Serie TV > The Mentalist
Ricorda la storia  |      
Autore: BBambi    18/07/2012    4 recensioni
SPOILER - BREVI RIFERIMENTI AL FINALE DI STAGIONE
Se lo immaginava sorridere vittorioso – conscio del vantaggio guadagnato sulla sua nemesi - non appena chiusa la porta alle spalle della sua amante.
Prese quel sorriso e lo chiuse dentro la valigia contenente lo stretto necessario.
Ma quelle poche cose iniziarono a bastare per giorni. I giorni diventavano pigramente settimane, poi mesi ed infine divennero anni. Tanti anni.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Princess Of China ~





 

Acqua. Un composto chimico incolore con formula molecolare H₂O. Quando si trova alla temperatura di 20°C, ha un peso specifico pari a 9790 N/m³.
L’acqua è un elemento dai molteplici aspetti. Reagisce alle sollecitazioni esterne e si trasforma, diventando irriconoscibile.
Nel momento in cui viene esposta ad alte temperature, essa si volatilizza, tramutandosi in vapore. Al contrario, quando sottoposta a rigide temperature essa si solidifica, aumentando la sua massa volumetrica, fino a tramutarsi in ghiaccio.
L’acqua ha davvero tante forme, così come le persone: tante facce, tanti caratteri a seconda delle situazioni.
Ma come per l’acqua, anche per le persone, probabilmente ciò che può essere più spaventoso è l’elemento preso nella sua realtà originaria.
Liquido per l’acqua, intimo per gli esseri umani.
Molte persone temono l’acqua allo stato fluido.
Coloro che ne hanno paura - o più precisamente hanno paura di affogarci dentro - hanno spesso avuto traumi diretti oppure non hanno mai imparato a nuotare.
In quei casi l’acqua appare come un vero e proprio nemico, come una bestia inconsistente dalle mille braccia pronte a tirarti verso il basso.
Una sabbia mobile liquida in cui sprofondare tutto d’un fiato.
Lisbon guardò alcune bollicine d’ossigeno staccarsi dalle sue labbra e salire verso l’alto, verso la superficie.
Lassù in alto era tutta una danza di colori, macchie cromatiche che si facevano e sfacevano in altrettante forme differenti.
Così era la realtà al di fuori, vista da sotto tutta quella barriera d’acqua.
Un mondo distorto, silenzioso, incredibile.
Un mondo che stava lasciando.


