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Autore: tomtom    18/07/2012    1 recensioni
Future!Cas. Tentativo (piuttosto mal riuscito ahimè) di descrivere un possibile sogno di Castiel, quando ormai caduto e umano, e del successivo risveglio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Stava volando.
Castiel stava volando.
Il vento tra le ali, la brezza che gli sferzava il volto, il fruscio del trench che gli riempiva le orecchie assieme all'ululato del vento.
L'aria profumava di buono, di vita e anche le sue ali ne sembravano piene, pronte ad assecondare ogni suo movimento o ordine.
Sfrecciava leggero e silenzioso su di un paesaggio montano, terrestre, decretò Castiel; sorrise, allora, riconoscendo in tutto quello la bellezza del Creato di suo Padre.
Il cuore dell'angelo batteva veloce, la soddisfazione di stare volando, una cosa che non avrebbe mai finito di stupirlo.
Fu in quel momento che decise di voler giocare un po', optando per raggiungere uno dei suoi luoghi preferiti, uno di quelli mistici, che lo aiutavano a meditare e che non erano né su quel pianeta né in quella dimensione. Chiese perciò alle sue ali di portarlo lì, aspettando che il piccolo “miracolo” avvenisse. Si trattò invece di un nulla di fatto; provò nuovamente a concentrarsi sul desiderio che aveva e a sentire le ali. Ottenne comunque lo stesso risultato.
Un'ondata di panico lo assalì, la gola gli si chiuse e la mente andò nel pallone.
Ritentò un'ultima volta, invano, e poi capì.
Per prima cosa stava avendo paura, lui non ne poteva avere.
Aveva sentito e sentiva ancora il vento toccargli le ali, dovevano quindi essere materiali; pensandoci bene, lui stesso stava essendo materiale, concreto e tanto di solito soprabito a testimoniarlo.
Lui... Lui non volava più da anni, ricordò all'improvviso. Non era nemmeno più un angelo.
La consapevolezza di trovarsi soltanto in un misero sogno gli sovvenne tutta insieme, colpendolo al cuore in una maniera che non si accorse del cambio di scena, della scomparsa della ali e dell'inizio della caduta libera che lo avrebbe portato alla morte.
Furono il vento e lo stomaco maltrattato ad avvisarlo dell'imminente schianto: il suolo si andava infatti facendo più nitido, più vicino ogni secondo che passava.
Ormai vicinissimo allo scontro, Castiel riuscì a pensare ad una sola cosa: cadeva di nuovo, ma per lo meno questa volta sarebbe morto una volta per tutte.

Cas si svegliò di soprassalto, il cuore in gola, l'angoscia dipinta sul viso e sprazzi del sogno che continuavano a tornargli in mente.
Il suo cervello impiegò qualche istante per stabilire e ricordargli dove si trovasse; era seduto nel retro di un fuoristrada della resistenza, stavano percorrendo una strada sterrata in mezzo al bosco: erano in missione. Guardandosi attorno e scrutando la gente che si trovava intorno, riconobbe un ragazzo con cui era andato a letto due mesi prima, il tipo che gli forniva tutte le sue pillole e un altro uomo che il suo cervello gli diceva di conoscere; sbirciando all'interno di veicolo, scorse Chuck al volante e, accanto a lui, uno dei pezzi grossi del campo.
L'amarezza lasciata dal sogno appena fatto lo riportò a quelle immagini recenti: capì velocemente che tutto quanto doveva esser stato indotto dal semplice vento generato dal movimento del fuoristrada che colpiva in faccia tutti loro che erano seduti nel cassone.
Era stato solo un fottutissimo sogno, continuava a ripetersi, senza però riuscire a scrollarsi di dosso la delusione per aver perso anche nella sua immaginazione la possibilità di morire. Si era svegliato poco prima di colpire il suolo.
Era inutile che la sua mente lo deviasse, facendogli credere di essere un angelo, non lo era più da /anni/. Era bloccato in quella merda, difficilmente sarebbe morto per droga, alcol, malattie o ferite, non valeva nulla, non aveva più la sua Grazia e non poteva farci nulla.
In quel momento qualcuno gridò di essere appena arrivati a destinazione, quindi Cas imbracciò distrattamente il fucile e si trascinò fuori dal veicolo; i passi pesanti e la voglia di sparire che gli occupavano la mente, si incamminò insieme agli altri verso il punto da cui assaltare.
Senza paura e ansia andava incontro all'ennesima missione.
Non gli interessava essere catturato, infettato o ferito. Agognava una sola cosa: la morte o, in alternativa, una bottiglia di whisky.




Note.
Supernatural e i suoi personaggi non mi  appartengono (doh!) e non scrivo a scopo di lucro.
Fatto il santo disclaimer, ringrazio chiunque abbia avuto la pazienza di leggere :3 Tutto ciò è stato scritto senza imepegno, sono contenta se è piaciuta.
Rosico ancora perché in una prima versione questa cosa mi era uscita di 666 parole esatte LOL

   
 
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