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Autore: BlackDamn    31/01/2007    2 recensioni
4 ragazzi decidono di trascorrere un week-end tra le foreste del Vermont ma non sanno che li aspetta un'oscura sorpresa.... ( fatti, personaggi o luoghi veramente esistenti sono frutto dell'immaginazione dell'autore e puramente casuali)
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA FORESTA DEI DEFUNTI

LA FORESTA DEI DEFUNTI

 

 

 

Posso signori?…Con permesso

Mi chiamo Jeffrey Peterson , ho quasi 28 anni, vorrei raccontarvi una strana esperienza che mi è capitata 5 mesi fa in inverno; è strano a volte come la vita possa essere tanto avversa e oscura…ah dimenticavo la mia descrizione: sono un tipo medio-alto, occhi azzurri e capelli corti quasi sempre ingellati, sono nato nello stato del Texas e le mie origini sono proprio di li, ora vivo nel Maine ma a breve mi trasferirò in Texas.

Io e tre dei miei amici avevamo deciso di passare un week-end nella baita del padre di Joseph uno dei miei migliori amici.

 Joseph rimase solo con suo padre, sua madre morì di cancro tre anni fa, il padre di Joseph si costruì una baita tra le montagne del Denver in preda alla tristezza e alla solitudine, Joseph lo aveva aiutato e così ogni tanto andavano su alla baita, in mezzo ai boschi e alla natura, Joseph mi racconta spesso le vicende strane che gli  capitano la, una volta mi disse che di notte qualcuno era venuto a bussare alla porta della baita, e quando si era avvicinato alla porta per scoprire chi c’era, era riuscito a sentire solo un roco respiro, la mattina dopo avevano trovato un foglio attaccato alla porta ma non ha mai voluto dirmi cosa c’era scritto e ancora adesso muoio dalla curiosità di saperlo.

Così proprio in Gennaio decidemmo di passare quei tre giorni alla baita, ci andammo con la mia macchina, una vecchia Mustang del ’68 ,è un po’ scassata ed è proprio per questo che la usammo.

Oltre me e Joseph c’erano anche George e Peter Sullivan, due fratelli non chè nostri fidati e vecchi compagni di scuola.

George e Peter erano due tipi alla mano, George è un tipo alto, capelli biondi quasi rasati e occhi verdi, un bel ragazzo a mio parere, sempre vestito con jeans e maglietta, mentre suo fratello, Peter, tiene i capelli lunghi e biondi rilegati quasi sempre con un elastico che la sua ex fidanzata gli aveva lasciato; con loro io e Joseph ci facevamo delle grandi ghignate ,bevevamo fino a scoppiare e di solito ci ubriacavamo sempre insieme, noi quattro si che eravamo un gruppo eravamo equilibrati in tutto ciò che facevamo anche se spesso eccedevamo nel bere, ma non spendevamo mai il nostro tempo per combinare guai, guardavamo films, andavamo al cinema, andavamo a pesca e a fare escursioni, ci piaceva andare a ballare ogni tanto, tutte cose molto tranquille, finché quel maledetto giorno arrivò, se potessi cancellarlo dalla mia vita non esiterei un secondo poiché quel giorno è stato l’artefice di tutto l’accaduto…ma noi che ne sapevamo??

Di cosa vi chiedete??

Mettetevi comodi sotto le coperte e ascoltate…

 

 

 

“ ehi che ti prende Peterson! Rallenta pensi di essere Chumacher??” dal retro della macchina Peter Sullivan si lamentava per la velocità a cui stavo andando mentre mi facevo strada su per le montagne nell’attesa di arrivare alla baita di Joseph che in quel momento dormiva a fianco a me.

“ ehi Peter sta calmo, non c’è nulla di cui aver paura non è poi così troppo veloce no?” feci guardando nello specchio retrovisore e aumentando la velocità.

“ ah! ah! ah! ah!ah!, yhuuu…a tutta birra Jeffrey!!!” esclamò George scuotendo lo schienale del mio sedile.

Ad un certo punto davanti a me apparve una sagoma nera…

“ ehi! Attento!!! Jeffrey frena!!” Urlò George allarmato, Joseph si svegliò di soprassalto e sgranò gli occhi nel momento in cui frenai a un centimetro dalla figura alzando polvere e sassolini.

Stavo andando ad una velocità considerevole e se non mi fossi fermato quella figura avrebbe fatto un volo diciamo di una ventina di metri.

Scesi dalla macchina e mi guardai intorno non scorgendo nessuno.

“ ehi…” feci perplesso e un pochino intimorito, avevo visto qualcuno accidenti e anche George e Peter.

“ ma si può sapere che sta accadendo?” volle sapere Joseph sbadigliando

“ sei un imbecille Peterson” disse Peter guardandomi come se io avessi ucciso qualcuno, ma in quell’istante non me ne importò molto dello sguardo scocciato di Peter.

“ c’era qualcuno sulla strada, stava qui in mezzo “ dissi mettendomi davanti al cofano della Mustang.

“ qualcuno chi?” Mi chiese Joseph

“ non lo so ho visto qualcuno, stavo andando veloce e anche George e Peter l’hanno visto!” spiegai ancora guardandomi intorno.

George annui “ in effetti anche io ho visto qualcuno ma non sono riuscito a capire…sembrava una donna anziana, è stato questione di secondi”

“ secondo me siete fumati come ciminiere voialtri” disse Joseph tornando sulla Mustang.

“ saremo fumati…” dissi rimettendomi al volante.

“ idiota” sbottò Peter a  Joseph

“ che vuoi?” Disse Joseph irascibile.

Ripartimmo senza dire nulla, la strada era circondata dalla pineta e dai cespugli spogli e secchi, il cielo bianco ormai era all’imbrunire e ogni tanto si sentivano le strolaghe rifugiate da qualche parte.

L’urlo delle strolaghe mi metteva malinconia, sembrava il lamento di una vedova in lacrime ,rapita dalla solitudine e dallo sconforto più amaro e per chi non lo sapesse le strolaghe sono un tipo di uccello.

La strada appariva deserta e incustodita poiché in quella zona non ci veniva mai nessuno se non cacciatori.

Provai ad accendere la radio ma la spensi quasi subito; non c’era frequenza d’onda.

“ma guarda.. non prende neanche la radio” dissi contrariato.

“ metti una cassetta…” disse George

“ si buona idea” disse entusiasta Joseph “ cosa volete?” chiese

“ uhm…Aerosmith” proposi io

“ Depeche Mode o David Bowie!” fece Peter sporgendosi verso me e Joseph

“ Sullivan lo sai che non ascolto certa merda…inutile che me lo chiedi” dissi ridendo, sapevo che i Depeche Mode e Bowie erano gli idoli di Peter e ogni volta li offendevo ma non lo facevo per cattiveria, era un vezzo.

“ ma la merda non suona!” fece Peter provocando ilarità generale, in fondo Peter era in gamba, non era un sottone, uno di quelli cacasotto anzi il più spesso delle volte era curioso e spericolato, non gliene era mai importato un gran che di fare le cose ammodo, ma nonostante ciò le faceva bene e con uno stile tutto suo, era aperto...spigliato, ricordo che una volta io e Peter riuscimmo a copiare dal libro durante una verifica di Chimica, io ero andato a distrarre la prof. lui era riuscito ad aprire il libro e nasconderlo ben bene sul banco tra mucchi di cartacce e altri libri, era stato uno spasso…

“ tra quanto arriveremo su alla baita Joe?” chiese George

“ direi...una decina di minuti...dovremo accendere il fuoco, preparare i letti e da mangiare, credo che qualcosa nella dispensa sarà rimasto...anzi quasi sicuramente ..”

