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Autore: KevinInMyHoran    17/07/2012    4 recensioni
Willow è una ragazza rimasta orfana all'eta di soli 9 anni. In un giorno speciale incontrerà un ragazzo dai capelli color miele, che le cambierà la vita. Per sempre.
Voglio dedicare questa one-shot a _wizard_ che mi è sempre stata vicino e mi ha sempre dato la forza di continuare. Non la ringrazierò mai abbastanza.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell’orfanotrofio di Denver, una piccola cittadina di Londra costeggiata da un’enorme fiume dal colorito spento, nessuno era mai venuto per incontrare Willow, oltre a sua zia Mary. Dopo la morte della madre e del padre, causata dalla droga,  Willow fu portata in questo luogo così cupo e nessuno dei parenti di entrambe le famiglie ci ha mai messo piede. Invece sua zia Mary, con cui ha da sempre  avuto un rapporto speciale , l’andava a trovare una volta al mese; visto che  la distanza e la sua grande età non permettevano di muoversi con tanta facilità. La ragazza aspettava con ansia questo giorno, l’unico in cui si divertiva veramente poiché era molto solitaria, introversa; il contrario di quando era nata.

Il grande giorno era arrivato e Willow si alzò presto dal suo letto traballante; si mise seduta  e, intenta stiracchiarsi e a togliersi il sonno di dosso, osservò la sua stanza: amava quelle pareti giallognole che illuminavano il girasole sul comodino ma la cosa che adorava era quella mensola piena di libri della zia Mary che le regalava ogni volta che veniva. Poi notò anche il suo MP3 con le cuffie che penzolavano nel vuoto; lo prese e incominciò a prepararsi fischiettando la sua canzone preferita.  Sistemò  le ultime cose e richiuse la porta dietro le sue spalle, si diresse verso il corridoio ma fu interrotta da una folla interminabile di ragazze che si accalcavano su cinque ragazzi ben diversi tra di loro. Non fece caso a loro e usò la porta davanti a lei per entrare nel “salotto” dove incominciò ad aspettare sua zia. Le ore passavano e guardò incessantemente l’orologio che continuava a battere le 16.00 “Abbiamo già perso due ore, per colpa loro” Rivolse lo sguardo ai cinque visi intenti a rallegrare i bambini ma li odiava per aver distrutto, forse, il suo grande giorno. Li continuava a guardare con il viso riluttante finchè non spostò lo sguardo accanto a sé e vide una figura di una donna: aveva i capelli bianchi che le incorniciavano il viso rugoso e due teneri occhi azzurri che luccicavano grazie alla maglia con i fiori e la gonna di pizzo blu.

- Zia Mary! Pensavo non saresti venuta!- disse la ragazza abbracciandola forte a sé.

-Come potevo, bambina? Scusa ma ho trovato qualche imprevisto…- disse la donna anziana mentre rivolse uno sguardo all’entrata: vide un ragazzo alto,dai capelli color miele e dagli occhi marroni che stava guardando la sua bambina. Si commosse e si rivolse alla nipote.

-Tieni questo libro: me lo regalò il mio primo fidanzato. Credo che ti piacerà.

-Zia, non dovevi! Incomincerò subito a leggerlo, te lo prometto! – i suoi occhi si rivolsero sulla copertina sbiadita del libro: cominciò a sfogliarle alcune pagine e a leggerle di sfuggita. Le piaceva.

Passarono le ore e Zia Mary dovette andare, lasciandola da sola per un altro mese. La baciò sulla fronte e se ne andò mentre lei continuava imperterrita a trattenerla. Con una lacrima sul viso, si sedette sulla sua poltrona e cominciò a leggere il nuovo libro mentre lo sguardo del ragazzo era ancora fisso su di lei.

Liam, sì, così si chiamava il ragazzo che da più ore la stava fissando : scambiava sguardi assenti con i bambini  perché il suo era posato su di lei. Adorava come i capelli corvini le ricadevano sul suo morbido petto, di come i suoi occhi blu seguivano le righe del libro e di come quel vestito azzurro le fasciava il corpo.

-E’ da più di un’ora che la guardi, vorrai almeno parlarle?

-Dovrei, Harry?

