sterminatrice di demoni professionista, iniziavano a non poterne più.
L'arrivo di Koga era stato una fortuna per Inu Yasha: se il demone lupo non gli avesse accidentalmente fatto cadere Tessaiga addosso, l'hanyou si sarebbe trasformato in demone e sarebbe stato irrefrenabile. E poi Koga era un valente guerriero, sarebbe stato indubbiamente un aiuto esponenziale per Inu Yasha.
"Maestro..." lo chiamò Sango, accanto a lui. La ragazza era in condizioni critiche, neanche la mascherina che portava riusciva a farla stare un po' meglio. Miroku annuì e, dando fondo alle poche forze che gli rimanevano, costruì una barriera di aura santa attorno a loro. Non sapeva quanto avrebbe retto, anche perché la forte negatività generata da Naraku era infinitamente più potente di quanto si fosse mai aspettato e riduceva la sua barriera di continuo, ma almeno per un po' sarebbero stati meglio, e probabilmente sarebbero anche riusciti a far rinvenire Kagome.
Per il momento c'era soltanto da sperare che le forze unite di Koga ed Inu Yasha fossero abbastanza per fermare Naraku in tempo.
"Io ho fatto quello che potevo" comunicò a Sango. "Adesso cerchiamo di rianimare Kagome"
La sterminatrice annuì, traendo immediatamente refrigerio dall'aria pura. Iniziò a scuotere energicamente l'amica insieme al monaco, e dopo diversi tentativi la miko riprese conoscenza.
"Kagome, finalmente!" Sango l'abbracciò di slancio. "Cosa è successo?" chiese Kagome, spaesata. Fissò Miroku e improvvisamente capì. "Hai eretto una barriera... Per fortuna..." Miroku sorrise. "Sono felice di vedere che stai bene, divina Kagome"
Lentamente Kagome rimise a fuoco quello che stava succedendo. Guardando fuori della barriera notò che a combattere insieme ad Inu Yasha c'era Koga, ma che nonostante tutto non sembrava affatto andare molto bene: Naraku manteneva un discreto vantaggio su di loro, non si mosse di un millimetro nemmeno con gli attacchi più potenti di tutti e due.
Non riusciva a distinguere bene le varie fasi dello scontro ma poteva facilmente intuire che le mire di Naraku erano i pezzi della sfera nei gambali di Koga. E ne ebbe la conferma quando il demone lupo cadde a terra, le gambe insanguinate, e lo scintillio prodotto da due frammenti si oscurò nelle mani di Naraku.
"Inu Yasha! Koga!" gridò, impaurita come mai in vita sua.

...