“ e se per caso non ci fosse nulla nella dispensa?” chiesi io

“ ..beh Follon non è molto distante, tra poco dovreste vedere la deviazione per Follon…saranno circa due miglia, la c’è un negozio che vende tutto, generi alimentari, strumenti da caccia e tutto quanto…se volete potremmo fare una puntatina la… così ci prendiamo le provviste e una videocassetta se vi va!” disse Joseph sorridendo.

“ io dico che va bene…” disse George entusiasta

“ si mi sembra una buona idea” gli fece eco Peter , anche io fui d’accordo e così ci dirigemmo verso Follon .

Quando arrivammo al negozio, era ormai calata l’oscurità e sinceramente ebbi un moto di angoscia al pensiero che fuori dal negozio saremmo dovuti imbatterci tra le buie strade della foresta per arrivare alla baita di Joe e in quel momento mi tornò in mente la storia del biglietto che Joseph aveva trovato attaccato alla porta una notte.

Fui sul punto di chiederglielo, ma lasciai perdere…

Entrando nel megastore un vecchio ci salutò con un fare un tantino scostante, l’uomo aveva sui settanta e passa anni ,i capelli ingialliti e unti e la barba cresciuta davano il vero senso di trascuratezza e di vecchiaia.

Ricordo che portava gli occhiali con lenti spesse e girava su una carrozzella, molto probabilmente si era procurato un grave infortunio.

“ ehilà giovanotti…che volete?” il vecchio venne verso di noi e cominciò a squadrarci da capo a piedi facendo ballare uno stuzzicadenti tra le labbra.

“ voi non siete di qui…a te però ti conosco, ti ho già visto” disse rivolgendosi a Joseph con tono beffeggiante e un ghigno disegnato sulle labbra secche e macchiate di cibo.

“ già, vengo spesso con mio padre…ma di solito c’è una ragazza qui al negozio” disse Joseph

“ beh adesso ci sono io!!” esclamò l’uomo con un tono iroso e scocciato.

“ prendete ciò che vi serve, pagate e andatevene fuori dai piedi!!” sbraitò sputacchiando qua e la e puntando un bastone di ferro come se fosse una pistola.

Io alzai le mani “ ehi…non spari!” dissi; non so per quale ragione, ma l’atmosfera si stava facendo tesa e silenziosa.

“ cerca di non prendermi per il culo figliolo perché ti arriva un calcio nei coglioni da farteli sputare!!” sgranò gli occhi dalla rabbia.

Peter sembrava esterrefatto e in effetti nemmeno io mi sarei aspettato un’accoglienza come quella offerta dal vecchio in carrozzella.

“ dai prendiamo la roba e andiamocene” fece George

Scansammo il vecchio e ci dirigemmo verso gli scaffali prendendo una buona quantità di viveri e provviste.

Quando andammo verso la cassa il vecchio ci venne incontro con un aria del tutto dispiaciuta, ma rimasi sull’attenti, sapevo che c’era poco da fidarsi delle persone.

Il vecchio mimò uno schiarimento di voce “ volevo...scusarmi per prima forse ho esagerato troppo se volete servirvi ancora fate con comodo, io sono vecchio e dovete cap..”

“ non si preoccupi” fece Joseph interrompendolo “ non c’è bisogno di scusarsi, ma voglio dirle una cosa, probabilmente se fosse entrato qualcun altro a quest’ora lei sarebbe in una pozza di sangue fatto a pezzi!” Joseph raggiunse il banco e cominciò ad appoggiare la spesa.

Il vecchio rimase in silenzio per un istante, poi “ dove siete diretti?” chiese tergiversando.

“ alla baita dopo il bivio di Follon …passeremo li due o tre giorni” risposi

“ ahh… in mezzo ai boschi, sapete è pericoloso la, non dovreste andarci “ disse l’uomo con un aria cupa.

“ c’è qualche problema?” chiese Peter

“ io vi dico solo di tenere gli occhi aperti..” continuò l’uomo con un aria misteriosa.

“ se forse ci spiega cosa c’è lassù di tanto pericoloso magari ci premuniamo prima di più attenzione…” rispose Peter

Il vecchio sospirò “ lassù  vive una vecchia, in una baita, è una donna sola ed è matta, capite che oramai la vecchiaia gli sta facendo marcire il cervello, abitava qui a Follon anni fa, ma poi girava voce che era una fattucchiera , una pericolosa maga  e così lei si è rifugiata tra le montagne tutta sola…”

“ e questo lei lo ritiene pericoloso?” chiese Peter

“ non vi dico nient’altro..” tagliò corto l’uomo

Pagammo la spesa e ripartimmo rimanendo in silenzio, io continuavo a ripensare a quanto aveva detto l’uomo al negozio e sicuramente anche Peter e George stavano rimuginando qualcosa, forse avevano qualche brutto presentimento su quanto aveva detto il vecchio e mi accorsi che durante il viaggio erano già successi due fatti strani, prima la sagoma davanti alla macchina e la scomparsa della figura misteriosa, poi i discorsi dell’uomo giù al negozio, non so perché, ma in tutto quello avvertivo qualcosa di pericoloso, avevo come la sensazione che qualcosa di diabolico si nascondeva tra quelle montagne.

Non mi trattenni…

“ Joseph..” dissi

“ dimmi”

“ cosa ne pensi di ciò che ha detto il vecchio giù a Follon?”

Mi guardò per un istante…

“ beh ci ha avvertito di stare attenti…forse hanno previsto una bufera stasera stessa, potrebbe essere..”

“ senti..” feci con un tono scocciato “ hai sentito benissimo cosa ha detto eri li anche tu, ha parlato di una vecchia pazza, una strega che vive su in montagna e a quanto pare nella stessa zona dove c’è la baita di tuo padre perciò non venirmi a raccontare della bufera di neve..”

“ io non ne so niente di sta strega anche perché non credo alle streghe, so per certo che quel vecchio è pazzo tra l’altro mi ha stupito vedere il vecchio al negozio perchè le altre volte non c’era, non c’è mai stato!” disse con un tono spinto.

“ forse era un sostituto…” fece Peter

“ un sostituto si permetterebbe mai di dire a un cliente ti tiro un calcio nei coglioni da farteli sputare?” dissi guardando Peter

“ per me era pazzo da legare..” fece George

“ a me tutto questo puzza, non ci riesco insomma prima la  figura misteriosa davanti alla macchina, poi il vecchio… adesso Joe dice che il vecchio non c’era mai stato, la storia della strega …ditemi voi cosa devo pensare!!” ribadii deciso; in quel momento avrei voluto fermarmi e prendere una decisione su tutto, ma oramai eravamo quasi giunti alla baita…

 

 

 

 

2

 

La baita del padre di Joseph era una signora baita, spaziosa , in ordine, con tanto di tappeti e di divani nuovi e tende molto accoglienti, sulle pareti c’erano foto ingrandite della famiglia di Joseph e quando vidi la mamma di Joseph in una foto ebbi un tuffo al cuore poiché ricordavo bene la mamma di Joseph, una donna saggia, molto dolce e paziente, facevo lunghe chiacchierate con Claire e mi mancava come mancava a Joseph.

La baita era costruita su due piani e la cantina, c’era anche una stufa di maiolica in un angolo della sala.

“ accidenti..” fece Peter guardandosi intorno “ ehi Joe fa’ i complimenti a tuo padre, è stupenda la baita!” l’aria stupita di Peter faceva quasi ridere, sembrava che Peter stesse rimirando gli affreschi di una basilica italiana.

“ l’arredamento l’ho scelto io, che ne dite?” disse Joseph appoggiando una borsa.