-Tu che dici? – il ragazzo riccio lo spinse e lo diresse  verso di lei, che notò delle scarpe nere e alzò i suoi occhi candidi e incontrò il suo sguardo: entrambi arrossirono e nessuno dei due seppe attaccare discorso e Willow, riconoscendo chi era, si alzò e se ne andò voltando le spalle a quel bel ragazzo. “ Mi ha rovinato la mia giornata, togliendo 2 ore a quel mio giorno speciale”  Una lacrima le rigò il viso perché sapeva che avrebbe dovuto aspettare un mese prima di rivedere sua zia.

Liam era rimasto senza parole ma non perché la ragazza se ne era andata via, ma per il profumo di vaniglia che gli aveva lasciato, per l’incontro con i suoi occhi blu notte e per quelle labbra che avrebbe voluto sfiorare con le sue.

Per tutto il tragitto, Liam non aveva smesso di pensarla: era rapito. Eppure non conosceva il suo nome, non poteva chiederle di uscire perché non si conoscevano nemmeno ma il suo amico Harry era del parere opposto.

-Almeno prova a conoscerla, Liam! – disse il ragazzo riccio mentre era intento a mordere un panino.

-Si, forse hai ragione. Ci andrò domani!

-Ma vacci adesso! – disse dando un pugno sulla spalla dell’amico.

-Harry ha ragione: non devi tirarti sempre indietro!- A consiglio degli amici, Liam si fece coraggio e prese le chiavi della macchina, uscendo. Misi in moto e si diresse verso l’orfanotrofio “ Povera ragazza, un Angelo come può trovarsi in questo posto?” pensò Liam. Fu accolto nuovamente da Fans e fece qualche foto con loro, ma non era venuto lì per quel motivo: voleva rivedere quella ragazza. Si diresse verso una grande signora con un ampio camice bianco e chiese informazioni, di lei.

-Penso tu stia parlando di quella ragazza laggiù.- rispose mentre indicava la ragazza dai capelli corvini.  Liam la ringraziò e si incamminò nella sua direzione solo che vide lei alzarsi, posando il libro sulla poltrona. Lo prese e incominciò a sfogliarlo: l’aveva letto anche lui.

- Lo hai letto anche tu? – Liam si girò e la vide davanti a lui con un abito panna che faceva risplende i suoi capelli e la sua pelle rosea.

-Si, vedo che lo stai leggendo…

-Da ieri e lo trovo bellissimo: mi piace questo romanticismo tra i personaggi che ormai si è perso. Adoro le lettere d’amore che lui scrive a lei- disse incontrando i suoi occhi. Voleva toccare quel dolce viso, sfiorarlo con la sua mano. Si avvicinò di più e si perse in quello sguardo ma si accorse della loro distanza così minima e si spostò bruscamente.  Raccolse il suo libro e gli voltò le spalle, solamente che lui la bloccò ponendosi davanti a lei.

-Ti andrebbe di bere un frullato insieme a me?

-No.

-Perché?

-Non ti conosco, non conosco nemmeno il tuo nome.

-Sarebbe il modo per conoscerci, no?

-Beh…

-Lo prendo come un si!- la trascinò insieme a sé, attraversando il corridoio. Willow lasciò cadere il libro sul pavimento dimenticandosene completamente. Non diedero retta alle continue urla che dicevano di  fermarsi e finalmente uscirono: si voltò verso di lei e vide i suoi capelli corvini al  vento, che svolazzavano liberi. Lei chiuse gli occhi e si fece trascinare dall’aria mentre lui la guardava rapito. Accarezzò il suo dolce viso e gli occhi di Willow si posarono su di lui.

-Posso sapere il tuo nome?

-Mi chiamo Liam e tu, Angelo?- si fece sfuggire il soprannome che le aveva dato e abbassò lo sguardo imbarazzato.

-Angelo? – chiese stupita la ragazza: nessuno l’aveva mai considerata, in un modo così dolce.

-Niente…

-Mi chiamo Willow, però se vuoi puoi sempre chiamarmi Angelo.

-Allora raccontami di te, Angelo- voleva sapere tutto su di lei,tutto.

-Che potrei dirti? Ho 18 anni e adoro leggere. E vivo…lì, dopo la morte dei miei genitori.- al ragazzo dai capelli color miele gli si strinse il cuore a quelle parole e senza dire niente la abbracciò. Willow si sorprese di quel gesto così inaspettato: si sentì protetta, per la prima volta dopo tanto tempo. Si sciolse dalle sue braccia e lo guardò negli occhi.