Aveva deciso di partire, di lasciare tutto.
Un viaggio l’avrebbe portata lontana da tutto, da tutti. L’avrebbe portata lontana da lui.
Doveva andare: più lontano possibile, più veloce che potesse.
L’unico modo per salvarsi dall’autodistruzione di quell’uomo era allontanarsene.
Lo vedeva giorno dopo giorno sbriciolarsi, una statua di sabbia sulla riva del mare in burrasca.
E più lei ne raccoglieva e riposizionava ogni singolo granello, più lui si lasciava disfare dal vento e dall’acqua della sua tempesta interiore.
Lentamente si stava sgretolando anche lei.
Non poteva più permettergli di avere il controllo di ogni sua scelta, doveva andare.
Quell’uomo era disposto a tutto, lo aveva dimostrato nell’ultima svolta delle indagini su Red John.
Quella creatura che portava addosso la pelle di Patrick Jane stava iniziando a spaventarla: il pensiero della sua vendetta lo portava a compiere azioni al limite della moralità.
Era disposto ad immolare risorse, cose, persone, ritenendo ognuna di queste variabili egualmente sacrificabile.
Infine c’era stata Lorelai ed il suo cuore si era spezzato in due precise metà.
Lui aveva certamente calcolato tutto. Se lo immaginava sorridere vittorioso – conscio del vantaggio guadagnato sulla sua nemesi - non appena chiusa la porta alle spalle della sua amante.
Prese quel sorriso e lo chiuse dentro la valigia contenente lo stretto necessario.
Ma quelle poche cose iniziarono a bastare per giorni. I giorni diventarono pigramente settimane, poi mesi ed infine divennero anni. Tanti anni.
L’agente Teresa Lisbon era diventata in quegli anni dapprima Teresa, poi Tess ed infine mom.
Lontana da Sacramento aveva finalmente smesso la tenuta da capitano e aveva finalmente potuto vestire i panni di semplice donna.
Una donna con le sue paure e le sue insicurezze, con la tenerezza e la sensualità di una femmina che non deve celarsi sotto le spoglie di un capo dal nerbo mascolino.
Aveva finalmente imparato ad amare, in modo sano, grazie alla persona che aveva ricambiato con dolcezza il suo sentimento e con la quale lo aveva coronato, concependo una bellissima bambina.
Poco importava se Patrick Jane le aveva detto di amarla, puntandole addosso una pistola.
Lei aveva ormai bisogno di realtà solide e concrete. Di sicurezza.
E finalmente nella sua nuova casa, il suo castello, ora aveva tutto questo e lei ne era la principessa.
Teresa Lisbon aveva finalmente avuto la sua fiaba.
Ora faceva la spesa e comprava biscotti e cereali alla sua bambina come qualsiasi altra mamma. Come qualsiasi altra donna.
Il castello era vuoto e silenzioso. Prese la borsa ed uscì.
Le strade erano semideserte, forse a causa del caldo soffocante che ammantava la città immobile.
Infondo alla via c’era solo la sagoma di un uomo. Una sagoma grigia, una sagoma che le provocò una fitta di dolore al livello del petto.
Più si avvicinava, più le sue gambe le chiedevano di fermarsi e fare marcia indietro. Continuò ad avanzare, finché quel piccolo dolore divenne una morsa insopportabile.
« Lisbon» sussurrò l’uomo dagli abiti macchiati di sangue. Non arrivava nessun cattivo odore da quella persona, nessun olezzo di emoglobina coagulata, ma lo stomaco della donna sussultò ugualmente.
Lo guardò in viso. Gli anni sembravano non essere passati sul quel volto, ogni piccola ruga era al suo posto, ne più ne meno profonda, gli occhi sempre incredibilmente tristi, sempre profondamente penetranti.
« Jane, che ci fai qui?» domandò sconvolta.
Già, cosa diavolo ci faceva lì quell’uomo? Lì nel suo regno personale, lontano da tutto e da tutti? Lei aveva scelto di allontanarsi, di andarsene per sempre per vivere finalmente quella felicità a lungo rincorsa e mancata. Adesso lui era venuto nuovamente a strappargliela? No, non lo avrebbe permesso. Ora lei aveva qualcosa da proteggere e avrebbe lottato come una tigre.
Sapeva benissimo di cosa lui fosse capace, avrebbe dato tutto al fuoco pur di placare quella tempesta che gli infuriava dentro,
« Torna! »
« Devi andartene!»
« Vieni con me!» disse prendendole la mano; il sangue su quella di lui era ancora fresco.
« Ma che diavolo hai fatto Jane?» domandò ritraendosi bruscamente dalla stretta di lui.
L’uomo rimase a guardarla, gli occhi dall’espressione sterile, un sorriso di circostanza appeso alla faccia punteggiata di schizzi cremisi.
Le fece davvero paura. Patrick Jane era acqua allo stato liquido.
Il vapore l’avrebbe stordita, il ghiaccio probabilmente ustionata, ma l’acqua, l’acqua non le avrebbe lasciato scampo, ci sarebbe annegata dentro in una sola volta.
Sapeva benissimo di cos’era capace quell’uomo e non poteva lasciare che entrasse di nuovo nella sua vita, ora che finalmente lei aveva tutto.
« Rovinerai di nuovo tutto, vero?» chiese sussurrando, quasi nella speranza di non essere sentita « Devi andartene!» ripeté.
« Non posso! Non finché non tornerai indietro insieme a me! Devi tornare Lisbon!»
« Che diavolo stai dicendo??? Qui ho tutto quello di cui ho bisogno Jane!» si voltò indietro, stendendo il braccio ad indicare la sua casa, la sua famiglia in piedi davanti alla soglia.
Aveva segretamente desiderato così tanto quella realtà, ora non poteva lasciar andare tutto.
Guardò l’uomo e la bambina mano nella mano alle sue spalle. L’uomo e la bambina, senza nomi, senza volti, senza voci.
« Andiamo!» la mano insanguinata avvolse nuovamente la sua.
« Resto qui Jane, io resto qui!» disse abbassando il braccio libero e portandolo lungo il rispettivo fianco «Non ho più voglia di aver paura di te» confessò con leggerezza.