“ beh se vuoi il mio parere ti dico che è assolutamente spaziale!” fece George sorridendo

“ non ci sono alieni però ,menomale! “ ribadii io ridendo

“ era pessima Peterson” disse Peter

Ridemmo all’unisono tagliando corto ai vari apprezzamenti sulla casa, anche perché sapevamo che Joseph si sentiva in imbarazzo.

Sistemammo i pochi bagagli che avevamo con noi, e quando accendemmo la stufa fortunatamente la baita si riscaldò quasi subito.

Io fui incaricato di scendere in cantina per prendere altra legna mentre Joseph e George e Peter cominciavano a preparare da mangiare.

“ ah attento alle cianfrusaglie giù in cantina Jeff ,non vorrei che inciampassi da qualche parte..” disse Joseph

“ non preoccuparti, ci farò attenzione” dissi mentre cominciavo a scendere le scale immergendomi nel buio.

L’odore della cantina era un odore strano, odore di abeti e umidità sotterranea, odore di vino e polvere e conserve andate a male, accesi la luce; la cantina di Joseph era spaziosa e ingombrata di oggetti, poltrone, mobili, specchi, carrellini per appendere i soprabiti, un aspirapolvere Electrolux con tanto di sacco mangia polvere, tappeti arrotolati… eppure era strano vedere tante cose per una casa che veniva usata poco...

Mentre mi dirigevo verso la catasta di legna scorsi un foglio appoggiato e spiegazzato su un piano di una credenza ormai impolverata e bucherellata dai tarli.

Aprii il foglio e notai una scritta che non riuscii a decifrare subito, la calligrafia pareva quella di un anziano e quando lessi completamente la frase mi bloccai sentendomi gelare il sangue nelle vene.

La frase diceva “ Io ho fatto morire tua madre e due dei tuoi amici moriranno anche loro sotto il mio potere e anche tu morirai Joseph, te lo prometto!”

Firmato M. Macwilliver

Misi il foglio in tasca e cominciai a raccogliere qualche ciocco di legna cercando di mantenere la calma , ora pensavo che avrei preferito che la mia curiosità sul foglio che Joseph  aveva trovato attaccato alla porta sarebbe rimasta sempre un segreto ma evidentemente o lui o suo padre lo aveva dimenticato sulla credenza.

Risalii le scale sentendo qualcuno che urlava

“ ehi Jeff sei ancora la sotto??” era Peter che urlava dalla cucina.

“ non vogliamo che stai la sotto a cena dai topi, facciamo un’altra sera c’è gia il tuo piatto in tavola..” George invece aveva sempre una battuta pronta.

“ idioti…” dissi con un sorriso forzato.

  ehi ma che hai fatto?…hai una faccia pallida…sembri un fantasma” disse diventando serio George.

“ stai bene?” mi chiese Joseph

Io rimasi in silenzio“ si…credo di si” dissi perplesso dopo una lunga pausa, in fondo non potevo certo raccontare a loro cosa avevo trovato e cosa c’era scritto sul foglio.

“ avete cominciato a preparare?” chiesi

“ si ma serve altra legna, aspettavamo te…inoltre dovresti farci un favore” disse Joseph

“ che c’è?”

“ fuori in veranda c’è la bombola del gas, potresti aprirla?”

“ vado” appoggiai la legna davanti alla stufa di maiolica e  uscii.

Fuori l’aria era gelida e davanti alla veranda della baita si stendeva un grande prato circondato dalla foresta che ora era illuminato dal chiarore argenteo della luna.

La porta dietro di me si aprì e con me si unì George il quale sembrava ancora preoccupato per la mia reazione fuori dalla cantina.

“ ehi…” fece appoggiandomi una mano sulla spalla “ che è successo?? Lo sai che a me puoi raccontarlo...siamo migliori amici..” George era così calmo quando si trattava di consolare qualcuno, era esperto...e ci sapeva fare, aveva capito che avevo scoperto qualcosa di poco bello.

“ ho trovato questo foglio in cantina “ dissi porgendoglielo “ non so fino a che punto ci crederai ma non ti venga in mente di dirlo a Joseph, è una storia lunga e credo che stiamo per finire nei guai..” spiegai

George aprì il foglio un po’ ingiallito e sporco e cominciò a leggere

“ Io ho fatto morire tua madre e due tuoi amici moriranno sotto il mio…”

“ shhh!!!”  feci “ abbassa la voce non voglio che Joseph ci senta!”

“ ma chi ha scritto questa frase?” chiese guardandomi sconcertato.

Faceva talmente freddo che da un momento all’altro il vapore che scaturiva dalle nostre bocche poteva congelarsi.

“ una certa Macwilliver, ma non so chi è..” risposi

“ è la donna di cui forse ci ha parlato quel vecchio giù al General Store di Follon..” ipotizzò George

“ può darsi…ma dobbiamo fare qualcosa, il punto è che Joseph non voleva dirmi che cosa c’era scritto sul foglio, già me lo aveva raccontato che aveva trovato un foglio attaccato alla porta della baita, una notte, ma non mi ha mai voluto dire che cosa c’era scritto... ho tentato più volte di chiederglielo ma ..”

“ l’unica cosa che resta da fare ora è stare attenti e tenere gli occhi aperti, sta notte mi alzerò io a controllare che tutto vada bene, punterò la vibrazione del mio cellulare così sentirò..” spiegò George

“ George devi mettere al corrente tuo fratello Peter così magari gli viene in mente qualcosa poi ci penserò io domani a dire a Joseph che ho trovato il foglio, del resto non dovrebbe arrabbiarsi, accidenti se no significherebbe che vuole la nostra morte se non ci avvisa..”

“ o forse non vuole metterci paura..”

La porta della baita si spalancò e uscì Joseph “ ehi voi due volete anche un the?? Volete accendere il gas si o no??” disse scocciato

“ dov’è Peter?” chiesi

“ è in bagno…muovetevi”

“ arriviamo” fece George sorridendo.

“ andiamo..” feci, poi George mi afferrò per una spalla.

“ ehi..si sistemerà tutto vedrai..” disse

“ già lo spero..” feci accennando un sorriso.

La baita si riscaldava di minuto in minuto mentre cucinavamo pollo e riso all’italiana, il nostro piatto preferito, io ero occupato a preparare la tavola e io avrei rimesso tutto in ordine dopo cena.

“ dovrebbe essere buono il pollo..” disse Peter mentre mi aiutava ad apparecchiare.

“ già…spero vi piaccia, ho messo del curry e della buccia di arancia il profumo è buono ..” fece Joseph tra i vapori della cucina.

“ posso dare un’occhiata alla casa Jo?” chiese George

“ certo, fa come se fossi a casa tua” rispose Joseph con simpatia il che lo trovai strano dato che fino a dieci minuti prima sembrava preoccupato per qualcosa che non riuscivo a spiegarmi.

George mi guardò per un istante e salì al piano superiore.

Dopo una ventina di minuti ci sedemmo a tavola e quando George scese sembrava spaventato e angosciato ma riuscì a mascherare la sua angoscia sebbene io capii subito che in realtà qualcosa non andava.

Mentre cenavamo e degustavamo il pollo di Joseph chiacchierammo di svariate cose ricordando il periodo delle superiori, in cui non facevamo altro che ridere come pazzi durante le lezioni a scuola e ci divertivamo a sputare palline di carta bagnate di saliva sui capelli delle nostre compagne di classe, ridevamo perché non se ne accorgevano e alla fine le teste parevano dei campi da golf cosparsi di palline bianche e bagnaticce.

