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Autore: scythemeister_MakaAlbarn    17/07/2012    11 recensioni
Lui è un idiota ed entrambi lo sanno...
Lei è una secchiona irritabile e manesca e lo sanno altrettanto bene...
Esiste forse coppia più bella? NO!!
In fondo, più si legnano, più si amano. E loro devono amarsi alla follia.
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Buon salve a tutti! Sono sempre io.
"Zitta, Tappetta..." fu la prima storia che scrissi sul sito e, di conseguenza, una di quelle che contengono il maggior numero di errori e imperfezioni. Dopo aver letto le recensioni (per le quali ancora vi ringrazio), in cui mi è stato fatto presente di queste imprecisioni, ho finalmente deciso di dale una "ripulita"!
Ed ecco!
Avevo sempre rimandato perchè credo di aver sviluppato una sorta di affetto per questa fic, e doverla modificare mi lasciava perplessa. Ma ho capito che per il bene di voi lettori (e della storia stessa) una revisione fosse necessaria.
Quindi grazie ancora per aver letto fino a qui. Spero che altri possano capire...e apprezzare.
Un bacio, o un abbraccio se vi fa schifo. Come preferite.
E APPRESTOOOOO!!
 
ZITTA, TAPPETTA…

 

Accidenti se era diventato alto…
Maka si ritrovò a riflettere sulla sua crescita prodigiosa. L’acqua calda le scorreva addosso pervadendola di una piacevole sensazione. Era presto. E pensare che quando si erano conosciuti, relativamente poco tempo prima, lei e la sua buki avevano praticamente la stessa statura. Ora, sui vetri annebbiati della doccia, riusciva a scorgere distintamente il segno dei capelli dell’arma una testa e mezzo sopra di lei. Alzò il volto ad occhi chiusi per godersi tutto quel calore, i capelli biondo cenere appiccicati alle spalle. Quell’imbecille…perché non asciugava mai la doccia dopo essersi lavato? Eppure gliel’aveva detto un mucchio di volte che se non puliva poi restavano segni e calcare dappertutto.
Pensando tutto questo, non si accorse di aver scritto qualcosa sulla superficie appannata, cosa che andava contro ogni suo principio. Chiuse l ‘acqua e quasi se ne dispiacque. Sgattaiolò fuori. Quel giorno a scuola il dottor Stein avrebbe introdotto un nuovo argomento e, diligente e precisa com’era, non voleva assolutamente ritardare.

“Questa lezione è stata una palla…”- concluse Soul mentre camminavano verso casa. Ora Maka non poteva più fare a meno di notarlo. Il partner la precedeva di un paio di metri con il suo solito passo ciondolante che lui riteneva tanto “cool”. Era cresciuto ad una velocità incredibile ed ora lei si sentiva una “tappetta”. Tappetta, già. Soul gliel’aveva detto un sacco di volte ma no ci aveva mai fatto veramente caso. In genere lo utilizzava come un buon pretesto per menarlo atrocemente. Divertente!
Soul glielo diceva spesso. Soul…
Scosse la testa come per allontanare quei pensieri. Le codine le rimbalzarono sulle spalle. Perché pensava sempre a Soul? Loro erano arma e weapon meister! Intanto il ragazzo aveva preso a blaterare qualcosa a proposito dei nuovi dischi che aveva comprato di recente, del fatto che il giradischi gracchiava e avrebbe dovuto cambiarci la puntina, della cena… Non sembrava sorpreso del fatto che la meister non rispondesse. In fondo non erano argomenti che le interessassero particolarmente. Ma ad un certo punto dovette fermarsi.
Alle sue spalle la ragazzina si era bloccata a testa bassa. “ Noi siamo…arma e weapon meister.”- fece lei in un sussurro. La Death Scythe le posò addosso il suo sguardo cremisi, quasi pesante. “Cosa?”- bofonchiò. Maka sollevò il volto. Sorrideva, ma quel sorriso non le si addiceva. Era come se non le appartenesse ed entrambi lo sapevano benissimo. Stavano immobili, imbambolati in mezzo alla via come due imbecilli, a metà strada tra la scuola ed il loro appartamento. Soul non riusciva a spiegarsi il motivo di quell’assurda domanda. Era ovvio che fossero partner. Quella stupida bimbetta... Cosa stava andando a pensare?
L’atmosfera si fece pesante, l’espressione pacata di Maka mutò improvvisamente. Assunse la solita faccia da bambina imbronciata, gonfiando le guance e aggrottando le sottili sopracciglia sui grandi occhi smeraldini. Arrossì violentemente. “Niente!”- sbraitò dunque -"E' che sei diventato altissimo!!”
Perchè pensava sempre a Soul? PERCHE'?
Scappò via percorrendo a tempo record le strette viottole di Death City per poi scomparire dietro un alto muro completamente imbrattato dai graffiti tipici della città. Soul la osservò correre quasi turbato. Si ficcò le mani in tasca e rivolse lo sguardo al cielo “Le donne…”- sbuffò ricominciando a camminare. 
Che ha il mio angioletto...? 

