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Autore: Lyra Lancaster    17/07/2012    1 recensioni
Il tenero maknae degli Infinite, un profumo e una capricciosa laureanda inglese.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Infiniteff

Parisienne


Claire si fiondò sul morbido letto di Sungjong e rimase lì, immobile, con le braccie spalancate e gli occhi chiusi.
Il ragazzo, che prima dell'entrata della giovane nella sua stanza d'albergo si trovava su una poltrona vicino alla finestra e stava leggendo, alzò lo sguardo all'istante e rimase pochi secondi ad osservare il profilo di lei; dai capelli, i cui ricci dorati erano sparsi disordinatamente sul cuscino, al viso statuario di alabastro, che affondava dolcemente nella piuma d'oca, alle labbra morbide che indossavano un rossetto scuro, alla linea del collo, le spalle, il torace minuto, i fianchi snelli e le gambe lunghe e toniche.
Quindi si alzò lentamente, altrettanto lentamente attraversò la stanza, posò il libro sul comodino affianco al matrimoniale e si sedette accanto a Claire.
Lei non si mosse. Pareva che neanche respirasse.
Sta male?
Il maknae degli Infinite si preoccupò, notando l'espressione leggermente sofferente dell'amica.
Le posò una mano sulla spalla con delicatezza: "Noona, stai male?"
Lei non aprì gli occhi.
Fece una smorfia e si girò dall'altra parte, lasciando che il vestito bianco con rifiniture blu  in cotone pesante si sciupasse.
"Sto bene. Non ti preoccupare."
Sungjong spostò la mano dal suo corpo facendo scorrere le dita sul suo braccio: "Ok, ho capito... non vuoi parlarne... Oggi c'è un bel sole, vero?"
Lei si mise a pancia in giù e fece dondolare piano le gambe.
Puntò i suoi occhi oliva in quelli nocciola di lui con uno di quei suoi sguardi che lo facevano ubriacare.
"Mi sei mancato."
Ah sì? Una settimana.
Una settimana di silenzio.
Si erano visti l'ultima volta settimana scorsa e lei non gli aveva mai telefonato, mai inviato un messaggio, non era mai andata a trovarlo.
Stava per laurearsi in un Paese che conosceva da poco, d'accordo, autava suo padre in azienda, d'accordo... ma che ci voleva a fare una telefonata?
Erano due mesi che si vedevano, anche se Sungjong non sapeva ancora come definire il loro rapporto.
Erano fidanzati? No... la casa discografica e le fan li avrebbero uccisi e, inoltre, non c'erano le premesse per esserlo. Si vedevano troppo poco e sapevano poco l'uno dell'altra. Anche perchè parlavano poco.
Claire forse perchè non voleva una storia seria, il maknae forse per lo stesso motivo.
Gli sembrava strano uscire con una ragazza che aveva cinque anni più di lui, anche se lei gli piaceva da morire.
Il suo atteggiamento da bambina capricciosa e viziata lo facevano impazzire.
L'aveva notata la prima volta in una boutique in centro. Lei stava mandando in manicomio le commesse scegliendo un nuovo profumo e lui era andato a comprare il solito.
Parisienne di Yves Saint Laurent.
Appena Sungjong l'aveva vista, aveva capito che quello doveva essere il suo profumo.
"Noona, secondo me dovresti provare questo." Le aveva passato il tester.
Lei aveva prima conficcato gli occhi in quelli di lui per due sudati minuti poi, lentamente, aveva spruzzato il profumo.
Sì, deve essere suo.
"E' buono."
"Te lo regalo io, noona."
Lei era scoppiata in una risata tintinnante a metà fra l'imbarazzato ed il divertito.
"Non essere sciocco, non mi conosci nemmeno." Gli aveva sorriso con malizia.
"Tu invece sì?"
Certo. Gli Infinite non erano i suoi preferiti ma ascoltava qualche canzone.
"Dai... ti offro il pranzo." Rise lei sotto i baffi.
Lui era filato a pagarle il falcone grande del profumo, poi s'erano incamminati verso il ristorante, parlando del più e del meno.
Lei raccontò del suo trasferimento in Corea di due anni fa, della sua volontà di proseguire gli studi di diritto internazionale e dell'azienda che suo padre aveva dislocato da Gladstone fin lì, a Seoul.