Mentre raccontavamo e ridevamo dei tempi andati io e George ci lanciavamo occhiate e non so spiegarvi che tipo di occhiate erano, so solo che ci capivamo, parlavamo con gli occhi.

Avevo però una mezza idea di cosa era successo al piano superiore quando il mio amico aveva visitato la casa.

Rimasimo a tavola a chiacchierare ancora di svariate cose mentre bevevamo un whisky che il papà di Joseph aveva fatto invecchiare di 15 anni.

“ davvero ottimo il whisky di tuo papà, spero solo che non mi dia troppo alla testa ..se no vi tocca portarmi a letto “ disse George sorridendo

“ ma fra tanto sei già ubriaco di tuo anche se non bevi, non vedo di cosa tu possa preoccuparti..” fece Peter provocandolo con simpatia.

“ ah ah ah devo ridere?” rispose George un tantino offeso.

“ su non litigate ,piuttosto mentre Jeffrey sparecchia la tavola..” disse Joseph fissandomi per un istante.

“ ma certo, con molto piacere joe..” dissi io allegro, ammetto che mi girava un po la testa, del resto l’effetto del whisky mi stava scaldando a dovere.

“ noi andiamo su a preparare le stanze, dovrebbero essere riscaldate oramai..” concluse Joseph

“ una bella dormita...e...ehi magari potremmo fare una partita a carte cosa ne pensate?” propose Peter.

“ si io ci sto, anche perché non ho molto sonno..”

“ idem senza patate..” rispose Joseph salendo per le scale seguito dai fratelli.

“ a dopo allora..” per l’ultima volta io e George ci guardammo.

 

 

 

Prima di riordinare la cucina, spinto dalla curiosità uscii dalla baita nella speranza di scorgere qualcosa di interessante, forse nel mio inconscio speravo che la vecchia si fosse presentata davanti a me in carne e ossa ma una parte di me era stenta a credere alla storia che il vecchio del general store ci aveva raccontato, insomma eravamo già abbastanza agitati per via della solitudine tra le montagne e come se non bastasse anche la leggenda di una strega…tipico direi.

Rimasi a guardare il buio che oramai aveva oscurato tutto infilandosi tra gli spogli rami della foresta, un gufo fece il suo saluto da qualche parte, forse mi stava augurando la buona notte, misi le mani a coppa con i pollici chiusi vicino alla bocca e soffiai cercando di mimare quello che era il verso di una famiglia di gufi per dirla così..

Il gufo rispose un'altra volta..

Ad un certo momento da un punto impreciso tra gli alberi davanti a me scorsi una luce…il bagliore era molto fioco e di un colore verdastro ma era evidente che si spostava, avanzava lentamente fermandosi ogni tanto.

Trattenni il respiro e rimasi in ascolto…accovacciandomi dietro ad una griglia con piante rampicanti sempreverdi.

Riuscivo a scorgere il lumino verde e ora sentivo anche un crepitio come di foglie secche e rami calpestati, il classico rumore di un bosco.

Il lumino si faceva sempre più vicino alla baita, cominciai ad avvertire un senso di panico, ma mantenni la calma.

Quando il lumino fu abbastanza grande da illuminare la persona che lo portava riuscii a vedere di nascosto chi si aggirava segretamente tra le foreste.

Era una figura incappucciata, di statura media, portava una tonaca lunga e nera, intravidi un’antica lanterna da cui scaturiva quella fatata luce verde, sostenuta da una mano biancastra e ossuta.

La figura rimase immobile scrutando la baita, poi fece un passo sugli scalini che portavano davanti alla porta.

Compresi che la figura che era venuta a farci visita era la donna di cui il vecchio ci aveva parlato, ma non riuscii a vederla in volto, scorsi due grossi anelli d’oro attaccati ai lobi delle orecchie, i quali parevano due grumi gelatinosi e vecchi.

Il cuore mi batteva all’impazzata, e nonostante il freddo avevo la fronte imperlata di freddo sudore.

La figura allungo la mano libera e muovendo l’indice che pareva un osso da cui spuntava un artiglio dipinto di viola, creò una scritta incidendo il legno della porta.

Io ora avevo la certezza che quella donna era davvero una strega, e ciò che mi stupì di più era il fatto che i miei amici non erano ancora venuti a cercarmi.

La figura incappucciata come venne se ne andò svanendo tra gli alberi del bosco brandendo tra i suoi artigli la lanterna.

Stanai dal mio nascondiglio e mi avvicinai alla porta sentendo uno strano odore che molto probabilmente la vicina di casa di Joseph aveva lasciato..

Scrutai la scritta: “ benvenuti nella foresta dei defunti”

 

 

 

 

 

3

 

 

Rientrai nella baita cercando con lo sguardo i miei amici, ma evidentemente dovevano essere ancora al piano superiore tra impolverate coperte e reti del letto cigolanti, mi assicurai che la porta d’entrata fosse ben chiusa e mentre cominciai a riordinare la cucina ripensai alla scena di poco prima cercando di focalizzare l’immagine sui particolari intravisti.

Ero riuscito a scorgere due orecchini d’oro di quelli fatti ad anello abbastanza grossi, le unghie della strana figura erano di una lunghezza smisurata e dipinte di un colore violaceo il che mi stupì il fatto di essere riuscito a riconoscere il colore, ma era altrettanto visibile la fattura delle unghie minacciosamente affilate e appuntite..

Le scarpe erano nascoste dalla veste ma ad un certo momento ero riuscito a intravedere la punta di uno stivale nero.

Mentre si era fermata davanti alla porta aveva emesso dall’indice una sorta di laser violaceo, che non era esattamente un laser quanto una specie di luce fatua...

Dovetti interrompere le mie riflessioni e i mestieri; George mi stava chiamando dal piano superiore.

Salii di corsa le scale e incontrai George :” eccoti…devi scegliere il letto, Joseph e Peter staranno in una stanza mentre io e te saremo nella stanza di fronte, può andarti bene?…devi dirmi dove preferisci dormire..” disse George sorridendo.

Io scherzando risposi “ ..beh si direi che sul pavimento può andare benissimo, per te ci sono problemi Georgie?”

Ridemmo all’unisono ed entrammo nella stanza in cui avremmo dovuto dormire.

La camera era spaziosa e ben arredata, c’erano un letto a castello, un armadio in mogano nero e una scrivania con delle fotografie di Joseph da piccolo.

“ dormirò sotto, ti andrebbe bene?” chiesi

“ si benissimo…solo non far troppo caso ai rumori, io russo e Peter ne sa qualcosa “

“ non ti preoccupare, avremo di che chiacchierare..” lo guardai con intesa e lui contraccambiò un sorriso.

Io e George eravamo sempre stati migliori amici, ero sempre riuscito a confidargli i miei segreti e mai lui li aveva violati divulgandoli, per me George era come un cassetto segreto.

“ ah e senti..” continuai abbassando il tono di voce “ ho da dirti una cosa dopo, ci tengo che tu la sappia..”

George mi guardò annuendo “ certo…contaci Jeff ”

Tornammo in cucina dove Peter e Joseph  iniziavano a sistemare le carte

“ grazie per aver riordinato jeff..” disse Joseph

“ ehi scherzi...sono un casalingo è mio dovere..” risposi sorridendo

Joseph contraccambiò il sorriso.

Per la prima volta in quella giornata vidi un sincero sorriso sulle labbra del mio amico e qualcosa mi spinse a pensare che Joseph già sapeva le misteriose vicende che mi erano capitate.

Giocammo a carte fino a mezzanotte inoltrata e quando George salì nella camera lo seguii piuttosto interdetto dal sonno.