Inu Yasha si voltò verso il suo compagno: Koga sembrava del tutto incapace di continuare a combattere. Era stato un valido aiuto fino ad allora ma Naraku lo aveva messo fuori combattimento troppo velocemente perché riuscissero a infliggergli un danno ingente. Il demone era sì indebolito, ma molto poco, troppo poco perché Inu Yasha riuscisse a finirlo da solo.
"Forza dannato lupastro, muoviti! Alzati!" gli urlò. Koga ebbe appena la forza di lamentarsi per il dolore, poi svenne.
'Dannazione! Ci mancava soltanto Koga fuori combattimento!' pensò l'hanyou fissando per l'ennesima volta il ghigno di Naraku.
"E con questi ne manca soltanto uno..." disse il demone, poi sorrise. "Oh, se non mi sbaglio è appena arrivato... non è vero, Kohaku?"
Inu Yasha dapprima non riuscì a capire, poi si voltò di spalle e vide quello che temeva più di ogni altra cosa: il fratellino di Sango accompagnato da Kikyo. La miko aveva lo sguardo malinconico ed etereo come sempre, e per l'ennesima volta nella sua vita Inu Yasha pensò che fosse bellissima.
Velocemente si scosse da quei pensieri e le rivolse la parola. "Kikyo... Va' via, devi scappare!" La donna scosse la testa. "Non voglio morire scappando da Naraku. Per quel che mi sarà possibile voglio affrontarlo... e vederlo morire" Kikyo incoccò una freccia e la scagliò. Ma anche lei, come Kagome, fallì. Un'evidente traccia di sorpresa attraversò il volto della miko mentre la sua arma finiva incenerita al contatto con Naraku e Kohaku la guardò senza comprendere.
In effetti Kikyo sembrava fisicamente a posto, non era debilitata come Kagome, probabilmente grazie al suo addestramento passato. E poi il suo corpo, non essendo fatto di carne ed ossa, era comunque qualcosa di ultraterreno e maligno, quindi avrebbe dovuto subire minori conseguenze anche in merito ai suoi poteri spirituali, ma sembrava non essere così.
"Non avevi ancora capito che qui i tuoi poteri non servono a nulla, Kikyo?" chiese Naraku, muovendosi verso di lei con aria melliflua. Inu Yasha lo fissò senza il coraggio di muoversi, paralizzato dal terrore. "No, Kikyo! Scappa di qui!" urlò. Lei lo ignorò e rimase accanto a Kohaku, sostenendo il suo sguardo con forza.
Nel giro di un battito di ciglia, Naraku la attaccò. Inu Yasha non riuscì a far altro che urlare il suo nome, attanagliato dalla paura, aspettando solo di vederla cadere a terra senza vita...
... E invece sentì un clangore metallico.
Guardò meglio, e vide che Kohaku l'aveva protetta con la sua falce. Era riuscito a bloccare il colpo di Naraku con un buon tempismo, salvando la miko, che lo fissava con sguardo incerto.
"Fa' come ti ha detto Inu Yasha, Kikyo. Lui vuole soltanto me, tu non c'entri niente" le disse faticando a tenere bloccato Naraku. "Kohaku..."
Per la prima volta da quando era stata riportata in vita, Inu Yasha vedeva Kikyo veramente senza parole. Si chiese se, nel frattempo, tra lei e Kohaku non fosse sorto un qualche tipo di rapporto fraterno, poi corse ad aiutare il fratellino di Sango mentre Kikyo faceva qualche passo indietro ma non accennava ad andarsene.
"E così tu, il mio servo, ti ribelli a me? A me, Naraku, colui che ti ha ridato la vita?" chiese il demone. Il ragazzino rimase immobile.
Inu Yasha non ebbe il tempo di respirare che Kohaku giaceva a terra morto, il frammento della Shikon No Tama che lo aveva tenuto in vita fino ad allora nelle mani di Naraku insieme a quelli di Koga.
"Povero stupido... Come ti avevo dato la vita, potevo togliertela in qualunque momento... e tu non l'hai capito" sussurrò il demone tirando un calcio al cadavere.
"KOHAKU!! NO!!"
Sango, che fino ad allora non aveva detto una parola, balzò addosso al corpo di suo fratello con una rapidità felina. Lo abbracciò e pianse come non aveva mai fatto dallo sterminio del suo villaggio, senza curarsi di avere di fronte Naraku che, disgustato dalla scena, le voltò le spalle e si avviò al centro della radura.
Inu Yasha fissò quel che stava succedendo come se non fosse realmente là: si sentiva fuori campo, come se non avesse avuto un corpo. Quello che Naraku stava scatenando era troppo orrendo per essere sopportato, ed era niente in confronto a quello che avrebbe fatto con la sfera completa che era a un passo dall'ottenere. Il suo sguardo guardò automaticamente Kikyo, che guardava con compassione i due sterminatori di demoni. La donna lasciò cadere il suo arco, si avvicinò a Sango e le poggiò una mano su una spalla per confortarla. La giovane fissò la miko con occhi colmi di lacrime e di sorpresa.
"Pregherò perché la sua anima raggiunga presto la pace" mormorò Kikyo, poi aggiunse un lieve: "Mi dispiace tanto..."
"Ma che bella scena toccante: Kikyo ha ancora dei sentimenti, quindi..."
Naraku si trovava a un passo da Kagome e Miroku. Il monaco cercava disperatamente di far resistere la barriera, ma era allo stremo delle forze. In poco tempo l'aura santa che proteggeva lui e Kagome svanì.
"Kagome!" esclamò Inu Yasha, che si era accorto soltanto allora del risveglio della ragazza. Lei gli sorrise. "Inu Yasha... Mi dispiace - ah!"
Non riuscì a terminare la frase che Naraku le aveva strappato dal collo la boccetta coi suoi frammenti della sfera e li aveva uniti ai suoi.
Sotto gli occhi sbalorditi di tutti la Shikon No Tama si riunì in un lampo di luce argentea.

...