"Non ti mancano i vecchi amici?" Era la scontata domanda che le aveva rivolto il ragazzo.
"Un po'. Ma me ne sono già fatta di nuovi! Anche se faccio ancora un po' di fatica con la lingua... Entriamo qua?"
Excelsior Restaurant
"Sì... va bene."
Sungjong non aveva mai mangiato in un ristorante dove la parte più importante di ciò che servissero fosse come lo servissero... novelle cousine... era certamente migliore il ramen, riempiva di più... e se Claire mangiava tutti i giorni quella roba si spiegava come mai fosse così magra e minuta.
Almeno non era una fan scatenata che gli era saltata al collo chiocciando.
Era... mite. Silenziosa.
Parlava con gli occhi.
Si capiva anche se fosse di suo gusto o meno quello che stava mangiando.
Masticando lui la osservava mentre portava alla bocca un angolo del tovagliolo e delicatamente si tamponava le labbra, per poi sollevare il calice e bere lentamente.
Era acqua... stava bevendo solo acqua... ma la centellinava come se fosse la cosa più preziosa che avesse.
Poi sollevò lo sguardo e si accorse che lui la stava osservando. 
Alzò le sopracciglia perfettamente disegnate e, sorridendo, gli chiese: " Tutto apposto, Sungjong?"
"Ehm.... sì?... Sì... Prendiamo il dolce?" 
"Sì. Ti è piaciuto il pranzo?"
No. Faceva schifo.
"Era ottimo noona, grazie... cosa ordini?"
Qualcosa in francese con il cioccolato e la menta.
Lui ordinò la stessa pietanza e riprese a spiare i gesti calmi, accurati ed eleganti della fanciulla.
Si sentiva lui lo stalker e lei l'idol.
Forse lo era, in Inghilterra.
"Noona sei famosa?"
"Eeeh, ma che dici? Solo per via di mio padre. Ma non sono nè una ballerina, nè una cantante, nè altro." Lei rise. "Perchè me lo chiedi?"
"Così... per sapere..." Perchè sei molto più affascinante di qualsiasi ragazza famosa io abbia conosciuto.
"Com'è essere sempre sotto i riflettori, piuttosto?"
"Ecco... bisogna sempre stare attenti a quello che si fa e si dice... ma, dopotutto, è bello vedere che c'è molta gente che ti segue, che t'incoraggia e a cui piace quello che fai. Poi ci sono tante opportunità, partendo dalla carriera di cantante... ci sono tantissimi idols che sono diventati attori, che fanno radio, che conducono programmi..."
"Tu quale sceglieresti?" Claire si infilò in bocca un altro minuscolo pezzo di mousse al cioccolato e lo guardò curiosa.
"Penso che sceglierei di recitare... ovviamente dipende tutto dalle case discografiche e da quelle cinematografiche... ma se potessi scegliere vorrei fare qualche drama."  Rispose lui regalandole un sorriso prima di finire il suo dolce.
Una volta finito di pranzare erano andati in un parco lì vicino.
Lei si era gettata in mezzo all'erba, all'ombra un faggio, fregandosene dello Chanel blu che indossava e aveva chiuso gli occhi.
Sorrideva.
Sungjong si era seduto a gambe incrociate accanto a lei e aveva appoggiato la testa al tronco dell'albero.
Quindi aveva chiuso gli occhi anche lui.
Si sentiva in pace lì vicino a lei.
"Ti piace il mare?" Aveva chiesto lei  interrompendo il silenzio e mettendosi a sedere.
"Uhm... sì. Perchè?" Cosa aveva in mente?
Lei si era morsa il labbro inferiore guardandolo negli occhi, poi aveva estratto l'I-phone dalla kelly e aveva composto un numero.
"Ciao pa'. Sì sì... tutto apposto, grazie. Henry è libero? Mmm... a Incheon. Sì... al solito. Va bene pa' grazie."
"Noona...?"
"Sì. Fra un po' arriva l'elicottero."
"Elicottero?" Porca... "Noona, non ho il costume."
"Ce ne sono tre da uomo sull'elicottero. Non ti preoccupare."
Era iniziato tutto così.
Con quattro bracciate nel mare, tra banchi di pesci colorati e conchiglie di qualsiari forma, e poi erano ritornati in città.