“ buonanotte, eh se sentite qualcosa o c’è qualche problema chiamateci..” fece Joseph

“ non mancheremo..” rispose George

Una eco rimbalzo sulle pareti della mia mente: “ se sentite qualcosa chiamateci…”

Se sentite qualcosa?

 

 

 

 

“ che significa se sentite qualcosa chiamateci?” chiesi a George quasi sussurrando

George mi guardò con un’aria attonita: “ non…non ne ho idea, credi che abbia capito che noi sappiamo?”

“ sai l’ho pensato anche io, è solo che qui si sta facendo troppo complicata questa storia, Joseph avrebbe dovuto dircelo di questa vecchia megera che se ne va in giro con una lampada ad olio da cui scaturisce una luce fatata..” dissi scocciato

Il mio amico parve sorpreso: “ che cosa??”

“ quando siete saliti qui nelle camere..” cominciai a raccontare la mia piccola avventura in veranda “ sono uscito in veranda e ad un certo punto tra gli alberi ho cominciato a scorgere una luce, era una luce strana..fatata, io mi sono nascosto dietro alle piante rampicanti che ci sono in veranda e ho aspettato e indovina un po chi sbuca? La nostra cara amica di cui ci ha parlato il tipo giù al megastore..”

George pareva incredulo

“ e che è successo?” mi chiese

“ aveva una tonaca nera lunga, ma era incappucciata perciò non ho visto bene, aveva due orecchini di quelli grandi e le unghie parevano artigli, faceva un roco respiro ma costante e ti giuro che io non mi sentivo più il cuore dalla strizza , stadifatto che la vecchia si è posizionata davanti alla porta e con una luce violacea che le scaturiva dal dito ha inciso una frase…”

“ e cosa ha scritto?”

“…dopo poco se ne è andata svanendo nel buio più fitto della foresta, ho guardato la porta e c’era scritto “ benvenuti nella foresta dei defunti”..” conclusi

Ci fu un attimo di silenzio.

“ sembra una storia del terrore..” disse George

“ senti…lo so che fai fatica a crederci..”

“ ehi no…che dici ti credo eccome, lo so che siamo finiti nella tana del lupo”

“ già, io comunque domani mattina vado a dare un’occhiata nella foresta e sarei ben felice se tu venissi con me..”

“ verrò con te, ma che diremo a Joseph?”

“ diremo la verità, inutile tenere tutto nascosto, comunque stiamo attenti stanotte..”

“ certo..”

“ ora vado a lavarmi, o vuoi andare prima tu?”

“ è indifferente…va pure” disse sorridendomi

Uscii dalla camera e andai verso la porta del bagno accorgendomi che in realtà c’era qualcuno, indugiai per un istante e bussai.

Nessuna risposta.

Spinsi la maniglia della porta e con mia grande sorpresa trovai il bagno libero…non c’era nessuno; pensai che Joseph o Peter dovevano aver dimenticato la luce accesa.

Feci una doccia calda e il vapore mi rilassò la stanchezza che avevo accumulato, quando uscii dalla doccia scoprii una scritta sullo specchio che il vapore aveva rivelato.

“ siete morti” diceva la scritta, il che mi fece rimanere inchiodato nella posizione in cui ero.

Mi affrettai a rientrare in camera e trovai George sdraiato sul letto.

“ hai fatto veloce..”

“ George, devi vedere…” dissi  agitato

“ ehi ma che succede?”

“ sullo specchio in bagno...se devi lavarti prendi le tue cose e vai, guarda sullo specchio!”

“ si ..ora vado..”

Misi una maglietta e mi infilai sotto le coperte aspettando George, ma la stanchezza riuscì a strapparmi dalla realtà facendomi cadere in un sonno poco tranquillo.

 

 

 

 

 

_

 

 

 

Camminavo circospetto su un sentiero ricoperto di foglie, tra i rami spogli degli alberi non scorgevo nulla salvo che un costante strillo di una strolaga nelle vicinanze, ero agitato e il cuore aveva cominciato a battere più del normale, come quando si è certi che da un momento all’altro deve capitare qualcosa.

Ad un certo punto scorsi un segnale sul tronco di un albero; era una freccia incisa sulla corteccia e indicava un altro sentiero in discesa, decisi di intraprendere quest’ultimo non sapendo dove portasse ma con la certezza che percorrendolo avrei risolto qualcosa…insicuro di cosa.

La fine del sentiero terminava in uno spiazzo e quando mi guardai intorno rimasi scioccato dalla visione.

Tutt’intorno pendevano da liane cadaveri , alcuni mezzi decomposti, altri erano già scheletri con teschi minacciosi e urlanti.

Riconobbi una donna ormai marcescente, i capelli untuosi e senza vita ricadevano sul volto cereo e spettrale, gli occhi biancastri sembravano profetici e i vestiti decadenti facevano intravedere ferite brulicanti di vermi e mosche verdi.

C’erano una marea di cadaveri appesi alle liane che formavano un cerchio, alcuni erano anche bambini il che mi strappò un gemito disgusto e dispiacere.

Gli sguardi dei bambini parevano diabolici e uno dei volti era privo di carne, il che faceva intravedere il teschio ghignante e biancastro.

“ chi avrà fatto tutto cio’?” pensai

Di colpo scorsi una luce in mezzo agli alberi, una luce che mi ricordò qualcosa di molto famigliare, una luce verdastra.

Mi nascosi dietro un tronco d’albero abbastanza grosso e aspettai di scoprire chi si aggirava tra gli spogli alberi.

Si rivelò una figura incappucciata e mi ricordai all’improvviso che in effetti avevo già fatto conoscenza di quella figura strana e poco rassicurante.

Riuscii a vedere la figura in volto scoprendo che era una donna ormai vecchia di chissà quanti anni, gli occhi di un violetto sgargiante si muovevano languidi e  vigili, la pelle segnata da profonde rughe e spesse cicatrici davano un’espressione vissuta.

I capelli argentei erano probabilmente raccolti sulla nuca e appena aprì la bocca notai con orrore che al posto dei denti aveva pezzi di osso affilati e appuntiti nonché macilenti e vecchi come lapidi abbandonate.

La figura si posizionò in centro allo spiazzo sotto quella pioggia di morte e con fatica alzò le braccia come in gesto di adorazione.

Dalle mani che parevano più artigli, scaturì all’improvviso una luce abbagliante violacea il cui probabile potere fece risvegliare i morti come da un sonno durato milioni di anni.

I cadaveri scesero dalle liane e si riunirono in gruppo emettendo ruggiti e gemiti cimiteriali.

I corpi flaccidi e stanchi si muovevano con fatica spinti dalla sete di carne fresca e in poco tempo si dileguarono tra gli alberi spogli emettendo lamenti mortali.

La presunta strega esplose in una maligna risata che risuonò tra le oscure foreste.

 

 

 

Mi svegliai di soprassalto accaldato e sudato, George dormiva nel letto sopra al mio, potevo sentire il suo respiro, la luce lunare rischiarava la stanza facendola sembrare fatata.

Spinsi via le pesanti coperte e scivolai fuori cercando di non provocare rumori bruschi, la porta della stanza era aperta e mi domandai chi l’aveva  lasciata spalancata, ma cio che mi incuriosì fu una fioca luce che senza dubbio proveniva dalla stanza di Joseph e Peter.

Uscii dalla mia stanza e mi avvicinai all’entrata dell’altra camera, la porta era semichiusa e non appena sbirciai all’interno rimasi di sasso.

L’abajure sul mobile a fianco al letto di Joseph era accesa e il letto era vuoto, all’apparenza abbandonato; entrai e toccai le lenzuola, erano tiepide; supposi quindi che non doveva essere passato molto tempo da quando Joseph aveva lasciato la stanza.

