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Autore: CathLan    18/07/2012    11 recensioni
Liam e Niall si sono già incontrati, ma non in una vita passata, no, proprio in questa, eppure sembrano non ricordare.
Dal 14° cap.-Niall era bello, perfino coperto di farina senza inibizioni sul tavolo della mia cucina. Ogni cosa di lui mi gridava di non perderlo, di afferrare la vita e viverla al suo fianco, anche se per poco.
L'amore non è per forza una quercia centenaria sopravvissuta a perturbazioni e terremoti, l'amore è anche semplice, come una bolla di sapone che bagnata dai raggi solari prende colori splendenti. L'amore può durare anni, come può semplicemente durare mesi o anche giorni, l'importante non è quanto, ma come. Puoi amare fino allo stremo anche solo per secondi, innamorandoti del sorriso di una commessa al supermercato o degli occhi di un signore seduto da solo su una panchina. L'importante non è quanto.-
{Accenni di Larry Stylinson}
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18. Heart vacancy


 

E scusami se non ho saputo amarti,
e perdonami per tutto questo dolore.
Ma ricorda che a salvarti dall'amore
è proprio l'amore.


 

 

Salve!
Questa volta il ritardo è leggero, quindi.. no okay faccio schifo lo so ;w; scusate! Mi prostro a voi!
Tornando serie.. da dire riguardo al capitolo non c'è quasi niente se non che è molto corto e lo so e mi dispiace.
Intanto vi avviso solo che dopo questo ce ne sarà solo un altro, seguito poi dall'epilogo e lo speciale sui Larry. In pratica ci stiamo avvicinando alla fine, altri tre capitoli e addio “You're my destiny” ç^ç
Mi piange il cuore, cavolo.
Beh, come sempre scusate eventuali errori.
Un grazie a chi mi recensisce, a chi ha inserito la ff tra preferiti, seguiti e ricordati!
Un bacione xx
P.s. ho postato il prologo di una het, se vi interessa è questa: “
Cuore di menta”.
P.p.s (?) l'altra volta ho dimenticato le anticipazioni, sono rimbambita, scusate.

 

Buona lettura


                                                                                 


 

Alla fine non ce la feci a lasciar perdere, dopo due giorni di resistenze e ingranaggi girati a vuoto presi il cellulare e digitai sui tasti piccoli il numero di Zayn, attendendo poi che la sua voce mi penetrasse il cuore pugnalandomi come troppe volte aveva fatto la mia con lui.
«Pronto?» la voce di Zayn era sempre stata così ferita? Non me lo ricordavo proprio.
Andai a sedermi sul divano e inspirai forte, facendo entrare nei polmoni l'aria scottante. «Ho una domanda da farti, sii sincero, ti prego.»
«Dimmi.»
«Mi ami?» uscì quasi come un'affermazione.
Ci fu un lungo silenzio, interrotto soltanto dai nostri respiri pesanti. Il cuore continuava a correre disperato alla ricerca di riparo, le orecchie si tapparono, sperando di non sentire niente, ma la risposta arrivò comunque forte e chiara. «Non più.»
«Sii sincero» ripetei, con le mani tremanti.
Altra terrorizzante calma. «Cosa vuoi che ti dica?» Zayn ridacchiò affranto, «vuoi seriamente che ti dica che ti amo, che non ho mai smesso così da farci cadere entrambi in un baratro troppo profondo per
poterne uscire illesi? Non ci penso proprio Liam. Quindi no, non ti amo più.»
La testa prese a girarmi vorticosamente,
le gambe si fecero molli e fui costretto a lasciare ricadere la testa all'indietro per non vomitare l'anima sul pavimento lucido. Strizzai gli occhi per cercare di cancellare quelle parole dalla testa, prima che ci si tatuassero, ma ormai era troppo tardi.
Il mio migliore amico, la mia ancora, la mia personale coccinella rossa volata giù dall'albero stava cedendo e io non potevo fare altro che udire le grida strazianti antecedenti alla caduta spericolata. Zayn era innamorato di me e stava rinunciando a tutto senza pensarci due volte per permettermi di vivere felice, spensieratamente, come d'altronde avevo sempre fatto. E non era giusto, non poteva davvero essere quella l'unica soluzione. Come ci si salva dall'amore?

