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Autore: _Misery    18/07/2012    2 recensioni
| 'Dell'amore e di altri demoni' | timidissimo tentativo di riportare i punti di vista dei due protagonisti in due flashfic |
"Sierva María era stata un fiore oscuro, selvaggio e maledettamente – Delaura si fece il segno della croce in tutta fretta – curioso, ma solo nelle sue mani; aveva… aveva avuto il petto bianco dei gigli, i capelli del rame e del sangue, e lui stesso li aveva visti ricrescere – prima in bolle, poi in flutti silenziosi – dopo l’ultimo esorcismo. Allora si era avvicinato e aveva allungato una mano tremante a sfiorarle la testa, senza il peso delle lacrime, chiedendosi quali musiche profane e altri misteri custodisse tanto gelosamente."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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D'amore, fede, esorcismi e altre menzogne






I.


I'm gonna be released from behind these lies
I don't care whether I live or die
And I'm losing blood, I'm gonna leave my bones

"Leave My Body", Florence + the Machine

 



Sierva María era una bugiarda, e lo sapeva. Ed era bello.
Eppure, quando nominava i sei demoni nel suo petto alla pallida Martina, quando accoglieva Padre Cayetano nel suo stesso sudiciume o mostrava la ferita della rabbia e il suo spirito posseduto… a volte la realtà muoveva i suoi confini, e lei poteva solo danzare in silenzio. 
In quei mesi le avevano tagliato i capelli e sfregiato la pelle nel vano tentativo di farne uscire il Male; avevano bevuto le sue menzogne con la smorfia degli ubriachi improvvisamente lucidi, l’avevano guardata con odio e terrore e disgusto e poi lasciata a marcire nella sua ombra per tornare a pregare qualche dio – supplicarlo che la risata del Diavolo non si riversasse dal suo corpicino chiaro ad infestare il resto del Convento, forse.
Ma adesso lei aveva tanto, tanto sonno. La carne faceva ancora male dopo l’ultimo esorcismo e la volta della chiesa si stava affievolendo, nascosta da una notte ben più pesante di quella dei suoi sogni.
I canti antichi e profondi degli Yoruba tornarono alla vita, in qualche città che nessun altro poteva vedere; d’improvviso, di nuovo, Sierva María udì la voce di Dominga e il familiare ronzio delle vespe che le si rifugiavano accanto, da bambina.
Casa?
Le parve che qualcuno le avesse appena accarezzato quel che rimaneva dei suoi capelli recisi. Lui? Ma se ne stava andando, ora, via dai rosari e dagli idoli in lacrime.
Chiuse gli occhi; una mano scivolò lungo l’altare, e con essa scomparve il dolore.



 


II.


And the rain is falling and I believe my time has come
It reminds me of the pain I might leave behind...
(Wait in the fire)
"Grace",
Jeff Buckley



Addormentata.
Per sempre.
La sua lapide recitava Sierva María de Todos los Ángeles, ma era un nome muto: lui non l’aveva mai conosciuto per intero – forse l’aveva dimenticato appena gliel’avevano rivelato –, perché creature fervide e senza voce come lei non potevano essere semplicemente chiamate.
Cayetano Delaura se lo disse di nuovo: addormentata. Il problema era che troppe volte l’aveva vista cadere, allo stesso tempo gentile e sfuggente e sempre fissandolo negli occhi, in mondi che non erano umani; e questa non poteva essere come le altre.
Sierva María era stata un fiore oscuro, selvaggio e maledettamente – Delaura si fece il segno della croce in tutta fretta – curioso, ma solo nelle sue mani; aveva… aveva avuto il petto bianco dei gigli, i capelli del rame e del sangue, e lui stesso li aveva visti ricrescere – prima in bolle, poi in flutti silenziosi – dopo l’ultimo esorcismo. Allora si era avvicinato e aveva allungato una mano tremante a sfiorarle la testa, senza il peso delle lacrime, chiedendosi quali musiche profane e altri misteri custodisse tanto gelosamente.
Avesse custodito. Perché adesso dormirà per il resto dei suoi giorni.
La morte era davvero uno strano modo di finire la propria vita. Cayetano Delaura era un uomo di fede, e per questa fede aveva ottenuto l’apprezzamento del Vescovo; ma non era uno stupido e temeva di possedere persino una fantasia fin troppo ardente. Non v’era dubbio alcuno che Sierva María, con i suoi occhi neri e la rabbiosa schiera di spiriti immaginari, avesse stravolto la sua ragione – e fustigarsi era inutile, perché ad ogni colpo il volto della bambina non faceva che conficcarsi più a fondo nella sua pelle.
Era dunque lei il demone più terribile di tutti, il suo demone? Delaura sapeva che Sierva María non poteva appartenere ai Cieli o agli Inferi; quando un coro di confusi latrati s’alzò, da qualche parte nella notte, si chiese se la piccola non fosse già tornata al mondo con piedi leggeri e i capelli di nuovo lunghi come un velo scarlatto.
Forse, però, non era ancora il momento; forse bisognava attendere che anche lui se ne fosse andato sottoterra.
Padre Cayetano Delaura afferrò il rosario e pregò in silenzio.







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Bonsoir! La mia fervida (speriamo... ma mica tanto) immaginazione - e un pizzico di noia, diciamocelo, non apprezzo più l'estate come una volta u_u - mi porta anche qui.
Non so come, esattamente: forse ho sbirciato nella sezione, incuriosita, per poi pensare che di Marquez (scusate l'accento mancante) ho in realtà letto solo "Dell'amore e di altri demoni", consigliatomi dalla mia migliore amica più o meno quattro anni fa.
Un libro assolutamente magnifico, una scrittura emozionante e impeccabile: in effetti non so perché poi non abbia letto più nulla di suo, ma adesso che mi è tornata prepotentemente in mente la bellezza di questo romanzo approfondirò sicuramente.
Insomma, a parte gli elementi più affascinanti del Sudamerica (tra cui l'incredibile mescolanza dei popoli… Indios, Creoli, Europei, Amerindi, Africani e in questo caso Yoruba… un nome così splendido *-*) e l’ancor più attraente leggenda della piccola dai capelli rossi venerata nei Caraibi grazie ai suoi miracoli che la nonna racconta al giovane giornalista (e a questa leggenda, che già di per sé vale moltissimo, ho tentato di ricollegare, proprio, le ultime frasi della seconda parte), è doveroso dire che la storia d’amore è da morire d’infarto: "pedofilia" o no, è tutto incredibilmente poetico e immaginifico e misterioso che… niente, non sono degna di scriverne (anche perché lo ricordavo poco e in effetti lei non muore esattamente in chiesa… beh, prendetelo come un “accenno” alla sua morte, dato pure che muore con gli occhi aperti e dell’uva tra le mani, se non sbaglio... e chiedo perdono anche per altri eventuali sbagli), però m’è venuta una voglia pazzesca. E poi l’album “Ceremonials” dei Florence and the Machine e qualche canzone dell’adorabile Jeff Buckley mi hanno decisamente aiutato, ecco perché le ho inserite.
Per finire, mi sembrava un affronto indicibile persino scegliere le categorie delle flashfics! Sì, sono decisamente in imbarazzo XD
Ma spero che la lettura possa comunque risultare piacevole, nonostante i miei frequenti cali d’autostima :)
   
 
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