Severus era ancora in aula. Nonostante la lezione fosse
finita da una decina di minuti non riusciva ad alzarsi.
- Dannato Potter- pensò.
Si, la lezione in sua presenza l’aveva sfinito, quegli occhi che gli
ricordavano un passato che continuava a tormentarlo la notte, facendogli
desiderare ogni giorno un po’ di più di morire.
L’unica cosa a cui non riusciva a smettere di pensare era l’immagine della sua
amata, del suo unico vero amore. Lily.
Avrebbe dovuto proteggerla di più, non faceva che rimproverarsi.
Se solo non avesse sposato quel Potter. Lei adesso sarebbe ancora viva, una
morsa gli strinse il cuore. Il respiro si bloccò per un attimo. Una lacrima
scese da suo volto e andò a bagnare il foglio che aveva sotto il naso.
-Severus..-
Una voce, quasi un sussurro, ma lui era solo in quella grande aula nei
sotterranei. Non voleva alzare lo sguardo, non voleva che qualcuno lo vedesse
piangere, non voleva far vedere la sua debolezza o avrebbe perso il rispetto
che si era guadagnato con gli anni.
-Severus non piangere. -
Ecco di nuovo quella voce, ora più chiara, no, non poteva essere. Adesso era
ancora più vicina e non poteva credere a quello che era appena successo. Alzò
il viso di colpo. Eccola, sorridente e raggiante proprio come la ricordava. Una
ragazzina spensierata con gli occhi color smeraldo. Era lì davanti a lui, come se
si aspettasse che lui l’andasse ad abbracciare, come una volta, prima che
morisse. Prima di James.
Si alzò dalla sedia e si avvicinò a lei, a quella ragazza felice, alla sua
Lily.
Lei avvicinò una mano al viso di lui, ma, fu costretta a fermarsi a metà strada
perché lui leggermente spaventato da quella visione, si allontanò di poco.
Un’espressione comprensiva si fece largo sul volto della giovane donna e quando
finalmente toccò la sua guancia, lui si rilassò. Chiuse gli occhi e si beò del
suo tocco dolce e materno. Portò la sua mano sulla sua e aprendo gli occhi,
incatenò lo sguardo a suo.
- Lily..- disse con voce flebile, quasi un lamento.
Lei sorrise ancora, il suo cuore prese a battere velocemente.
- Sono qui Sev..-
- Mi sei mancata tanto. Troppi anni senza di te, troppe notti passate a
piangere. Una vita, la mia vita, che va avanti solo grazie al ricordo di te, al
ricordo di noi insieme..- si fermò un attimo per riprendere fiato, ma, non le
diede neanche il tempo di parlare, che ricominciò con quella confessione
straziante del suo amore.
- Lily, non ho smesso un attimo di pensarti, di rivivere i nostri momenti insieme.
E poi è arrivato lui.. Tuo figlio, ha i tuoi occhi, questi bellissimi occhi che
ho amato.
Lily, io non faccio altro che rivedere te in lui, io vorrei odiarlo per quello
che ti ha fatto, vorrei vederlo sparire, se questo bastasse a riportarti tra le
mie braccia. Per darti un ultimo abbraccio. Ma poi quando vedo il suo sguardo,
riflesso del tuo, io.. io lo proteggerò.- disse con decisione.
A quelle parole la ragazza non poté far altro che sorridere. E ringraziare
l’amico, sentiva che era come tornato tutto a posto tra di loro. L’uomo in uno
slancio si avvicinò e tendendo le braccia e l’avvolse in un abbraccio. Gli
sembrava così strano poterla toccare di nuovo. Il suo profumo poi, così dolce e
rassicurante, le era mancato. Affondò il viso nell’incavo del suo collo e
strinse di più la presa, quasi a volersi assicurare che lei era lì davanti a
lui. Era morto forse?
Ad un certo punto sentì le braccia di lei stringersi intorno a lui. Severus
sentì calde lacrime bagnargli il volto e strinse ancora di più la presa, ancora
una volta, temendo che se l’allentasse lei sparisse nel vuoto. Non voleva, dopo
che l’aveva pe tanto tempo immaginato, non voleva che finisse tutto. La presa
della braccia di lei si allentò.
- Adesso devo andare Sev..ti aspetterò.-
-Come devi andare? Non mi lasciare! Ho bisogno di te! Lily! LILY!!-
La sentì dissolversi tra le sue braccia, cadde in ginocchio e
batté un pugno e
ricominciando a piangere urlò il suo nome. Non gli imporatava
che qualcuno potesse sentirlo. La rivoleva indietro. La rivoleva sua.
Si svegliò di soprassalto, steso nel suo letto il respiro
affannato di chi ha corso a perdifiato. La fronte imperlata di sudore e
la gola che bruciava. Era un sogno, si disse guardandosi intorno, le
pareti
scure della sua stanza, sembravano quelle di una prigione. Aveva
desiderato disperatamente che quello non fosse solo frutto della sua
fantasia. Ma doveva tornare alla triste realtà. La sua Lily
viveva solo nei sogni e nel suo cuore. Si girò sul fianco e
sospirando il suo nome, cercò di riprendere sonno.