Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Kyu_Kon    18/07/2012    1 recensioni
Lesse ad alta voce da quella pergamena consumata dall'inesorabile tempo e ormai ingiallita e ruvida:"Amor vincit omnia". Le sue mani tremarono e il suo cuore iniziò a battere violentemente contro la sua cassa toracica, quasi come per uscirne fuori. Aveva proprio ragione: l'amore vince su tutto!
Genere: Introspettivo, Poesia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ancora un’altra mattina, una come tante, faceva da sfondo a casa Lavarini. “Svegliati Mattia!” Aveva urlato Nevia, sua madre, come ogni dannato giorno. Il ragazzo s’era girato dall’altra parte senza aprire occhio tirando a se con forza le lenzuola azzurre decorate con motivi geometrici più scuri. “Alzati!” Aveva insistito urlando più forte come se il ragazzo avesse potuto davvero non aver sentito il primo richiamo. Stavolta Mattia rimase fermo, i capelli castano scuro scompigliati sul cuscino e il respiro profondo di uno che si sta godendo gli ultimi secondi di sonno. Sua madre fece irruzione violentemente nella sua camera facendo un gran fracasso, le sue scarpe col tacco, battendo sul pavimento di piastrelle beige, facevano un rumore assordante ad ogni passo. Andò verso la finestra e con due strattoni alzò la tapparella che la copriva. La luce del sole già sorto da qualche decina di minuti entrò violentemente nella stanza come poco prima aveva fatto la donna ma più silenziosamente, andando a finire proprio sul viso del ragazzo. Ancora con gli occhi semichiusi e una mano davanti al viso dai lineamenti dolci per ripararsi dagli accecanti raggi solari, Mattia si mise a sedere sul letto con un’espressione molto irritata. “Che palle” Pensò mentre la madre usciva dalla stanza lasciandosi dietro solo il rumore del suo passo e il suo profumo dolce che a Mattia metteva la nausea. Il ragazzo si alzò in piedi e si sfilò il pigiama grigio gettandolo ai piedi del letto; prese un paio di calzoncini blu scuro e una maglietta arancione spento e, senza mutare la sua espressione scocciata, se li infilò velocemente. Estrasse da un cassetto delle calze nere e, dopo averle indossate, s’infilò le sue uniche scarpe: un paio di larghe Etnies grigie e blu, dai lacci grandi e consumati, poi si diresse verso il bagno. Quando arrivò, una trentina di passi dopo, trovò la porta chiusa; “Che palle” pensò per la seconda volta trattenendo nella sua mente parole peggiori. 
Mattia odiava quando appena sveglio sentiva in bocca la saliva seccatasi durante la notte, la gola disidratata, il viso atrofizzato e la piscia spingere violentemente contro le pareti della vescica stracolma e, in quei momenti, il bagno era l’unica cosa che poteva aiutarlo a svegliarsi tranquillamente, a rimettersi in vita. Trovare il cesso occupato come prima cosa al mattino significava per lui iniziare la giornata con il piede sbagliato, con la voglia di spaccare quella dannata porta e conquistarsi il diritto di pisciare in pace. 
 
Dopo qualche interminabile minuto uscì dal bagno David ancora in pigiama, suo fratello minore, un sedicenne magro quanto lui e poco più basso con dei meravigliosi occhi verdi, i capelli castani e un viso dai tratti ancora infantili. “Quanto ci hai messo?” Lo rimproverò Mattia quasi urlando mentre entrava nella piccola stanza sbattendosi la porta alle spalle “Sarebbe stato più veloce un bradipo”.  In realtà, quando si trattava di rimanere in bagno, era Mattia il più lento tra i due. Il bagno era un posto così calmo e silenzioso, bianco e splendente, più accogliente e più pulito di tutte le altre stanze della casa, il segretamente preferito di Mattia. Girò la chiave nella serratura e s’avvicinò al water, svuotò la sua vescica ormai insopportabilmente piena facendo attenzione a non sporcare, sputò nel lavandino e si risciacquò la bocca più volte, poi si lavò il viso con acqua e sapone e s’asciugò. Si lavò i denti con calma ma non troppo accuratamente e, guardando la sua immagine riflessa nel grande  specchio sopra al lavandino, si sistemò i capelli scuri con la mano destra ancora bagnata, poi, dopo essersi scrollato dalle goccioline che finirono sullo specchio e sul lavandino pulito, rigirò la chiave e uscì dal bagno. 
“Ciao! Io vado, non fate tardi a scuola e chiudete la porta e fate i bravi! Ciao.” Urlò Luisa quasi meccanicamente a David che si era già accomodato sulla sua sedia e s’apprestava a mangiare e a Mattia che, grazie alla magia del bagno, stava entrando con il viso meno innervosito in cucina ma senza nascondere comunque la sua stanchezza. “Ciao” rispose David non troppo raggiante alla madre, Mattia alzò la mano in segno di saluto alla madre che si era già girata da un pezzo e stava per uscire dalla porta. 
Fece una colazione stranamente abbondante quel giorno; sul tavolo trovò dei biscotti al cioccolato, un pacchetto ancora nuovo di brioche, dei succhi di frutta alla pesca e all’arancia e anche delle barrette di cereali. Trovare tanto cibo tutto assieme era un evento abbastanza raro a casa Lavarini, di solito mangiavano sempre tutti pane del giorno prima con marmellata o crema di nocciole o fette biscottate nel tè. “Che abbondanza!” Esclamò con fare ironico e insieme stupito al fratello. “Già” Rispose mentre, addentando un altro biscotto, si era alzato per andare nell’altra stanza a prendere il cellulare. Il resto della colazione era stato un lungo silenzio rotto solo dal rumore di biscotti masticati, succo versato e dal ticchettio inesorabile dell’orologio che copriva il debole suono che emettevano i tasti del telefonino di David. Dopo la colazione i due erano usciti di casa con lo zaino in spalla e, senza una parola, si erano diretti, l’uno verso l’istituto professionale distante qualche centinaio di metri, l’altro verso la fermata del pullman poco lontana da casa salutandosi solo con un ciao appena accennato e sottratto dal vento pungente che soffiava in quella mattina di fine aprile.


Salve a tutti! Questa è la prima storia che posto su un sito internet quindi spero che perdoniate gli errori e che vi piaccia almeno un pochettino! Vi chiederei cortesemente, se non vi è di troppo disturbo di lasciare una recnsione, mi sarebbe molto utile per capire il mio livello e per migliorarmi il più possibile! Grazie mille, buon proseguimento di lettura.

Kyu

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Kyu_Kon