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Autore: RowenaRavenclaw    18/07/2012    3 recensioni
Una singolare lezione di Pozioni durante il sesto anno ad Hogwarts della protagonista
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Erano passati ormai cinque anni da quando la professoressa McGranitt aveva letto da una pergamena “Winchester, Daisy!” ed il Cappello parlante aveva gridato: “Corvonero!”. Ero poco più di una bimba la prima volta che entrai ad Hogwarts: capelli corvini a caschetto, occhi azzurri celati da un paio di occhiali tondi e un’angoscia da Guiness. Non avevo idea di cosa mi aspettasse in quel castello. I miei genitori, entrambi babbani, per undici anni mi avevano ripetuto in continuazione che ero una bambina speciale e mi raccomandavano quotidianamente di non usare i miei doni in presenza di altri bambini. Solamente il giorno in cui ricevetti la lettera di ammissione alla scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts, avevamo capito che non ero l’unica persona al mondo a possedere dei poteri magici.

Cinque anni erano volati tra incantesimi, studi, Quidditch e risate con gli amici. Avevo conosciuto sei differenti insegnanti di Difesa contro le Arti Oscure, avevo temuto il mostro proveniente dalla Camera dei Segreti, avevo visto un Dissennatore senza finire in prigione, avevo ottenuto 13 Gufo e quest’anno stavo seguendo il Torneo Tre Maghi, una competizione che aveva portato all’interno del nostro castello gli studenti di due scuole di magia estere. Eccezionalmente, quest’anno erano quattro i maghi che affrontavano il torneo, tra cui il quattordicenne Harry Potter. Nessuno si spiegava come egli fosse riuscito ad inserire il proprio nome nel calice, nonostante non avesse i diciassette anni richiesti per l’iscrizione. Eppure, Harry aveva superato la prima prova come gli altri campioni. Dopotutto, forse non era un mago da sottovalutare alla sua età.

Ero al mio sesto anno ad Hogwarts ed avevo molti amici, eppure non mi sentivo simile a nessuno di loro. Forse perché studiavo molto per realizzare il mio sogno di diventare un Auror, oppure perché non m’interessava trovare a tutti i costi un ragazzo con cui andare al Ballo del Ceppo, o forse perché non ero mai stata attratta realmente da qualcuno…

…questo era ciò che credevo, fino alla prima lezione di Pozioni di Dicembre. Ero seduta in un anonimo banco in terza fila, ma non mi ero accorta d’essere capitata proprio davanti agli insopportabili gemelli Weasley. Loro adoravano prendermi di mira con i loro scherzi, ed io detestavo essere il loro bersaglio. Decisi di far finta di non averli visti e ascoltai le istruzioni di Piton per la lezione.

“Questa mattina preparerete l’Amortentia, a pagina 394 del vostro libro. Vi dividerò in coppie, alla fine dell’ora passerò tra i banchi e vedrò se la vostra pozione assomiglia vagamente a quella descritta. Inoltre, pretendo di avere una vostra relazione sull’Amortentia sulla mia cattedra per la prossima volta!"
Il professor Piton si voltò dalla mia parte, ma era evidente che non stava guardando direttamente me. "Signori Weasley, dov'eravate quando vi avevo palesemente ordinato di non volervi vedere vicini, durante le mie lezioni?"
I gemelli si guardarono, sorridendo.
"Non era una battuta. Il signor Fred si eserciterà con la signorina Johnson, e lei George con la signorina Winchester. Al lavoro!”