Maka cercò spasmodicamente di infilare le chiavi nella toppa, cosa che, sebbene fosse di per sé un’operazione piuttosto semplice, le costò più tempo del previsto. Si arrovellava tentando di capire il perché di quella fuga assurda. Era tremendamente confusa. Le mani sudate sicuramente non le erano poi d’aiuto. Soul, sei un idiota… Che cavolo mi prende? Quando finalmente riuscì ad aprire, si lanciò sul divano e lì vi abbandonò libri e cartella. Tolse con malagrazia le scarpe accantonandole in un angolo con un calcio. Era accaldata e il cuore le batteva a mille. Ma non per la corsa. Si mise una mano sulla fronte. Perchè...? Soul…idiota…CREPA! Aveva bisogno di schiarirsi le idee e, visto che i Kinder Pinguì li aveva purtroppo già finiti, si diresse a lunghe falcate e con passo “non particolarmente leggero” verso il bagno. La porta sbatté con violenza alle sue spalle.

Intanto Soul stava salendo le rampe di scale che lo avrebbero portato all’appartamento condiviso con la partner. Dovette però spiaccicarsi alla parete ed abbassarsi con uno scatto fulmineo per sfuggire alla sua vista. Sudò freddo. Blair stava per caso passando lì vicino, zampettando sul cornicione dell’edificio davanti, e lui dov’era andato a fermarsi? Dietro l’unica finestra presente nella tromba delle scale…! Miracolosamente la “stregatta” non lo vide. Soul tirò un respiro di sollievo. Agli inizi non aspettava altro che Blair se lo tirasse addosso stringendolo e facendogli sprofondare la faccia nel seno prosperoso. Ogni volta la scena era la stessa: l’eccitazione gli provocava epistassi da ricovero e, puntuale, arrivava un poderoso Maka-chop… Già, Maka. Anziché da Blair, avrebbe preferito essere abbracciato da una bimbetta irritabile ed impaziente dai meravigliosi occhi verdi. Amava la sua espressione scorbutica ed infantile. Lo faceva sempre sorridere, anche dopo la legnata più pesante. Era la sua bimbetta molesta e senza-tette. La sua Maka... Ovviamente non glielo avrebbe mai detto.
“Da quando penso a ‘ste cose melense…”- farfugliò arrossendo un poco e sventolandosi le mani davanti per dissolvere i pensieri come fossero nuvolette di fumo. Era una cosa molto poco cool. Riprese a salire le scale fino a giungere sullo zerbino di casa. La porta era semiaperta e le chiavi ancora nella toppa. “Quella scema …” Entrò, liberandosi anch’egli dalle calzature senza nemmeno chinarsi. Osservando il famigerato giradischi gracchiante, si stravaccò sul divano. “Ahia!”- sussurrò rendendosi conto di essersi sdraiato sulla roba di Maka e ne rimase sorpreso. “Se lascio qualcosa in giro poi Maka rompe…” Acchiappò tutto e si diresse nella camera di lei ma, improvvisamente, fece dietrofront puntando allla stanza da bagno. Se la teneva da tutta la mattinata, ormai. Rimase comunque stupito di non aver intravisto la partner in camera sua ma pensò che si fosse accampata davanti al frigorifero. Non diede neanche troppa importanza alla porta categoricamente chiusa che gli si stagliò davanti. Vi poggiò la sinistra e premette verso il basso.
La sciagurata non si era accorta di nulla, troppo intenta com’era a martoriarsi il cervello con le spiegazioni e i ragionamenti più incredibili ed assurdi. Quando però sentì uno stridio sinistro alle sue spalle, il tempo si fermò.
Vide, nello specchio davanti al quale si trovava, il riflesso di un ragazzo dai capelli lattei e la carnagione abbronzata appena dietro a quello delle sue spalle nude. Stava entrando bello bello come se niente fosse. Rimase pietrificata con la bocca spalancata. Soul, che era intento a trafficare con la fibbia della cintura, ci mise un momento a realizzare di non essere solo. In suo sguardo si posò su due caviglie “non troppo sottili” per poi percorrere la lunghezza d’un paio di gambe esili ed affusolate. Salì sul sedere tondo e sodo raggiungendo una schiena bianca e liscia. Sulle spalle magre ricadevano un paio di buffi codini biondi. Oddio...
Cominciò a perdere sangue dal naso senza accorgersene, incapace di muoversi. La mascella che andava a toccargli i piedi. Maka finalmente si riscosse. “Soul…sparisci! VUOI MORIRE?!”- ringhiò in preda ad un attacco d’ira funesta mista ad isterismo. Contrasse le natiche e, con le mani, tentò di coprirsi quel poco che c’era da coprire. In pochi istanti il suo viso aveva assunto una tinta improponibile: più rossa delle fiamme dell'inferno. Il ragazzo, che stava cominciando a dissanguarsi, si tolse la felpa e gliela lanciò addosso. Si catapultò dunque nel box doccia e, accucciatosi in un angolino, cominciò ad implorare perdono. Nella mano della maestra d’armi si materializzò comunque un’enciclopedia spessa minimo dieci centimetri che si abbatté sul cranio della Death Scythe, deformandolo. Forse sarebbe dovuta diventare “Book Meister”...
“CREPA-PER-FAVORE!!” E detto ciò, la tanto “posata e diligente” Maka Albarn, abbandonò il bagno polverizzando al proprio passaggio il pavimento.