"Oppa, ti porto a casa mia."
Oppa?
"Sì noona. Ma io..."
Gli aveva chiuso la bocca con un bacio.
Finale scontato e prevedibile: cena a lume di candela sulla -sì, esatto, sulla- piscina di lei, che poi l'aveva portato in camera e buttato sul letto senza riguardo e senza consultare nessun manuale di buone maniere. L'aveva fatto e basta.
Da allora avevano avuto incontri simili più o meno tutte le volte che si erano visti. Per la precisione entrambi tacitamente si incontravano solo per quello.
Ecco... siamo scopamici.
Concluse il maknae, rispondendo allo sguardo penetrante e malinconico di lei.
"Anche tu... mi sei mancata troppo."
Lei aveva sorriso tristemente, gli aveva preso una mano ed aveva iniziato a succhiargli il dito medio; quindi si era messa supina e l'aveva attirato a sè per baciarlo.
Lui l'aveva stretta e si era voltato, portandola sopra di sè, per abbassare la lampo del suo abito. Lei, continuando a giocare con la sua lingua, gli accarezzava i capelli.
Il maknae interruppe l'azione per sfilarle il vestito, poi lei riprese a baciargli il collo, mentre gli slacciava la camicia.
Quindi, coprendosi l'un l'altro il corpo di baci si erano levati gli indumenti a vicenda e avevano fatto l'amore e  il ragazzo si era disteso ansimante accanto alla giovane, che si accoccolò sul suo petto.
Rimasero così per qualche minuto, finchè il suo respiro non ritornò regolare.
A quel punto Claire aveva intrecciato la destra alla sinistra dell'idol.
"Sungjong..."
"Dimmi, noona..."
"Io parto." Esordì tristemente. Le sue parole sembravano il canto di morte dell'assiuolo, alle orecchie del ragazzo.
"Parti?"
"Torno in Inghilterra... Mio padre ha pensato di lasciare qui un suo collaboratore e di ritornare a curare gli affari a Gladstone... e ovviamente io andrò con lui.
Questa è l'ultima volta che ci vediamo." La sua voce era un sussurro forzato che cercava di non irrompere in un pianto disperato.
"E..."
"L'ho saputo una settimana fa. All'inizio non volevo rivederti... Dio sa quanto detesto gli addii... preferivo che tutto rimanesse così... e invece fra cinque ore dovrò essere sul jet che mi rispedirà in Inghilterra e sono qui. Non ce l'ho fatta."
"Cinque ore?!?" Sungjong stava per soffocare, se lo sentiva. Gli mancava l'aria e aveva la nausea.
Lei annuì. Non parlare era più semplice.
Doveva alzarsi, rivestirsi e filare in aeroporto. E non ne aveva nessuna voglia.
"Mio padre mi aspetta al check-in... E' meglio se vado..." Lei fece per alzarsi, ma il giovane, con le lacrime agli occhi, la tenne stretta a sè.
"No... Sungjong... ti prego... non fare così..."
"Altrimenti?" Lui la strinse con tutta la forza che i suoi diciannove anni gli permettevano di esercitare.
"Altrimenti resterò qui a vita."
"Cosa c'è di male? Vivresti con me... fuggiremo. Lascio la band e ce ne andiamo..." Ormai le lacrime gli rigavano il viso.
Claire gli mise un dito sulle labbra per farlo tacere. "Non dire idiozie. Sei un idol. Non distruggere tutto quello che hai costruito fin'ora. Pensa anche agli altri Infinite... alle fans. E' stato un sogno... e ora bisogna svegliarsi."
Scivolò via dalle sue braccia e si riassettò velocemente. Lui non potè fare altro che guardarla scomparire dalla sua vita per sempre.
Non ebbe neppure il coraggio di alzarsi e darle un ultimo saluto.
Lei uscì e sbattè la porta con violenza, lasciando solo nella stanza, con l'impalpabile ed evanescente Parisienne come unica compania.



Boh... volevo scrivere qualcosa con un profumo e Parisienne è il mio preferito.
Spero che vi abbia fatto lagrimare copiosamente.
Con affetto per tutti coloro che leggeranno e/o commenteranno <3
  - Lyra -

  
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