Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Ricorda la storia  |      
Autore: Rosie Bongiovi    19/07/2012    1 recensioni
Era la vita ad infastidirlo. Iniziò a tremare. Nonostante non riuscisse più a controllare i suoi movimenti, spense la radio.
: - E' arrivato il momento. E' arrivato quel momento -.
Un piede sul bordo della finestra, una mano sulla cornice.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Mikey Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vivere...

Vivere...

Vivere.

Continuava a ripetersi questa parola, tentando di assaporarla, ma gli pareva che avesse smesso di possedere un significato. Francamente non ne aveva voglia di cercargliene uno. Era annoiato, era senza forze. Così triste e debole, da aver deciso che, ormai, quelle sei lettere erano diventate sinonimo di “morire”.

Ecco.

Morire.

Quella parola, invece, non gli era nuova per niente.

Eppure.. Eppure aveva assunto un valore differente da quello che gli ha affibbiato il 99% delle persone.

Vivere significava morire.

Morire significava ricominciare a vivere. O quanto meno finire in una dimensione che permettesse di stare meglio che nel mondo.

Stare meglio.

In quel momento della sua esistenza, soffocato da ogni forma di timore e disgrazia, aveva paura se non il terrore, di non poter più stare meglio.

 

 

Torno di nuovo sulla strada

Ho avuto il mio tempo e ho avuto le mie occasioni

Sono stato lontano. Ora sono tornato sui miei passi

Solo un uomo con la sua voglia di sopravvivere

 

Ascoltava quelle parole, provenienti dalla radio, mentre qualcosa si stava sgretolando lentamente, dentro di lui.

Occasioni.. Ma quali occasioni. Il mondo non ci dà modo di fare proprio nulla.

Non ci si può ribellare alla maggioranza ottenendo vittoria.

Non si può combattere pretendendo di tornare a casa senza ferite.

Non si può fare altro, se non arrendersi, di fronte alla vita.

E alla morte.

 

Troppe volte succede così velocemente

Che tu, in cambio di gloria, svendi la tua passione

Non dimenticare mai i tuoi sogni del passato

Devi combattere per tenerli vivi

 

Il ragazzo scoppiò a ridere.

Sognare gli sembrava un'enorme ed immane perdita di tempo.

In quel momento, ci mise tutte le sue forze a disposizione per tornare indietro nel tempo, con la mente, per cercare di ricordarsi le sue speranze, quelle che una volta gli permettevano di andare avanti senza desiderare di essere altrove, in un universo parallelo, lontano dai mali della Terra, dai dispiaceri della Realtà.

Niente.

Aveva perso la chiave dei cassetti nei quali aveva riposto le sue aspirazioni, i suoi sogni.

Non c'era nulla di felice nel presente e non gli era nemmeno permesso di immergersi nelle piccole gioie del passato, che aveva tentato di custodire dentro se stesso.

 

Faccia a faccia fuori, nel caldo torrido

Tenendo duro ai morsi della fame

Loro evitano le avversità

Noi scendiamo in strada

 

E lui, Mikey Way, in che categoria poteva inserirsi? In quella che cercava di evitare i mostri o che li affrontava, riuscendo ad avere la meglio?

Combatterli era un'altra perdita di tempo, esattamente come sognare ed immaginare di avere una vita migliore.

Aveva smesso di farlo, ma poteva dire di averci provato..

E qual era stato il risultato?

Nessuno. Nemmeno l'ombra del progresso.

Forse avrebbe dovuto continuare ad evitare, a spegnere le sue emozioni e a lasciarsi scivolare tutto addosso.

Sarebbe diventato una lastra di vetro, sul quale le goccioline sarebbero cadute, avrebbero fatto la loro breve corsa e sarebbero terminate senza lasciare alcuna traccia.

Avrebbe cercato il pericolo, senza poi affrontarlo. L'avrebbe trovato e si sarebbe lasciato uccidere, portare via, trascinare altrove.

Qualsiasi cosa, a patto di spegnere quel dolore lancinante nel petto.

Qualunque sacrificio, pur di allontanare per sempre le voci che rimbombavano nella sua scatola cranica, che gli sembravano degli slogan ripetuti all'infinito da un grosso altoparlante.

Quel dolore e quelle voci, però, erano sopportabili.