L’uomo non rispose nulla.
« Dovrò continuare a perdonati, mentre tu distruggerai tutti i miei sogni, le mie aspettative. Continuerai la tua battaglia ed io non sarò che una pedina in questo tuo gioco. E quando sarà finita e tu sarai in pace, che ne sarà di tutti i sacrifici, le vittime, le persone attorno a te? » sospirò e il suo petto e le sue spalle si alzarono seguendo il suo respiro, come l’onda segue il primo rivolo di schiuma «No, io resto qui!» sentenziò scuotendo la testa serenamente.
« Andiamo!» ripeté l’uomo con dolcezza « Il tuo posto non è qui!».
Teresa si voltò ancora una volta verso la sua dimora e rimase attonita nel vedere quello che stava accadendo.
La sua casa - il suo castello - stava crollando sotto un’onda enorme, la sua bambina e il suo amore privi di volti e di voci stavano precipitando in una voragine fatta di nulla.
Aveva perso tutto, ancora una volta. O forse non c’era mai stato nulla, ancora una volta.
Alcune bollicine d’ossigeno si staccarono dalle sue labbra e salirono verso l’alto, verso la superficie. Le osservò passarle davanti agli occhi e volteggiare tra loro.
Le seguì con lo sguardo fino lassù in alto dove credeva di trovare l’azzurro infinito del cielo d’estate e dove invece c’era tutta una danza di colori, di macchie cromatiche che si facevano e sfacevano in altrettante forme differenti.
Così era la realtà al di fuori, vista da sotto tutta quella barriera d’acqua.
Un mondo distorto, silenzioso, incredibile.
Lei invece se ne stava lì sotto in quella realtà di bolle e sogni impossibili, galleggiando coi pesci e danzando con le alghe.
« Andiamo Lisbon!» disse di nuovo l’uomo. Quel piccolo dolore al petto si fece insopportabile. Sentiva una pressione terribile schiacciarle le costole più e più volte, ritmicamente.
« Uno, due, tre…Respira dannazione!»
Quell’ultima imprecazione arrivò insieme all’aria che rientrava nei suoi polmoni, mentre l’acqua salata ne usciva. Una lingua di fuoco si era accesa nel suo esofago bruciato dal sale. L’aria infiammava le escoriazioni dovute all’acqua marina, mentre lei se ne riempiva nuovamente i polmoni.
Sentiva solo quel terribile incendio.
«Lisbon!» la voce la richiamò dal suo dolore.
Aprì gli occhi, faticando a mettere a fuoco. L’uomo davanti a lei non era più un Van Gogh a macchie d’emoglobina, ma era ora fradicio d’acqua. Profumava di salmastro.
Prese di nuovo aria, ad ogni respiro una nuova fitta. Ad ogni respiro un nuovo tassello del puzzle del suo sogno riaffiorava alla mente, spezzettando sempre più il suo cuore già diviso a metà.
Il castello, l’amore, la bambina, tutto era tornato nella sua fantasia e lei non era più principessa di un bel niente, figlia di una fiaba mai narrata.
Le restava quella realtà fatta di morti e indagini, di divani, the e delusioni.
Nelle profondità del mare da dove l’aveva ripescata Patrick Jane, Teresa Lisbon aveva ritrovato se stessa e i suoi sogni. Lei era riemersa, i sogni erano rimasti sotto litri e litri d’acqua e sale.
Ma insieme a lei era riaffiorata anche una nuova consapevolezza.
Teresa Lisbon amava Patrick Jane, ma al tempo stesso aveva iniziato a temerlo.
Lo aveva seguito fin lì, spalleggiandolo e difendendolo come un impavido cavaliere, come un indistruttibile super eroe. Lui le aveva sparato contro un ti amo che non era sicura di aver sentito realmente.
Ma in mezzo alle due cose c’erano Lorelai e il cuore sfilacciato di Lisbon.
Quell’uomo era capace di toglierle e ridarle la vita, quell’uomo aveva davvero preso il sopravvento su di lei.
Ripensò al suo sogno, forse avrebbe seriamente dovuto mettersi in viaggio verso una meta lontana, irraggiungibile, alla ricerca della sua personale felicità, della sua personale fiaba.
Del resto anche se Patrick Jane sembrava essere una grande fetta di quella torta, egli stesso si era anche rivelato una minaccia.
Lui aveva la sua missione e lei cosa aveva da difendere? Ripensò alla sua casa ideale, alla sua famiglia da foto ricordo. Lei non aveva un bel niente.
« Lisbon…» un sorriso pieno di calore si dipinse sul viso triste e stanco di Patrick Jane «..credevo davvero di averti persa!» disse d’un fiato lasciandosi cadere sulla sabbia.
La donna si alzò sui gomiti a guardarlo. Il cielo e le iridi di Patrick Jane sembravano riflettersi gli uni negli altri, specchio e copia del medesimo infinito ceruleo.
Un grazie rauco uscì dalla gola riarsa dell’agente, mentre si abbandonava nuovamente con la chioma sulla sabbia.
Era ancora viva.
Tuttavia, nonostante lui l’avesse salvata, il miraggio di quell’esistenza meravigliosa le aveva fatto rivalutare quella attuale.
Jane era davvero importante. A volte temeva di non potersene privare.
Ma ora una nuova consapevolezza era subentrata.
Così come per l’essere vivente dissetarsi è indispensabile, la stessa acqua può essergli mortalmente fatale.
Lisbon aveva appena scoperto di avere una paura tremenda di affogare in quella creatura liquida che era Patrick Jane.




 

 

FIN.
 



 

NB. Ho deciso di aggiungere una mia piccola personale fanart senza pretese, realizzata molto velocemente....

Avevo grande nostalgia del fandom…così mi sono lasciata andare ad un nuovo esperimento notturno. Una ff che è più una panoramica introspettiva dell’agente Teresa Lisbon incastonato in una vicenda appena accennata….il tutto ispiratomi dal featuring tra i Coldplay e Rihanna: Princess of China appunto.
Spero di avervi intrattenuto senza annoiarvi.
Con affetto.
BB
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: BBambi