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Autore: _Fy    18/07/2012    0 recensioni
Sara è una ragazza allegra e solare eppure così insicura e timida. Come ogni adolescente si troverà ad affrontare le problematiche della sua età. Frequenta il terzo anno di scuola superiore ed è sempre in compagnia della sua migliore amica storica, Liliana. Tra qualche gioia e qualche dolore tipico dei suoi 16 anni, Sara affronterà mille avventure e finalmente conoscerà l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immobile guardava camminare davanti a sè la sua migliore amica.

 

Non le aveva creduto e ciò l'aveva profondamente ferita eppure nel suo cuore non riusciva a farsi strada nessun sentimenti simile alla rabbia o alla delusione, in lei albergava solo il dubbio e il senso di colpa.

 

Sara aveva imparato a sentirsi colpevole fin dal giorno in cui suo padre aveva varcato la porta di casa.

 

Non aveva avuto più la gioia di vederlo rientrare, accadeva solo nei suoi sogni.

 

Più volte da bambina, la madre le ripeteva che solo lei poteva convincere suo padre a far ritorno a casa ma Sara nutriva troppa vergogna e troppa paura per poterglielo chiedere.

 

Era cresciuta sentendosi colpevole.

 

Era cresciuta nella consapevolezza che tutti prima o poi vanno via, anche un padre.

 

La paura di perdere anche Liliana la rese agitata e pian paino, dai suoi occhi, iniziarono ad uscire calde lacrime.

 

- Lilì aspettami!

 

Urlò.

 

Liliana arrestò il suo passo ma non si volto ad osservare il volto dispiaciuto della sua amica.

 

-Non è come credi davvero, è solo un equivoco! A me non interessa minimamente, non mi piace è troppo criptico! Inoltre piace a te, come potrei farti un torto simile?

 

Liliana sospirò. Sapeva che Sara non le avrebbe mai fatto del male intenzionalmente, conosceva il suo carattere impulsivo e la sua ingenuità; erano state amiche per tanto tempo, erano come sorelle e Sara le aveva sempre fatto un pò da sorella maggiore.

 

Liliana spesso si chiedeva se l'atteggiamento dell'amica nei suoi confronti non fosse determinato dal suo bisogno di ricevere le stesse premure che lei le riservava.

 

Sara si prendeva sempre cura di lei, c'era sempre nei momenti di bisogno, le regalava immenso affetto e amicizia nonostante non fosse pienamente ricambiata; lei non era certo una ragazza affettuosa, era piuttosto introversa e riservata, eppure Sara era sempre riuscita a toccare la parte più profonda del suo cuore, non arrivando, tuttavia, mai ad entrarci realmente.

 

- Sta tranquilla

 

Liliana le accennò un sorriso ma nemmeno questa volta sembrò contagiare i suoi occhi.

 

Sara se ne accorse ma preferì fingere che tutto andasse bene, le sarebbe costato troppo dolore vedere la realtà.

 

- Credi che ci convenga entrare a seconda ora? Il professore non avrà una pessima scusa per ucciderci questa volta

 

Liliana finse di pensarci su portandosi teatralmente un dito sulle labbra sottili

 

-Uhm, andiamo ragazza cattiva, nascondiamoci nel bagno!

 

Sara rise prendendo a braccetto l'amica e ciondolando, come fossero sbronze e appena uscite da un locale notturno, si diressero a passo svelto e poca discrezione verso i servizi igienici. 

Poco più in là, nascosto tra i tanti armadietti, Matteo osservava curioso la scena.

 

Un sorriso si era inconsciamente disegnato sulle sue labbra, il primo sorriso sincero dopo tanto tempo; si domandò come fosse riuscita una ragazza talmente buffa e imbranata a colpirlo tanto.

 

Matteo sapeva bene quanto fosse pericoloso quell'interesse, sapeva quanto in realtà dovesse tenersi lontano da quella ragazza tanto semplice quanto bella, sapeva che le avrebbe fatto solo del male, eppure, nonostante tutto, quando la incontrava nei corridoi non poteva evitare di guardarla.

 

Sbuffò, poggiando pesantemente la testa sugli armadietti che, a loro volta, produssero un tonfo.

 

Doveva essere più attento.

