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Autore: phoenix_esmeralda    18/07/2012    2 recensioni
“Lui è il mio nemico da sempre. Non c’è nessuno che io odi altrettanto. Ha saccheggiato le mie terre, ha terrorizzato il mio popolo. Mi ha umiliata e oltraggiata. Ha violentato mia sorella. Avrei dato qualunque cosa per tenerlo tra le mani, in mio completo e assoluto potere. E adesso ce l’ho.”
SECONDA CLASSIFICATA al "Kiss flash contest" di Slappy. Premio Speciale SCRITTURA. Prima classificata al contest "Fantasia, originalità e sentimento" di Red Angel.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il compito era questo:  una storia breve che contenesse un bacio non romantico.
La storia che segue è il risultato di una notte semi-insonne! ^^



 

Nelle mie mani
 


  
 


 


La più grande debolezza della violenza

 è l'essere una spirale discendente

 che dà vita proprio alle cose che cerca di distruggere.

 Invece di diminuire il male, lo moltiplica.

Martin Luther King

 

 

1

 

Lui è il mio nemico da sempre. Non c’è nessuno che io odi altrettanto.

Ha saccheggiato le mie terre, ha terrorizzato il mio popolo.

Mi ha umiliata e oltraggiata.

Ha violentato mia sorella.

Avrei dato qualunque cosa per tenerlo tra le mani, in mio completo e assoluto potere.

E adesso ce l’ho.

 

Non sono cresciuta nell’odio, ho avuto un padre giusto e una madre amorevole. Io e mia sorella siamo state allevate nell’affetto, figlie dell’equilibrio stabile di genitori retti e imparziali. Nostro padre ci ha insegnato l’equanimità, nostra madre la pazienza.

Sono morti quando io avevo sedici anni e Strella quattordici. Un incidente dovuto al crollo improvviso di un tetto, che ci privò di colpo delle persone in cui riponevamo il nostro più grande affetto.

La reggenza delle terre di Sulabia ricadde su di noi, giurammo di essere sovrane giuste quanto i nostri genitori.

Ma questo, prima dell’inizio degli attacchi del signore di Lothan.

 

Da tre anni tormenta le nostre terre con saccheggi e violenze. I suoi uomini entrano all’improvviso, distruggono, rubano, violentano le donne.

Una notte l’ho incontrato di persona, ha spaventato il mio cavallo perché mi disarcionasse. Mi ha infilato le mani addosso sollevandomi il vestito, mi ha derisa mentre mi toccava.

I miei uomini sono arrivati appena in tempo. È fuggito nel buio, portando con sé il mio amor proprio.

A mia sorella non è andata altrettanto bene: quando l’ha sorpresa le sue guardie erano lontane. Ha fatto di lei ciò che ha voluto, prima di gettarla come un coccio rotto all’angolo di strada.

Strella non esce dalle sue stanze da mesi, non è più una regina: solo un’ombra grigia che si aggira fra i muri increspati di oscurità della sua camera. Non apre le finestre, non vuole la luce, non vuole vedersi alla luce.

Eppure i nostri saggi dicono che è stata fortunata, perché almeno Lothan non l’ha baciata.

Lothan è tatuato e ciò significa potere senza limiti. Ha ceduto un pezzo del suo essere più intimo in cambio di una forza senza pari. E il tatuaggio ti può intrappolare con un bacio. Attraverso un bacio, Lothan può imprimere il suo marchio su chiunque desideri e renderlo suo schiavo eterno.

A lui tuttavia non interessa baciare Strella.

Stava per farlo con me invece, quella notte di sei mesi fa. Con me, Rebekha di Sulabia, sovrana primogenita.

Puntava a questo, il bastardo.

Voleva possedermi e possedere tutto ciò che è mio.

Non pensava che mi sarei ribellata.

Non pensava che avrei preso in ostaggio ciò che ha di più caro al mondo.

Invece l’ho fatto. Mi sono resa infida al suo livello, ho toccato il fango dei fondali più bassi della mia anima.

E ora si è consegnato a me, docile e sottomesso. Lascerà che prenda su di lui la mia vendetta senza opporsi. Se farà resistenza, se cercherà di baciarmi, se disobbedirà, a farne le spese sarà la parte più fragile di lui.

Sì, nelle mie mani ho sua sorella. Ha sei anni ed è il mio ostaggio.

  
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