Era la vita ad infastidirlo.

Iniziò a tremare. Nonostante non riuscisse più a controllare i suoi movimenti, spense la radio.

: - E' arrivato il momento. E' arrivato il momento -.

Un piede sul bordo della finestra, una mano sulla cornice.

Ci voleva solo un salto, solo un piccolo salto e avrebbe spento i dolori e le voci.

La vita avrebbe perso e la morte avrebbe festeggiato, agitando la falce, soddisfatta di se stessa.

: - Lo sai bene che cosa sta per succedere. Apri gli occhi, non essere codardo fino alla fine. Non hai voluto affrontare la realtà? Ora, però, affronta i tuoi ultimi istanti -.

Portò l'altro piede sul bordo e, sotto i suoi abiti, cominciò ad insinuarsi un freddo vento invernale. A causa di questo, fuoriuscì un'immagine dalla tasca destra dei suoi jeans.

Era una fotografia, ormai consumata da tutte le volte in cui si era fermato ad osservarla, prendendola tra le mani ed immergendosi negli occhi del ragazzo che era stato immortalato mentre sorrideva.

Aveva una mano tra i suoi capelli neri ed un sorriso contagioso che avrebbe placato qualsiasi pianto, sedato qualunque sofferenza, annientato ogni tipo di timore.

Era l'immagine di suo fratello, la persona più importante che avesse.

Mikey la guardò cadere e si ritrasse immediatamente. Allontanò ogni pensiero dalla sua testa, sdoganò la sua mente da ogni idea. Si precipitò al telefono, dopo essere inciampato due, forse tre volte.

Compose quel numero.

Doveva sentire la sua voce, un'ultima volta, un'ultima volta prima di scappare per sempre.

“Mikey.. Mikey, sei tu?”. Rimase in silenzio. “Mikey.. Che sta succedendo? Non farmi preoccupare, per favore”. Le parole volevano uscire dalla sua gola, ma erano lì, immobili ed irremovibili. Tornò di fronte a quella finestra e guardò giù, mentre si malediva per il fatto di non riuscire a proferire parola. “Mikey ascolta io.. Non so che cosa stia succedendo, ma qualsiasi cosa tu voglia fare, ti prego..”. Di nuovo un piede sul bordo, una mano sulla cornice. “Pensa a quanto sei importante per me. Sì, anche se mi hai chiamato per avvisarmi che vai a fare la spesa. Tu ricordati che sei il fratello migliore che potessi avere. E che non riuscirei nemmeno a respirare, se non esistessi tu. E non sono frasi fatte, sai?”. Il piede sinistro raggiunse il destro e gli occhi tornarono a puntarsi sul marciapiede vuoto, di fronte a lui. “Perché le frasi fatte sono false e vengono dette tanto per. Magari durante i brindisi o sui biglietti d'auguri. Ma tutto il mondo sa quanto conti. Ogni essere umano conosce la tua importanza nella mia vita e in quella di tutta la band. Sei speciale, Mikey. Non dimenticartelo mai”. Bastava solo il salto, quel famoso salto di prima. “E ti voglio bene. Un bene immenso che non svanirà mai”. Abbandonò la cornetta sul letto e poi..

Si lasciò cadere, rimanendo sospeso nel vuoto per qualche piccolo istante.

Lo fece quel salto.

Lo fece eccome.

Però per tornare in quella stanza, prendere un lungo e profondo respiro, e liberare le parole che si erano bloccate in gola.

“Te ne voglio anche io Gerard. Te ne voglio anche io”.

 

Nota dell'autrice:

Questa è la prima cosa che scrivo e che pubblico nel fandom dei My Chemical Romance.. Quindi vi chiedo di essere buoni ma al contempo crudeli con le recensioni, ho bisogno di imparare a scrivere su di loro. Spero che vi sia piaciuta, in caso contrario basta dirmelo e mi darò all'ippica o all'uncinetto, devo ancora decidermi. Ah, stavo quasi per dimenticare: i pezzi della canzone che Mikey starebbe ascoltando alla radio, sono del brano "Eye of the tiger", dei Survivor.

Un grazie particolare alla mia migliore amica, Vava_95, che mi ha fatto scoprire questa band di scapestrati.

Grazie mille per l'attenzione, 

 

Rosie.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Rosie Bongiovi