 

Per quel giorno, decise poi, sarebbe tornato a casa, lontano dai libri, dalle seccature e dalle ragazze, pronte ad additarlo come un ragazzo strano solo perchè non voleva conoscere nessuna di loro.

 

Sorrise, pensando che forse strano lo era davvero; chissà come appariva agli occhi di quella ragazza? 

 

Se solo avesse saputo, cosa avrebbe pensato di lui? 

 

Ma soprattutto, perchè tanto domande su cosa potesse pensare di lui una ragazza sconosciuta? 

 

Oscillò la testa freneticamente; doveva dimenticare tutto quello che gli stava frullando per la testa.

 

Con un sospiro, si diresse verso l'uscita pronto a fuggire da quegli occhi dal color del cioccolato che tanto faticava a dimenticare.

 

Nel bagno, Sara e Liliana, ridevano e scherzavano come se nulla di quello che prima le aveva turbate fosse accaduto realmente.

 

- Te lo immagini se il professore entrasse qui dentro scoprendoci?

 

- Saretta, se il professore entrasse qua dentro non credo gli convenga dire che ci ha trovate qui, non trovi?

 

-E perchè mai scusa?

 

- Siamo nel bagno delle ragazze testona! Se entrasse qui sarebbe come dire che è un vecchio polipo pervertito

 

- Ooooh, è vero! 

 

- Ma perchè alle volte sei idiota? Zuccona!

 

Gli occhi di Sara si chiusero in due fessure mentre le labbra iniziarono a formare un tenero broncio.

 

- Ehi, a chi hai dato dell'idiota? 

 

- Ma certamente a te Saretta cara

 

Sara si finse offesa per qualche minuto, giusto il tempo di sentire le esili braccia dell'amica stringerla con affetto; adorava sentirla così vicina, adorava avere qualcuno con cui scherzare, con cui litigare, mandarsi a quel paese e fare pace, certa che niente e nessuno avrebbe potuto mandare all'aria quella splendida amicizia che si era creata nel tempo. Sara aveva faticato tanto per riuscire a metter su quel rapporto, mattoncino dopo mattoncino, era riuscita a scalfire quel grosso muro da cui Liliana sembrava essere protetta. Neanche per Liliana doveva essere stato facile, di certo non era una ragazza semplice da capire eppure lei, con semplicità, le era entrata dentro.

Matteo sedeva ai piedi di un grande albero; alla fine non era riuscito ad allontanarsi troppa dalla scuola, voleva vederla ancora e sentirla ridere, voleva specchiarsi ancora nei suoi occhi allegri che nascondevano in sé una nota di malinconia e rimpianto, voleva bearsi ancora del suo dolce profumo; ormai era diventato inutile negarlo, l'incontro con quella ragazza gli aveva mosso qualcosa dentro.

Non poteva fingere con se stesso, non poteva negare di aver sentito il desiderio di spostarle una ciocca ribelle di capelli che, dispettosa, le si era poggiata sul viso, non poteva mentire dicendo di non essersi incanto ai suoi grandi occhi che lo guardavano impauriti e affascinati, non poteva non ammettere di aver nutrito il desiderio di poggiare una sua mano sulla sua pelle solo per accertarsi che fosse morbida come gli sembrava.

Sospirò ancora, come se non fossero abbastanza tutti quelli che aveva fatto fino ad allora. 

Si ritrovò ancora a pensare che non voleva turbare la quiete di quella ragazza incatenandola ad un mostro come lui, forse, si chiese, sarebbe potuto diventare una presenza lontana quanto costante.

Un diavolo tentatore, così vicino eppur così lontano.

Sorrise a quella descrizione di sé pensando a quanto fossero assurdi quei pensieri e a quanto lui sembrasse assurdo in quel momento. Cosa gli stava succedendo? 

Non poteva farsi abbindolare dal primo paio di occhi da cerbiatta che incontrava, infondo di donne ne aveva avutre tante e tante altre ne poteva avere.

Perchè proprio lei?

Sorrise amaramente rivolgendo lo sguardo al cielo  mentre i suoi occhi perdevano quella durezza che solitamente gli contraddiceva.

- Perdonatemi

Sussurò al vento.

- Tutto bene? 

Sorrise beffardo sentendo quella voce.

Un diavolo tentatore.

   
 
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