Rimasi nel silenzio a riflettere e decisi di scendere in cucina per dare un’occhiata.

Mi immersi nuovamente nel buio della casa e scesi le scale, le immagini dell’incubo che avevo appena fatto riaffiorarono nella mia mente crude e vivide.

Un brivido rotolò sulla mia schiena.

La cucina era immersa nel buio e quando accesi la luce trovai con sorpresa la porta d’entrata spalancata; mi affrettai a richiuderla e corsi di nuovo al piano superiore per avvisare i miei due amici.

Accesi tutte le luci delle stanze e svegliai George e Peter i quali parvero contrariati dal mio gesto apparentemente non motivato.

Peter venne nella mia stanza : “ ma perché…”

“ Joseph è sparito “ dissi “ mi sono svegliato qualche minuto fa e ho visto la lampada sul suo comodino accesa, ma lui non c’è, il bagno è vuoto e in cucina la porta d’entrata era spalancata completamente, questa storia non mi piace, ho anche fatto un incubo …”

George scese dal letto sbadigliando.

“ Peter ieri quando sono andato in cantina ho trovato questo foglio..” dissi cominciando a frugare nella tasca dei jeans.

“ comincio a essere sconcertato anche io sinceramente..” biascicò George

“ dobbiamo fare qualcosa…” dissi

Quando Peter ebbe finito di leggere mi guardò piuttosto spaventato.

“ ha a che fare con la storia che ci ha raccontato il vecchio a Follon?” domandò

“ si, ma Joseph sa molto di più e probabilmente ha voluto tenerci all’oscuro di tutto..” spiegai con le mani sui fianchi.

“ cosa hai sognato jeff?” mi chiese George cominciando a cambiarsi evidentemente intenzionato a d agire.

“ c’era  un sentiero ricoperto di foglie, poi sono finito in uno spiazzo e davanti a me c’erano una miriade di cadaveri appesi alle liane, disposti in cerchio, poi è arrivata la stessa figura che ho visto ieri sera e li ha resuscitati…sembravano degli Zombie e cercavano qualcosa…”

“ chi hai visto ieri sera?” chiese Peter

“ ieri sera quando siete saliti qui, io sono uscito in veranda e dopo qualche minuto ho visto una luce verde vagare tra gli alberi, poi mi sono nascosto dietro le piante rampicanti e dopo un po una figura incappucciata si è avvicinata alla porta e ha inciso sulla porta una frase..”

“ era la donna di cui ha parlato il vecchio?”

“ è sicuro, non c’è nesssun altro quassù Peter e poi stanno capitando troppe cose, o ce ne andiamo o cerchiamo Joseph”

  Vita o morte?” disse George

Se avessimo cominciato a cercare Joseph saremmo andati incontro a qualcosa di soprannaturale e senz’altro pericoloso, ma io stavo intuendo il perché della fuga di Joseph.

“ Joseph sta cercando quella donna maledetta, vuole vendicarsi per ciò che ha scritto sul foglio..”

“ pensi davvero che quella megera abbia ucciso sua madre?” mi chiese George sconcertato.

Lo guardai come se volessi rispondergli di no ma non volevo mentire.

“ non lo so George…vorrei tanto dirti che non ci credo ma non voglio mentirti..”

“ grazie amico.”

“ sentite..” fece Peter “ rivestiamoci e andiamo a cercare Joseph, ma dobbiamo armarci o al primo incontro con quella pazza finiamo tutti e tre in padella..”

“ io sarei pronto...e sentite mentre vi cambiate cerco delle torce e qualcosa che può esserci utile..” disse George

“ sta attento, se senti qualcosa chiamaci” lo avvisai guardandolo con evidente preoccupazione.

“ tranquillo frate…”

Quando fummo pronti scendemmo al piano di sotto trovando George armato fino ai denti.

“ ho trovato due mannaie, tre torce e un’ascia, credo possa andare bene..” disse radioso

“ si, perfetto, ora siamo dei veri guerrieri” risposi sorridendo

Peter rise  e a lui ci unimmo anche io e George.

 

 

 

 

4

 

 

 

Nonostante gli ultimi fatti ambigui che ci erano capitati e nonostante l’oscura leggenda che infettava le montagne in cui ci trovavamo ciò che non capivo era il perché Joseph aveva voluto portarci quassù a nostra insaputa del pericolo che correvamo, era ovvio che io Peter e George non ci eravamo effettivamente soffermati sul perché Joseph aveva voluto ospitarci in un luogo così buio e dall’oscuro passato.

Era anche vero che Joseph di fatto non ci aveva fatto  alcuna richiesta d’aiuto, ne ci aveva fatto capire implicitamente il fatto che volesse vendicarsi sul personaggio che si aggirava nei boschi di Follon

E non che io non mi fossi interessato all’argomento date le innumerevoli volte che gli avevo chiesto cosa c’era scritto su quel maledetto foglio.

“ ragazzi..” decisi di condividere i miei pensieri con i miei amici.

“ parli buon uomo..” scherzò Peter mentre ci lasciavamo la baita alle spalle immergendoci in un buio soffocante.

“ pensavo…”

“ davvero?”

“ pensavo, ma perché Joseph ha fatto tutto ciò?” chiesi poi: “ intendo dire, ci ha proposto di venire a passare un week-end che credo si prolungherà più del dovuto, va bene ci siamo stati, adesso viene fuori la storia che vive nei boschi una strega, e non solo, chi è stato a proporre di andare al negozio a Follon e per quale ragione il vecchio era così alterato? Joseph non ha fatto parola di niente ,è stato sfuggente e non dite di no, non ha detto niente e nella notte lascia la porta spalancata abbandonando gli amici in balia di una maga che se ne va in giro per le foreste a risvegliare i morti...e la scritta sulla porta?? Possibile che è stato così stupido da non vederla…?” ero riuscito a dire esattamente ciò che volevo dire ai miei due amici, senza paura che nessun altro mi sentisse.

Fu George a commentare il mio ragionamento.

“…senti non per darti per forza ragione ma in effetti il tuo ragionamento calza a pennello, ad ogni modo possiamo sempre dirglielo a 6 occhi senza paura, siamo stati anche noi stupidi a non tirare fuori l’argomento, in fondo come dicevi tu Jeff, qual è il problema?? Se non voleva dircelo significa che voleva a tutti i costi farci cadere in trappola..”

“ sono d’accordo” assentì Peter “ ora ciò che dobbiamo fare è trovarlo, non abbiamo compreso le sue intenzioni..”

“ già “ feci ,ora ci fermammo davanti all’imbocco di un sentiero che si inoltrava in quelle foreste insidiose e dedussi che probabilmente la vecchia doveva essere venuta da li.

“ bene, dobbiamo avventurarci con coraggio, il nostro scopo è trovare Joseph, in base a quello decidiamo che cosa fare…se non lo troviamo o ci imbattiamo in qualche altra faccenda allora penseremo a quella, oramai non c’è da stupirsi di nulla” spiegò George

“ bene detto” feci

“ passami una torcia ..” fece Peter

Prendemmo ciascuno un’arma e una torcia, pensai che probabilmente non avremmo dovuto usare quelle armi ma era anche da incoscienti non portare appresso nulla alle quattro di notte in mezzo ad una foresta.

Ci fecimo strada nel sentiero, alcune strolaghe lanciavano urla da far raggelare il sangue nelle vene ma ero quasi abituato, tra i rami spogli degli alberi potevo vedere la fredda luna che ci guardava e ci accompagnava con la sua argentea luce, faceva anche freddo tant’è che potevo vedere il vapore scaturire dalle nostre bocche.