«No, non mi va bene questa cosa» nella mia voce si poteva sentire benissimo tutto il rammarico e il dolore, ma proprio non ce la feci a nasconderlo. Era marchiato a fuoco nella gola e usciva insieme alle parole come un accento straniero. «Dimmelo che mi ami, se mi ami. Dimmelo e feriscimi così come io ho fatto tante volte con te. Pugnalami Zayn, fammi sentire quanto hai dovuto soffrire in silenzio. Dimmi che mi ami.»
«No, non posso» seguì un singhiozzo e mi resi conto che nella sua voce c'era la firma di un pianto. «Tu sei felice con Niall, non posso.»
«Zayn» sospirai, riaprendo gli occhi e puntandoli sul soffitto troppo bianco. «Ti prego.»
Tirò su col naso e rise. Come se una lacrima camuffata in sorriso valesse davvero la felicità. «Ci sentiamo Liam, stammi bene» e mise giù.
Nelle mie orecchie risuonò per una decina di volte il
tuu fastidioso e poi altro silenzio, infinito silenzio.
Con tutta la forza che possedevo mi alzai e andai rapidamente in bagno. Alzai la tavoletta e mi ci chinai sopra, rigettando tutto il pranzo.



***


Quando Niall era tornato dall'Università e mi aveva trovato seduto in bagno accanto alla tazza per poco non aveva avuto un arresto cardiaco. Dopo i primi minuti di puro sbalordimento era corso da me, mi aveva alzato di peso e portato a letto insieme a mezzo armadietto dei medicinali. Poi una volta accertato che non avevo la febbre mi aveva spogliato -dopo essersi levato i vestiti a sua volta- ed era rimasto tutto il tempo a coccolarmi.
«Stai meglio?» mi chiese, posando un palmo sulla mia fronte fresca.
«Sì», sospirai affranto. «Ho solo chiamato Zayn.»
Gli occhi blu dell'irlandese mi fissarono apprensivi. «Deve essere andata piuttosto male se sei ridotto così.»
«E' innamorato di me.»
«Non è una novità» con il dorso delle dita mi sfiorò una guancia.
«Come faremo quando tornerà e noi due staremo insieme? Come sopporterà la cosa?» avrei voluto una risposta a tutte le domande che mi frullavano nella testa ma erano troppe e Niall non era onnisciente, purtroppo.
Si strinse nelle spalle e si sistemò meglio sul bordo del letto. «Ti devo dire una cosa a proposito di questo» bofonchiò leggermente deluso.
«Cosa?» gli presi una mano e ci giocai nervosamente.
«Fra due giorni parto per Mullingar» sorrise Niall, chinandosi su di me per baciarmi. Rimase sulle mie labbra solo un istante, poi risalì e mi strizzò l'occhio. «Tornerò presto, rimango là solo una settimana, è solo che mia nonna sta male e ci tengo ad andare a trovarla.»
«Cos'ha? E' grave?»
Il biondo scrollò il capo. «No, solo non vorrei che magari per una complicazione improvvisa se ne andasse senza che io l'abbia salutata un'ultima volta.»
«Quando l'hai saputo?»
«Stamattina mio padre mi ha chiamato, mi ha detto che aveva già comprato il biglietto e che dovevo semplicemente fare le valige.»
«Tornerai davvero?» al sol pensiero che potesse non tornare mi risalì di nuovo la nausea.
«Certo.»
«Una settimana è tanto tempo» sbuffai come un bambino.
Niall ghignò e si piegò su di me un'altra volta, baciandomi questa volta più a fondo, cercando con la lingua la mia. Trovandola e giocandoci.
Mi sentii andare a fuoco e lo afferrai per la vita portandomelo addosso. Mi si mise a cavalcioni e scese a lambirmi il collo, mordicchiando a tratti. Ultimamente era diventato molto meno timido e prendeva quasi sempre lui l'iniziativa. Ormai ci conoscevamo talmente bene da non aver più vergogna l'uno dell'altro, eravamo come due amici di vecchia data che si riscoprono ad amarsi e lo gridano al mondo tra le lenzuola, uscendo a fare la spesa mano nella mano o semplicemente ascoltando musica a tutto volume insieme, cantando a squarciagola come pazzi.