Soul non ci poteva ancora credere… L’aveva davvero vista nuda e si era anche eccitato. In basso i pantaloni tiravano. L’anima nel suo petto rimbombava. Certo, non si poteva dire che Maka fosse sensuale come Blair. Non aveva praticamente curve. Però, ai suoi occhi, aveva in ogni caso un certo fascino. Quel corpo così esile lui...
La voleva, la voleva terribilmente. Completamente vestito aprì l’acqua gelata della doccia come se avesse intenzione di raffreddare i bollenti spiriti. I capelli gli si appiccicarono al cranio ancora dolorante e gli abiti si fecero pesanti. Rimase immobile. Il sorriso vuoto che poco prima, in strada, lei gli aveva rivolto, lo struggeva. Non voleva che fossero "solo" arma e weapon meister... Non voleva starle vicino “solo” come un amico… Alzò la temperatura del getto. Man mano che i vetri si appannavano, stava andando disegnandosi una scritta proprio davanti a lui. Quella stessa parola scarabocchiata con noncuranza la mattina del medesimo giorno da una certa Scythe Meister. "SOUL"
Era il suo nome. Poteva vederlo distintamente. Arrossì perché non era stato lui a scriverlo. Vi poggiò una mano sopra ghignando tra sé e sé.

Maka si sedette contro la porta del bagno col cuore che le batteva a mille. Non avrebbe saputo dire se per la rabbia o per l’imbarazzo. La felpa di Soul era terribilmente calda ed emanava il suo odore. Affondò in viso nel colletto e inspirò profondamente fino a che le palpitazioni non si furono calmate un po’. Soul le faceva quell’effetto. Con lui si sentiva protetta, nonostante tutto. Spesso avrebbe voluto abbracciarlo ringraziandolo d’averla sopportata fino a quel punto, ma l’orgoglio glielo impediva. Doveva sempre sembrare forte. Quello che non sapeva però, era che il partner sarebbe stato entusiasta di quei contatti. Ora Maka era stufa. Stufa di mentire a se stessa.
Cominciò a singhiozzare sommessamente, la testa incassata fra le ginocchia. Singhiozzava perché non ci capiva più un emerito accidenti. Ne’ di quello che provava lei, ne’ tantomeno di quello che potesse provare Soul. Non aveva idea di come comportarsi con questi sentimenti.
Che fare a quel punto? Erano veramente solo arma e weapon meister? Per un attimo spense il cervello.
“NO CHE NON LO SIAMO!!”- disse a voce più alta e strascicata. Soul la sentì e sorrise sornione. Ciò che l’arma non si aspettava fu quello che accadde un secondo dopo. La porta del bagno venne spalancata. La fanciulla, come se fosse la cosa più naturale del mondo, si ficcò sotto lo scrosciare dell’acqua calda poggiando la fronte al petto di Soul. Il fatto di fare la doccia vestiti sembrava essere diventato una moda!
Maka singhiozzò più forte. Le sue lacrime si mescolavano all’acqua calda. Il presunto “cool guy” seguì tutta la scena con un’espressione sconcertata impressa sulla faccia. Soltanto quando sentì fra le dita i morbidi capelli di lei realizzò di non stare sognando. Era tutto meravigliosamente reale.
La ragazza strinse con forza la maglietta grondante e lo costrinse ad appoggiarsi al muro. Lui l’abbracciò forte e godette del fiato caldo della meister sul collo. “Soul, sei… “- piagnucolò lei senza avere la forza di terminare la frase. Lui la strinse ancora di più e le passò una mano fra i capelli bagnati. “Sì, lo so…”- aggiunse con il suo consueto sorrisetto sghembo –“uno stramaledetto imbecille che deve crepare… Non potevi dirmi cosa più romantica.” Maka non ebbe il tempo di replicare che lui le diede un bacio umido sul collo. La ragazza fremette. Si scostò un poco, sorpresa dalla sua stessa