Il sentiero era ricoperto da uno spesso tappeto di foglie secche e di tanto in tanto trovavamo tronchi caduti, si snodava in curve e discese in una distesa di abeti e robinie e i pochi ciuffi d’erba che erano rimasti, erano ricoperti di brina.

“ Jeff..” mi chiamò Peter sussurrando.

Ci indicò qualcosa su un albero e quando alzai lo sguardo mi si presentò una scena piuttosto raggelante.

Su un tronco era inchiodato, letteralmente, il corpo di un animale con la testa mozzata e li per li azzardai che fosse un capriolo, ciò che mi fece rabbrividire fu il fatto che sotto l’albero c’era un paiolo nero abbastanza grande, messo li per raccogliere il sangue.

Mi avvicinai ai due amici: “ forse vedremo di peggio..” sussurrai

“ hai ragione..” disse George

Proseguimmo indisturbati fino ad un bivio dove nel mezzo era posizionato un cartello con una scritta illeggibile.

Il cartello diceva “ Rakat Inna Kargatra du Viciviscontuke”

“ che c’è scritto?” chiese Peter avvicinandosi

“ non saprei, ma sicuramente l’ha scritto quella pazza da manicomio..” dissi sconcertato

Ad un certo punto alcune nuvole nere oscurarono la luna lasciandoci al buio completo ,personalmente nella mia vita mi ero spesso fidato della destra, così proposi di prendere la via a destra.

“ andiamo a destra, è la via che secondo me porta fortuna..”

George mi guardò in quell’atmosfera lugubre e irreale: “ e se incontrassimo pericoli?”

“ vedi altra soluzione George?” chiese Peter  quasi scocciato “ proseguiamo a destra come ha detto Jeffrey, in fondo Joseph non deve essere andato molto lontano..”

Intrapresimo il sentiero a destra e mano a mano che proseguivamo i rami oramai spogli e secchi si facevano sempre più intricati e fitti fino a formare una sorta di tunnel abbastanza basso, il che mi lasciava perplesso poiché non avevo mai visto un tale fenomeno.

“ ma che razza di posto è questo? Qui i rami formano un vero tunnel..” disse Peter

“ già, ma deve esserci senz’altro una spiegazione…”

Ora il sentiero cominciava a salire ripido, tant’è che quasi dovemmo usare le mani per arrampicarci, arrivati in cima, il sentiero scendeva di nuovo e sta volta ci trovammo davanti ad un viale sconfinato e lungo a cui ai lati c’erano massicce querce.

“ credo siamo finiti nella foresta incantata..” dissi

“ si lo penso anche io ma più che incantata direi maledetta…guarda..” George mi fece cenno di guardare sopra di noi e quando alzai lo sguardo mi bloccai impietrito; sopra le nostre teste pendevano cadaveri umani in via di decomposizione, alcuni ormai erano ridotti a scheletri ghignanti.

I violacei volti dei cadaveri parevano promettere orrende profezie in quel oscuro luogo, gli occhi bianchi e riversi erano rivolti al cielo in un espressione da oltretomba, ma ciò che più mi lasciava sconvolto era il fatto che i corpi erano nudi e tumefatti da tagli e lividi.

“ io tornerei indietro…” disse Peter

“ dobbiamo trovare Joseph… a tutti i costi, tenete strette le mannaie non si sa mai” dissi “ quell’incubo…avevo ragione a pensare che fosse una predizione..”

Il silenzio che regnava in quel luogo, un silenzio tombale, era pesante e grave interrotto ogni tanto dall’urlo di una strolaga.

Proseguimmo con cautela lungo il viale, i cadaveri dondolavano e giravano su se stessi lentamente in una docile danza di morte.

“ questi cadaveri sono attaccati ai grossi rami delle querce, ma chi ha avuto la forza bruta per portarli fin lassù...?”

“ Peter ti sei reso conto che quella donna di cui ci ha parlato il vecchio giù a Follon è una fattucchiera?” disse George

“ tutto questo è assurdo..”

“ già..” dissi io “ anche io non volevo crederci quando l’ho vista sulla veranda e io mi chiedo ancora perché Joseph si sia comportato così..”

“ è la risposta che cerchiamo qui ..” disse George, ma la nostra conversazione fu interrotta da un rumore alquanto strano, pareva di sentire un mulino ad acqua, di quelli fatti in legno.

Proseguimmo dirigendoci nella zona da cui proveniva il rumore e quando fummo vicini il viale si trasformò in uno spiazzo la cui nuova visione ci fece bloccare.

Davanti a noi si ergeva una baita in legno dall’apparenza abbastanza minacciosa poiché le assi e il tetto erano neri, su un lato un mulino ad acqua girava lentamente, ma non eravamo sicuri che la sostanza in cui era immerso fosse acqua.

Le finestre, piuttosto piccole, lasciavano intravedere l’interno illuminato da una luce rossa inquietante e tutt’intorno la casa era circondata da una recinzione fatta di teschi umani il che mi indusse a chiedermi se quelle persone erano state uccise da quella pazza, sul tetto della casa c’erano alcuni bastoni con delle teste di cervo infilzate brutalmente e a fianco della struttura si scorgeva un pozzo con un paiolo attaccato.

“ è da brivido questo posto..” disse George “ credete che Joseph sia qui?”

“ non lo sappiamo ma dobbiamo entrare in quella casa, so che significherebbe morte certa ma dobbiamo agire, state pronti con le armi e abbiate sangue freddo..” spiegai con coraggio, anche se dentro di me ribollivano un insieme di oscure sensazioni e paure.

Mi avvicinai alla porta d’entrata seguito da George e Peter, la porta era fatta in legno e sopra questa una lanterna illuminava la piccola veranda di una fioca luce verde, come quella che avevo visto alla baita di Joseph.

Esitai chiedendomi se per caso l’oscura maga fosse nella casa ma poi qualcosa mi disse che era vuota, forse il fatto che nessuno si era fatto vivo al nostro arrivo.

Appoggiai la mano sulla fredda maniglia in ottone e aprii la porta.

 

 

 

 

Dall’interno scaturì una luce rossa e quando entrai furtivo nella baita un odore di stantio e di polvere mi pervase le narici.

La casa era disposta e arredata i  una sola stanza, c’era un tavolo rotondo fatto di legno con una sorta di sgabello che una volta doveva essere stato un tronco d’albero.

Sul tavolo erano appoggiati alambicchi e bottiglie di strana fattura contenenti sostanze viscide e animali immersi da chissà quanto tempo.

Su una parete era disposto un fornello e dei mobili, anch’essi neri e dall’aria antica.

Dal soffitto pendevano lanterne di ogni genere e sulla parete di fronte a noi intravidi un’altra porta semiaperta.

Sulla parete di sinistra in fondo alla stanza faceva angolo un letto le cui coperte erano disfatte e ammucchiate rudemente, quando mi avvicinai notai una grossa macchia nerastra sul cuscino e mi chiesi quali orribili sogni quella megera aveva fatto.

George e Peter parevano diventati muti di colpo.

“ ehi, statemi vicini, non si sa mai” dissi

“ in questo istante vorrei fuggire il più lontano possibile, questa casa è orribile..” disse Peter

“ ..è così fredda e macabra..” disse George quasi disgustato

Mi avvicinai alla porta semiaperta che avevo intravisto e quando entrai nella nuova stanza scoprii che quest’ultima era una sorta di dispensa e ripostiglio con innumerevoli oggetti strani e giganti ragnatele.

Sulle mensole erano stipate ampolle e bottiglie di sostanze di ogni tipo, c’erano anche alcuni coltelli e una mannaia, su una parete c’erano alcune vesti simili a quella che avevo visto addosso alla strega sulla veranda di Joseph.