-Tu invece?

-Io ho 19 anni e faccio parte di una band insieme ad altri quattro componenti.

-Quindi, sai cantare?

-Si.

-Mi canteresti un vostro brano?

-Per te questo e altro.- Liam si stupì di come quella ragazza lo faceva agitare e al tempo stesso farlo sentire se stesso.

Cominciò a cantare e Willow si sorprese di quella sua voce così soave e profonda: la faceva stare bene. Si innamorò e si perse nei suoi occhi mandarla, avvicinandosi sempre di più.

-Andiamo, Angelo?

-Cosa?

-A prenderci il frullato!

-Si, scusa. Andiamo.

Si avviarono e parlarono, parlarono di qualunque cosa gli passasse per la testa non preoccupandosi del giudizio dell’altro.

Liam si accorse di quanta tristezza lacerava la ragazza, lo notò dai suoi occhi che guardavano la strada pensierosi. Era impossibile per lui vederla così e le cinse la vita con il braccio, stringendola a sé: lasciò che si appoggiasse sulla sua spalla e che dimenticasse tutto, tutta la tristezza per un momento.

Provava una sensazione strana al solo contatto con lui, quasi come se fosse…innamorata ma sapeva di non esserlo o almeno era quello che credeva lei.

-Arrivati- disse Liam fermandola davanti a un piccolo camioncino color rosa pastello. Si avviò insieme a lei, mano nella mano: si scordò di esserle stato per tutto il tempo così vicino e  cominciò a ritrovarsi lo stomaco in subbuglio.

 

-Com’è il frullato?

-Buonissimo, il tuo?

-Anche.Posso assaggiare,Angelo?

-Certo- disse mentre glielo porse: Liam bevve un piccolo sorso e poi si leccò le labbra. Provò un immenso brivido misto a passione che le riempì il corpo.

-Buonissimo! La prossima volta prendo il tuo gusto.

-Modestamente…

-Sei bellissima. – Le parole di lui gli vennero spontaneamente, senza pensarci: incontrò i suoi occhi blu e sfiorò il suo viso roseo con il dorso della mano. I suoi capelli corvini si scompigliarono con il vento e Liam lasciò che passassero tra le sue dita. Lei rimase immobile e il ragazzo si incominciò ad avvicinare al suo viso, desideroso di assaporare quelle labbra carnose. Willow però distolse lo sguardo, spostando il suo viso sul prato dove erano seduti.

-Credo che dovrei andare.

-No, resta.

-Non posso Liam.

-Invece si. Vieni almeno con me a casa mia. Resterai per un po’ poi te ne andrai.

-Va bene.- Come poteva dirgli di no? Era come rinunciare alla giornata più bella della sua vita.

Lui le prese la mano e la condusse per due isolati fino ad arrivare a una enorme casa con un ampio giardino arricchito di rose rosse. Fece vagare i suoi occhioni blu da rosa a rosa, da finestra a finestra per poi incontrare il suo sguardo perplesso.

-Vuoi entrare, Angelo?

-E’ meravigliosa la tua casa.

-Dai, vieni.

 

Vedeva Liam impegnato da dietro il bancone della cucina:i suoi occhi marroni che si spostavano frettolosamente, i suoi capelli color miele che desiderava toccare, il suo petto muscoloso rinchiuso da una maglietta nera a maniche corte e quella piccola voglia sotto il collo. Lo trovava perfetto.

Le portò due panini con un po’ di aranciata: ne bevve un piccolo sorso e la riposò sul tavolo.  Poi rivolse lo sguardo al ragazzo affianco a lei e provò mille brividi quando le prese la mano portandola sul suo viso.

-Willow, io sono innamorato di te.

Quelle parole fermarono il suo cuore: amava lei? Lei, quella ragazza così semplice?

-Liam…

-Se non mi ami non ti preoccupare, aspetterò.

-No, anche io sono innamorata di te.- disse lei tutto d’un fiato.

-Allora è tutto perfetto!- disse lui colmo di goia.

-No, perché non voglio legarmi a una persona che poi non sarà poi più mia – si alzò, scacciando una lacrima che le si era posata sul viso.

-Io ci sarò sempre, per te.

-No, non è vero: prima o poi ti perderò come tutti quelli che mi sono stati accanto.

