Caesar – Sono solo dei bambini!
Li guardo sfilare ogni anno e ogni anno mi rapporto con loro. Belli, affascinanti, simpatici, divertenti, tetri, carismatici, furbi, dolci. Bambini.
Quando ancora ero piccolo io, davanti al televisore, stravedevo per gli Hunger Games. Dicevo “mamma, papà, io lavorerò con loro, con i tributi!”.
Ma tra il vedere ventiquattro bambini uccidersi tra loro e il parlare con ventiquattro bambini che presto si uccideranno tra loro c’è una bella differenza. I bambini hanno un modo tutto loro di entrarti nel cuore.
E quando il primo si siede al mio fianco penso: “Potrebbe non tornare”, e me ne rammarico perché è sempre troppo giovane, troppo bello, troppo gentile, troppo buono per morire. E penso “sono solo bambini!”. Come il figlio del mio vicino, come mia nipote, come tutti.
E sorrido, e li vedo sorridere, e dentro di me piango. Cerco allora di aiutarli come posso, rendendoli simpatici o divertenti o sicuri come amano gli sponsor. Inutile.
E poi li vedo entrare nell’arena, a morire. Si uccidono, si torturano. Poi finisce, uno tra loro ritorna da me, su quella sedia, lo intervisto di nuovo, e vorrei piangere perché capisco che ora non è più un bambino.
Ed è tutta colpa nostra.
Bacheca dell'autrice
C come Caesar. Ce n'erano tanti, tanti che meritavano certamente più di lui, come Cinna, ad esempio. Però io ho voluto parlare di Caesar, spero di non avervi deluso.
E adesso...mi servirebbe anche un personaggio con la N. In realtà avrei un espediente, ma non è proprio il massimo...
Inoltre sono ancora indecisa sulla I. Un aiutino?