Nient’altro.

“ è una maga nera…” dissi guardando Peter e George

“ l’avevamo capito, ma qui c’è poco da fare, Joseph non c’è..” disse George “ sicuramente questo mostro una volta doveva essere una donna gentile ma ora...la pazzia le ha mangiato il cervello a poco a poco ed è pericolosa…anche perché pratica magia nera…”

“ già...dobbiamo cercare altrove..” dissi

Uscimmo dalla baita e fui subito rinfrancato nel respirare aria pulita e fresca, mi sentivo stanco ma trovare il mio amico Joseph era di indispensabile importanza anche se non sapevo che il peggio sarebbe capitato da quell’istante.

“ guardate c’è un sentiero..” disse Peter indicando dalla parte opposta da dove eravamo venuti.

“ andiamo.. forza”

Ci inerpicammo su quel ripido sentiero sta volta illuminato da lanterne verdi e quando arrivammo in cima a quella che doveva essere una collina, davanti a noi si aprì uno spiazzo scosceso dove giaceva un cimitero vecchio da milioni di anni.

Il cimitero era illuminato da ceri e da lanterne verdi, e su una sorta di promontorio si poteva intravedere un tavolo di pietra.

“ mi mancava questa..” disse Peter

“ è qui che deve trovarsi Joseph..” dissi

“ guarda la” disse George indicandomi verso il tavolo di pietra.

 Joseph giaceva inerme sul tavolo di pietra che prima avevo intravisto, alcune candele erano state stipate intorno all’altare e di fianco erano stati accesi due fuochi dalle fiamme bluastre.

“ andiamo, dobbiamo salvarlo..” dissi cominciando a scendere in quel luogo di morte.

Mi feci strada tra le vecchie lapidi e quando arrivai in cima al promontorio un urlo agghiacciante mi fece bloccare di colpo.

George e Peter erano stati catturati da quell’oscura figura che avevo visto alcune ore prima.

“ voiiii!” urlò la fattucchiera in preda all’ira “ voi non dovevate venire nella mia casssa” la strega aveva una pronuncia rovinata dal tempo e dalla rabbia che probabilmente la divorava da anni.

“ stia bene attenta a quello che fa..” urlai “ lasci subito andare i miei amici!”

Dietro di me Joseph mi afferrò un braccio “ Jeffrey..” rantolò “ è pazza devi assecondarla, quella donna non è un umano è pericolosa..”

“ con te faccio i conti dopo” dissi a Joseph

 George e Peter si dimenavano tra le grinfie del mostro ma senza ottenere alcun risultato, la forza della vecchia era superiore.

 “ quessssstaaa è la mia cassssaaaaaa e io ora vi uccideròòòòò” con un rantolo mortale si alzò in volo tenendo per il collo i miei due amici..

Presi l’accetta che avevo con me e quando fu abbastanza vicina sferrai un colpo sul braccio sinistro ma la lama al posto di colpire il braccio passò attraversò come se fosse fatto di aria.

La donna era uno spirito maledetto.

“ Joseph come faccio a ucciderla??” urlai

“ non puoi…è immortale devi scappare o ti ucciderà”

La strega di tanto intanto lanciava urla strazianti e sferrava colpi con le sue unghie senza colpire alcunchè.

George e Peter giacevano ora a terra privi di sensi.

“ che cosa vuoi brutta megera..”

“ morireteeeeeeee ah!ah!ah!ah!ah!” le sue risate sembravano una sinfonia funebre.

Nella situazione creatasi, mi soffermai su un particolare che avevo già notato in precedenza, i luoghi dove eravamo stati erano disseminati di lanterne verdi che molto probabilmente dovevano essere la sua fonte vitale...sebbene assurda.

Scesi tra le lapidi mentre la strega  svolazzava diabolicamente sopra l’altare dove era intrappolato Joseph.

Raccolsi da terra una delle lanterne verdi e mi avvicinai alla fattucchiera che ora  si era posata davanti al tavolo in pietra.

“ è cominciata col sangue e finirà col sangue!” gracchiò brandendo un pugnale

Con tute le mie forze scagliai la lanterna contro la maga che con mia grande sorpresa svanì nel nulla frantumandosi in mille pezzi e riducendosi in polvere nera.

Ora il fuoco verde cominciò a incendiare il suolo dilagando;  presi sulle  spalle Joseph .
“ Joseph, Joseph ce la fai a camminare??” chiesi cominciando a dargli alcune sberlette  per farlo riprendere.

“ ..si…credo di si..”

Mi chinai su George e Peter e gli diedi anche a loro alcuni schiaffi che riuscirono a farli riprendere.

“ dobbiamo andarcene di qui, si sta incendiando tutto..”

Spaventati dalla situazione fuggimmo dal cimitero e ci fermammo davanti alla baita che ora appariva diroccata e distrutta.

“ state bene?” chiesi guardando i miei amici

“ se non fosse stato per te, forse quello spirito maligno ci avrebbe ucciso..” biascicò George

“ l’importante è che state tutti bene..”

“ oh no..” fece Peter inorridito

“ cosa c’è??” mi girai verso la direzione dello sguardo di peter e con orrore mi ritrovai davanti a d un orda di morti viventi assetati di sangue e carne fresca.
“ e ora che facciamo??” chiese George

“ li incendiamo come abbiamo fatto con Mabel McWilliver”

“ era questo il suo nome?” mi chiese Peter

“ già…”

raccolsi dal sentiero una lanterna e la lanciai tra la folla di demoni che avanzava lentamente verso di noi…il fuoco divampò tra i corpi tumefatti dei demoni  incenerendoli a poco a poco.

Il fuoco dilagò tra i secchi rami della foresta lasciando fortunatamente il passaggio nel viale alberato.

“ scappiamo, seguite me e non fermatevi forza..”

Riuscimmo a fuggire da quell’incubo arrivando alla baita di Joseph che già era l’alba.

Dagli alberi si levava fumo nero che dopo qualche ora si dissipò lasciando quella zona di foresta laddove c’era il cimitero e la baita riarsa e deserta.

Quella sera Joseph ci disse che lui voleva semplicemente vendicarsi su quella maga, credeva realmente che fosse stata lei a uccidere sua madre.

“ ehi..” ora ci trovavamo intorno al tavolo per consolare Joseph in lacrime “ Joe nessuno ha voluto uccidere tua madre, semplicemente è accaduto, quella maga …non è stata lei l’artefice della malattia di tua mamma e ad ogni modo ora non c’è più..”

“ ..faccio fatica a credere a tutto questo.. singhiozzò

“ anche noi facciamo fatica Joseph, sono cose che possono capitare nella vita, c’è qualcuno che non ci crede agli spiriti, ora noi testimonieremo il contrario, questo semplicemente perché quella donna in punto di morte aveva lasciato inconcluso qualcosa nel mondo dei vivi, è difficile da spiegare..”

“ mia mamma non c’entrava”

“ forse Mabel voleva vendicarsi sul fatto che tutti l’avevano abbandonata e cacciata da Follon ma ora l’abbiamo messa a tacere per sempre in quel cimitero che oramai sarà distrutto..”

“ meglio che andiamo a risposare, sono distrutto...mi raccomando Peter stai vicino a Joseph”

“ certo...come potrei lasciarlo solo?”

Andammo a riposare e quando appoggiai la testa sul cuscino scivolai in un sonno profondo e buio.

 

 

 

 

-

 Quando mi risvegliai i miei amici dormivano ancora e scoprii che uno di questi avrebbe dormito per sempre.

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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