Non potevo crederci. C’era qualcosa di peggio di avere uno dei gemelli Weasley come compagno di esercizi? Ovviamente doveva essere anche un perditempo! George aveva passato tutto il tempo a guardarmi, senza muovere un dito! La riuscita della pozione dipendeva solamente da me, quindi mi concentrai al massimo senza considerare il bellimbusto al mio fianco.
Finalmente, l’ora volse al termine e Piton iniziò a controllare le pozioni; a suo parere, nessuno era stato all’altezza di preparare una miscela decente, ma cambiò espressione quando giunse da noi.
“Una perfetta Amortentia, signorina Wincester. Dieci punti a Corvonero. Signor Weasley, che odore sente provenire dal calderone?”
“Sento…Profumo di cocco.”
“E secondo lei, c’è del cocco nella pozione?”
“L’odore della pozione cambia da persona a persona, a seconda di ciò che ci attrae.”
“Esattamente. Sono costretto ad assegnare dieci punti anche a Grifondoro.”
Ero davvero soddisfatta dell’opinione di Piton, era il mio insegnante preferito. Curiosa di capire che odore avesse per me l’Amortentia, mi avvicinai al calderone: sentivo odore di biscotti appena sfornati e…qualcosa come… Merendine Marinare? Mi voltai verso George, pensai che doveva averne sicuramente qualcuna con sé.
“Abbiamo fatto un ottimo lavoro!” affermò George.
“Abbiamo? Che coraggio, Weasley. Degno d'un Grifondoro!” risposi di scatto, allontanandomi dal calderone.
“Suvvia, Daisy! Ormai ci conosciamo da anni! So che sei un fenomeno in Pozioni! Se ti avessi aiutata, non sarebbe venuta così bene."
"Buona la scusa per non fare niente..."
"Ma no, era solo un complimento. Ti ricordi? Eravamo vicini anche allo smistamento.”
“Certo che me lo ricordo. Purtroppo, frequentiamo la stessa scuola, sono costretta a seguire le lezioni con i Grifondoro e non posso evitarti quanto vorrei!"
“Sei arrabbiata con me, per caso?” chiese George, perplesso.
“Noooo, cosa vai a pensare!” esclamai, sarcastica.
“Ma…Perché?”
“E' una storia molto lunga! Come potrei dimenticare il primo giorno ad Hogwarts? Mi hai fatto lo sgambetto prima di entrare in sala grande e sono scivolata davanti a tutta la scuola! Aggiungiamo al calderone tutte le volte che tu e tuo fratello mi avete bersagliata con i vostri scherzi del cavolo in cinque anni…moltiplichiamo per i prodotti Weasley che mi avete appioppato senza spiegarmi quali rischi correvo…Secondo te, sono arrabbiata?”
“Un po’!”
“Winchester e Weasley!” tuonò il professor Piton, piombando alle nostre spalle. “Deduco che la lezione non sia di vostro gradimento. Venti punti in meno a Grifondoro e Corvonero!”
“Ci scusi professore, non ci siamo resi conto…” mormorai, con tono supplichevole.
“Fuori, tutti e due!”
Raccolsi in fretta le mie cose e mi dileguai dall’aula in lacrime.

In cinque anni non mi era mai capitato di far perdere dei punti alla mia Casa, né di deludere un professore per la mia condotta. Mi sentivo una criminale. George chiuse la porta e mi seguì.
“Scusami.” Sussurrò, mestamente. Ero furibonda e non gli risposi per qualche secondo, allontanandomi a passi enormi dall’aula di Piton.
“E’ tutta colpa tuaaaaa!” gridai, quando fui certa di essere a distanza adeguata da una punizione. “Mai nella mia vita avrei creduto di odiare qualcuno così tanto! Complimenti, Weasley, sei riuscito a farmi cambiare idea!”
“Winchester…Usi uno shampoo al cocco, per caso?”
“Che razza di domande fai? Ti sto dicendo che ti detesto e tu mi chiedi che shampoo uso? Non t’importa proprio niente di me?”
A quel punto, mi resi conto di aver detto anch’io una gran boiata. Perché lui avrebbe dovuto comprendere quello che provavo? Ma soprattutto, da quando per me era importante che George Weasley considerasse i miei sentimenti?
Ci fu un minuto di silenzio assoluto, durante il quale io pensavo a come districarmi da quella situazione imbarazzante e George mi fissava con aria interrogativa.
“Daisy…Sei proprio sicura di odiarmi?”
“Assolutamente.”
“Quindi, non vorresti venire al Ballo con me?”
“Al Ballo…con te?”
Non avevo idea di cosa fosse quella sensazione di gioia che invadeva il mio corpo, quel calore che mi colorava le gote, non sapevo cosa mi stesse accadendo… Avevo solo paura che fosse uno scherzo, l’ultimo di una serie infinita.
“Se non hai accettato altri inviti, ovviamente.”
“Sì, va bene.”
George mi sorrise e si avvicinò lentamente a me, che rimasi lì imbambolata mentre mi dava un bacio sulla guancia. Non mi ero mai accorta di quanto fosse carino!
“Quando ti arrabbi sei spassosa, ma anche adesso non sei male, sai?”
“Vuol dire che ti diverti a prendermi in giro?”
“Non sai quanto!” esclamò, cingendomi le spalle col suo braccio sinistro. Era dunque per questo che mi prendevano di mira! Restava solamente un ultimo mistero da risolvere…
“George, hai delle Merendine Marinare in tasca?”
“No, perché?”
“Ieri sera ho utilizzato uno shampoo babbano al cocco.”
Insieme, ci avviammo verso la Sala Grande, dove di lì a poco sarebbe stato servito il pranzo.
  
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