Quando il lampo accecante si affievolì Inu Yasha vide brillare nel palmo della mano di Naraku un monile sferico, perfetto in tutto il suo terribile potere.
La Shikon No Tama.
Il gioiello aveva un colore rosa tenue che ben presto venne oscurato dal nero dell'aura di Naraku, che sogghignò.
"Forza, cercate di purificarla... Non avete voglia? Oppure non potete?" Il demone aveva una nota isterica nella voce che lo faceva sembrare ancora più feroce, e le sue parole fecero capire tutto ad Inu Yasha: in un attimo il malessere di Kagome, il fallimento degli attacchi suoi e di Kikyo ebbero un senso.
Naraku aveva inibito i loro poteri spirituali così che non fossero in grado di purificare la sfera appena riunita.
"Tu... dannato bastardo!!!!"
L'hanyou gli si avventò contro brandendo Tessaiga in un disperato tentativo di strappargli la sfera di mano, ma fallì miseramente. Cadde a terra, ai piedi di Kagome e Miroku. La ragazza lo prese tra le braccia come per proteggerlo dalla furia di Naraku, ben sapendo che era inutile.
"Inu Yasha... Non ti ho detto una cosa molto importante..." sibilò Naraku, mentre tutt'intorno a lui iniziava a formarsi una specie di aura nerastra. L'hanyou lo fissò senza comprendere.
"Il mio obiettivo non è Kikyo, non è Kagome... sei proprio tu!!!!"
Inu Yasha non ebbe il tempo di sorprendersi di quelle parole che venne avvolto da una cappa oscura nera come la pece. Avvertì una sensazione di soffocamento e subito la testa iniziò a fargli un male tremendo.
"Kagome..." si lamentò, tendendo le braccia verso la ragazza...
O meglio, verso il luogo dove prima si trovava la ragazza.
Perché Kagome era scomparsa, insieme a Kikyo, Miroku, Sango e il resto di chi era presente in quella maledetta radura.
"Ma cosa... ARGH!!!"
Un grido seguì una fitta di dolore più forte delle altre. Gli sembrava che la testa dovesse spaccarsi in due da un momento all'altro tanto doleva.
"Kagome..." disse di nuovo, come se il nome della ragazza potesse far smettere quella tortura insopportabile.
"Mi dispiace, lei non c'è..." disse la voce di Naraku. Alzò la testa e lo vide ad un palmo di naso dal suo volto.
"Ma ben presto non ti mancherà più così tanto. Vedrai, ti troverai bene al mio castello... Mi servirai come si deve, vero Inu Yasha?"
Quelle parole anticiparono l'apoteosi della sofferenza. E Inu Yasha perse la ragione tra le sue stesse grida.

...

Dopo quella che sembrò un'eternità, il dolore scomparve. E venne rimpiazzato da un'irresistibile sete di sangue.
Inu Yasha aprì gli occhi al mondo esterno, e rivide la radura teatro del suo combattimento. Barcollò alzandosi in piedi, mentre nuova energia gli fluiva dentro.
Guardò il cielo illuminato dai tenui colori dell'alba.
La prima alba della rinascita della Shikon No Tama. Dell'egemonia di Naraku.
Era una prospettiva terribile, ma Inu Yasha scoppiò a ridere.
Con una risata profonda come il nero pece che ormai era il colore della sfera. E anche quello del suo animo.
Non aveva più coscienza, né mente per pensare.
La sfera l'aveva trasformato nel demone personale di Naraku.
E la cosa lo divertiva da morire.

...

Erano riusciti tutti a scappare da quel bosco maledetto. Lentamente Kagome sentì i suoi poteri ritornare forti come prima.
Miroku l'aveva trascinata via dalla radura non appena Inu Yasha aveva iniziato a contorcersi sul terreno, e sia Kikyo che Sango, trasportando il cadavere di Kohaku, li avevano seguiti. Erano riusciti a trovare un sentiero che li aveva condotti fuori da quell'aria ormai irrespirabile e adesso aspettavano, impotenti, cosa sarebbe accaduto.
L'esito non tardò ad arrivare: Inu Yasha venne fuori dalla macchia boschiva come una furia.
La prima reazione fu di sollievo nel vedere che era vivo. In seguito, sui loro volti si dipinse l'orrore più assoluto.
Kagome strinse forte a sé Tessaiga mentre fissava gli occhi vermigli dell'Inu Yasha demone, accomapagnato da Naraku che lo trasportò via di lì insieme a lui.
E pensò che le lacrime che stava ingoiando, le sue stesse lacrime, avessero lo stesso sapore della sconfitta e della rabbia.

To be continued...


Note:

Ho scritto questa fanfiction partendo da un'idea che mi è venuta tempo fa e che mi sembrava degna di essere messa su carta. Spero soltanto che sia meritevole come penso. Accetterò ogni commento, buono o cattivo, purché sia costruttivo ai fini della storia.
Vi ringrazio in partenza! ^_^
  
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