«Se c'è amore il tempo non conta, nemmeno il luogo» disse all'improvviso, accarezzandomi il petto con le mani. «Basta sapere che ci siamo, che da qualche parte ci stiamo pensando intensamente, anche stare semplicemente sotto lo stesso cielo è già una gran cosa.»
«Ciò non toglie che mi mancherai comunque» dissi, prendendogli le mani per stringerle tra le mie. Ne portai una alle labbra e ne baciai il dorso, lievemente. Poi passai le labbra sulle dita e ne lambì una ad una, con dolcezza. La sua pelle profumava come sempre di dolci.
«Pensa quando a fine anno dovrò andare in Irlanda per dieci mesi» disse ridacchiando.
«Non mi ci fare pensare, sarà l'anno peggiore della mia vita.»
Posò la fronte sulla mia sospirando forte. «Ma io ti amo lo sai e a Mullingar penserò solo e soltanto a te e ci sentiremo sempre, ogni giorno.»
«Prometti?» chiesi, sentendomi ancor più infantile.
«Prometto», slacciò le nostre dita e mi sfiorò un fianco, facendomi venire la pelle d'oca. «Prometto di amarti sempre, ovunque, in qualsiasi modo.»
«Che ne dici se cominci amandomi su questo letto?» nel dirlo non riuscii a fare a meno che sorridere come un ebete.
Lui ridacchiò divertito e in risposta si mise in piedi sul letto per levarsi i boxer, li levò e poi, prima di tornare su di me, tolse anche i miei.
Una volta completamente nudi e già visibilmente eccitati Niall afferrò un preservativo dal cassetto e me lo infilò. Il contatto con l'involucro e i suoi polpastrelli freddi mi fece scendere una cascata di brividi lungo tutta la schiena, ma non ci badai poi molto, era una sensazione elettrica piacevole.
«Liam» mi chiamò. Alzai gli occhi sul suo volto rosso d'eccitazione e gli feci segno con le sopracciglia di parlare. «Tu mi penserai?» domandò prendendomi una mano e portandosela sul sedere sodo e piccolo.
«Certo» con le dita andai a prepararlo, entrai dentro con due dita e mi mossi in circolo. Lui inarcò la schiena e sospirò forte.
«Quanto?» ringhiò sul mio collo quando lo penetrai con un terzo dito. Non avevo nemmeno inumidito la parte, doveva dolergli molto. Feci per uscire, ma lui mi bloccò tenendomi per il polso. «Dimmi quanto ti mancherò, dimmi cosa farai senza di me.»
Mi mossi nel suo orifizio per qualche minuto, poi quando mi sembrò abbastanza pronto uscii e rimasi fermo a guardarlo. Era bellissimo, coi capelli biondi -più lunghi di quando qualche mese prima l'avevo trovato in bagno a lavarsi i denti- a ricadergli scomposti sulla fronte e le iridi blu leggermente coperte dalla pupilla dilatata.
Perso com'ero a fissarlo non mi resi nemmeno conto che con le ginocchia si era puntellato sul materasso e che aiutandosi con le dita mi stava facendo entrare. Per la sorpresa il fiato mi si mozzò, insieme ai battiti cardiaci, ma fu una sensazione gradevole, come ogni volta. Stare dentro di lui mi faceva comprendere quanto potesse essere forte e sensazionale l'amore. Quanto seppur potesse sembrare un bel sogno, fosse reale.
«Vuoi seriamente che ti dica quanto mi mancherai?» sull'ultima parola la voce mi si spezzò, Niall con una spinta mi aveva permesso di penetrarlo del tutto.
Annuì e mi morse una spalla giocosamente, risalendo sulla mia asta lentamente. «Dimmelo» ci ricadde mollemente sopra e il cuore mi rotolò per il petto infilandosi malamente tra le costole.