Ripensò ai suoi genitori che non aveva mai conosciuto, ripensò ai suoi familiari che non l’avevano mai venuta a trovare. Si sentiva sola.

Cominciò a piangere, a piangere quelle lacrime trattenute da troppo tempo nel suo cuore. Cercò rifugio nella sua maglietta e lui gli accarezzò i capelli, facendola sfogare. Sentiva le lacrime di lei sul suo petto, quanto erano fredde. Tra i continui singhiozzii cercò di spiegare la sua infanzia:

- Io, li ho visti morire davanti ai miei occhi. Si accasciarono a terra quando aveva 9 anni, ancora non capivo il perché di cosa era successo e mi portano via da loro. Non puoi immaginare cosa significhi vivere senza genitori, senza un padre e una madre pronti a coccolarti anche se sapevo che loro non ne sarebbero mai stati in grado. Ho dovuto vivere in quell’orfanotrofio, insieme ad altri bambini come me.  Mi sono sempre sentita sola, costantemente.

Avvertiva la sua voce rauca,distrutta e gli diede un bacio sulla guancia.

-Non ti lascerò mai.

-Come puoi affermarlo?

Prese il viso di lei tra le mani e la baciò, assaporando le sue labbra: sentiva le lacrime rimaste sul suo viso scomparire sulle sue guance calde. Le cinse la vita e la strinse a sé, per farle sentire che lui c’era.

Willow attorcigliò le sue braccia sul suo collo e si abbandonò completamente, liberando la sua passione.

Era uno di quei baci che ti lasciano senza fiato, che ti fanno capire che siete fatti l’uno per l’altra.

Che siete inseparabili.

Liam la prese in braccio e la continuò a baciare, staccandosi solamente per riprendere fiato. Richiuse la porta dietro di loro e la posò per terra: fece scivolare la sua mano sulla sua schiena e incominciò a giocare con la lampo del vestito di lei.

Voleva che diventasse sua.

La ragazza posò le sue mani sul petto di lui mentre Liam la spinse contro il muro: le baciò il collo, mordendogli il lobo. Lei gli tolse la maglietta e posò le sue delicate dita sul suo petto nudo, disegnando il contorno dei suoi muscoli mentre lui fece cadere il suo vestito sul pavimento.

La riempì di baci, baci sinceri.

Willow si aggrappò a Liam, baciandolo ancora. Lui la posò dolcemente sul letto e si mise sopra di lei: essa si avvicinò alla cintura del ragazzo con molto lentezza, facendolo impazzire;  finalmente gli sfilò la cintura e i pantaloni. La ragazza cambiò posizione, mettendosi sopra di lui.

L’intimo sia di lei che di lui finì anch’esso sul pavimento.

Ora i loro nudi corpi volteggiavano insieme, intrecciandosi l’uno con l’altro.

 

Accarezzò la guancia di lei rossa che trovava perfetta. Amava i suoi occhi blu che risplendevano nel buio della notte e che camuffavano i suoi capelli corvini.

Lei amava quando sentiva le sue dolci dita sul suo corpo: le provocavano mille brividi piacevoli. Era distesa vicino a lui, poggiando il suo viso sul suo petto e lasciando coccolarsi da lui.

-Vieni a vivere con me, Angelo. Potremmo stare sempre insieme.

-Ma…

-Non si accettano rifuti. – disse lui baciandola. Giocò con la sua lingua e le morse il labbro.

-Non mi lascerai, vero?- disse lei con un filo di voce che mostrava la sua fragilità.

-Mai.

-Ti amo, Willow.

-Ti amo, Liam.

 

Non sapevano ancora quanta strada avrebbero percorso, quanti ostacoli avrebbero dovuto affrontare.

Ma il tutto insieme.

Per sempre.

 

Note dell'autore: Questa piccola one-shot lo voluta dedicare a _wizard_ che mi ha dato sempre la forza di continuare a scrivere. Oltre a dire che ho anche trovato una amica, chiedere gentilmente di passare da lei a leggere la sua storia che trovo semplicemente speciale con una tematica alquanto intrigante. Vi lascio il link:  http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1123071 

Detto questo spero che vi sia piaciuta e che abbia rallegrato i vostri cuori per un attimo. 

Una piccola portatrice di penna.

 

 

 

 

 

   
 
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