reazione. “So-Soul…”- biascicò a testa bassa. Per tutta risposta lui le prese il mento tra pollice e indice e la costrinse a guardarlo. “Maka…”- sussurrò per attirare la sua attenzione. In un momento si ritrovò perso un quel suo sguardo liquido e dolce, gli occhi arrossati dal pianto. Bastò quel semplice contatto che le anime di entrambi rombarono all’unisono sotto lo scorrere dell’acqua calda. Ma il calore che avvertivano non dipendeva da quest’ultima. Avvamparono quando si accorsero di sentire distintamente le palpitazioni altrui.
Non smisero di fissarsi. Percorrendole dolcemente la spina dorsale con le dita affusolate, Soul prese a distribuirle baci sulla gola e sul mento. Passò alle guance, al nasino e alla fronte. Le cinse la vita e la osservò mentre teneva gli occhi chiusi e si mordicchiava le labbra piene e rosee, le sopracciglia lievemente inarcate. Il profumo della sua pelle quasi lo confondeva. Si abbassò un poco e non riuscì più a trattenersi. 
La baciò. Uno schiocco veloce ed innocente sulle labbra. Maka spalancò gli occhi. Aveva chiaramente percepito la morbidezza delle labbra di Soul, il suo calore… Lui la squadrava dall’alto, rosso in viso quanto lei. “Tappetta…”- sghignazzò. “Sta zit…” Ancora non riuscì a terminare la frase in tempo che si ritrovò la bocca di Soul sulla propria. La dischiuse e lasciò che il tepore del suo fiato la pervadesse. Gli passò le dita ai lati del viso per poi intrecciarle fra i suoi capelli morbidi. Lentamente Soul cominciò ad esplorarle il palato con la lingua raggiungendo l’interno delle guance e godendo della dolcezza di quel momento. Maka inarcò leggermente la schiena al passaggio delle mani di lui, ma non si staccò. Era tremendamente bello. E caldo. Aderì perfettamente al suo petto continuando a carezzargli i capelli.
Lei lo amava.
Lui la amava.
Era semplice.
Finalmente ne erano consapevoli.
Durante quel lungo bacio, si resero conto di averci messo un’eternità a capirlo. Era sempre stato così.
Soul faticava a stare in quella posizione; la meister ara veramente più bassa di lui, ma non gli importava di dover sopportare quel leggero dolore se poteva avere Maka. La sua Maka.
Si staccarono ansimanti, le fronti a contatto.
“Sai, l’ho visto il mio nome sul vetro appannato…”- sospirò lui mostrando la sua più azzeccata espressione cool. Maka arrossì violentemente abbassando lo sguardo. Se ne ricordava vagamente. “E allora? Qualche problema?”- brontolò gonfiando le guance senza però smettere di stringerlo a sé. Soul sorrise.
Eccola finalmente: “l’espressione”. Le passò le braccia intorno alle spalle.
“Ti amo.”
“Lo so, idiota…”- fece lei con uno sbuffo –“Anch’io.”
Lei era venuta al mondo per lui.
Lui era venuto al mondo per lei.
Non erano “solo” arma e weapon meister. Non sarebbero mai potuti essere “solo” amici…
L’uno apparteneva all’altro. Chiaro e tondo. Punto. Fine. Stop.
Lei doveva tenere la testa in su per poterlo guardare. L’acqua scrosciava.
Maka pensò che fosse diventato veramente alto...




ANGOLO A ME:

 Allooora…cosa ne pensate?
"Troppo lungo?"
"Sì… "
"Troppo melenso?"
 "Sì…"
"Troppo bagnato?"
"Eh, beh…!"
"Troppo troppo?"
"Sì Maka, hai esagerato."
"Makaaaaaaaaaaa…"
"No dai! Per pietà!!"
"Chooooop! TAPPATI QUELLO STRAMALEDETTISSIMO FORNO CHE TI RITROVI AL POSTO DELLA BOCCA, SOUL!! CREPAA!"
"Gaaaaahhhh…"
Bene e ora che ci siamo liberati del seccatore…vi prego degnatemi di un commento! Sia belli che brutti mi van bene tutti…! Capito? 
APPRESTOOOO!!
scythemeister_MakaAlbarn
 
  
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