«Niall da quando sei arrivato la mia vita è cambiata radicalmente,» si fermò, ansioso di sentire cosa sarebbe venuto fuori dalla mia bocca. «E non so nemmeno come dirtelo, ma vorrei farti capire che per me vivere una vita insieme a te sarebbe come passare ogni giorno a correre sulle nuvole. Sei la miglior cosa che mi sia capitata tra le mani, quando la mattina mi sveglio ciò che mi salta in mente sei tu e quando poi la notte finiamo di fare l'amore e tu dormi io rimarrei tutto il tempo a guardarti per memorizzare ogni cosa, perché sei diventato talmente importante che quando non ti vedo per più di sei ore mi manca il respiro e così ho imparato ad immaginarti accanto a me, per non morire soffocato. So che può sembrarti assurdo ma l'idea di lasciarti andare mi fa sentire così strano e triste che ho quasi paura di morire. Sei diventato importante, anche troppo e non so come riuscirò a resistere senza di te, ho paura» una lacrima mi colò giù dalla gota inevitabilmente.
Niall l'asciugò con le labbra. «Mi dispiace Liam, ma devo andare» si scusò, facendo scivolare le dita affusolate sul mio petto ansante.
«Lo so», cercai di sorridere ma mi uscii una specie di smorfia. «Ma mi mancherai.»
«Amore. Nessuno mi ha mai amato in questo modo, sai?» sussurrò lieve, con gli occhi liquidi. «Liam h
ai fatto in modo che l'eterna attesa passata sotto la pioggia ad aspettare il tuo arrivo avesse un valore vano, in compenso alla gioia che sto provando ora nell'averti tra le braccia. Possibile che la tua sola presenza compensi i dolori di una vita intera? E allora, allora penso che ne valga la pena di aspettare, per te aspetterei altri cent'anni.»
«Ti
aspetterei solo per sentirmi di nuovo al settimo cielo una volta che tornerai» finii la frase io, con il petto alla ribalta.
Con le braccia lo cinsi e i nostri petti si incollarono, facendo confondere i battiti del cuore. Il movimento mi spinse ancora più dentro di lui e una nuova scarica di adrenalina mi percorse da capo a piedi.
«Ti amo» ansò, stringendomi forte.
«Anche io Niall.»
E alla fine ciò che può salvarti dall'amore è proprio l'amore. Quello puro e forte che ti fa piangere disperatamente, dalla gioia. Quello che speri tutta la vita di trovare e proprio quando hai perso la speranza ti viene a trovare, bussa alla porta e ti lascia senza parole. Perché quando stai male e vorresti soltanto scomparire ciò che ti salva, ciò che ti afferra in tempo e ti riporta su è l'amore, in ogni sua forma e colore. Ognuno di noi aspetta quel tipo d'amore, ciò che dobbiamo tenere a mente è che non bisogna perdere mai la speranza, perché dopo la tempesta il sole rinascerà sempre e i fiori si asciugheranno, insieme al viso.




**Anticipazioni**


Tutto intorno era il caos. Una bambina stringeva il maglione della mamma spasmodicamente, mentre quest'ultima gridava piangendo sulle sue spalle piccole tutta la sua disperazione. L'uomo che poco prima avevo visto salutare i suoi figli era seduto immobile, con la faccia scura e gli occhi vitrei. Mi parve di vedere il suo petto spaccarsi come un pezzo di legno inumidito dal temporale.
E all'improvviso lo sentii prepotente, il cuore si frantumò all'interno della cassa toracica, la pelle scricchiolò e mi chinai, non riuscendo a rimanere dritto. Si dice che quando una persona importante ci lascia per sempre una parte di noi lo percepisce e ci lancia un segnale. In mezzo alla strada una ventina di persone stavano ricevendo il segnale e tra quelle c'ero io. 


                                                                                                                                                       

  
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